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Capitolo 14) Ero caduta veramente in basso

Il vento tiepido accarezza la mia pelle, muovendo i capelli legati in una coda di cavallo, mentre per qualche minuto mi perdo a vedere l'orizzonte.
Abituata a vivere immersa nei grattacieli, mi ero dimenticata di cosa si provasse a vivere in mezzo alla natura, dato che l'unico spazio verde era Central Park.
Sospiro e riprendo ad armeggiare con i cavi elettrici, mentre sotto vedo due teste guardarmi curiosi e preoccupati. Dopo che lo sbirro mi aveva di nuovo destabilizzata, avevo immerso la mia faccia nell'acqua fredda,per poi uscire e riprendere il lavoro lasciato in sospeso. Quindi orami ritrovo ad un'altezza da vertici, mentre cerco di portare la tenuta Evans verso il progresso tecnologico, ovvero avere una buona linea internet.
Collego gli ultimi cavi e prendo il telefono per entrare nel mio sistema informatico e avviare la rete.
Attendo il download e una volta riavviato, arriva la connessione. Esulto mentalmente e alzo il pollice per avvertire Bob e Ashley, prima discendere lentamente con tutta l'imbracatura a cui ero allacciata,fino a toccare terra.
"Ci sei riuscita per davvero?"
"Avevi dubbi? In fondo la tecnologia è il mio pane quotidiano."
Già, e poco mi mancava ad avere un infarto non avendola al mio fianco.
"Penso che sia uno spreco di tempo."
Fulmino con lo sguardo il vecchio cavernicolo, mi manca solo che si metta a farmi la predica.
"Papà!"
"Va bene, potrebbe tornarci utile, ma adesso dato che sembra che te la cavi in queste cose, vuoi provare a riparare un trattore?"
"Eh?Guardi che non sono mica un meccanico."
"Quindi le tue capacità sono limitate all'uso investigativo e alla creazione di piccoli aggeggi?"
Dannato bastardo, sta facendo leva sul mio orgoglio. Stringo le mani lungo i fianchi e sorrido falsamente , tentando di darmi una calmata.
"Voi maschi Evans mi farete venire l'ulcera. Fammi vedere questo trattore allora!"
Sorride vittorioso, mentre Ashley tenta di consolarmi con una pacca sulla spalla, ma peggiora solo il mio nervoso, che in questi giorni si sta immagazzinando in modo sproporzionato.
Tutta la questione di Lopez non bastava a rendere un inferno la mia vita, e mi sto pentendo ogni singolo istante di non essere sparita dalla circolazione, quando ne avevo l'occasione.
Frequentare lo sbirro stava diventando più difficile secondo le prospettive che mi ero immaginata, a causa della mia frustrazione sessuale e del suo caratteraccio lunatico e scontroso.
Tornando al presente, io e il vecchio Evans, raggiungiamo un capannone che ancora non avevo esplorato , e quando lo apre mi ritrovo davanti un trattore che per mia fortuna, risale a tempi più recenti.
"Ecco qua, divertiti Nathalie."
"Senz'altro."
Un hacker come me che aveva svuotato conti in banca di persone pericolose e potenti, ora si ritrova ad aggiustare un trattore. Ero caduta veramente in basso.
Prendo la cassetta degli attrezzi e lego camicia in vita, restando in canotta, prima di smontare il telaio che copre il motore, e vedere dove debba mettere le mani.
Mi reputo una persona intelligente dato il mio lavoro e fare il meccanico non dovrebbe essere così difficile, o almeno spero.
Dato che adesso ho la linea cerco anche il modello del trattore e la struttura del suo motore vista in parti smontate. Memorizzo velocemente i vari pezzi e leggo quali possano essere i diversi motivi per un suo malfunzionamento e fatto ciò, inizio a smontarlo.
Pulisco i fusibili, e guardo accuratamente le valvole, trovandone una allentata e la centralina ammaccata da un lato. Ora i motivi diventano più di uno, ma non mi lascio abbattere e continuo il mio lavoro, sporcandomi di olio di motore e maledicendo il vecchio Evans per questo.
Sono intenta a rimontare i pezzi, quando un gemito arriva alle mie orecchie. Credo di essermelo immaginato , quando ne sento un altro.
"D-Derek...ah-ah"
Stringo la chiave inglese che ho in mano e un sentimento di rabbia si fa largo in me.
"Quanto mi sei...ah-ah...mancato."
Respiro profondamente, tutto questo non ha senso. Lo sbirro può scoparsi chi vuole, non sono affari miei, eppure la voglia di spaccargli la testa diventa sempre più opprimente.
Stavo solo giocando con me, ne sono sicura, e io facevo altrettanto perché mi divertiva provocarlo,ma qualcosa è andato storto.
Stufa di sentire i gemiti di quella cagna, sbatto la chiave inglese contro il metallo del cerchione della ruota, mettendo fine al suo guaire, per tornare a lavorare in silenzio.
Tra tutti i posti disponibili,proprio dietro a questo capannone dovevano venire?!
Cerco di distrarmi, tornando al motore , quando dei passi mi avvertono che non sono più sola.
"Che ci fai qui ragazzina?"
Lo guardo con la coda dell'occhio , trovandolo con ancora la faccia di uno fresco di una rilassante scopata.
"A te che sembra sbirro? Di sicuro non mi sto divertendo."
La mia allusione è voluta, ma resta comunque impassibile, anzi, probabilmente riesco ad irritarlo,dato lo sguardo che mi sta mostrando.
"Intanto mi hai rovinato la scopata."
"Io?E come avrei potuto?"
"Non fare finta di non capire ragazzina."
"Mi è scivolata la chiave inglese, e se proprio vuoi saperlo esistono le camere da letto, questo se non sbaglio potrebbe essere visto come atti osceni in posti non adatti, correggi se sbaglio, sai con le regole io non vado molto d'accordo."
Gli do le spalle, e me ne pento, non appena afferra il mio braccio per costringermi a guardarlo.
"Smettila con questo atteggiamento da strafottente."
"Ma vai a fanculo! Io mi comporto come voglio, con chi voglio, non devo farne conto a te!"
Stringe di più la presa e sembra seriamente incazzato.
"Sai evito di picchiare le donne, ma tu mandi a farsi fottere tutti i miei buoni propositi."
"Azzardati ad alzare un dito contro di me e te ne farò pentire."
Tengo pronta la chiave inglese nella mano libera, mentre resta a fissarmi negli occhi, prima che accada l'impensabile.
Afferra la mia nuca e le sue labbra toccano le mie prepotenti.
Sgrano gli occhi e tento distaccarmi, ma il suo sguardo diventa più cattivo e morde il mio labbro inferiore, facendomi sussultare.
Infila la lingua nella mia bocca a cercare la mia e sento la testa pronta ad esplodermi, aggrovigliata in un nido di pensieri.

