Capitolo 7
Cos'hanno i tuoi occhi?
Qualcosa devono avere,
se mi hanno incantato così.
Alessandro
Fingo di ascoltare i discorsi di Giorgia sul suo cavallo e metto le mani nelle tasche dei jeans. Non è che sia maleducato, sia chiaro: ascolto sempre le discussioni di tutti, se sono rivolte a me, ma non riesco proprio a concentrarmi. Non ora che ho appena visto Valentina.
Cosa diavolo ci fa qui?! Le probabilità che c'incontrassimo in un'uscita come quella di stasera erano pari a zero!
Non che mi dispiaccia, sia chiaro, ma questa è una coincidenza davvero strana.
E, se è venuta, vuol dire che abita a Milano, a meno che non sia di Bergamo come Gianluca e Matteo.
Sergio mi dà un colpetto sul braccio, facendomi riscuotere.
«Tutto a posto?» mi chiede.
Annuisco.
«Sì, sì. Perché?»
«Ti ho visto pensieroso, tutto qui. Sicuro di stare bene?»
«Sicurissimo.» sorrido al mio amico.
Sergio, restandomi accanto, gira il viso verso il gruppetto vicino a Gianluca e Matteo.
«Hai visto che belle ragazze?» chiede.
Sposto lo sguardo dove sta guardando lui, notando Gaia, l'amica dei due miei amici bergamaschi, Alice e Valentina.
Sono tutte e tre molto carine: Gaia ha i capelli neri, gli occhi nocciola ed è abbastanza alta, l'unica cosa che non mi piace è il Septum al naso, ma le sta abbastanza bene, mentre Alice ha dei lisci capelli biondi e gli occhi azzurri; nonostante il naso un po' adunco è davvero una bella ragazza.
E poi c'è Valentina che, dannazione, non riesco a smettere di guardare.
Nel suo stile semplice riesce ad essere più bella della maggior parte delle ragazze di Milano che si mettono tonnellate di trucco.
Poi quegli occhi che da azzurri diventano grigi a seconda del tempo... diamine. Ne ho viste ragazze con occhi belli, come Emma, ma con occhi così capaci di incatenarmi mai.
Non è tanto il loro splendido colore a colpirmi, quanto la loro espressività. Sembrano capaci di leggerti come un libro aperto.
«Quanto è bella quella con i capelli più lunghi?» chiede ancora Sergio, guardando Valentina.
Gli circondo le spalle con un braccio, sorridendo.
«È molto bella.»
«Bella è dire poco.»
Okay, ora stai al tuo posto però!
«Ragazzi.» ci chiama Giorgia. «Venite o no?»
Non ci siamo nemmeno accorti che gli altri hanno iniziato a camminare per andare in Corso Como.
«Sì, veniamo!» risponde Sergio iniziando a camminare a grandi passi.
Giorgia ci cammina accanto, mentre il suono dei suoi tacchi riecheggia ad ogni suo passo.
Sergio si mette vicino a lei.
«Ho visto che parlavi con una di quelle tre.» indica con lo sguardo Valentina, Alice e Gaia. «La conosci?»
«La Malveri?» risponde Giorgia alzando un sopracciglio. «Sì, la conosco.»
«È quella con i capelli più lunghi?» chiede ancora Sergio.
«Sì. La conosco perché fa equitazione e la vedo alle gare.»
Quindi Valentina fa pure equitazione a livello agonistico...
«Non è simpatica.» conclude Giorgia.
Aggrotto le sopracciglia.
«Come mai?» chiedo.
«Hai visto quanto se la tira?!»
Sposto lo sguardo da lei a Valentina. Dove sia l'atteggiamento di una che se la tira in lei lo sa solo Giorgia.
«Poi non ha alcun motivo di tirarsela.»
Certo, perché un viso splendido come il suo, occhi azzurri come il mare, fisico praticamente perfetto ed il restare bellissima anche vestendosi in modo semplice e non mettendosi quintali di fondotinta non sono dei buoni motivi per vantarsi. Non apro bocca, perché, conoscendo la ragazza accanto a me, si offenderebbe.
Ma, poi, Valentina non sembra neanche pavoneggiarsi.
