Capitolo 12) Dimenticavo che tu credi di essere Terminator
La giornata si era conclusa con una cena, troppo abbondante, per gli standard a cui ero abituata. Ashley se n'era uscita con una sgridata da madre, e solo dopo aver dato il meglio di se, si è resa conto che non stava parlando a Timothy, ma ad una estranea da poco parassita della casa. Avevo una grande autostima vero? Che dire, se avessi potuto scegliere il mio superpotere, avrei scelto l'invisibilità. Potevi fare quello che volevi senza essere visto e nessuno ti rompeva le palle. Peccato che non lo possedessi, a quest'ora, mi sarebbe stato molto utile.
Finita la cena ero salita in camera, e mi ero rilassata sotto alla doccia, pensavo che la giornata movimentata fosse finita, ma mi sbagliavo,qualcuno voleva ancora farmi la paternale.
Con l'asciugamano legato al seno e i capelli bagnati sulle spalle,credevo di trovarmi di nuovo Ashley, ma vedere lo sbirro mi aveva fatto perdere un battito.
I suoi occhi non erano rivolti al mio viso, ma al solco dei miei seni e probabilmente, stava seguendo alcuni gocce d'acqua depositarsi sul asciugamano, prima di rivolge la sua attenzione a me.
"Se vuoi torno dopo."
"No, puoi entrare, non credo che verrò assalita, vero?"
Lo avevo lasciato fermo sulla soglia della porta, e mi ero persa la sua espressione, ma respirare la sua stessa aria, diventava ogni giorno più difficile, e siamo tipo ad una settimana?
Preso il pigiama che usavo di solito, mi ero rifugiata nel bagno, mentre Evans si era accomodato sul letto.
Iniziavo a non capirci niente, e odiavo non poter capire le persone. Mi aveva trattata male, molto, sentivo che mi giudicava in ogni momento, ma allo stesso tempo,qualcosa stava cambiando, il problema era capire se in me o in lui.
Indossati gli shorts a tuta e la maglietta nera, speravo solo che non si accorgesse che sotto non portavo niente per comodità e, con i capelli ancora umidi, avevo aperto la porta, trovandomelo nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.
"Sei qui per rimproverarmi? Mi sembra che tua sorella abbia già fatto abbastanza."
"Ash non sa chi sei tu in realtà, e ti ha sgridato come amica, io lo farò come poliziotto coinvolto in una protezione testimoni che non ha voluto, ma che è stato costretto ad accettare per mandare in cella Lopez."
"Dai, non l'avevo notato, sarà un discorso lungo? Perché avrei sonno, non sono abituata a tutto questo."
"Continui a fare la bambina viziata."
"E questo ti da fastidio?"
Si alza, sovrastandomi in tuttala sua altezza, facendomi indietreggiare di un passo, e vedendo il mio gesto non si avvicina oltre.
"Tu lo sai che mi da fastidio, ma continui a farlo. Cosa speravi di ottenere scappando in quel modo? Un bracciale speciale per non farti allontanare da questa casa?"
"Avevo bisogno di stare da sola, non sono abituata a trattare con le persone, o meglio con gli sbirri come te."
"Come me? E come sarei?"
"Arrogante, presuntuoso, maschilista."
"Davvero? Tu invece sei scontrosa, non ascolti mai quello che dico e fai di testa tua."
"Si chiama essere umani, hai presente? Ah no scusa, dimenticavo che tu credi di essere Terminator con lo sguardo sempre corrucciato e gli addominali in bella vista."
Alza il sopracciglio e odio quel movimento , come a dire non ho capito, quando invece ha capito benissimo.
Sbuffo e raccolgo i capelli bagnati in una coda, pur i tenere le mani impegnate.
"Io in tutta questa storia posso solo essere accusata di aver lavorato con le persone sbagliate, ma per te è indifferente non è vero? Per te esiste solo il bianco e il nero, ma sei sicuro che tu sia stato sempre dalla parte della legge? Qualche bastardo l'avrai ucciso di sicuro, mentre io ho solo rubato dei dati."
"Soldi in dati, è diverso, e io ammazzo quelli che preferiscono la morte pur sapendo che non hanno scampo."
"Ancora a puntarmi il dito contro, ma avete mai trovato quei soldi? Non mi sembra."
"Cambierebbe qualcosa? Non erano tuoi e li hai presi."
"A persone che se li sono guadagnati sulle spalle di lavoratori onesti, con le mani imbrattate di sangue. Sto perdendo solo fiato con te, alla fine non cambia nulla vero? Gira e rigira la colpa è sempre mia."
Sono stata vittima dei pregiudizi da sempre, e continuo ad esserlo, ma vorrei che per una volta, qualcuno provasse per davvero a conoscermi. Continua a fissarmi e rilascio un lungo respiro, me la prendo proprio con la persona sbagliata.
