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Capitolo bonus - 1 giugno 2024

Emma amava nuotare.

L'acqua era da sempre una parte di lei: era nata sotto un segno d'acqua, il Cancro, ed il suo primo incontro con il mondo esterno era avvenuto proprio dentro l'elemento naturale che amava di più. Sua madre l'aveva infatti partorita in una grande vasca messa a disposizione dall'ospedale in cui aveva scelto di far nascere la propria primogenita, e questo evento aveva sancito in modo irreversibile l'amore che Emma avrebbe provato naturalmente per l'acqua.

La madre le raccontava spesso che quando da neonata aveva delle crisi di pianto bastava un bagnetto per farla calmare. Era stato naturale quindi per i genitori iscriverla a corsi di acquaticità neonatale che poi, man mano che la bambina cresceva, erano diventati veri e propri corsi di nuoto. Emma sembrava essere davvero portata per quello sport, e le sarebbe piaciuto praticarlo a livello agonistico, ma purtroppo, a causa della sua corporatura troppo esile, gracile e poco resistente, i suoi istruttori non l'avevano ritenuta idonea. La passione per il nuoto, nonostante questo, non si era affievolita: anche ai tempi della scuola superiore, appena aveva del tempo libero e comunque almeno due o tre volte a settimana, Emma raggiungeva in bicicletta la piscina della cittadina in cui abitava e trascorreva il tempo dedicandosi al passatempo che più amava e che più riusciva a farla sentire tranquilla e rilassata. Tra una bracciata e l'altra, la ragazza riusciva a distrarsi dalle preoccupazioni legate allo studio o ai tormenti della sua vita privata, e a ritrovare la serenità. L'acqua la faceva stare bene e aveva questo potere su di lei, da sempre.

La mattina del 1 giugno 2024, la situazione non era diversa: quella sera a Wembley, stadio della nazionale inglese, il Real Madrid avrebbe disputato la finale di Champions League contro i tedeschi del Borussia Dortmund. Emma era arrivata a Londra la sera prima e, non essendo riuscita a vedere il suo fidanzato, in ritiro con la propria squadra, si sentiva particolarmente ansiosa ed agitata.

Sì era svegliata presto quella mattina ed era scesa al piano interrato dell'hotel che ospitava una piscina coperta. Certo, non era una piscina olimpionica - Emma lo avrebbe di gran lunga preferito - ma qualche bracciata sarebbe riuscita a farla comunque, alla ricerca della tranquillità e della spensieratezza che in quei giorni le mancavano come l'aria.

Emma sapeva quanto quell'occasione fosse importante per Brahim. Il ragazzo probabilmente non sarebbe rientrato nell'undici titolare, ma forse avrebbe avuto la possibilità di subentrare a partita in corso. Del resto l'accesso alla finale era stato anche merito suo, che con un goal da vero campione aveva permesso al Real Madrid di superare gli ottavi di finale della prestigiosa competizione europea. Non era stato facile arrivare in finale, ma la squadra allenata da mister Ancelotti era formata da calciatori, più o meno giovani, accomunati non solo da talento e qualità tecniche indiscutibili, ma anche e soprattutto dalla voglia di vincere. Di portare a casa quel trofeo che il Real Madrid, la squadra più titolata in Europa, aveva vinto solo due anni prima, ma la fame di vittorie della squadra spagnola non si placava mai.

I pensieri di Emma vorticavano incessanti mentre muoveva braccia e gambe in un perfetto equilibrio. La partita sarebbe iniziata alle 21 e lei non aveva nulla da fare quel giorno. Le sarebbe bastato arrivare allo stadio nel tardo pomeriggio e per un attimo pensò che avrebbe potuto trascorrere tutta la giornata dentro quella piscina, lasciandosi cullare dall'acqua proprio come nel giorno della sua nascita.

