Capitolo 9
Quante notti ho sperato
che tu fossi con me?
Alessandro
Mi guardo allo specchio e mi abbottono la camicia bianca che mi sono messo, per poi sistemare il colletto. Sistemo anche la cintura che ho messo ai jeans, per poi guardarmi allo specchio della camera da letto.
«Che figo.» commenta Gianluca passando dietro di me.
Sorrido e mi giro verso il mio amico.
«Un modello di Armani.» aggiunge Sergio sedendosi sul letto.
«Un modello alto come un campanile.» dice ancora Gianluca.
Ridacchio: Gianluca non smetterà mai di fare commenti sulla mia altezza.
«Stasera si rimorchia, eh.» ci avverte Gianluca.
«Tu pensa a rimorchiare Gaia.» ribatto io: il mio amico mi ha detto che verrà anche Gaia con delle sue amiche, perciò Gianluca, se vuole fare colpo su quella ragazza, deve farsi avanti.
«Siamo solo amici, dai.» risponde il mio amico.
«Certo, ed io tifo Milan.» commenta Sergio.
«È vero! Gaia è solo un'amica: non la vedo come una probabile fidanzata.»
«Dicono tutti così!»
Mentre li ascolto, mi pettino i capelli per renderli decenti, evitando di avere il solito cespuglio che mi decora la testa.
Sono venuto a Bergamo a casa di Gianluca per prepararmi per andare in discoteca con loro: fortunatamente, domani ho allenamento al pomeriggio, perciò posso stare nel locale fino a tardi, andare a dormire da Gianluca e tornare domattina a Milano.
«Però non fate guidare me!» esclama Gianluca.
«Guida Sergio.» rispondo io.
«Ma vaffanculo!» urla Sergio dalla stanza affianco, facendo scoppiare a ridere me ed il mio amico.
Mentre mi sistemo ancora i capelli, Gianluca si allaccia l'orologio al polso e si guarda allo specchio, per poi gonfiare il petto atteggiandosi da figo.
«Mi sto bagnando nel guardarvi.» commenta Sergio passando dietro di noi.
Io e Gianluca scoppiamo a ridere immediatamente.
«Andiamo?» chiedo mentre mi dirigo verso la porta d'ingresso.
«Arriviamo.» risponde Sergio per poi raggiungermi con Gianluca.
Una volta usciti dal condominio, saliamo in macchina.
«Ci stai, Basto?» mi chiede Gianluca, prendendomi in giro.
«No, ora mi alzo e ti sfondo il tettuccio della macchina.»
Alla mia risposta, Sergio ridacchia, per poi premere sull'acceleratore e partire.
«Ti vuoi fare qualcuna, Basto?» chiede Sergio.
«No.»
Non voglio limonare con ragazze a caso, come molti miei coetanei fanno: se devo per forza baciare qualcuna, preferisco farlo con una ragazza che mi piaccia fisicamente e caratterialmente.
So che sembrerò un santarellino, ma è così: mia madre e mio padre mi hanno educato così e non voglio deluderli.
Soprattutto non voglio deludere lei facendo stronzate.
Ripenso al tatuaggio che ho fatto in suo onore e sorrido, ricordando le passeggiate che facevo con lei nei parchi di Piadena, dove sono cresciuto.
Nel sentire la voce di Sergio, però, mi riscuoto dai miei pensieri.
«Come si chiamano le amiche di Gaia che vengono?»
«Valentina e Giorgia.»
Mi blocco nel sentire quel nome.
«Valentina?» chiedo, ignorando il tuffo al cuore che avverto.
«È la Valentina che avete già conosciuto settimana scorsa in Corso Como, dai!» mi risponde Gianluca, facendo accelerare il mio battito cardiaco.
«Quella bella?!» esclama Sergio. «Cazzo, sì!»
Gli dò un leggero schiaffo sulla nuca, facendolo solo ridere.
Ridacchio anch'io.
Gianluca si gira verso di me, visto che sono seduto sui sedili posteriori.
«Ti piace Valentina?» mi chiede con sguardo indagatore.
Mi si forma immediatamente un groppo in gola, ma resto calmo.
Ho marcato Cristiano Ronaldo, posso rispondere a questa domanda! Anche se Valentina mi mette più in agitazione dell'attaccante della Juventus...
«Assolutamente no.»
Sergio mi guarda dallo specchietto retrovisore con sguardo perplesso.
«Ma davvero?»
«Davvero. Non dico che non sia bella, anzi, ma non mi piace: non la conosco nemmeno bene.»
«Prova a conoscerla, allora.» interviene Gianluca. «Gaia mi ha parlato bene di lei e, da quel poco che ho capito parlandoci una settimana fa, sembra davvero una ragazza simpatica e gentile.»
