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Capitolo 11

Non capisco l'effetto che mi fai,
talmente è travolgente l'emozione
che provo quando sono con te.

Alessandro
Seguo Valentina con lo sguardo mentre esce.
Perché ha reagito così? Non le ho fatto nulla di male, almeno credo.

«Che le prende?» chiedo a Gaia e a Giorgia.
«Ha solo bisogno di prendere una boccata d'aria: se sta ferma per troppo tempo le sale il nervoso.» mi risponde Gaia spostando il peso da una gamba all'altra.
Aggrotto le sopracciglia, non capendo ancora.
Secondo me c'è sotto qualcosa: forse sto antipatico a Valentina e si è subito pentita di aver accettato il mio invito a venire con me ad una partita dell'Armani.

Se fosse davvero così, mi dispiacerebbe molto: sembra una ragazza simpaticissima e di piacevole compagnia. Speravo che, tra me e lei, potesse nascere un'amicizia.

Amicizia... bella com'è, voglio davvero solo amicizia da lei?
No, non devo farmi queste domande: non posso pensare di volere un rapporto amoroso con una ragazza che conosco a malapena, anche se bellissima come Valentina.

Non sento neanche i discorsi che Gianluca rivolge a Gaia e a Giorgia, cercando di farle ridere, talmente sono immerso nei miei pensieri.

Sento il cellulare vibrare nella tasca dei miei pantaloni e lo tiro fuori per leggere il messaggio arrivatomi.

Emma Reina
Ciao Aleee😘 come va? Volevo chiederti se ti andava di uscire dopodomani, magari con Giorgia e Sergio😉

Leggo il messaggio e serro le labbra, pensando a cosa fare. Cerco di ricordare i miei impegni calcistici: tra due giorni sarebbe martedì, perciò avrei tempo prima della partita di domenica contro la Lazio.
L'Inter ha già affrontato il Milan nel derby di Milano, battendo i rossoneri 2-0 e dominando la partita. Non è messo bene il Milan e un po' mi dispiace: una squadra con quella storia non merita un presente così difficoltoso. L'unico che sembrava crederci davvero era il mio amico e compagno di Nazionale Under 21 Patrick Cutrone, ma è stato venduto al Wolverhampton ad agosto. Mi è dispiaciuto un sacco per Patrick: abbiamo legato parecchio quest'estate ed avrei voluto affrontarlo in un derby.
L'ho già affrontato quando ero al Parma, ma un derby è sempre un derby.

Per non parlare del fatto che al Milan ci abbia giocato il mio idolo Paolo Maldini, il difensore più forte che sia mai esistito. M'ispiro a lui e a volte mi guardo le sue giocate per assimilare i suoi movimenti, restando ogni volta incantato.
Come lui, ho iniziato da terzino sinistro e sono cresciuto come difensore centrale, perciò ispirarmi a lui è d'obbligo.
Inoltre, sono un sostenitore dell'opinione che Maldini si meritasse il Pallone d'Oro più di chiunque altro: nel 2005, ad Istanbul, vedevo già il trofeo che spettava al giocatore più forte del mondo nelle mani del capitano rossonero per il gol segnato in finale di Champions al Liverpool di Steven Gerrard, poi i Reds hanno rimontato ed è nata la rivalità che c'è stata, e tutt'ora c'è, tra quelle due squadre.

Ora c'è Virgil Van Dijk che vuole il Pallone d'Oro a tutti costi.
Che si attacchi al cazzo: se Paolo Maldini non l'ha vinto, figurati se lo vince lui.
È forte, lo ammetto, ma non è da Pallone d'Oro.

Riprendendomi dai miei film mentali, rispondo ad Emma.

Alessandro Bastoni
Ciao, Emma😜 certo, a me va bene uscire tutti assieme: chiedo a Sergio e ti faccio sapere

Emma Reina
Perfetto! A dopoo😘❤️

Leggo il messaggio più e più volte, pensando alla ragazza bergamasca che mi ha scritto.
È davvero bella: occhi azzurri, seno prosperoso, capelli lunghi... non c'è da stupirsi del fatto che abbia partecipato a Miss Italia.
Frequenta, inoltre, architettura al Politecnico di Milano, perciò, tra gli impegni dovuti alle sfilate, deve pure studiare per gli esami.

Ricordo una conversazione, proprio su Emma, che io e Sergio abbiamo avuto circa un mese fa, prima che iniziasse il campionato di Serie A.

Poso il bicchiere d'acqua fredda e mi accascio sul divano di casa mia, facendo un sospiro. Sto morendo di caldo, visto che siamo ad agosto, e gli allenamenti sotto il sole cocente non aiutano. Posso, tuttavia, sopportarli: darei di tutto per giocare titolare all'Inter.

«Mi ha scritto Emma.» mi avvisa Sergio mentre si fa aria con la mano destra.
«Che ti ha scritto?» gli chiedo curioso.
«Se volessimo uscire con lei una di queste sere.»
Mi metto a pensare ai miei impegni, mentre serro le labbra.
Non dovrebbero esserci problemi, a meno che non torni alle cinque di mattina.
«Per me va bene.» dico. «A te?»
Sergio annuisce, concordando con me.

«Secondo me, tu piaci ad Emma.»
Aggrotto le sopracciglia e mi giro verso di lui.
«Come scusa?»
«Piaci ad Emma.»
Sollevo un sopracciglio e lo guardo perplesso.
Ma davvero? Io piaccio ad Emma? È più probabile che la Juventus vinca la Champions League.

Se l'ho gufata, giuro che m'impicco: tutto ma non una vittoria della Juventus in Champions League!

«Non dire stronzate, Sergio, dai. Non è vero.»
«Poi sarebbe Gianluca lo scemo della compagnia.» mi critica il mio amico. «Ti mangia con gli occhi, Basto!»
Lo guardo poco convinto: non credo che Emma abbia una cotta per me.
«È pure una bella ragazza: fossi in te non mi lamenterei.»
«Sì, è bella, ma non mi sembra che mi "divori con gli occhi".»
È vero: Emma è davvero una bella ragazza, ma dubito di essere il suo prototipo di ragazzo ideale. Non sono di certo un principe azzurro o un cavaliere senza macchia, anzi: di macchie ne ho, eccome se le ho.

«Dovresti darle una chance.» annuncia Sergio. «Almeno ti fidanzi di nuovo dopo quella batosta avuta quando giocavi nell'Atalanta.»
M'irrigidisco appena, ricordando la mia ex ragazza, di nome Emma pure lei, che, mentre ero al ritiro della Nazionale Under 19, mi ha messo un bel paio di corna grandi quanto quelle di un alce con un mio compagno di squadra della primavera dell'Atalanta.

«Non so, Sergio. Vedremo.» dico prima di portare il bicchiere alle labbra ed iniziare a bere l'acqua fresca al suo interno.

«Buongiorno, Sergio!» esclama Gianluca con voce pimpante, facendomi sobbalzare appena.
«Buongiorno a tutti.» dice assonnato Sergio mentre entra in cucina stropicciandosi un occhio.
«Buongiorno.» lo salutano Gaia e Giorgia.
«'Giorno.» lo saluto.
«Valentina dov'è?» chiede il mio amico.
«A prendere la mia macchina per tornare a Milano.» gli spiega Gaia.
Aggrotto le sopracciglia mentre bevo un po' d'acqua: perché gli interessa così tanto di Valentina?

«Hai trombato stanotte, Basto?» chiede Sergio sedendosi davanti a me.
Mi va di traverso l'acqua che sto bevendo.
«Porca troia!» esclamo iniziando a tossire.
«Non morirmi in casa!» mi raccomanda Gianluca dandomi delle pacche sulla schiena.
Gaia e Giorgia stanno ridendo come delle matte.

«Tutto okay?» mi chiede Gaia ridacchiando.
«Sì, grazie.» le sorrido, poi sposto lo sguardo su Sergio e gli sussurro, sperando che capisca: «Dopo facciamo i conti.»
Sergio fa un sorrisetto quasi divertito ed io non mi trattengo dal tirargli un calcetto sullo stinco.
«Ahia!» esclama.
Scoppio a ridere.

Al suonare del citofono, Gianluca va ad aprire.
«Vale?» chiede, prima di aprire il portoncino.
Gaia e Giorgia afferrano le proprie borse, pronte per tornare a Milano. Io partirò con Sergio dopo pranzo, visto che questo pomeriggio ho allenamento.

Gianluca apre la porta a Valentina, che entra in casa con in mano le chiavi della macchina di Gaia.
«Pronte?» chiede alle sue amiche.
«Sì.» risponde Giorgia, prima di girarsi e salutare me e Gianluca con un abbraccio.
Gaia si avvicina al mio amico atalantino e lo abbraccia, gesto che Gianluca ricambia subito mentre le sussurra qualcosa che non riesco a capire.
Sorrido mentre li guardo: quei due sarebbero davvero una bella coppia.

Mi alzo in piedi e mi avvicino a Valentina, incastonando il mio sguardo nei suoi occhi azzurri.
«Ciao.» le sorrido.
Lei, con mia grande sorpresa, ricambia il sorriso.
«Ciao.» mi risponde.
Senza che me ne renda conto, mi chino e l'abbraccio, attirando il suo corpo contro il mio. Valentina ricambia il mio abbraccio, mettendosi sulle punte per stare alla mia altezza.
Sorrido involontariamente.
«Ci sentiamo per la partita di basket?» le chiedo.
Lei annuisce.
«Certo.» mi risponde prima di staccarsi da me.
Mi rivolge un sorriso dolce ed io non posso far altro che ricambiare il gesto.

