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Capitolo 16) Babbo Natale in camicia hawaiana e infradito

Un trapano in funzione, ecco cosa mi sembrava di avere dentro la testa. La luce del sole filtra nella mia stanza, ma brucia come se la vedessi per la prima volta dopo molto. Nascondo la testa sotto al cuscino e cerco di metabolizzare quanto abbia fatto schifo la sera precedente, quando vengo colta da un conato e sono costretta ad alzarmi per correre in bagno.
Alzo la tavoletta e faccio in modo che i miei capelli non finiscano nel water, prima di buttare fuori anche l'anima e tutta la tequila che avevo ingerito.
Tirolo scarico e poggio la testa contro il muro cercando di far smettere quel suono fastidioso che sta tartassando i miei timpani.
Ho fatto veramente schifo ieri sera, e da troppo non mi sentivo così una merda, credo di aver ottenuto l'effetto sperato.
Cerco di rimettermi in piedi e quando vedo il mio riflesso allo specchio,quasi non mi prendo un infarto, il trucco colato, il viso più pallido dei capelli e quest'ultimi sono tutti arruffati. L'immagine della perfezione.
Tento di rendermi presentabile, ma non sono ancora in grado di fare miracoli, e dopo essermi lavata la faccia e pettinata i capelli,passo del fondotinta e la cipria, evitando mascara e matita,preferendo un paio di occhiali da sole.
Gli occhi non smettono di bruciare e nemmeno il mal di testa sembra avere voglia di prendersi una vacanza, l'unica soluzione è chiedere un'aspirina ad Ashley e quando scendo al piano di sotto, la trovo più o meno, nella mia stessa condizione.
Si tiene la testa tra le mani, massaggiandosi le tempie, mentre vedo la medicina di cui ho bisogno sul tavolo.
"Ehy,a quanto pare non sono l'unica che avrebbe preferito non svegliarsi."
"Buongiorno,puoi dirlo forte, quasi volevo chiedere a mio padre di accompagnare Tim a scuola, ma avrebbe sospettato che sua figlia si è data alla pazza gioia ieri sera."
"In fondo è solo la verità, un po' di divertimento non farebbe male nemmeno a quel cavernicolo di tuo padre, senza offesa."
"Tranquilla, so che ti avrebbe fatto questo effetto."
"Sai com'è sembriamo due poli opposti, ma parlando di cose serie, posso prendere anche io un'aspirina? Prima che decida di darmi una botta intesta per far smettere il dolore?"
"Ti prendo un bicchiere."
Versa dell'acqua e aspetto chela pillola si sciolga totalmente, per poi ingerirla e aspettare che faccia effetto presto, altrimenti l'idea di tagliarmi la testa sarà sempre più allettante.
"Curiosità,chi ci ha portato a casa?"
"Tuo fratello, se non sbaglio, ma per come ero messa, sarebbe potuto essere Babbo Natale in camicia hawaiana e infradito."
Le strappo un sorriso, mentre vaghi ricordi iniziano a illuminare il buco nero causato dalla tequila. Riempio il bicchiere, sentendo la bocca asciutta eri pensando alla movimentata serata, ricordo che ho toccato il pacco ad una persona, o a due, ma se la prima era nel locale, la seconda era su un letto, e questo porta ad una semplice conclusione.
In camera mia non c'erano preservativi usati, quindi il mio record di astinenza ancora non è stato battuto, ma dato che il vecchio cavernicolo non me lo farei manco sotto tortura, e se penso al moccioso rischio di vomitare di nuovo e di denunciarmi da sola per pedofilia, l'unico maschio che mi porterei a letto volentieri, ma allo stesso tempo ammazzerei con le mie mani è lo sbirro.
Vorrei prendermi a schiaffi da sola, ma Ashley potrebbe pensare che io sia matta, nonostante sia vero, ci manca solo che mi rinchiudano in un centro psichiatrico.
Sospiro, e cerco di spremere le meningi , cercando di ricordare se gli abbia detto qualcos'altro,oltre avergli toccato il cazzo.
Guardo la mia mano e vorrei tagliarla , ma adesso si che mi torna in mente un informazione utile,c'è l'aveva grosso.
Poggio la testa sul tavolo e sospiro di nuovo, prima di alzarmi per trovare qualcosa di commestibile che non provochi mal di stomaco, date le mie condizioni.
Prendo delle mele e due le sistemo nelle tasche del pantaloncino a tuta che indosso, prima di chiudere la felpa e avviarmi fuori.
"Se vuoi ti cucino qualcosa."
"No, non preoccuparti, credo che andrò a dormire in un posto tranquillo qui vicino."
"Dove di preciso, così se mio fratello mi chiede qualcosa non darà di matto?"
"Preferirei non vederlo più, ma se proprio devo, c'è un lago poco distante."
"Okay,ho capito, non tornare troppo tardi."
"Sei tornata in modalità mamma."
La preferivo ubriaca e ridente,ma purtroppo è stata cresciuta con dei principi, quasi la invidio,forse a quest'ora potrei essere da tutt'altra parte, essere una ragazza che lavora onestamente, prossima ad un noioso matrimonio con un collega con cui sarei uscita per anni, prima di fare il grande passo... Quasi mi viene voglia di vomitare di nuovo questi pensieri diabetici.
Raggiungo l'angolo di paradiso,immacolato e isolato come sempre, prima di sedermi sul prato e lasciarmi cullare dal rumore dell'acqua che impatta sulla superficie del lago.
Se fosse possibile, farei costruire una casa proprio qui, un po' stile baita, tutta di legno e con un pontile che mi permetta di buttarmi in acqua tutte le mattine,che faccia freddo o caldo.
Con la testa non sto tanto bene,ma questo si era capito.
Mi sdraio e osservo i rami mossi dal vento, mentre mi torna in mente anche che, purtroppo, ieri sera ho anche baciato lo sbirro.
Stava andando tutto fuori controllo e se di solito amavo che le cose non avessero significato, se di mezzo c'era Derek Evans, avrei preferito mettere dei paletti irremovibili.
Sento un rumore e aprendo un occhio, mi ritrovo di nuovo l'imponente cavallo nero intendo a fissarmi.
"Cos'è,per caso hai un debole per me?"
Non si muove di un centimetro,di certo non posso pretendere che mi risponda.
Prendo una delle mele di riserva che mi ero portata, e la faccio rotolare per terra verso la sua direzione. Stavolta non è diffidente come la settimana scorsa, e si avvicina per mangiarla in due morsi, prima che torni a guardarmi.
"L'altra se permetti, vorrei mangiarla io, sai ho saltato la colazione."
Nitrisce e mentre sono intenta ad ignorarlo, mi ritrovo il muso davanti ai miei occhi e se in un primo momento sono tentata di urlare, penso che farlo spaventare e ricevere uno zoccolo in testa non sia molto allettante.
"Va bene , hai vinto, facciamo a metà, però poi non ho più niente."
Mangio la mia parte, ma continuo a sentirmi osservata e alla fine cedo l'ultimo pezzo rimasto alla bestiola, riuscendo ad avvicinarmi con la mano, per poterlo accarezzare.
"Sembra che se ti offrono da mangiare diventi più socievole eh?"
Il manto è liscio e stranamente morbido, ma vedere i suoi occhi puntati nei miei trasmette una strana sensazione, come malinconia, prima che si alzi di scatto con la testa e corra verso gli alberi fitti sparendo dalla mia visuale.
"Un posto più lontano no, ragazzina?"
Quasi, quasi, seguo l'esempio del cavallo e me la do a gambe anche io, ma pensando alla differenza di altezza tra me e lo sbirro, probabilmente gli basterebbe camminare per stare al mio passo.
Sospiro, anche oggi mi tocca affrontare il brutto orco cattivo, non stavo più nella pelle per l'occasione.

