Capitolo 18) Due testoni e una capanna
Avevo il fiatone e alcuni graffi sulle gambe, per fortuna lievi, tanto che sul tatuaggio non si vedevano, ma come già detto in precedenza, non ero una fan dell'attività fisica e della vita sana. Stavo seduta ore davanti ad un computer, uscivo a ballare qualche volta la sera, e mangiavo schifezze, tanto che i primi pasti decenti, da quando sono sola, li ho fatti grazie a l'angioletto, ovvero Ashley. Se mettiamo che prima ero anche una fumatrice accanita, allora la mia soglia di vita era veramente ridotta, per questo ho dovuto smettere almeno con quello, ma tornando alla me del presente, forse avventurarsi peggio di Lara Croft, non era stata un'idea brillante da parte mia.
Il mio senso dell'orientamento, senza dei cartelli che indicassero il nome della strada, si limitava a quello di un navigatore satellitare,e non credo che in questo posto troverò né la linea, né una strada secondaria.
Prendo un bel respiro, e continuo a camminare, se mi arrendessi per così poco non avrei il titolo di miglior testarda, quindi cerco di capire come potrebbe ragionare un cavallo, una follia, ma quali altre opzioni mi rimangono?
La prima volta che si è avvicinato a me aveva sete, ma è rimasto incuriosito, mentre la seconda era affamato e si è fatto persino toccare, come può un animale così maestoso ed elegante essere pericoloso. La società continuava a deludermi, ma non era questo il momento per farle la predica.
Mi rimetto in cammino fino a quando non sento uno sparo e corro nella sua direzione, sperando che non sia arrivata in ritardo, ma quando vedo il gruppo di Bob in lontananza, per fortuna, il cavallo non c'è.
"Non avevate detto di volerlo addormentare?!"
"Sta zitto Evans, il macellaio non lo vuole certo addomesticare."
"Maledetti bastardi."
Quindi Bob non voleva ucciderlo?O almeno, non con le sue mani, perché sembra che questo macellaio non sia solo uno stupido soprannome.
Sento un rumore di passi, o almeno credo, mi volto non trovando nessuno, ma continuo a muovermi cercando di orientarmi tramite il rumore, e poco più lontano finalmente lo vedo.
Mi avvicino frontalmente,cercando di evitare movimenti bruschi, altrimenti se si spaventasse potrebbe perfino travolgermi o darmi una zoccolata in testa e morire in questo modo non sarebbe soddisfacente per me.
Si accorge di me e nitrisce,indietreggiando, ma se continua a fare tutto questo rumore ci troveranno.
Alzo le mani e resto ferma, e per fortuna lo fa anche lui.
"Ehy, sono quella delle mele, eppure mi sembrava di aver letto da qualche parte che voi cavalli foste intelligenti."
E io che parlo con un equino invece? Sto uscendo fuori di testa in questo maledetto paese, però sembra che si ricordi di me, e si avvicina come poche ore fa, permettendomi di accarezzarlo di nuovo, ma nel farlo, noto una striscia di sangue percorrere la sua gamba destra anteriore. Devono averlo colpito di striscio, e se restiamo qui non ci vorrà molto che seguano le tracce di sangue.
"Senti, devi collaborare con me, quindi per favore, seguimi."
Arretro, continuando a tenere la mano in avanti riuscendo a farmi seguire, sorridendo di soddisfazione, a quanto pare sono brava con gli animali, peccato che con quella bestia dello sbirro non basta tendere una mano per farlo stare zitto.
Riesco ad allontanarmi dai cacciatori, ma una goccia che cade sul mio naso mi fa spaventare, e purtroppo sembra che non sia da sola. In pochi secondi inizia a piovere copiosamente e talmente tanto che mi è difficile orientarmi per tornare alla tenuta, ma la mia attenzione viene rapita quando sento il cavallo nitrire più forte e girandomi trovo un lazzo intorno al suo collo e seguendo la corda, Derek in sella che tira.
