Il cerchio si chiude
Camilla sapeva che quella sera al Jack's ci sarebbe stato Gabriele. Una delle sue amiche aveva una cotta per uno degli amici di lui e lo conosceva anche piuttosto bene, quindi era sempre informata su tutti gli spostamenti del gruppetto di ragazzi con cui lui usciva.
Se Camilla non si era mai illusa troppo riguardo una possibile storia con Rafael Leão, continuava invece a sperare di poter riprendere quella con Gabriele. Anzi, da quando aveva saputo che molto difficilmente Brahim Diaz sarebbe rimasto al Milan le sue speranze si erano moltiplicate.
Con Brahim a Madrid, Emma si sarebbe vista molto meno in circolazione e lei avrebbe avuto campo più che libero con Gabriele. Con il tempo lui avrebbe dimenticato definitivamente la sua ex e Camilla sarebbe riuscita a convincerlo che era lei la ragazza giusta per lui.
Quella sera però purtroppo al Jack's c'era anche lei, la sua rivale in amore da oltre un anno. Camilla l'aveva notata subito al tavolo con Elisa e altri loro ex compagni e un po' se ne era stupita. Il Milan aveva perso 2-0 a La Spezia, era strano che Emma fosse in giro con Elisa e non a Milano a consolare Brahim di ritorno da quella clamorosa sconfitta. Che i due avessero litigato? Forse proprio a causa dell'imminente ritorno a Madrid dello spagnolo?
Camilla non le staccò gli occhi di dosso per tutta la sera, cercando di cogliere nelle espressioni del viso o negli atteggiamenti della ex amica qualche segnale che le facesse capire cosa potesse essere successo. Aveva notato che Emma aveva bevuto più del solito e guardato il cellulare solo un paio di volte in tutta la serata, il che le era sembrato sospetto. Ma per il resto calma piatta, Emma non sembrava nemmeno essersi accorta di chi fosse presente quella sera nel locale, almeno finché non aveva lasciato l'allegro gruppetto per dirigersi verso la toilette.
C'era anche qualcun altro che non aveva tolto gli occhi di dosso a Emma quella sera, e Camilla se ne era accorta. Gabriele l'aveva squadrata da capo a piedi quando si era alzata e allontanata dagli amici, aveva lasciato passare qualche minuto e si era diretto anche lui verso il bagno. E Camilla, con il cuore in gola per l'agitazione, fece lo stesso. Aveva una paura folle di rivedere Emma e Gabriele insieme ed era seriamente intenzionata a fare qualsiasi cosa per impedirlo.
La fortuna evidentemente aveva deciso di non assisterla perché mentre cercava di farsi largo tra la folla di giovani che aveva invaso il bar in quella serata di pioggia, venne intercettata e fermata da un ragazzo che conosceva, che abitava nel suo stesso palazzo e che aveva una cotta per lei. Le ci volle qualche minuto prima di liberarsi di lui, ma alla fine ci riuscì. Non aveva ancora visto uscire dalla porta in legno scuro con la scritta "Toilette" né Emma né Gabriele e, mentre si avvicinava sempre di più, si augurò con tutto il cuore che non fosse troppo tardi.
Quello che riuscì a vedere varcando quella porta fu solo il corpo imponente di Gabriele voltato di spalle e leggermente curvato con la schiena verso qualcosa, nascosto dietro di lui. O meglio qualcuno. Camilla vide chiaramente nello specchio posto sopra il lavandino la mano di Gabriele che teneva ferma la nuca di Emma e la sue braccia strette intorno a lei. Ebbe la sensazione che la posa della sua ex amica fosse leggermente innaturale ma non fece in tempo a realizzare cosa ciò potesse significare che un altro pensiero colpì il suo cervello con la violenza di un uragano.
Emma e Gabriele si stavano baciando. Alla fine, lui ce l'aveva fatta e se l'era ripresa.