Arriviamo in Corso Como dopo neanche due minuti di cammino e cerchiamo un locale dove sederci per bere qualcosa e parlare. Lo troviamo subito e ci sediamo all'esterno.
Guardo Gianluca sedersi accanto a Gaia e per poco non rido: secondo me, al mio amico piace quella ragazza. Sarei contento se si mettessero assieme: Gaia è simpatica e gentile. Lo so perché ci ho parlato prima che Valentina arrivasse.
«Prego, madame.» dice Gianluca con tono teatrale, spostando la sedia a Gaia per farla sedere.
Lei gli sorride e fa un inchino.
«La ringrazio, cavaliere.» risponde sedendosi.
Gianluca si siede accanto a lei e, appena incrocia il mio sguardo, gli rivolgo un sorrisetto complice.
Lui mi fa il labiale "Non pensare male: non ho secondi fini".
Seh, ed io sono juventino.
Mi siedo dall'altra parte del tavolo rispetto a Gianluca e Matteo, per poi poggiare la schiena sullo schienale della sedia.
Con la coda dell'occhio, noto Valentina spostare indietro la sedia accanto alla mia per sedersi.
Oh, cazzo.
La guardo mentre si siede sulla sedia ed accavalla le gambe, poi gira il viso verso di me e mi sorride leggermente.
Ricambio il sorriso. Spero solo di non avere le guance rosse.
Le mie paranoie vengono interrotte da Sergio che, dal suo posto accanto al mio, si sporge allungando una mano verso Valentina.
«Piacere, Sergio!»esclama con un sorriso a trentadue denti.
Lei gli stringe la mano, rivolgendogli un sorriso.
«Valentina.»
Sergio la guarda quasi incantato.
Benvenuto nel mio mondo, amico.
Gaia si accende una sigaretta, prima di passare l'accendino ad Alice.
Non mi piace molto l'odore del fumo, ma lo tollero. Non sopporto proprio, invece, l'odore delle canne o dell'erba: non mi fa respirare.
Anche Giorgia si accende una sigaretta, per poi posare lo sguardo su Valentina, rigirandosi la sigaretta tra le dita.
«Vuoi fare un tiro?» le chiede spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Spero solo che dica di no. Può fare ciò che vuole, sia chiaro, ma fumare fa male: molti miei amici hanno perso zii o nonni a causa del fumo, e preferirei che la ragazza accanto a me non fumasse.
Valentina scuote la testa.
«No, grazie.» risponde.
Giorgia, per tutta risposta, sputa il fumo che ha inspirato nella sua direzione.
Istintivamente, tendo i muscoli e mi protendo verso di lei.
«Gio.» la chiamo severamente.
«Cosa?» chiede con voce innocente.
Ma Valentina che le ha fatto di male?!
Quest'ultima, tuttavia, non ha mosso un dito al gesto della mia amica.
«Contenta, ora?» chiede sarcasticamente alla bionda.
Giorgia serra le labbra, non aspettandosi una reazione del genere da parte della ragazza accanto a me. A dire la verità, non me l'aspettavo nemmeno io.
Questa ragazza non smetterà mai di stupirmi.
Quando arriva un cameriere, Valentina si gira per ordinare con nonchalance, come se Giorgia avesse fatto un gesto che conta meno di zero.
Ordina un cocktail analcolico e, quando tocca a me, faccio lo stesso: devo stare attento a cosa bevo o mangio, per via della mia dieta sportiva.
«Basto, già sei uno stecchino: se neanche bevi diventerai invisibile talmente sarai magro!» scherza Matteo, facendomi ridacchiare.
«Dai, non sono così magro!»
Gianluca scoppia a ridere, prendendomi in giro in modo scherzoso, ed io gli tiro un calcetto da sotto il tavolo. Tanto ho le gambe lunghe: ci arrivo.
«Cazzo!» sobbalza lui, facendo ridere tutti.
«Grazie per aver avuto l'intenzione di aiutarmi, prima.»
Sento dirmi a bassa voce e mi giro, ritrovandomi gli occhioni azzurri di Valentina davanti.
Le sorrido, ignorando il battito cardiaco accelerato: mi devo calmare!
«Figurati» rispondo a voce bassa, ricevendo un sorriso dalla ragazza accanto a me. E che sorriso...