"Credo che abbiamo finito, puoi andartene, sono stanca e vorrei riposare. Non scapperò più senza dire niente se questo basta dal tenerti il più lontano possibile da me."
Evito di guardarlo, ma sono sicura che in questo momento i suoi occhi sono fissi su di me. Sono veramente stanca, di avere a che fare con Derek, assorbe il novanta percento delle mie energie.
Muove dei passi fino ad entrare nella mia visuale. Non mi rendo conto di star trattenendo il respiro, fino a quando se ne va, senza aver detto niente.
Tutta colpa dell'astinenza, e della scarsa presenza di ragazzi con un minimo d'intelletto nei paraggi. Questo non va affatto bene.
***Derek ***
Ormai era notte fonda, ma non riuscivo ad addormentarmi, forse a causa del scarso livello di alcol nelle mie vene. Avevo la perso l'abitudine coricarmi senza prima non aver bevuto almeno una bottiglia di whiskey, o brandy. Stufo di girarmi nel letto senza ottenere alcun risultato, scosto le coperte e scendo al piano di sotto rovistando nella riserva di mio padre. Probabilmente l'indomani si sarebbe incazzato con me, ma sarebbe bastato ricomprargli gli alcolici per fare la pace, credo che ormai avessi raggiunto gli anni giusti per acquistare alcolici senza finire al fresco per una notte. In passato ne avevo combinate di cotte e di crude e ripensare a quei momenti mi riporta al discorso che la ragazzina mi aveva fatto prima. Non ne avevo voluto sapere di risponderle, non trovando altro da aggiungere. Io avevo ragione, lei torto, ma se non mi stesse mentendo? Questo porterebbe ad altre ipotesi che cambierebbero il suo collegamento con Lopez. L'obbiettivo restare sempre quello di sbatterlo in carcere, per poi buttare la chiave, lei era un testimone, ma quell'aria di mistero che la avvolgeva spingeva il mio istinto di poliziotto a scoprirne di più.
Bevuti cinque bicchieri buoni,era arrivata l'ora di far riposare la mia carcassa, ma salendo le scale, era impossibile non passare di fronte alla porta della ragazzina, lasciata socchiusa.
Stavo per chiuderla, quando un gemito arriva alle mie orecchie.
Mi guardo intorno, ma nel corridoio non c'è nessuno se non io e pensando che l'alcol mi stia facendo brutti scherzi, sto per andarmene, quando ne sento un altro.
Apro di più la porta, cercando di non fare rumore e mi si secca la gola quando vedo Nathalie intenta a masturbarsi.
Ha la faccia premuta contro il cuscino cercando di attutire il rumore, mentre si massaggia il seno con la mano destra. Le labbra leggermente schiuse e l'altra mano impegnata a massaggiarsi da sopra la tuta del pigiama.
Ingoio a vuoto e non riesco ad andarmene, mentre sento una fitta al ventre e il mio cazzo inizia a stare stretto nelle mutande.
Continua a toccarsi fino a quando non si gira, abbassando il pezzo di sotto, facendomi scoprire che non portava la biancheria intima. Ho lo sguardo fisso sulla sua mano che continua a toccarsi, anche se non ho una visuale totale.
Inclina la schiena e trema fino alla punta dei piedi, prima di riprendere fiato girandosi di lato, regalandomi la vista del suo sedere, che sembra quasi essere una pesca, bianco con parte di pelle arrossata sotto alle natiche.
Impreco mentalmente e chiudo la porta per correre nella mia camera e riprendere fiato.
Ho ancora il cazzo drizzato, ela testa leggera per via dell'alcol e non potendo dormire con l'erezione prendo anche io a massaggiarmi, con veloci movimenti cercando di pensare ad un'altra donna, ma ogni volta che ci provo nella mia mente prendono posto dei lunghi capelli bianchi, quegli occhi che cercano sempre di sfidarmi e le labbra schiuse, mentre tenta di trattenere la voce. Quanto vorrei poterle fare capire che con me non si scherza.
Vado più veloce fino a quando non vengo, sporcando il pavimento.
Con il fiato corto cerco di darmi un contegno e di pulire, ma quello che ho appena fatto, è totalmente sbagliato, quella donna non può diventare il mio pensierose sessuale.
Mi ero ripromesso di starle lontano e di continuare a comportarmi da poliziotto, ma sono un uomo anche io e se vedo una donna masturbarsi è normale eccitarsi.
Questa, comunque, doveva rimaneva la prima e l'ultima volta che mi toccavo pensando a lei, o avrei rovinato il mio lavoro.
Da domani, sarebbe stato meglio,per il mio cazzo, riallacciare i rapporti con Tyna, o chiunque altra per tenerlo impegnato durante questa permanenza forzata.
Pervy sorride in un angolo peggio dello stregatto....
😒😒😒 Torna nella gabbia
Scordatelo muahahah 😈😈
😂😂😂
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Manu
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