***

Derek

Non si volta subito, mi da le spalle per qualche minuto prima di mostrarmi il viso coperto da un paio di occhiali, sembra che la sbronza l'abbia sentita più che bene stamattina.
Sbuffa e torna ad ignorarmi,mentre mi avvicino fino a sovrastarla.
"Che vuoi sbirro?"
"Non sei tu il genio tra noi due?"
"Se pretendi delle scuse per ieri sera, allora puoi andare a farti fottere, ti riesce bene a quanto ne so."
Ed ecco che entra in modalità stronza, quella parte di lei che mi fa passare la voglia di restare calmo e di sopportarla.
"Sono sicuro che tu sia più brava di me."
"Per caso vuoi provare? Ah no, scusa non sei il mio tipo, troppe regole,andrebbe a finire che se non le segui anche a letto ti potrebbe venire un attacco di panico."
"Sei proprio insopportabile, ragazzina."
"Mai quanto te, ora, perché sei venuto a scassarmi le ovaie anche qui?Era un angolo di paradiso fino a cinque minuti fa."
Si alza e si leva gli occhiali,e dopo aver chiuso gli occhi a causa della luce, mi guarda incazzata nera, e io non sono da meno.
"Dobbiamo provvedere alla tua debolezza."
"Eh?Per caso anche tu ieri sera ci sei dato dentro con l'alcol?"
"Sono serio, devi imparare a difenderti in qualche modo."
"E tu ti saresti offerto volontario a farmi le lezioni? Qualcosa non torna, sento che hai un altro scopo sbirro."
"Io ti attacco, tu cerca di difenderti."
"Ecco cos'è che puzzava, il tuo istinto sadico nei miei confronti."
Aggrotto le sopracciglia e avanzo di un passo nella sua direzione, ma con un balzo prende di nuovo le distanze e sembra che abbia capito che non sto affatto scherzando, se mai dovesse capitare di perderla di vista, deve essere in grado di sopravvivere il necessario per permettermi di rintracciarla.
"Qui?Non possiamo giocare a Karate Kid nel cortile di casa tua, dove tua sorella o tuo padre possono vedermi?"
"Appunto per questo che non ci alleniamo là, come lo spiegheresti senza menzionare il tuo coinvolgimento con Lopez?"
"Merda,non ti fare venire strane idee, come nascondere il mio cavallo sul fondo del lago."
"Sono un poliziotto, non uno dei criminali che frequenti."
"Non tutti sono criminali."
Stanco di perdere tempo la attacco con un pugno, e riesce ancora a schivarlo, ma il successivo arriva alla bocca dello stomaco. La colpisco, ma trattengo parte di forza, in modo tale da non ferirla più del necessario.
Tossisce e se uno sguardo potesse uccidere, ora sarei già sottoterra.
Si leva la felpa, restando in canotta e posa gli occhiali sul suo indumento, prima di assumere una specie di posa di difesa, ma che presenta aperture in ogni lato.
"Ancora non ci credo che stai tentando di insegnarmi questa cosa."
"Autodifesa."
"Io sono più brava a nascondermi."
"Questo non basterà se finirai in una situazione di pericolo."
Stavolta tenta lei di fare la prima mossa, ma afferro il suo braccio portandolo dietro la sua schiena, mentre con la mano libera stringo la presa attorno al suo collo.
Tenta di liberarsi, di colpirmi con il gomito, ma non ha abbastanza forza per farmi male.
Sbatte con la mano sul mio braccio, per farmi capire che sta avendo problemi a respirare, ma se dovesse essere un aggressore di certo non si fare scrupoli a spezzarle il collo.
Sto per lasciarla andare quando,cogliendomi di sorpresa, prende spazio spingendosi in avanti e capendo troppo tardi le sue intenzioni, alza la gamba di tacco,colpendomi alle palle, mozzandomi il respiro.
La lascio andare e poggio le mani sulle ginocchia, mentre mi sembra di vedere tanti colori passarmi davanti agli occhi.
Tossisce, ma devo prendermi più tempo del dovuto per non urlare.
"Fanculo!Che cazzo stavi pensando di fare strozzandomi?!"
"Tu..."
"Che c'è ? Ti ho fatto la bua stronzo, no perché se anche fosse sono pronta a colpirti la palla destra, oppure dovrei approfittare della situazione prendendoti a calci in faccia?!"
Torno in posizione eretta, e la divoro con lo sguardo, ma sembra che anche lei non sia da meno.
"Adesso ti conviene scappare ragazzina, sono seriamente incazzato."
"Sei stato tu a dirmi di difendermi!"
"Tre..."
"Sai che c'è, ti ho ferito nell'orgoglio."
"Due..."
"Non è che ti preoccupa il fatto di non poterlo usare con le tue amiche?Che peccato..."
"Uno..."
"Fanculo Derek Evans."
Corre, capendo che il mio non era uno scherzo e parto all'inseguimento, sapendo che se la prendo stavolta , potrei seriamente tagliarle la lingua in modo tale che la smetta di usarla provocandomi, credo che ormai l'abbia presa come una sfida quella di farmi perdere il controllo.

Beh ho accontentato qualcuno con quel calcio😂😂😂
Comunque volevo informarmi che è stato creato un gruppo istagram:
MadManuelaFamily
Dove io e altre ragazze cercheremo di pubblicare citazioni, titoli di libri a cui siamo particolarmente affezionata e scambi di lettura. Se vi interessa fateci un salto😂😘😘
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Manu

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