Era così concentrata nei movimenti da non essersi resa conto che una persona si era tuffata in piscina e stava nuotando al suo fianco. "Complimenti! Saresti stata un'ottima quattrocentrista!" esclamò una voce femminile che Emma conosceva molto bene.

"Lucrezia!" gridò la ragazza osservando la giovane donna che le sorrideva, appoggiata con un braccio a bordo vasca e con in testa l'immancabile cuffia rosa. "Che bella sorpresa, ma quando sei arrivata? Non ti avevo proprio vista e nemmeno sentita!" proseguì nuotando verso l'amica per abbracciarla.

"Sono appena arrivata, ho fatto solo poche bracciate al tuo fianco ma accidenti come eri concentrata! Credimi, è davvero un peccato che non ti abbiano ammessa all'agonismo quando eri bambina, l'Italia avrebbe avuto un'altra grande campionessa, ne sono certa!" esclamò con enfasi la giovane donna.

"Lo dici solo perché sei mia amica" si schernì Emma arrossendo leggermente.

"Non lo direi se non lo pensassi davvero. Emma, l'impegno che metti quando nuoti è davvero ammirevole e sono certa che quello avrebbe compensato senza problemi una corporatura certamente esile ma secondo me solo all'apparenza gracile e poco resistente" ribatté convinta Lucrezia. Emma si strinse nelle spalle.

"Ti ringrazio, davvero. Ma qui l'unica vera e inimitabile campionessa sei tu, Lucrezia Bernasconi" rispose Emma rivolgendo alla giovane donna un grande sorriso.

"Ero. Ormai sono sette anni che ho appeso costume, cuffia e occhialini al chiodo" rispose in tono ironico Lucrezia "anche se, come te, vado a nuotare ogni volta che ne ho il tempo".

"E non ne avrai molto immagino, con i tuoi tre piccolini" osservò Emma alludendo ai tre figli dell'ex campionessa di nuoto, l'ultimo dei quali era nato appena un anno prima, poche settimane dopo che le due si erano incontrate per la prima volta. "A proposito, come stanno? Sono qui anche loro?"

Le labbra di Lucrezia si aprirono in un ampio sorriso, come accadeva ogni volta che parlava dei suoi adorati bambini. "Ti pare che avrei potuto non portare Marco a vedere la finale di Champions League?"

"Assolutamente no!" esclamò Emma che ben conosceva la passione per il calcio del primogenito della sua amica. "È con il papà adesso? E gli altri due?"

"Oltre a Marco è qui anche Noemi, lo sai, lei è la fan numero uno di suo fratello e non gli avrebbe mai permesso di andarsene via senza di lei. Sono entrambi con il loro papà che in questo momento li sta portando a conoscere Carlo Ancelotti, sperando che entrambi gli portino fortuna".

"Hai capito l'integerrimo Carlo!" esclamò Emma in tono ironico. "Non vuole distrazioni né per sé né per la squadra ma poi si scioglie come un ghiacciolo al sole di fronte ai bambini di un suo ex giocatore!"

Lucrezia scosse la testa con decisione. "Sì, ma non è un ex giocatore qualunque. È uno degli attaccanti più forti e più prolifici in tutta la gloriosa storia rossonera!" Emma percepì chiaramente l'orgoglio che l'amica provava per il marito. "Purtroppo non sta avendo altrettanto successo come allenatore ma sono certa che col tempo riuscirà anche in quello".

"E allora tornerà al Milan e batterà suo fratello ad ogni maledetto derby!" proruppe Emma in tono speranzoso alludendo al neoscudettato allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi.

"Sarebbe un sogno per Filippo" rispose Lucrezia con aria sognante. "Ma intanto vediamo cosa combinano stasera il tuo fidanzato e i suoi compagni!"

Quella sera, in tribuna nello stadio londinese, Emma, che aveva seduta alla sua destra Zaira, la maggiore delle sorelle di Brahim, non si meravigliò nello scoprire che i posti alla sua sinistra erano stati riservati proprio alla famiglia Inzaghi quasi al completo: Filippo, che con i suoi goal e le sue giocate da campione aveva contribuito a far innamorare Emma del calcio e del Milan fin da bambina; Lucrezia, ex stella del nuoto italiano, vincitrice di ben nove medaglie d'oro olimpiche in tutta la sua carriera e idolo della ragazza durante gli anni in cui, ancora bambina, nuotava sognando l'agonismo; e infine Marco e Noemi, due dei loro tre figli, autentici vulcani di energia.

La partita tra Real Madrid e Borussia Dortmund fu vinta dai blancos per due reti a zero. Brahim, purtroppo, non ebbe la possibilità di giocarla sul campo ma fu ugualmente protagonista con i compagni dei festeggiamenti che seguirono a quella strepitosa vittoria. Tutti erano euforici, non era così frequente vincere un trofeo ambito come la Champions League; e, mentre con la famiglia di Brahim e quelle degli altri ragazzi del Real Madrid raggiungeva in campo i vincitori, Emma notò Filippo Inzaghi che camminava poco distante da lei. Aveva avuto a malapena l'occasione di salutarlo e di scambiarci due parole quella sera, così gli si avvicinò.

"Ho pochi ricordi della mia prima infanzia, ma uno di quei pochi è stata la tua doppietta ad Atene SuperPippo" disse alludendo all'ultima Champions League vinta dai rossoneri quando lei non aveva ancora compiuto quattro anni. L'uomo si voltò e il sorriso che le rivolse fece sciogliere il cuore di Emma. Era emozione pura. Era orgoglio, nostalgia e un pizzico di amarezza. Perché Filippo rimaneva pur sempre uno dei più accaniti tifosi rossoneri ed avrebbe tanto voluto vedere la squadra del suo cuore tornare ancora a quei livelli.

"Ti ringrazio Emma. Mi dispiace che Brahim non abbia potuto giocare stasera, ma sai meglio di me che se i blancos sono arrivati in finale il merito è anche in buona parte suo e di quel goal strepitoso che ha segnato agli ottavi" rispose l'ex attaccante tornando al presente.

"Hai ragione" disse lei ricambiando il sorriso. "Come hai festeggiato quella notte? Non ricordo se conoscevi già Lucrezia oppure no" aggiunse con aria interrogativa. Filippo scosse la testa e si guardò attorno nel tentativo di individuare la moglie che però era qualche metro più avanti, intenta a riprendere Noemi che si era allontanata per qualche istante rischiando di perdersi tra la folla. Si chinò leggermente verso Emma che era decisamente più bassa di lui, per sussurrarle qualcosa all'orecchio con aria cospiratrice.

"Anche se ancora non la conoscevo fidati, è meglio che lei non sappia come ho passato quella notte".

Emma sorrise ed affrettò il passo per raggiungere Brahim in campo. Il giovane calciatore non sapeva contenere il suo entusiasmo e appena vide la sua fidanzata le corse incontro e la travolse in un abbraccio carico di gioia, orgoglio e soprattutto amore. Prima che lui le prendesse la mano e la portasse a vedere da vicino la mitica coppa, Emma gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione, gongolandosi al pensiero che, al contrario di Filippo, il suo fidanzato quella notte post vittoria di un trofeo così importante e prestigioso l'avrebbe passata solo ed esclusivamente con lei.

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E così abbiamo scoperto anche i protagonisti dello spin-off di "Colpo di testa", spero che vi abbiano almeno un po' incuriosito e se è così, presto avrete notizie su quando Jpcpc79 pubblicherà il prologo di questa nuova storia! Io intanto sono felice di aver ritrovato Brahim ed Emma e spero che questo capitolo bonus vi sia piaciuto ❤️
Ne approfitto per fare gli auguri a Brahimino per i suoi 25 anni e per augurare a voi una buona estate ❤️

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