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Brindisi

L'arrivo di Greta fu un vero toccasana per Emma. Nonostante fosse arrabbiata per la discussione con Rafa, l'amica era sempre il solito vulcano di energia. Appena arrivata, trascinò Emma fuori di casa perché aveva assoluto bisogno di parlare con lei, così le due ragazze, con la scusa di andare a bere un aperitivo nel bar sotto casa, si ritagliarono un momento da sole prima di cena.

"Adesso mi vuoi raccontare cosa diavolo è successo con Rafa?" domandò subito Emma che era stata preda della curiosità per tutto il pomeriggio. "Eri così impaziente di rivederlo, di stare con lui... cosa è cambiato?"

"Non te lo so dire con precisione Em" rispose Greta pensierosa. "Era strano già ieri, quando sono arrivata a casa sua dopo gli allenamenti. Rafa, per come l'ho conosciuto fino ad ora, è un ragazzo allegro, divertente, sempre con il sorriso sulle labbra e la voglia di scherzare; ieri invece era tutto l'opposto, facevo fatica a tirargli fuori le parole di bocca. Ho pensato che fosse stanco ma mi ha subito dimostrato che di energia ne aveva e molta. Però anche durante il sesso non era il solito Rafa, lo sentivo nervoso e in certi momenti mi sembrava distratto, come se avesse la testa da tutt'altra parte invece di essere lì con me. A un certo punto però mi sono incazzata e abbiamo discusso perché io non permetto a nessuno, neanche a Rafael Leão, di trattarmi come un oggetto su cui sfogare le sue frustrazioni. Lui poi si è scusato e mi ha chiesto di restare a dormire lì, però stamattina si è svegliato di un umore ancora peggiore rispetto a ieri, così abbiamo discusso di nuovo ed è andata a finire come ti ho raccontato al telefono".

"Magari è teso per la questione del rinnovo del contratto con il Milan" ipotizzò Emma. "In effetti subisce tante pressioni... ha due procuratori diversi, la famiglia... e a quanto si legge in giro ognuno gli suggerisce di fare cose diverse, è normale che si senta sotto pressione e non sia sicuro nemmeno lui di quello che vuole".

"A un certo punto stamattina gliel'ho chiesto se è quello il problema e lui ha risposto di no ma prima di rispondere ha avuto un attimo di esitazione, poi si è chiuso totalmente a riccio e io a quel punto non ci ho visto più. Non era mia intenzione insistere per farlo parlare se non ne aveva voglia, però non è che ci frequentassimo dall'altro ieri, ormai sono più di due mesi, a parte il periodo in cui non ci siamo nemmeno sentiti perché lui doveva pensare ai Mondiali e io l'ho assecondato. Siamo stati anche in vacanza insieme e ci siamo confidati molto delle nostre vite, lui mi ha raccontato della sua infanzia e delle difficoltà che ha avuto quando ha iniziato a giocare a calcio, io dei casini della mia famiglia, dalle assenze di papà alle litigate continue con mamma fino alla separazione quando io ero in piena adolescenza. Non avrei mai definito me e lui una coppia, però mi aspettavo qualcosa di più da lui sinceramente, non di essere trattata come una bambola gonfiabile! Ma che ci vuoi fare, è un calciatore famoso e come tale crede di avere il mondo ai suoi piedi. Però io non accetto queste mancanze di rispetto, che se ne stia da solo e tanti saluti!" concluse Greta prima di concedersi un lungo sorso di spritz.

"Non so che dire, magari non era sua intenzione comportarsi così... mancarti di rispetto, intendo" azzardò Emma che non se la sentiva di dare tutta la colpa a Rafa. Sapeva bene quanto alcuni atteggiamenti di Greta, specie in certe situazioni, potessero risultare insopportabili.

"No Emma, il problema è che questi maledetti calciatori si credono delle divinità scese in Terra e sono convinti che tutto sia loro dovuto" la interruppe Greta scuotendo con vigore la testa, mentre continuava a rigirare nervosamente la cannuccia nel bicchiere. "Ma io non permetto a nessuno di trattarmi in questo modo, se penso a tutto il tempo che ho sprecato mentre lui era lontano..."