Di fronte alla sua incapacità di reagire a ciò che stava vedendo, il subconscio di Camilla iniziò ad elaborare e a ripresentarle davanti agli occhi una serie di flashback della sua storia con il ragazzo biondo. Dal giorno in cui era iniziata, con un bacio al termine di una partita a San Siro a cui Camilla era andata al posto di Emma che non si era sentita bene, alle evoluzioni successive, con lui che le diceva che era stato un errore e lei che, sapendolo a casa da solo, si era presentata a casa sua in un pomeriggio di pioggia con la scusa di chiedergli aiuto per degli esercizi di matematica, per poi finire ad infilarsi nel suo letto. E da quella volta, nonostante lui tentasse di respingerla, lo aveva fatto a più riprese, si era presentata da lui ogni pomeriggio in cui sapeva che Emma fosse impegnata con suo fratello. Era andata avanti in quel modo per due mesi tra loro, fino ad una sera di maggio in cui la mora lo aveva messo di fronte ad una scelta: o lei o Emma. Sapeva che poteva essere rischioso ma non ce la faceva più a vederlo sempre incollato a lei a scuola e a tormentarsi quando sapeva che lui stava con lei. Lo voleva solo per sé e in quell'occasione glielo aveva detto chiaramente. La sera dopo ci sarebbe stata la festa della scuola e Camilla voleva che in quella circostanza Gabriele facesse la sua scelta, qualsiasi essa fosse.
Proprio in quel momento, Camilla realizzò quanto potesse essere beffardo il destino. Era passato un anno esatto da quel 13 maggio in cui aveva posto Gabriele di fronte a una scelta. Scelta che poi lui la sera della festa sembrava non avere il coraggio di fare.
Camilla aveva approfittato di un momento in cui Emma era impegnata a chiacchierare con Greta ed Elisa per prendere da parte Gabriele e ricordargli cosa avrebbe dovuto fare. Il ragazzo si era irrigidito e lei aveva cercato di convincerlo in altri modi ed era proprio in quel frangente che Emma li aveva visti baciarsi. Ed ora era lei a vedere Emma e Gabriele che si baciavano, ad un anno di distanza. Il cerchio si era chiuso. E la sensazione di vuoto, smarrimento e dolore che Camilla provò a quel pensiero fu così forte che un urlo straziante e incontrollato uscì finalmente dalle sue labbra.
***
Quell'urlo apparve come un suono di salvezza alle orecchie di Emma, sebbene non avesse realizzato da chi provenisse. Gabriele sussultò leggermente e allentò la presa su di lei che in quel momento reagì come mossa da una forza superiore, come le era capitato quando, sei mesi prima, aveva mandato a quel paese Camilla sotto gli occhi di Brahim fuori dalla pizzeria dei genitori di Elisa. Si stupì di se stessa quando la sua mano aperta impattò con tutta la rabbia che aveva in corpo contro la guancia di Gabriele che sì arrossò all'istante. Il ragazzo, incredulo, indietreggiò e si portò una mano al viso ma ad Emma non importava niente di sapere se gli avesse fatto male o meno. Lo scansò e, con gli occhi annebbiati dalle lacrime, scappò fuori dal bagno senza nemmeno rendersi conto che chi l'aveva aiutata a liberarsi di Gabriele era proprio la stessa persona che un anno prima gliel'aveva portato via.
Emma si sentiva mancare l'aria, non poteva restare dentro a quel locale un secondo di più. Raggiunse l'uscita e, rendendosi conto che aveva smesso di piovere, iniziò a correre in direzione di casa sua. Forse non era una grande idea andarsene in giro da sola a quell'ora, ma doveva allontanarsi da Gabriele il più in fretta possibile e comunque non abitava troppo distante dal Jack's, in una decina di minuti sarebbe arrivata.
Corse per buona parte del tragitto finché, ormai stremata, si fermò per riprendere fiato all'inizio della strada in cui si trovava il suo palazzo, che ormai poteva già vedere in lontananza. Il suo cellulare vibrava con insistenza nella borsa ma nella foga della corsa non ci aveva fatto caso. Recuperò il cellulare, la chiamata era di Elisa. Solo in quel momento, Emma si rese conto di non averla nemmeno avvisata, probabilmente era preoccupata per non averla più vista tornare dalla toilette. Cercò di calmare il proprio respiro prima di rispondere.
"Emma!!! Ma dove sei? Sarà da un quarto d'ora che ti sto cercando, ti avrò chiamata dieci volte! Ero così preoccupata!" esordì Elisa prima ancora che l'amica potesse proferire parola. Emma riflettè per qualche istante, non era sicura che dire la verità ad Elisa sarebbe stata una grande idea e comunque non voleva rivivere ciò che le era successo per nessun motivo al mondo. Sapeva che non era stata colpa sua, ma questo pensiero non le impediva di sentirsi sporca e sbagliata. Si passò istintivamente una mano sulle labbra, come per cancellare qualsiasi traccia di Gabriele.
"Scusami Eli, scusa davvero ma in bagno mi sono sentita male. Dopo sono uscita per prendere una boccata d'aria e senza nemmeno pensarci mi sono incamminata verso casa. Scusa se non ti ho avvisata ma non volevo rovinarti la serata" disse sforzandosi di sembrare credibile. Non appena le parole furono uscite dalla sua bocca, però, realizzò che invece aveva bisogno di dire la verità a qualcuno. E chi meglio di Elisa, l'amica sempre pronta a farsi in quattro per lei?
"Ma perché non me lo hai detto? Ti avrei riaccompagnata a casa, mica sarebbe stato un problema per me! Senti, adesso come stai? Sei già arrivata?"
"Quasi, sono all'inizio della strada dove c'è casa mia. E sto... insomma... sì dai, forse un pochino meglio" rispose Emma che in quel momento più che mai avrebbe avuto voglia di vomitare sul serio.
"Ti va se ti raggiungo? O preferisci salire subito a casa?" Ad Emma salirono le lacrime agli occhi, non sapeva cosa avesse fatto per meritare un'amica come Elisa ma aveva disperatamente bisogno di lei in quel momento.
"Sì, se non ti scoccia, va bene" rispose con un filo di voce. "Ci vediamo al muretto sotto il mio palazzo".
Emma si trascinò letteralmente per gli ultimi metri che la separavano da casa sua. Elisa fu rapidissima e arrivò proprio quando Emma si era appena accasciata sul muretto tenendosi la testa tra le mani. L'amica si precipitò giù dalla propria auto e corse a sedersi accanto a lei, circondandole le spalle con un braccio. Quando Emma alzò il viso verso di lei, Elisa trattenne a stento un sussulto: era pallida come uno straccio e aveva le guance rigate di lacrime. Si aggrappò a lei come un naufrago avrebbe fatto con l'ultima scialuppa di salvataggio a disposizione ed Elisa la tenne stretta tra le sue braccia senza dire niente, limitandosi ad accarezzarle i capelli mentre singhiozzi violenti le scuotevano la schiena.
"Emma... cerca di calmarti adesso. Puoi dirmi cosa è successo?" domandò piano Elisa dopo una decina di minuti, sinceramente sconvolta dal pianto disperato dell'amica e preoccupata per quello che poteva esserle accaduto. Emma si sciolse dall'abbraccio e iniziò a fare dei profondi respiri per cercare di scacciare via il peso che la opprimeva.
"Si tratta di Brahim? Avete litigato?" chiese Elisa, memore della disperazione dell'amica la sera di Natale.
"No no, Brahim non c'entra questa volta. O forse c'entrerà, non lo so" farfugliò Emma scossa da un altro singhiozzo.
"Che cosa vuoi dire? Em ti prego spiegati non ci sto capendo nulla!" protestò Elisa che si sentiva sempre più in ansia. Emma si fece finalmente coraggio e tra le lacrime le raccontò di come Gabriele l'avesse seguita alla toilette, le avesse parlato e poi l'avessa baciata bloccandola con la forza fino a che non era sopraggiunto qualcuno che lo aveva spaventato permettendo a lei di liberarsi e di allontanarsi, non prima di avergli tirato uno schiaffo.
"Che schifoso bastardo!" ringhiò Elisa che ancora non poteva credere alle proprie orecchie. "Dovresti denunciarlo Em" continuò con rabbia. Emma alzò su di lei uno sguardo terrorizzato.
"N-no Eli, non credo sia il caso..." farfugliò spaventata.