«Anche a me lo sembra, però sicuramente è fidanzata.»
«Contando che è così bella, non hai tutti i torti.» osserva Sergio.
«Non credo lo sia, invece.» ribatte Gianluca. «Da quello che mi ha detto Gaia, non mi sembra fidanzata.»
Senza che me ne renda conto, esulto mentalmente.
Non mi accorgo neanche che Sergio ha già parcheggiato davanti alla discoteca, talmente sono perso nei miei pensieri.
Notando i miei due amici scendere dalla macchina, mi riscuoto ed apro la portiera per poi uscire.
«Ciao, Gaia!» esclama Sergio alle mie spalle e, quando mi giro, noto che sta stringendo in un abbraccio la sua amica.
«Ciao, Gian!» sorride la ragazza, poi nota me e Sergio e ci saluta, gesto che ricambio con un sorriso. Lei e Gianluca starebbero proprio bene assieme.
«Lei è Giorgia Galli.» dice Gaia indicando una ragazza bassa, bionda e con gli occhi castani. «Una mia amica.»
«Piacere, Giorgia.» sorride la bionda porgendomi la mano.
«Alessandro.» le stringo la mano, ricambiando il sorriso.
Solo quando Giorgia si presenta a Sergio, noto Valentina che guarda Gaia e Gianluca con un sorriso leggero.
Il mio cuore salta d'un battito.
Appena lei gira il viso, incrocio i suoi occhi cerulei con i miei e, porca miseria, non vorrei più distogliere lo sguardo.
«Ciao, Alessandro.» mi saluta sorridendo.
Mi ci vuole un secondo per realizzare che il saluto è rivolto a me: riprenditi, Alessandro!
«Ciao, Valentina.» le sorrido. «Come stai?»
«Bene, tu?»
«Bene, dai.»
Veniamo interrotti da Sergio che, appena nota Valentina, la saluta frettolosamente.
«Ciao, Valentina!»
La ragazza gli sorride.
«Ciao, Sergio.»
«Ragazzi, entriamo?» c'interrompe Gianluca.
Annuisco, mentre Valentina, Sergio e Giorgia accettano.
Fortunatamente abbiamo preso tutti quanti le prevendite, perciò non ci mettiamo molto ad entrare nel locale.
Devo ammettere che mi mancano Bergamo e, soprattutto, i miei compagni di squadra dell'Atalanta: sono cresciuto in quella squadra, perciò ho ed avrò sempre un forte legame con essa. Non sarei il calciatore che sono senza Gasperini ed i suoi insegnamenti: devo molto alla Dea.
Appena entro nella discoteca, le mie orecchie vengono riempite dall'alto volume della musica.
Notando Gianluca che si dirige subito verso la pista da ballo, già piena di gente nonostante siano solo le dieci e mezza, lo seguo. Quel ragazzo è l'anima della festa: ovunque vada ci si diverte ed è per questo che è uno dei miei migliori amici.
Come avevo previsto, inizia subito a muovere la testa a ritmo di musica, iniziando a ballare.
«Vai, Gian!» esclama Gaia.
Anche io, preso dal ritmo della musica, inizio a muovermi a ritmo, facendo dei piccoli passi.
La musica sovrasta le voci intorno a noi e perfora i miei timpani, ma non ci faccio tanto caso: mi piace distrarmi dal calcio, a volte. Dopotutto, sono un ragazzo di vent'anni e come i miei coetanei vorrei divertirmi, senza esagerare però: non voglio rovinarmi la carriera calcistica per la stanchezza dovuta a troppe uscite. Se voglio giocare titolare nell'Inter, obbiettivo molto difficile da raggiungere, devo impegnarmi al massimo.
Con la coda dell'occhio noto Valentina ballare accanto a me, mentre muove i fianchi a ritmo della musica: si muove davvero bene.
«Raga!» urla Gaia per farsi sentire nonostante il volume alto della musica.
Mi giro e sorrido, notando che ha il braccio alzato nel tentativo di fare un selfie.
Mi metto dietro a Sergio e Giorgia, mentre Sergio sta accanto a Gaia, e, prima che possa accorgermene, circondo le spalle di Valentina con un braccio.
Dopo che Gaia ha fatto la foto, mi rendo conto di dove sto tenendo il braccio destro e lo tolgo subito dalle spalle di Valentina: spero di non averla infastidita.
La ragazza non si gira neanche verso di me e continua a ballare accanto a Gaia e Giorgia come se niente fosse.
Gianluca mi si mette vicino, pronto per farmi un consiglio.
«Parlaci, dai! Invitala a ballare!» mi urla.
