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Nada de nada

Theo Hernandez aprì la portiera e scese dalla sua auto. Il mister aveva lasciato ai giocatori la mattina libera, mentre per il pomeriggio aveva programmato un allenamento piuttosto impegnativo. Due giorni dopo, infatti, la squadra avrebbe disputato la partita di Champions a Zagabria contro la Dinamo, una partita che il Milan non poteva permettersi di sbagliare, ne andava della qualificazione agli ottavi di finale. Mister Pioli, quindi, aveva chiesto a tutti la massima concentrazione e puntualità agli allenamenti di quei giorni, Theo ne era ben consapevole, ma aveva avuto un contrattempo a casa e quindi era leggermente in ritardo. Si stupì non vedendo traccia dell'auto di Rafa, mentre quella di Brahim entrò rombando nel parcheggio proprio mentre il terzino francese si stava incamminando per raggiungere gli altri compagni.

"Dai sbrigati bro che siamo in ritardo" lo apostrofò Theo. Brahim accelerò il passo quando si accorse che l'amico lo stava aspettando.

"Allora? Come è andata ieri sera con la biondina? Ti ha spompato, è per questo che sei così lento?" chiese il francese ridacchiando quando lo spagnolo fu a pochi passi da lui. Si aspettava di vedere il solito sorrisetto furbo apparire sul viso dell'amico, ma non fu così.

"Ma va, non è successo niente" sbottò Brahim. Theo aggrottò le sopracciglia, il compagno sembrava seccato e quella reazione non era assolutamente da lui. Non dopo essersene andato via da un locale in compagnia di una bella ragazza.

"Ma come no? Scusa ma non l'hai accompagnata a casa?" lo incalzò il francese.

"Sì ma che c'entra, vive con la sua famiglia, non sono salito a casa sua" spiegò lo spagnolo.

"Beh ma nemmeno un bacetto? Oppure... non dirmi che ti ha respinto?" azzardò il numero 19 con aria interrogativa mettendosi una mano davanti alla bocca, preoccupato di aver fatto una enorme gaffe con uno dei suoi migliori amici.

"NO! Ma come te lo devo dire? Non ci ho provato con lei, non è successo niente. Nada de nada" rispose Brahim in tono ancora più secco, lanciando uno sguardo truce al compagno che scoppiò in una risata.

"Eh ma come ti scaldi! Quindi la biondina non ti piace? Nel caso dimmelo che quasi quasi ci faccio un pensierino" ridacchiò Theo che si beccò subito una sberla sulla testa da parte dello spagnolo.

"Questa è da parte di Zoe" puntualizzò Brahim continuando a guardarlo di traverso.

"Oh guarda non serve che tu intervenga per lei, sa benissimo da sola come fare" commentò Theo con un sorriso, massaggiandosi la testa nel punto colpito dell'amico. "Quindi mi stai dicendo" riprese tornando serio e anzi quasi preoccupato "che la biondina ti piace però non ci hai provato con lei. Non è proprio da te, sicuro di stare bene?"

La conversazione tra i due fu interrotta da un rumore di passi che si avvicinavano correndo. Rafa Leão li stava raggiungendo con le ali ai piedi e un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

"Ecco la faccia che avresti tu se ci avessi provato con la biondina" ironizzò Theo che proprio non riusciva a capire cosa fosse preso al suo amico spagnolo, non era il tipo da lasciarsi scappare nuove occasioni e per di più quella ragazza sembrava proprio cotta di lui. "Ehi Rafa, passata bene la notte?" domandò poi al portoghese.

"Non puoi capire!" esclamò lui. "Quella tipa, Greta, è un bomba. Era da tempo che non mi divertivo così con una ragazza e non solo fisicamente; è simpatica, divertente, un vulcano di energia".

"E bravo Rafa, quindi la rivedrai?" Il portoghese annuì, soddisfando la curiosità di Theo che era sempre interessato alle relazioni, più o meno durature, dei suoi due amici. Entrambi erano più giovani di lui di due anni e lui si sentiva per loro come una sorta di fratello maggiore, pronto a ironizzare ma anche a dare qualche consiglio, se necessario. Tra i due, Rafael era il classico tipo che non voleva impegni, la sua carriera calcistica era in piena ascesa e al momento voleva concentrarsi solo su quella e divertirsi nel tempo libero ma senza complicazioni sentimentali. Per Brahim, invece, la situazione era ben diversa perché lui una storia importante l'aveva avuta. Lei era la cantante spagnola Ana Mena e per lei il ragazzo aveva proprio perso la testa; si erano frequentati per diverso tempo, poi improvvisamente era subentrato un periodo di crisi. Brahim, che solitamente era un ragazzo allegro e solare, si chiudeva a riccio quando si trattava di questioni sentimentali e non aveva raccontato i motivi della crisi nemmeno ai suoi migliori amici. Theo sapeva solo che da pochi mesi, da dopo l'estate, lui e Ana avevano smesso definitivamente di frequentarsi ma sospettava che Brahim soffrisse ancora molto per la fine della loro relazione. Aveva provato a uscire con altre ragazze ed ogni volta Theo sperava che una di loro gli avrebbe finamente fatto dimenticare la bella cantante aiutandolo a superare quella cocente delusione. Ma a quanto pareva, ancora non era successo.

***

Emma ed Elisa stavano ancora parlando quando un trillo insistente le interruppe. Emma si alzò dal divano e si avvicinò al videocitofono per vedere di chi si trattasse.

"È Greta!" disse all'amica sul cui volto apparve un ghigno che sottintendeva un "adesso mi sente".

