Il maglione natalizio
Il mercoledì per Emma era solitamente la giornata meno impegnativa della settimana: non doveva uscire presto di casa perché aveva lezione solo in tarda mattinata e nel primo pomeriggio, e quando tornava doveva solo recuperare Riccardo a scuola perché il mercoledì non era giorno di allenamenti. Quel mercoledì 7 dicembre, invece, si rivelò per lei decisamente stancante. Ci teneva a fare bella figura con Brahim e quindi trascorse la mattinata a sistemare e pulire a fondo tutta casa, rendendola lucida come uno specchio. Anche sua madre, tornata dal lavoro dopo pranzo per partire per Roma nel pomeriggio con suo padre e Ricky, se ne accorse.
"Tesoro sei sicura di sentirti bene? Come mai tutto questo desiderio di far splendere casa?" domandò ironica. La madre si fidava ciecamente di Emma e mai avrebbe pensato che un calciatore di Serie A stesse per trasferirsi a casa loro per tre giorni.
"Comincio a sentirmi nervosa per i prossimi esami e siccome non riuscivo a concentrarmi nello studio stamattina ho pensato che pulire potesse essere un buon modo per scaricare la tensione" rispose la ragazza in tono innocente.
"Va bene ma non esagerare ok? Né con lo studio né con le faccende domestiche!" esclamò la madre lasciandole una carezza sulla testa. Anche se ormai aveva diciannove anni, per lei Emma rimaneva sempre la sua bambina.
"Sì mamma, non preoccuparti, sto bene, davvero. Ho preferito tirare casa a lucido oggi così almeno nei prossimi giorni penserò solo a studiare" disse Emma, ben sapendo che nei giorni successivi con Brahim in giro per casa ben difficilmente sarebbe riuscita a stare a lungo concentrata sui libri.
I genitori e Ricky partirono per Roma verso le 16.30. Emma ebbe tutto il tempo di farsi la doccia e prepararsi con calma prima dell'arrivo del calciatore rossonero. Decise di indossare lo stesso vestito che aveva la sera che sarebbe dovuta andare da Andrea e invece aveva trovato Brahim ad aspettarla sotto casa e completò l'outfit con un paio di scarpe con il tacco alto. Era fiera del risultato, sembrava avesse due gambe chilometriche, sperava che lo spagnolo avrebbe apprezzato.
In effetti, quando aprì la porta a Brahim qualche ora dopo, ebbe la certezza di aver fatto centro. Lui passò in rassegna la sua figura da capo a piedi soffermandosi in particolare sulla parte alta delle gambe. "Tú eres muy hermosa" le sussurrò mentre entrava in casa e si avvicinava per baciarla. "Gracias" rispose lei.
"Eri tu che dovevi far imparare a me a parlare in italiano perfetto, non io a far imparare a te lo spagnolo" sottolineò lui ridendo di gusto. Emma lo guardò con aria maliziosa. "Io però amo il tuo modo di parlare e imparare lo spagnolo non mi dispiacerebbe affatto" disse, prima che Brahim si avventasse nuovamente sulle sua labbra e la tirasse a sé afferrandola per i fianchi.
"Spogliati dai" disse lei staccandosi da lui e alludendo al piumino che indossava anche se si rese conto subito che quell'esternazione potesse risultare piuttosto equivoca e arrossì. Brahim invece rise divertito.
"Non sono ancora entrato in casa e vuoi già vedermi nudo?" scherzò sfilandosi il giubbotto. "Niña bonita, dovrai fare molta fatica per avere questo" la ammonì mostrandole ciò che indossava sotto il piumino. Era il maglioncino a tema natalizio del Milan che era stato protagonista, addosso a Brahim e Theo, del video postato su Instagram qualche giorno prima e che Emma non gli aveva nascosto di desiderare follemente. Quando lo vide sullo spagnolo, la ragazza non potè trattenere un piccolo urlo.
"QUINDI MI STAI DICENDO CHE IL TUO MAGLIONE PUÒ ESSERE MIO???"
"Non lo so... dovrai essere molto abile a farmelo togliere prima che vada a Milanello domani" ridacchiò lui "altrimenti lo lascerò là e non lo avrai mai". Lei accennò un piccolo broncio che lo fece ridere ancora di più.
"Ok, accetto la sfida" disse infine Emma facendogli l'occhiolino. "Hai portato la cena?"
"Ahora entiendo!" esclamò lui battendosi una mano sulla fronte. "Tu mi vuoi qui solo perché ti porto la cena da Milanello!"
"Anche, ma non solo..." mormorò lei con un largo sorriso stampato sulle labbra; si voltò e si diresse verso la cucina sentendo gli occhi di Brahim fissi su di sé. "Il motivo principale è il maglione, poi la cena!" aggiunse tornando a voltarsi appena verso lo spagnolo che osservava rapito i suoi movimenti.