"Fermo!"
"Ferma tu!"
Continua a scalpitare cercando di liberarsi, ma sembra che il bestione dello sbirro non abbia alcuna intenzione di cedere. Esausto si calma e gli vado vicino per calmarlo.
"Che cazzo ti è saltato in mente?"
"Dovrei essere io farti questa domanda, sai che ti saresti potuta fare male?!"
"Non farmi la predica, stava per essere ucciso."
"Questo non cambia il suo destino, ora muoviti dobbiamo tornare."
"Hai intenzione di cederlo a quel tizio, il macellaio?"
"Il cavallo è suo, non sono affari nostri."
"In base a cosa dovrebbe essere ucciso, non mi ha fatto del male e sembra che si sia arreso a quella bestia che ti ritrovi."
"Questo solo perché Zeus è un Mustang più anziano, e non c'è nulla che tu possa fare, mettiti l'anima in pace e smettila con questo comportamento."
"Fanculo! Pensa a qualcun altro oltre che al tuo ego smisurato Derek!"
Sta per replicare ancora, quando la terra sotto ai miei piedi cede e in un attimo cado, trascinata da essa, riuscendo grazie ad un riflesso incondizionato ad aggrapparmi ad una radice e a piantare la punta delle scarpe nel terreno,guadagnando una fitta di dolore alla caviglia sinistra per il colpo.
"Nathalie!"
Fanculo, il mio nome lo dice solo quando rischio di fare il volo dell'angelo?
***
Derek
Il cuore aveva smesso di battere e per un momento avevo pensato che fosse veramente morta a causa del terreno scosceso che aveva ceduto all'improvviso, ma correndo verso il bordo, l'avevo trovata penzolante, mentre sotto di lei i detriti si erano depositati vicino al fiume in piena. Probabile l'acqua era troppa, dopo il periodo di siccità.
"Nathalie!"
"Sono ancora viva."
Il cuore riprende a battere e velocemente prendo un altra corda e la lego alla sella di Zeus, prima di calarla vicino a lei.
"Prendi la corda."
"Se lo faccio, cadrò di sotto!"
"La radice non ti terrà in eterno Nathalie."
"Non è che questo è un modo per sbarazzarti di me vero?"
"Nathalie."
La guardo, serio in volto ma allo stesso tempo attraversato da una palpabile paura e dopo un momento di esitazione si sporge per afferrare la corda, ma la il terreno è franoso e la radice inizia a cedere.
Si slancia e afferra la corda appena in tempo, ridandomi la facoltà di respirare. Fischio, facendola arretrare il cavallo, e tento una mano nella sua direzione e appena riesco ad afferrarla la stringo tra le mie braccia.
"D-Derek."
"Dannazione, mi hai levato dieci anni di vita ragazzina."
"Ho fatto un gran favore all'umanità allora."
Non perde la sua dannata ironia nemmeno dopo aver rischiato di cadere, ma sorrido, prima di alzarmi, ma quando tenta di farlo anche lei, si piega su se stessa toccandosi la caviglia.
"Ti sei fatta male?"
"No, nulla di grave."
"Se fosse così riusciresti ad alzarti, devi aver preso una storta, o una slogatura, ma restare qui è pericoloso."
Mi avvicino a lei e la prendo in braccio, fulminandola immediatamente, mettendo a tacere ogni tipo di protesta, per poi farla sedere sulla sella di Zeus, mentre prendo le briglie e mi incammino. Con questa pioggia cavalcare in due non avendo una chiara visibilità potrebbe essere pericoloso.
"Dove stiamo andando?"
"Dovrebbe esserci una capanna da queste parti."
"Ne sei certo?"
"Vuoi portarci tu fuori da questo casino per caso?"
Nessuna risposta e sospiro, e continuo a camminare nel tentativo di orientarmi, fino a quando dopo svariati minuti riesco a vederne la sagoma.