***
Derek

Dovevo stare lontano da lei,trattarla come un qualunque testimone, per questo appena Tyna si era presentata alla tenuta, l'avevo trascinata verso il capannone dove teniamo gli oggetti poco usati, per sfogarmi di questi giorni.
Non le avevo dato il tempo di parlare ed ero entrato dentro di lei, dopo essermi messo il preservativo, senza cerimonie.
Era quello che voleva anche lei,quindi non avrei dovuto nemmeno scusarmi una volta finito.
Si stringeva attorno al mio pene e ansimava senza ritegno. Aveva tentato più volte di baciarmi, ma certi sentimentalismi non erano appropriati al momento, e deviavo lemie labbra sul suo collo per morderlo e quando ormai ero arrivato al limite , un suono metallico mi aveva fatto sobbalzare sul posto.
"Cos'è stato ?"
Non rispondo a Tyna ed esco da lei per rimettermelo nei pantaloni.
"Ehy,perché ti sei fermato?"
"Mi è passata la voglia, datti una sistemata e vattene, prima che torni Ashley."
Ignoro le sue ulteriori proteste e quando si allontana, vado a controllare chi è lo stronzo di turno,quando affacciandomi nel capannone aperto la vedo.
Quella dannata ragazzina proprio qui doveva trovarsi.
Ha la fronte corrucciata, come se stesse pensando a qualcosa, la pelle imperlata di sudore tanto che la canottiera è aderente come una seconda pelle, e qualche macchia d'olio sui pantaloni.
La faccio incazzare come sempre,e lei ricambia facilmente, sono talmente preso dalla rabbia per il suo modo di rispondermi che trovo un ottimo metodo per farle stare chiusa quella dannata boccaccia.
La guardo dritto negli occhi e per quanto tenti di allontanarsi è inutile. Prova a mordere il mio labbro , ma ne approfitto per stringerla di più e cercare la sua lingua.
Batte la mano sul mio petto e alla fine mollo la presa, facendole perdere l'equilibrio tanto da cadere per terra.
Mi guarda con occhi fuori dalle orbite, mentre mi piego sulle ginocchia per prenderle la coda di cavallo e avvicinarla al mio viso.
"Hai perso la tua strafottenza adesso, ragazzina?"
Mi odia, e io odio lei, e i suoi movimenti sono scontati. Alza il braccio per colpirmi in viso, ma le blocco il polso sorprendendola.
"Lasciami, maledetto bastardo. Chi credi di essere?!"
"Quello che ti pare il culo."
"Che cazzo vuoi allora da me? Questo gioco non mi piace!"
"Perché non riesci a tenerne le redini?"
Le sue guance sono arrossate e il petto si muove velocemente, potrei continuare a torturarla, ma mi alzo e mi allontano, guardandola mentre stringe il pugno sul suo addome .
"La prossima volta non rovinarmi la scopata, intesi?"
Me ne vado, ma ripenso alle sue labbra , al suo viso, al sapore, e a come il suo corpo si fosse modellata contro il mio, nonostante le differenze di stazza. Devo stare calmo, e credo che il messaggio di starmi lontano le sia arrivato, o almeno spero, anche se sono sempre più convinto che questa cosa mi stia sfuggendo di mano.


Boom, limonata nel capannone 😂😂😂
Prossimo capitolo vedremo una Nat alquanto, come dire, ubriaca d'amore 😂😂😂😂😂
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Manu

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