Valentina posa lo sguardo da me ad altrove, poi alza gli occhi al cielo e si allontana da me, appoggiandosi allo schienale della sedia.
Mi giro a guardare dove stava guardando, notando Giorgia che mi sorride radiosa.
Aggrotto le sopracciglia. Okay, il rapporto tra quelle due non dev'essere ottimo.
Una volta arrivati i drink, prendo il mio cocktail e ne bevo un sorso, godendomi la sensazione del liquido fresco che mi scende in gola. Poso il bicchiere sul tavolino accanto a quelli degli altri.
Guardo Valentina con la coda dell'occhio e prendo un bel respiro: tanto vale iniziare una conversazione.
Apro la bocca per parlare, ma Sergio mi precede.
«Da dove vieni, Valentina?» le chiede.
Chiudo la bocca ed inspiro: devo trattenermi dal tirare una gomitata al mio amico.
Caro Sergio, mettiti in fila.
«Sono nata qui a Milano.» gli risponde Valentina. «Voi?» chiede poi.
«Io a Bergamo.» risponde il mio amico.
«Casalmaggiore.» rispondo.
«Ho un amico di Casalmaggiore.» mi dice la ragazza.
«Come si chiama? Magari lo conosco.»
«Riccardo Orsoni.»
Sgrano gli occhi: lo conosco eccome. Fa atletica ed è specializzato nella marcia, nella quale ha il record italiano Under 18. Siamo molto amici, visto che ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli.
«È un mio amico d'infanzia. Come fai a conoscerlo?»
La guardo curioso.
«Anche io faccio atletica e ci vediamo spesso alle gare regionali, visto che siamo della stessa categoria.»
Quindi fa atletica, oltre che equitazione...
Ma questa ragazza dove lo trova il tempo per riposarsi?
«Mi saluti Riccardo, se lo vedi?» mi chiede ancora Valentina.
Annuisco appena, cercando di non immaginarmi lei e Riccardo incollati, come se fossero cozze, ai meeting di atletica.
«Che specialità fai?» chiede Sergio.
«Faccio gli 800.»
Porca miseria: gli 800 metri sono una delle gare più difficili dell'atletica, vista la botta di acido lattico che ti provocano.
«Tu, invece? Fai qualche sport?» chiede Valentina al mio amico. Sa già che sport faccio io, visto che ci siamo visti la prima volta proprio al Centro Sportivo Suning.
«No, facevo equitazione però.»
Valentina sorride.
«Anche io la faccio.»
Sergio sgrana gli occhi e sorride a trentadue denti.
«Davvero?! Salti?»
Lei annuisce.
«A volte faccio qualche gara.»
«Ma fai sia atletica che equitazione ogni settimana?»
«Il lunedì il maneggio è chiuso, ma gli altri giorni della settimana dalle 14.00 fino alle 16.00 vado a cavallo, poi dalle 17.30 alle 19.30 ho atletica. Il weekend vado al maneggio la mattina.»
'Sti cazzi. Ed io che, a volte, credo di avere delle giornate piene ed impegnative.
«Complimenti. Ma non vai a scuola?» chiede ancora il mio amico.
«Ho fatto quest'anno la maturità quest'anno, ma non faccio l'università.» ammette Valentina.
«Quindi sei del 2000?»
Lei annuisce ancora.
«Sono nata il 25 febbraio.»
«Io sono nato il 22 dicembre nel 94.» dice Sergio.
«Non dimostri 24 anni.» osserva Valentina. «Sembri di vent'anni.»
Sergio sorride.
«Me lo dicono in tanti.»
La castana gira il viso verso di me.
«Tu, invece?»
«Sono nato il 13 aprile del 1999.» rispondo io.
Lei annuisce, non sapendo più cosa dire. Io sono nella sua stessa situazione: non so di cosa parlare.
Dopo poco, Valentina si alza.
«Vado un attimo da Alice e Gaia.» dice a me e a Sergio: Alice e Gaia si sono allontanate un attimo per parlare di "cose da donne". Valle a capire le ragazze.
«Okay.» le sorrido e la guardo allontanarsi.
Sergio si avvicina a me per sussurrarmi all'orecchio.
«Quanto cazzo è bella?!»
Non serve essere un genio per capire che sta parlando di Valentina.