Emma era decisamente su di giri, si sentiva ubriaca senza aver toccato un goccio di alcol, era ubriaca di felicità. Avere Brahim in giro per casa sua era la sensazione più bella che avesse mai provato e voleva godersene ogni istante.
Cenarono chiacchierando allegramente di come fosse andata la loro giornata. A un certo punto, Emma si avvicinò al frigo con la scusa di prendere una nuova bottiglia di acqua perché quella in tavola era vuota; Brahim era voltato di spalle rispetto a lei, che afferrò la bottiglia, la aprì e rovesciò parte del contenuto sul maglione del ragazzo. Lui, ritrovandosi con la schiena completamente fradicia, scattò in piedi e si voltò incredulo verso di lei che scoppiò in una risata fragorosa.
"Te l'avevo detto che avrei trovato il modo di farti togliere il maglione!" gli disse con le lacrime agli occhi; non riusciva proprio a smettere di ridere di fronte all'espressione confusa di Brahim.
"Niña bonita y astuta... Te lo merecias, pero pagaràs por esto!" esclamò lui lasciandosi contagiare dalle risate di Emma. Si tolse il maglione bagnato, lo appoggiò su uno degli sgabelli della cucina e non appena lei si avventò sul suo bottino, lui la bloccò e cominciò a farle il solletico.
"HAHAHAHAHAHAHA BASTA! NON CE LA FACCIO PIÙ!" urlò dopo un po' la ragazza che soffriva terribilmente il solletico.
"Vale, vale" rispose lui lasciandola andare tra le risate. Emma riuscì a recuperare il maglione ma fu distratta dallo spettacolo che si trovò davanti: Brahim, di fronte a lei con indosso solo i pantaloni della tuta del Milan, era una visione paradisiaca e lei se ne riempì gli occhi. "Però adesso sono rimasto mezzo nudo" aggiunse lui allargando le braccia, seguendo lo sguardo di Emma che vagava furtivo sul suo torace.
"Beh ma ti sarai portato qualche cambio, no? Lo sapevi che non avrei rinunciato facilmente a questo!" esclamò lei trionfante sventolando il maglione e avvicinandoselo poi al naso per inspirare a pieni polmoni il profumo di Brahim di cui l'indumento era impregnato.
"Ah mi devo vestire? Io speravo che ti togliessi qualcosa anche tu" ridacchiò lui che scherzava ma fino a un certo punto.
"Io ho usato la furbizia, vediamo come riesci a convincermi tu" rispose Emma mentre un sorrisetto malizioso le increspava le labbra.
"Io un'idea ce l'ho" disse lui avvicinandosi alla ragazza, che indietreggiò fino a urtare con il fondoschiena il piano di lavoro della cucina. Le labbra dello spagnolo raggiunsero le sue prima che potesse replicare. Il bacio che ne seguì fu lento, sensuale, come se ognuno dei due volesse assaporare al meglio l'altro e quel momento magico che stavano passando insieme.
"Ho desiderato di toglierti questo vestito da quella sera che te l'ho visto addosso in pizzeria" mormorò Brahim faticando a staccarsi dalle labbra di lei che sembravano fatte apposta per fondersi alla perfezione con le sue.
"Mh, ci sei quasi ma devi essere ancora un po' più convincente" rispose lei appena prima che le loro labbra si incontrassero di nuovo. Brahim la strinse ancora di più a sé e le mise una mano dietro la nuca per rendere il bacio ancora più profondo. Emma sentiva il rigonfiamento sotto i suoi pantaloni e desiderò liberarsi al più presto del vestito; lo spagnolo sembrò leggerle nel pensiero nel momento in cui, accarezzandole la schiena, trovò la zip e l'abbassò.
"Sei stato furbo anche tu" osservò lei con voce compiaciuta, finalmente avrebbe potuto avere quello che desiderava. Brahim la fece voltare, iniziò a baciarle la schiena seguendo la linea della colonna vertebrale e nel mentre le tolse anche la biancheria intima, permettendo alle sue mani di esplorare ogni parte del corpo della ragazza che si muoveva sotto le sue carezze, impaziente di averlo di nuovo dentro di sé. Brahim l'accontentò ben volentieri, liberandosi a sua volta dei vestiti che ancora indossava e unendosi a lei tra sospiri e gemiti di piacere.
Più tardi, dopo essersi rivestiti, Emma e Brahim erano stesi sul divano davanti al televisore. A quell'ora lei era solita guardare un programma calcistico dedicato al Mondiale in Qatar e quella sera non intendeva fare eccezione. Gli ottavi di finale si erano conclusi il giorno precedente, i quarti sarebbero iniziati due giorni dopo, i ritmi erano quindi molto serrati.
"Non pensavo ti interessasse così tanto il Mondiale visto che l'Italia non gioca" osservò lo spagnolo divertito.
"Saremmo usciti subito, se anche ci fossimo qualificati, quindi meglio così" rispose Emma stringendosi nelle spalle. "E comunque il Mondiale mi interessa perché ci giocano i nostri ragazzi, che poi sono anche i tuoi amici" aggiunse appoggiando la testa sulla spalla di Brahim.