«Ciao, ragazze.» dice Gianluca un'ultima volta, prima di accompagnare le tre amiche alla porta di casa.
«Ciao.» le salutiamo io e Sergio.
Le ragazze ricambiano i saluti, prima di scendere le scale per uscire dal condominio.
Gianluca chiude la porta e si gira verso me e Sergio.
«Sono simpatiche, vero?» chiede.
Sergio annuisce.
«Sono anche fighe.»
Mi giro a guardare storto il mio amico interista.
«Che c'è?» esclama lui.

Mi ritorna in mente il piccolo conto in sospeso che ho con Sergio.
«Dovevi proprio chiedermi se l'avessi fatto con Valentina davanti alle sue amiche?!»
«Era solo curiosità, dai!» mi risponde.
Sospiro esasperato.
«Però non ti sarebbe dispiaciuto se fosse successo davvero.» s'intromette Gianluca.
Spalanco gli occhi ed apro la bocca, ma da essa non esce alcun suono, mentre sento le mie guance scaldarsi ed andare a fuoco.

I miei amici scoppiano a ridere vedendo la mia faccia.
«Come sei rosso!» esclama Gianluca ridendo.
Io mi copro il viso, cercando di calmarmi: probabilmente sono più rosso di un pomodoro maturo.
Sergio e Gianluca ridono come dei matti, mentre io provo a diminuire il rossore sulle mie guance.
«Dai, Basto, scherzavo!» ride Gianluca.
«Sarà anche il caso!» ribatto mentre viene da ridere anche a me: con loro due, soprattutto con l'atalantino, non riesco a stare serio.

Dopo esserci calmati, mi ricordo della proposta di Emma.
«Sergio, Emma ci ha invitati ad uscire con lei e Giorgia dopodomani. Ci saresti?»
«Certo.» mi risponde il mio amico.

Noto con la coda dell'occhio Gianluca alzare gli occhi al cielo.
«Che c'è?» gli chiedo.
«Niente, niente.»
Aggrotto le sopracciglia: che gli prende?

———————————————————————

Guardo il cielo notturno di Milano, illuminato solamente da poche stelle che appaiono quasi fioche.
Chissà se tra quelle stelle ci sei tu, piccola.

«Grazie per la cena, Ale.»
La voce di Emma mi riscuote dai miei pensieri e mi giro a guardarla.
«Figurati.» le sorrido.
Mi sono divertito, nonostante sia stata una semplice cena a quattro.
Giorgia e Sergio si sono allontanati un attimo, perciò siamo solamente io ed Emma.

«Piaciuta la cena?» le chiedo.
Lei mi guarda con gli occhioni azzurri evidenziati dal trucco che si è messa.
Dannazione, che begli occhi.
«Sì, a te?»
«Anche a me.»

Ripenso alle parole di Sergio nella nostra "discussione" avuta mesi prima e mi viene automatico chiedermi se sia vero che Emma provi qualcosa per me.
E, soprattutto, io provo qualcosa per lei che non sia amicizia? Voglio di più dalla ragazza davanti a me?

«Emma...» la chiamo.
Lei si gira a guardarmi.
«Dimmi.»
Sento che quello che sto per fare è sbagliato: una voce che viene dal petto mi ordina di fermarmi.
Ma, se non mi butto, probabilmente avrò un rimpianto che non potrò sopportare: meglio vivere senza ripensamenti. Ne ho già uno e non posso averne altri.
«È da un po' che volevo dirtelo, ma non ho mai trovato il coraggio di parlartene, vista la mia timidezza. Non so se sono pronto davvero per dirtelo, se devo essere sincero, ma tu mi piaci, Emma.»

Emma, Emma, Emma.
Perché ho la sensazione che avrei dovuto pronunciare un altro nome?

Lei mi sorride e mi prende il viso tra le mani.
«Anche tu mi piaci, Alessandro.»
Sorrido e le circondo la vita con le braccia, stringendola di più a me.
Senza pensare, in un gesto involontario, mi chino in avanti e la bacio, facendo incontrare le nostre labbra.

Lei chiude gli occhi e ricambia il mio bacio, portandomi una mano tra i capelli ricci.
Chiudo gli occhi e mi godo questo contatto con lei, mentre il mio petto diventa lentamente più leggero per la bella sensazione che sto provando.

Tuttavia, quando chiudo le palpebre, nella mia mente appare l'immagine di due occhi azzurri, tendenti al grigio, che mi guardano come se stessero guardando un traditore, come se avessi ferito i sentimenti del loro proprietario.
E quegli occhi non sono quelli di Emma.

Angolo Autrice
Non odiatemi ;)

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