"Stai scherzando? Ti ha aggredita! E se non fosse arrivato nessuno come pensi che sarebbe andata a finire?" Emma ricominciò a piangere disperata tenendosi la testa tra le mani. Elisa aveva ragione ma lei aveva il terrore non solo di possibili ritorsioni da parte di Gabriele ma anche di possibili conseguenze negative per il proprietario del locale in cui era avvenuto il fatto. E se per colpa della sua denuncia il signor Jack fosse stato costretto a chiudere dopo vent'anni di lavoro onesto e infaticabile?
"Non dico che devi decidere adesso Em però pensaci, sarebbe la cosa giusta da fare. Gabriele ha fatto una cosa gravissima e non deve passarla liscia" disse dolcemente Elisa tornando a consolare l'amica.
Il suono del cellulare di Emma interruppe le due ragazze. Era Brahim e per fortuna non la stava videochiamando come faceva spesso. Se l'avesse vista in quelle condizini si sarebbe preoccupato e sarebbe corso da lei, quando invece doveva solo stare tranquillo e pensare al derby di ritorno al quale mancavano solo tre giorni. Emma si soffiò velocemente il naso e rispose, in fondo non sarebbe nemmeno stata costretta ad avere un tono allegro, dato che il Milan poche ore prima era stato sconfitto da una squadra che lottava per non retrocedere in Serie B.
"Ehi, ciao" esordì lei dopo un lungo sospiro.
"Hola mí amor" rispose Brahim in tono basso. "Estás bien?" chiese dopo una leggera esitazione.
"Sì, anche se mi dispiace per la sconfitta di questa sera. Sono uscita con Elisa e adesso siamo qui sotto casa mia. Aspetta, ti metto in vivavoce così ti saluta anche lei".
"Hola Elisa!" esclamò Brahim con una voce leggermente più allegra.
"Hola Brahim" rispose lei. "Non sono proprio una tifosa, però dispiace anche a me per la partita. Spero che possiate rifarvi martedì".
"Haremos lo posible. Dovrebbe giocare anche Rafa e con lui sarà diverso" commentò il ragazzo.
"Forza, vedete di fare contente le mie amiche voi due!" esclamò Elisa cercando di sdrammatizzare. "Ora ti ripasso Emma, a presto Brahim".
"Niña, io sono a casa e vado a dormire ahora, ci vediamo domani dopo l'allenamento? Vieni da me? Sai che poi lunedì sono in ritiro con la squadra". Emma ebbe un attimo di esitazione. Non voleva parlare a Brahim di ciò che era successo con Gabriele prima del derby. D'altra parte, però, non era sicura di riuscire a tenersi tutto dentro se avesse passato la sera successiva con lui; forse doveva dirgli di no, che non si sarebbero visti, ma quale scusa avrebbe potuto accampare? Non le veniva in mente nulla di credibile e poi aveva davvero tanta voglia di vedere Brahim, le sarebbe pesato moltissimo aspettare fino a dopo la semifinale. Sospirò profondamente e si arrese.
"Va bene, ci sentiamo domani quando hai finito l'allenamento".
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Ehiiii!!!! Eccoci qui, quasi alla fine, e io ho un dilemmone: il prossimo capitolo è più o meno pronto, e sono indecisissima se da lì passare direttamente all'epilogo e quindi alla fine della storia, o metterci un capitolo intermedio (che sto scrivendo con un po' di difficoltà perché si passa attraverso momenti un po' brutti tipo la sconfitta nel derby e la fine del campionato con quello che ne è seguito) in cui vi faccio vedere cosa succede dopo. Se volete darmi un consiglio su cosa fare sappiate che è ben accetto. Però devo anche avvisarvi che il capitolo intermedio se mai lo finissi potrebbe essere un po' lungo quindi anche lì dovrei decidere se poi tenerlo unito o dividerlo. Aiutoooooo 😂😂😂 fatemi sapere.
In ogni caso siamo ormai quasi alla fine e io mi sento di ringraziare ancora una volta voi che siete arrivati a leggere fin qui e che sostenete questa storia, abbiamo superato i 40k di letture e i 2k di stelline e per me è davvero una soddisfazione enorme e inaspettata 😍🥹
Alla prossima ❤️
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