«Sì, è bella.» concordo, fingendomi quasi disinteressato alla bellezza della ragazza.
«È perfetta, Basto!»
«Non credi di esagerare?»
Ma chi voglio prendere in giro? Anche io trovo che Valentina, esteticamente, sia una delle ragazze più belle che abbia mai visto, se non addirittura la più bella. Tuttavia, non la conosco benissimo: per farmi un'idea chiara dovrei conoscerla meglio.
Potrei chiedere a Riccardo Orsoni, visto che sono amici...
«Assolutamente no, Basto. Sembra anche simpaticissima!» replica ancora il mio amico.
<<Non dirmi che vuoi rimorchiarla.>> intuisco guardandolo con sguardo indagatore, mentre bevo il mio cocktail analcolico.
«No, è troppo per me. Quelle come lei vanno bene per dei ragazzi come te.»
Quasi non mi strozzo con il drink.
«Come scusa?!» chiedo ad alta voce.
Sergio mi tappa subito la bocca.
«Chi scusa cosa?» chiede Gianluca dall'altra parte del tavolino.
«Nessuno!»risponde subito Sergio, poi si gira verso di me. «Urlalo pure ai quattro venti, eh.»
Mi ritraggo dalla sua mano.
«Mi è scappato!»
«Comunque, hai capito benissimo. Valentina andrebbe bene per te.»
Ridacchio appena, passandomi una mano tra i capelli.
«Ma che stai dicendo?» mi giro e noto Valentina a venti metri circa di distanza, intenta a parlare con Gaia ed Alice. «Non credo che vada bene per lei.»
«Posso essere sincero, Basto?» mi chiede ancora Sergio.
Poso lo sguardo su di lui ed annuisco, mentre bevo ancora dal mio bicchiere.
«Vatten'affanculo.»
E per poco non sputo il drink nel ridere.
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Stiamo per pagare i drink che abbiamo preso, visto che la serata è finita: dopotutto è quasi l'una di notte.
Notando Valentina davanti a me che sta per pagare, faccio un passo avanti, mettendomi accanto a lei.
«Pago io per lei.» dico al barista posando i soldi sul bancone.
Valentina si gira a guardarmi con gli occhi leggermente spalancati.
«Assolutamente no.» ribatte lei.
«Troppo tardi.» le sorrido mentre prendo il resto che il barista mi porge.
Valentina serra le labbra.
Spero che non pensi male: volevo solo essere gentile, tutto qui.
«Non dovevi...» mi dice mentre usciamo dal locale.
«L'ho fatto con piacere.»
Lei mi sorride.
«Ti devo un drink, allora.»
«Assolutamente no.»
«Troppo tardi.» mi cita con un leggero sorrisetto di vittoria.
Apro appena la bocca per lo stupore, poi ridacchio: questa ragazza è incredibile.
È arrivato il momento dei saluti.
Dopo aver abbracciato Matteo e Gianluca ed aver stretto la mano a Gaia ed Alice, mi ritrovo davanti Giorgia.
«Ciao, Ale.» mi saluta prima di mettersi sulle punte ed abbracciandomi e di lasciarmi un bacio sulla guancia.
La stringo a me, sorridendo.
«Ciao, Gio.»
Quando Giorgia si stacca, è il turno di salutare Valentina.
«È stato un piacere, Valentina.» le dico prima di porgerle la mano.
Lei mi sorride.
«Anche per me, Alessandro.» mi stringe la mano, poi saluta gli altri anche lei e s'incammina con le sue due amiche.
«Andiamo, Basto?» mi chiede Sergio. Lo accompagnerò a casa, prima di tornare nell'appartamento che ho acquistato qui a Milano.
«Sì, arrivo.» rispondo prima di raggiungerlo.
Camminiamo entrambi verso la mia macchina, ma, senza che me ne renda conto, mi giro a guardare indietro.
Mi ritrovo ad osservare Valentina che si allontana dalla parte opposta a quella in cui sto andando io.
Non so perché, ma ho voglia di correre da lei per sentire nuovamente la sua voce e sapere di più su di lei.
E, per un attimo, spero che anche lei si giri nella mia direzione, per osservarmi con il suo sguardo ceruleo che, per tutta la serata, non riuscivo a smettere di guardare.
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