"Quindi tifi Francia e Portogallo" dedusse lui che subito dopo si battè una mano sulla fronte e scattò in piedi all'improvviso e in modo del tutto inaspettato per Emma che lo guardò meravigliata.
"Che succede?" gli domandò corrugando la fronte. Per tutta risposta, Brahim prese il cellulare che aveva lasciato nello zaino, si stese di nuovo accanto a lei, le cinse le spalle con il braccio libero e allungò l'altro braccio con il cellulare in mano.
Un selfie con lui, meno male che non mi sono ancora struccata, pensò Emma mentre sorrideva alla fotocamera. In effetti, nonostante si stessero frequentando da una settimana, non le era passato neanche per l'anticamera del cervello di immortalare qualche momento di loro due insieme. Però a pensarci bene, erano successe così tante cose in quella settimana che quello era il loro primo vero momento tranquillo.
Brahim le mostrò la foto e, dopo aver ottenuto un suo cenno di approvazione, gliela inviò, Ma evidentemente non fu l'unica persona a cui quella foto fu mandata, dato che lo spagnolo continuava a smanettare col telefono.
"Scusa ma a chi altro la stai inviando?" chiese un po' intimorita.
"A Theo e Rafa che non hanno la minima idea di quello che è successo tra noi da quando sono tornato in Italia. E a Samu e qualche altro amico che era curioso di vederti" spiegò lui. Emma si sentì avvampare al pensiero che Brahim avesse parlato di lei ai suoi amici mentre erano in vacanza.
"Non voglio sapere i commenti, sono una ragazza così normale che come minimo resteranno tutti delusi" commentò in preda all'imbarazzo.
"Non sei normale, tú eres mi niña bonita" commentò il numero 10 rossonero posandole un dolce bacio sulla fronte. Emma si strinse di più a lui, assaporando il suo profumo e godendosi la sua vicinanza.
Emma e Brahim passarono le successive due ore a discutere del Mondiale; lei era convinta che avrebbe vinto la Francia, lui invece puntava sul Brasile o sull'Argentina. Al termine della trasmissione, Emma cominciò a sbadigliare a più riprese; cercava di lottare contro il sonno, avrebbe voluto non avere bisogno di dormire in quei giorni con lo spagnolo, ma il suo corpo reclamava riposo, sfinito da una giornata di tensione e di lavori domestici a cui non era affatto abituato.
Anche Brahim, si sentiva piuttosto stanco: gli allenamenti a Milanello erano ripresi solo da pochi giorni ma i ritmi erano già piuttosto serrati, dato che mancava meno di un mese alla ripresa del campionato e ci sarebbero state anche le festività natalizie nel mezzo. Si accorse che Emma si era addormentata tra le sue braccia, le scostò una ciocca di capelli che le ricadeva sul volto e le sfiorò delicatamente la guancia con il pollice. Ripetè poi quest'ultimo gesto più volte, perdendosi ad osservarla, sembrava così indifesa nel sonno. Brahim sentì nascere dentro di sé un sentimento che non avrebbe saputo spiegare, un misto tra tenerezza e desiderio di proteggerla da tutto ciò che avrebbe potuto farle del male. Ma in realtà l'unico che le ha fatto del male fino a questo momento sono proprio io, pensò tra sé e sé.
In quel momento si rese conto che si stava affezionando parecchio a quella ragazza, in un modo che non si sarebbe aspettato. Oltre ad essere attraente, molto più di quanto lei stessa fosse consapevole, Emma era allegra, divertente, innocente, spensierata, passionale, ma anche intelligente e matura per la sua età. Aveva quattro anni meno di lui e non gli era mai capitato di stare con una ragazza così tanto più giovane, eppure la sua presenza lo faceva stare bene. Non voleva farsi troppe domande ma stare con lei gli piaceva, sia fisicamente, sia emotivamente.
Brahim sollevò Emma di peso stando attento a non svegliarla e la portò su per le scale nella sua stanza, che lei gli aveva mostrato subito dopo cena. Scostò il piumone del Milan che faceva bella mostra di sé sul letto a una piazza e mezza e posò la ragazza sul materasso cercando di essere più delicato possibile. Si prese un attimo di tempo per osservarla ancora e un sorriso dolce gli increspò le labbra, poi si cambiò indossando una t-shirt. Emma gli aveva proposto di dormire con lei anche se sarebbero stati un po' stretti, offrendogli in alternativa la stanza di Riccardo se avesse preferito stare più comodo. Anche Brahim però aveva voglia di passare la notte accanto a lei, quindi si stese al suo fianco coprendo poi entrambi con il morbido piumone. Emma, che nel frattempo non si era svegliata, gli si rannicchiò contro e il ragazzo fu investito da una sensazione di benessere e di appagamento tali che non potè fare a meno di augurarsi che i giorni e le notti che lo separavano dalla partenza per Dubai passassero il più lentamente possibile.
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