"Eli" disse Emma dopo aver schiacciato il pulsante che apriva il portone "io ieri sera ho preso un taxi per tornare a casa, ok? Non azzardarti a dirle una sola parola di quello che ti ho raccontato, intesi?"

L'espressione di Elisa era confusa, così Emma si affrettò a spiegare. "Ti rendi conto che se Greta sapesse che Brahim Diaz mi ha accompagnata a casa e mi ha lasciato addirittura il suo numero di cellulare io non avrei più pace? Mi ripeterebbe allo sfinimento che devo chiamarlo e vederlo quando invece l'unica cosa che devo fare è levarmi dalla testa la serata di ieri". Elisa annuì comprensiva e in quello stesso momento il campanello dell'appartamento di Emma sancì la fine della conversazione sul numero 10 rossonero.

Greta entrò nell'appartamento come una furia, si tolse la giacchina di pelle che indossava sopra il vestito della sera prima, e si gettò sul divano in modo plateale. Emma la osservò con un sopracciglio inarcato, mentre Elisa cominciò subito ad inveire contro di lei.

"GRETA!!! MA TU SEI SCEMA, DEFICIENTE O COSA??? MA TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO???"

La ragazza sgranò gli occhi e guardò Elisa come se si fosse accorta della sua presenza solo in quel momento. "Oh ma buongiorno anche a te Eli, come mai qui?"

"Ho scritto un messaggio sul gruppo, Emma mi ha risposto in privato ma da te nessuna notizia, quindi mi sono preoccupata. Poi lei mi ha detto che sapeva dove fossi e che me lo avrebbe detto di persona se fossi venuta qui" spiegò Elisa in tono leggermente acido. "E ora si può sapere cosa cavolo ti è passato per la testa mollandola in quella discoteca ieri sera?"

"Oh come la fai lunga Eli" sbuffò Greta "e io che pensavo di farle un favore! Glielo hai raccontato Em con chi hai passato la serata ieri?"

"Sì lo sa" confermò Emma "ma non è successo niente, di sicuro non sono il suo tipo. E, come ti ho scritto, sono tornata a casa in taxi".

"Davvero?" Greta parve sinceramente delusa dal racconto dell'amica. "Eppure avrei scommesso il contrario, dal suo atteggiamento sembrava tutt'altro e poi ho intercettato certe occhiate... secondo me ti sbagli".

Emma si sentì avvampare dalla testa ai piedi ma riuscì a mantenere un certo autocontrollo e scosse la testa decisa. "Mi pare proprio che tu avessi di meglio da fare che guardare quello che succedeva a me, quindi non so proprio come tu faccia a dire una cosa del genere".

"No tesoro ti sbagli di grosso. Non ti avrei mai lasciata da sola se non fossi stata sicura che tu fossi in ottime mani. Quelle stesse mani che si sono appoggiate sulla tua spalla e che appartengono a una persona che secondo te non avrebbe dovuto nemmeno ricordarsi il tuo viso e invece non si è ricordata solo quello ma pure il tuo nome. Devo aggiungere altro?" ribattè Greta con aria saccente.

Emma sentiva le proprie convinzioni vacillare sotto il peso delle parole di Greta. E se avesse avuto ragione lei? Emma però ne dubitava, se lui avesse avuto qualche interesse per lei ci avrebbe provato, no? Invece se ne era andato. Poteva anche darsi che la trovasse carina ma era pur sempre fidanzato con quella cantante spagnola che, a ben guardare, era molto più bella e sexy di Emma, oltre che famosa. Apparteneva al suo mondo, dopotutto, ed era giusto così.

Fu ancora una volta Elisa a venire in soccorso di Emma. "Va bene Gre abbiamo capito, però adesso raccontaci cosa è successo con Rafael Leão".

"Oh ragazze" proruppe Greta lasciandosi nuovamente andare contro lo schienale del divano. "Lui è davvero intrigante. All'apparenza sembra uno che se la mena però poi conoscendolo meglio è proprio un cucciolo. Siamo subito entrati in sintonia, abbiamo parlato di un miliardo di argomenti, anche se per lui il calcio resta la vita, e poi mi ha proposto di finire la serata a casa sua. E beh non penso vogliate sapere i particolari ma posso dirvi che ha una casa enorme e ipermoderna e che alla fine mi sono fermata a dormire lì perché ormai era quasi mattina e lui sarebbe dovuto uscire per andare a Milanello solo nel primo pomeriggio. Ho dormito nella stanza degli ospiti, sia ben chiaro" puntualizzò la ragazza con un'espressione fintamente innocente in viso che fece ridere di gusto Emma.

"Beh dal suo letto ci sei comunque passata, no? O lo avete fatto sul divano?" domandò curiosa all'amica.

"Lo abbiamo fatto un po' dappertutto a dire la verità" rispose Greta arrossendo leggermente in viso. Elisa sgranò gli occhi e si mise una mano davanti alla bocca per nascondere il suo stupore.

"Ma quindi vi rivedrete?" chiese poi.

"Non ne ho idea" rispose Greta stringendosi nelle spalle con aria noncurante. "Ci siamo scambiati i numeri di telefono ma non so se ci sentiremo mai. Io non ho intenzione di fare il primo passo e non vi nego che non mi dispiacerebbe se lo facesse lui, ma non avrei rimpianti se anche finisse qui".

Ecco perché ti invidio Greta - pensò Emma tra sé e sé - io non sarei mai capace di affrontare una situazione di questo genere con la tua disinvoltura, ed ecco perché non mi ci metto e non mi ci metterò mai.

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