«Ma no! Si sta divertendo con le sue amiche: lasciamola stare!» ribatto io: non voglio disturbarla mentre si diverte. Dopotutto, ci siamo visti solamente due volte: non posso pretendere che si metta a ballare con me come se fossimo amici da una vita.
Non importa: so divertirmi anche senza quella ragazza. Dopotutto, con me ho Sergio e Gianluca.
Anche se so già che tra meno di cinque minuti quest'ultimo andrà da Gaia e lascerà me e Sergio qui a fare i pali.
Ignorando questo pensiero, circondo le spalle di Sergio con un braccio ed inizio a cantare a squarciagola: per una sera, voglio divertirmi senza pensieri.
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Sento l'aria mancare e mi faccio aria con la mano: inizia a fare davvero caldo.
Tiro fuori il telefono per controllare l'ora: sono le 2.47.
Oh, cazzo.
Mi giro a cercare i miei amici con lo sguardo, notando Gianluca avvicinarsi a me.
«Mi sa che è ora di andare.» dico ad alta voce, sperando che mi senta nonostante la musica a tutto volume.
Annuisce e si gira per fare cenno a Sergio e Gaia di avvicinarsi.
La ragazza ci raggiunge, seguita da Giorgia e Valentina, la quale si strofina un occhio con la mano sinistra: forse ha sonno.
«Ragazze, meglio andare.»
Valentina, Gaia e Giorgia annuiscono, prima d'incamminarsi a grandi passi verso l'uscita del locale.
Appena siamo fuori, l'aria fresca della sera mi riempie i polmoni e faccio un lungo respiro: finalmente sono all'aria aperta.
«Avete sonno?» chiede Sergio a Gaia e Giorgia.
Solo ora mi accorgo che le ragazze stanno morendo di sonno.
Gaia annuisce.
«Meglio che vi accompagni allora.» annuncia Gianluca. «Non posso lasciarvi guidare così: avete bevuto e siete esauste. Potete dormire a casa mia: non siete in grado di guidare fino a Milano.»
Gaia fa per ribattere, ma il mio amico la zittisce con un gesto che la fa ridacchiare. L'amica di Gianluca dev'essere un po' brilla.
«Okay.» concede Gaia. «Ma non ci stiamo tutti in una macchina sola.»
Giorgia s'intromette.
«Io e Valentina possiamo andare con Sergio ed Alessandro.»
Non ci vuole un genio per capire che vuole che Gaia e Gianluca stiano da soli.
«Esatto.» concordo. «Le accompagniamo noi a casa tua: tu vai pure in macchina con Gaia.»
Gianluca mi guarda perplesso ed io faccio finta di non avere secondi fini: se sapesse cos'ho in mente per lui e Gaia non mi farebbe più entrare in casa sua, come minimo.
«Va bene.» il mio amico si gira verso Gaia. «Andiamo?»
«Certo.»
Io, Valentina, Giorgia e Sergio ci dirigiamo verso la macchina di quest'ultimo.
Una volta arrivati, Sergio apre la portiera davanti a Giorgia.
«Grazie.» gli sorride la ragazza prima di salire in macchina.
Io lo guardo con le sopracciglia aggrottate.
«Ed io?!» chiedo sottovoce.
«Tu vai dietro con Valentina!» mi risponde lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Giuro che lo strozzo mentre dorme.
Noto Valentina che sta per aprire la portiera e, più veloce che posso, allungo il braccio e la apro al posto suo.
Lei si gira verso di me e mi guarda con sguardo interrogativo.
«Prego.» le sorrido tenendole la portiera aperta.
Appena mi sorride, un brivido mi percorre la schiena.
«Grazie.» mi dice prima di salire in macchina.
Salgo anch'io e chiudo la portiera alle mie spalle.
Guardo fuori dal finestrino mentre Sergio inizia a guidare, osservando le luci dei lampioni di Bergamo che illuminano le strade quasi deserte a quest'ora della notte.
Giro la testa per guardare Valentina: si è addormentata.
Ha la testa sorretta dal palmo della mano ed il gomito appoggiato alla portiera, mentre i capelli lunghissimi le ricadono su un solo lato.
È semplicemente bellissima.
Sorrido senza accorgermene: è tenerissima.
Inizio, tuttavia, a sentire le palpebre pesanti e la stanchezza diffondersi nel mio corpo lentamente.
Porto una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio, mentre non riesco a tenere gli occhi aperti senza un'enorme fatica.
In un gesto involontario, appoggio la testa lentamente e chiudo gli occhi.
Il profumo di Valentina mi fa rilassare e sorrido, restando appoggiato alla sua spalla.
Con il sorriso sulle labbra, tutto intorno a me scompare e mi addormento.
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