"Hai ancora dei dubbi ragazzina?"
Apro la porta ed entro,finalmente riparati dalla pioggia. Le vado incontro e la riprendo in braccio per farla scendere, e una volta che è in grado di stare in piedi su una gamba sola, lego i cavalli contro alcuni pali. Di certo,essendo circondati dalla paglia, non si lamenteranno.
"Eemm, Evans?"
"Che c'è?"
"L'acqua."
Abbasso lo sguardo e noto come passi da sotto la porta, restare con i piedi nell'umidità non aiuterà di certo. Stavolta me la carico sulle spalle, facendola urlare per l'improvviso gesto mentre mi avvio verso un scala e salgo al piano di sopra.
La deposito sulla paglia e finalmente rilasso i miei muscoli. Passato tutto questo, resta solo un imbarazzante silenzio, che viene presto rotto da uno starnuto da parte della ragazzina.
"Dovresti toglierti i vestiti, rischi di cadere malata."
"Meglio malata che vista da te."
"Nathalie."
Sussulta, e credo perché non sia abituata a sentirmi chiamarla con il suo nome, ma sembra che non abbia alcuna intenzione di seguire il mio consiglio, tanto peggio per lei.
Levo le scarpe, la maglia e calo i pantaloni, io di certo non voglio svegliarmi con la febbre domani mattina e guardandola con la coda dell'occhio, la trovo impegnata a fissare un punto impreciso, con le gote leggermente arrossate.
Mi siedo di schiena rispetto a lei , forse alla fine tutta quella spavalderia che ha dimostrato da ubriaca era un'altra facciata, o forse sono io la causa, fatto sta che capisce il mio gesto e sento i suoi vestiti appesantiti dalla pioggia cadere sulla paglia.
Di nuovo il silenzio a farci compagnia ogni tanto spezzato dai nitriti dei cavalli, ma all'improvviso sento un singhiozzo e girandomi vedo le ali di farfalla sulla sua schiena tremare.
"Ragazzina?"
"Dannazione fino a cinque minuti fa sapevi come mi chiamavo."
"Nathalie."
"Che c'è?"
"Guardami."
"No, stammi lontano, voglio stare da sola."
"Stai tremando."
"Non è niente, passerà."
"Se vuoi che ti chiami con il tuo nome, smettila di comportarti da ragazzina."
Le sono vicino e prima che possa dire altro, la circondo con le mie braccia e i singhiozzi si fanno più forti, alla fine prova paura come qualunque essere umano, e sinceramente ho avuto paura anche io che sarebbe stata l'ultima volta per poter litigare con lei.
La pioggia continua a scendere copiosa e quando si calma, si volta verso di me, e vedere il reggiseno di pizzo nero, aderire come una seconda pelle al suo seno, una scarica elettrica attraversa la mia schiena diretta al mio pene, ma cerco di darmi una regolata, o almeno è quello che penso.
"Gr-grazie Derek."
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, proteggerti è il mio lavoro."
"Ed io che pensavo che adesso fossi meno stronzo nei miei confronti, quasi sembrava che ti fossi preoccupato per me prima."
La guardo negli occhi e lei guarda i miei, prima che vedo il suo sguardo spostarsi sulle labbra, o forse sono io quello che gliele guarda per prima.
Allunga una mano contro il mio petto e i muscoli vanno in tensione contro la sua pelle morbida, ma la tiene ferma lì, mentre schiude leggermente le labbra e il mio corpo non c'è la fa più. Le prendo la nuca e la bacio sorprendendola in un primo momento, ma appena cerco la sua lingua si fa avanti e basta questo per mandare completamente in tilt il mio cervello.
*in un angolino pervy inizia a sfregarsi le mani*
Chi ha aperto la gabbia?!
*l'ho scassinata, muahahaha. *
Devo murarti la prossima volta 🤣
Commentate e votate
Baci baci
Manu
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro