CHAP 5: RAINBOW
Ero imbarazzato, imbarazzato forte. Il mio viso era caldo, il mio cuore batteva forte e irregolarmente. Anche lui sembrava arrossire, anche se la sua pelle era ancora grigia. Le mie mani erano strette nelle sue. "Sei scemo o cosa?" fu tutto quello che ero riuscito a dire, distogliendo lo sguardo. Lui prese il mio mente tra pollice e indice e rivolse il mio volto verso di lui "Ehi. Diventiamo fidanzati?" chiese. Io lo guardai mezzo sorpreso nei suoi occhi, rossi pure quelli. Esitai un attimo, per capire cosa cazzo stava accadendo, poi annuii. Kirishima sorrise felice e poi mi trascinò via. Non avevo la più pallida idea di dove stessimo andando. Alla fine finimmo in un molo (perchè ho deciso che era un città di quelle col mare). Ci sedemmo su quel pontile. Tutto il tragitto era stato silenzioso. Era sera, verso le sei, il mare era tranquillo e deserto, si udiva solo qualche gabbiano e il suo delle onde che si frantumano. "Perchè siamo qua?" domandai ancora una volta confuso. Lui mi guardò e rimase in silenzio. Mi mise un braccio attorno alla spalla e si avvicinò a me. Con le sue dita giocava con i miei capelli sulla nuca. Le sue dita sfioravano il mio collo e mi facevano rabbrividire. Non avevo mai ricevuto quel tipo di affetto e gesti. Sentivo dentro di me una strana sensazione. Sapevo che non lo amavo ancora tantissimo, ma sentivo crescere sempre più qualcosa dentro di me, una emozione sconosciuta. Ci fissammo negli occhi ancora. In quello sguardo sentivo parole non pronunciate, sentivo intesa e chimica, un genere strano di elettricità. Il cielo era nuvoloso, ma riuscivo comunque a sentire il sole scaldare i nostri due corpi. Una goccia colpì il mio naso e sussultai. "Merda sta per piovere" allungai una mano e sentii altre gocce bagnare la mia mano. Poi però guardai sopra di me. La pioggia era aumentata, ma non eravamo andati a cercare riparo, anzi. Ci alzammo, schiena a schiena sul pontile, guardando il cielo. Io ero meravigliato. Ne avevo sentito ovviamente parlare, ma vederlo colorato è tutta un'altra cosa. Un arcobaleno risaltava in cielo. I nostri mignoli erano stretti l'uno all'altro. Tutti i colori che avevo imparato a vedere brillavano in un unico arco. Dopo pochi minuti, quello strano fenomeno era finito e le nuvole cariche d'acqua presero il posto del sole che c'era prima.
Correvamo in giro per i vicoletti della città, sotto una pioggia torrenziale. Ci rincorrevamo e facevamo i cretini, tipo ballando, bagnati fradici. Ormai non c'era nessuno fuori, che ci fregava. Stavo cercando di prenderlo, quando scivolai e finii sopra di lui. Eravamo distesi, in mezzo ad una piazza deserta, uno sopra l'altro. Ridemmo. Fissai il suo viso, poi le sue labbra. I nostri volti si avvicinarono sempre di più, fino a quando non ci baciammo. A differenza della prima, questa volta riuscii bene a sentire tutte le emozioni che un semplice gesto dava. Prima era solo stupore e shock, ora dolcezza, passione, amore.
Nessuno ci aveva visto, però sgattaiolammo lo stesso via. Raggiungemmo casa sua per cambiarci. Ci facemmo una doccia, prima lui poi io. Quando uscii avevo un asciugamano in vita, dato che non mi aveva ancora dato un cambio. Lui mi disse di cercarlo nel cassetto. Quando fui vestito, lo raggiunsi sul suo letto. Stava guardando un programma di merda di cucina. Mi sedei accanto a lui, toccando la sua spalla con la mia. "E così sono questi i tuoi capelli naturali, eh?" dissi. Lui sorrise "Già. Scusa se sembro strano" rispose lui. Strano? Ti stanno meglio pensai. I suoi una volta dritti e sparati in aria capelli, ora erano più soffici che mai, profumati di shampoo e non lacca per capelli. Gli ricadevano dolcemente sulle spalle.
Chissà se solo io l'ho mai visto così.
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Capitolo fresco per voi. Comunque ormai sono bts trash.
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