Ad Emma quell'affermazione fece quasi andare di traverso lo spritz. Posò il bicchiere sul tavolo e scoppiò a ridere. "Hai sprecato tempo? Gre ma ti senti? Con quanti ragazzi hai provato ad uscire mentre Rafa era in Qatar? E nessuno di loro ti ha mai convinta!" le fece notare. Greta sbuffò risentita.

"Anche questo argomento è venuto fuori durante la discussione di stamattina e lui si è incazzato di brutto per il fatto che io sia uscita con altri durante la sua assenza. Non avrei voluto che lo venisse a sapere, ma alla fine gliel'ho detto giusto per fargli capire che non esiste solo lui sulla faccia della Terra e che se non mi tratta come merito posso trovarmene altri mille. Però allo stesso tempo ho cercato anche di fargli capire che nessuno per me ha mai retto il paragone con lui, che io volevo lui e basta. Lo sbaglio è stato paragonare tutti quelli con cui sono uscita all'idea che avevo di Rafael Leão, penso che qualcuno potrei anche provare a rivalutarlo" borbottò Greta aggrottando le sopracciglia. "E comunque mia cara Em, sappi che io con i calciatori ho chiuso, non ci voglio avere più niente a che fare! E tu?" aggiunse sollevando il bicchiere con un sorriso tirato in volto.

"Figurati io! Non ci tenevo particolarmente ad averci a che fare prima, immaginati adesso" commentò Emma sollevando a sua volta il proprio bicchiere. "Anzi suggerirei di brindare alle nostre vite senza calciatori!" propose in tono allegro.

"Perfetto! Cin cin!" esclamò Greta facendo tintinnare il proprio bicchiere contro quello dell'amica.

"Andiamo bene, mancano ancora quattro giorni a Capodanno e voi due cominciate con i brindisi già adesso... Guardate che io quella sera non vi verrò a raccogliere con il cucchiaino sia chiaro!" intervenne ironico Filippo che era appena entrato nel bar con un altro ragazzo.

"Scommettiamo? Reggo l'alcol molto meglio di te, piccoletto" ribatté Greta con tono di sfida alzandosi in piedi. Nonostante fosse alta, Filippo doveva essere cresciuto ancora dall'ultima volta che l'aveva incontrato perché la sovrastava di parecchi centimetri. Non è giusto che i maschi continuino a crescere in altezza fino a diciotto anni, pensò la ragazza. Lui la squadrò dall'alto in basso con un ghigno divertito in volto.

"Piccoletto a chi, scusa?"

***

Nello stesso momento, a centinaia di chilometri di distanza, i giocatori del Milan avevano appena terminato il loro allenamento. Brahim era impaziente, non aveva ancora avuto modo di parlare con Rafa perché il portoghese era arrivato a Milanello leggermente in ritardo, ma non vedeva l'ora di poter incontrare Greta.

Lo spagnolo si era impegnato a fondo durante l'allenamento; il campionato sarebbe ricominciato la settimana successiva e lui voleva dimostrare a se stesso che, a differenza di quanto era accaduto la primavera precedente, sarebbe stato capace di fare il suo dovere al meglio in campo anche se il suo cuore stava soffrendo. E poi c'era da sciogliere il nodo relativo al suo futuro: era vero, giocare nel Real Madrid era da sempre il suo grande sogno, ma al Milan stava bene, era in sintonia con molti compagni di squadra, aveva saputo conquistare la fiducia e la stima del Mister, ed anche l'affetto di buona parte della tifoseria rossonera. E poi c'era Emma. Tornare a Madrid avrebbe potuto significare perderla definitivamente, sempre che fosse mai riuscito a riconquistarla, ma su questo Brahim era ottimista, Greta avrebbe potuto aiutarlo a farla ragionare.

Al termine dell'allenamento, la tensione che aveva sentito addosso durante la giornata sembrò sciogliersi come neve al sole; Brahim si sentiva particolarmente di buon umore e negli spogliatoi rise e scherzò con i compagni senza accorgersi che invece Rafa era silenzioso e taciturno.

"Ragazzi, che fate stasera? Chi ha voglia di venire a mangiare qualcosa fuori che sono da solo?" propose Sandro Tonali. A lui si unirono subito Alexis Saelemaekers, Pierre Kalulu e Davide Calabria. Brahim ebbe un attimo di incertezza, non aveva niente di meglio da fare quella sera e si sarebbe aggregato volentieri ai compagni, ma prima doveva assolutamente parlare con Greta, non poteva aspettare un altro giorno. Stava per rispondere a Sandro che li avrebbe raggiunti più tardi quando fu Rafa, rimasto in silenzio fino a quel momento, a sorprenderlo: si alzò in piedi, esibì uno dei suoi sorrisi contagiosi e disse: "Anch'io sono da solo, vengo con voi".

Brahim lanciò all'amico un'occhiata confusa. "E Greta?" gli domandò mentre sentiva lo stomaco stringersi per l'apprensione. Aveva un brutto presentimento, che venne confermato subito dalla pacca sulla spalla che Rafa gli diede, accompagnata dalle parole "Mi spiace bro, non conosco nessuna Greta".

***

Brahim non osava credere alla propria sfiga, anche la sua unica possibilità di arrivare a Emma indirettamente era sfumata. Ma forse non era colpa solo della sfiga, era stato anche lui troppo generoso e fiducioso, avrebbe dovuto essere più egoista ed insistere con Rafa per incontrare Greta il giorno prima. Ed ora non aveva nemmeno la possibilità di raggiungerla telefonicamente perché il portoghese non aveva più il suo numero di telefono, come se davvero fosse scomparsa dalla faccia Terra o non fosse mai esistita.

Due giorni dopo lo spagnolo partì con la squadra per Eindhoven, dove la viglia di Capodanno era in programma una partita amichevole. Quello stesso giorno era finalmente rientrato in Italia Theo Hernandez, pronto per riprendere ad allenarsi con il Milan. Alla sera, dopo essersi sistemato in hotel, Brahim lo chiamò. Era da un mese e mezzo che non si vedevano e si erano sentiti pochissimo, aveva troppa voglia di parlare con lui. Rimasero parecchio tempo al telefono a chiacchierare: il francese raccontò molti aneddoti divertenti sulle sue vacanze e sui progressi del piccolo Theo Jr, poi chiese a Brahim come stessero andando le cose in Italia e fu a quel punto che lui si lasciò andare e confidò all'amico ciò che era accaduto con Emma.

"Capisci?" domandò Brahim al termine del racconto. "Lei sarà via ancora dieci giorni ma io non ce la faccio ad andare avanti così, vorrei chiamarla o almeno scriverle un messaggio, rimettermi in contatto con lei insomma, ma non so come potrebbe reagire" concluse incerto. Sentì Theo dall'altra parte della comunicazione soffocare un sorriso.

"Che fai, estás bromeando?" sbottò seccato lo spagnolo.

"Scusa sai, non volevo prenderti in giro" ribatté il francese senza più nascondere il proprio sorriso "è che mi fai tenerezza, non sei mai stato così impacciato e insicuro con una ragazza".

Brahim sbuffò rumorosamente. "Il problema è che ho sempre frequentato ragazze più grandi e sicure di se stesse e della propria bellezza. Lei la conosco da poco ma ho capito che è una ragazza molto insicura, diffidente e che spesso si lascia condizionare dai suoi dubbi e dalle sue paure. Un po' penso sia dovuto al fatto che è ancora molto giovane e un po' anche per le esperienze che ha vissuto. E io non l'ho certo aiutata a prendere sicurezza e fiducia in se stessa" aggiunse amaramente pensando alla sera in cui aveva avuto quell'attimo di esitazione mentre era con lei, dopo aver visto Ana in televisione.

"Sicuramente adesso è arrabbiata e si sente ferita, forse dovresti lasciar passare un po' di tempo così intanto potrebbe sbollire la rabbia e se poi riprovi a contattarla accetta di starti a sentire e magari anche di vederti" suggerì Theo. Brahim sbuffò di nuovo.

"Bro lo so che la pazienza non è una delle tue virtù migliori" continuò Theo facendosi scappare una risatina "ma lasciala stare un po' sta ragazza, lascia che le passi l'incazzatura, se insisti adesso rischi che si chiuda ancora di più".

Brahim si lasciò sfuggire dalle labbra l'ennesimo, pesante sospiro.

"Sì ma ora basta sbuffare, sembri una locomotiva ma ricordati che qui l'unico vero treno sono io" osservò ironico Theo alludendo al soprannome "Treno Hernandez" che gli avevano dato i tifosi rossoneri per la velocità con cui sfrecciava sulla fascia sinistra. Questa battuta riuscì finalmente a strappare un sorriso a Brahim che si ritrovò a pensare che forse Theo avesse ragione, forse ci voleva solo del tempo. Che poi era la stessa cosa che gli aveva detto anche Samu la sera di Natale. Non sarebbe stato facile ma avrebbe aspettato. Decise che avrebbe provato a ricontattare Emma subito dopo la fine delle vacanze di Natale, il giorno dopo la partita contro la Roma.

***

Se alla sera di Natale qualcuno avesse detto ad Emma che durante le vacanze in montagna si sarebbe divertita e sarebbe riuscita ad allontanare un po' il pensiero di Brahim non ci avrebbe creduto, invece fu proprio quello che accadde. Lei e Greta passavano le mattine in casa a studiare per i rispettivi esami, uscivano all'ora di pranzo e raggiungevano Filippo e il suo amico Marco per sciare con loro. Suo cugino e Greta non facevano altro che punzecchiarsi e ad Emma cominciò a venire il dubbio che quei due si piacessero, anche se Greta continuava ad affermare che, sebbene Filippo fosse un bel tipo, non avrebbe mai potuto frequentare un ragazzo più piccolo.

I quattro trascorsero insieme anche il Capodanno decidendo di andare ad una festa organizzata dall'unico locale di quel paesino di montagna che potesse definirsi vagamente simile ad una discoteca. Mentre con Greta si preparava per la serata, Emma si ritrovò improvvisamente a pensare a Brahim. Nei giorni in cui era stata a casa sua prima di Natale, prima che lui partisse per Malaga e rivedesse la sua ex, lo spagnolo le aveva confidato che i suoi familiari stavano valutando di passare qualche giorno a Milano a cavallo tra la fine dell'anno e l'inizio del nuovo. Lui, infatti, non sarebbe riuscito a raggiungerli a Malaga perché, anche se teoricamente la squadra non avrebbe avuto allenamenti il trentuno dicembre, i rossoneri erano attesi a Milanello già il giorno successivo per preparare la trasferta contro la Salernitana. Ed in quel momento, Emma se li immaginava a festeggiare tutti insieme, Brahim, Ana e la famiglia di lui che già conosceva bene la ragazza e probabilmente gioiva per il loro ritorno di fiamma.

Non immaginava quanto fosse lontana dalla verità: in quello stesso momento, infatti, Brahim - appena rientrato da Milanello dove il Mister aveva convocato tutti i giocatori dopo la deludente amichevole in Olanda del giorno precedente - si stava apprestando a trascorrere una serata tranquilla in compagnia dei genitori e delle sorelle. E se Emma, con un brindisi dietro l'altro, cercava con tutte le sue forze di allontanare dalla sua testa il pensiero di lui e di andare avanti da sola nell'anno nuovo, Brahim nel brindisi che accompagnò l'inizio del 2023 augurò a se stesso di riuscire in ciò in cui aveva fallito nei giorni finali del 2022: tenere accanto a sé una ragazza complicata, diffidente, che era riuscita a costruire un castello di dimensioni gigantesche sopra un equivoco di poco conto con la stessa facilità con cui era riuscita ad accaparrarsi nella sua mente e nel suo cuore un piccolo posticino che era cresciuto ogni giorno sempre di più fino a diventare troppo grande e troppo importante per poter fare finta che non esistesse.

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