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Capitolo 4

[Ewan]

La villa era carina, indubbiamente.
I coinquilini non sembravano male, soprattutto Lidia. Certo non era facilissimo conversare con lei perché di inglese sapeva ben poco ma mi accontentavo.
E poi era indubbiamente bellissima.

Chloe invece passava la maggior parte del tempo con Karl.
Lui l'inglese lo conosceva bene e quei due avevano una strana affinità che in parte mi ingelosiva, era pur sempre la mia gemella!

Erano già due giorni che eravamo arrivati e ci eravamo inseriti abbastanza bene.

- Ti dico che è così! - sentii esclamare dal salotto.

Sofia era seduta sul divano e Lidia era di fronte a lei, in piedi.

- Per me stai esagerando - rispose la rossa.

L'italiano lo capivo, parlarlo era tutta un'altra storia, ma capivo quello che dicevano almeno.

- Ma per favore, hai notato o no come ti guardava? - chiese Lidia.

- Stiamo parlando di un professore! E poi guardava te - ribatté l'altra.

- Il problema è che tu pensi di non essere bella - disse la mora, poi si voltò verso di me - Diglielo che è una bella ragazza! -

Non potevo negarlo.
Sofia aveva una bellezza rara e particolare. Quel tipo di bellezza che doveva piacere.
Però...diciamo che non ero poi molto convinto di dire ad alta voce quello che pensavo delle mie coinquiline.
Anche perché non le conoscevo abbastanza bene da poter far parte di quel tipo di conversazione.

- Sei...so cute - risposi

- Si dice carina, in italiano - si intromise Karl comparendo alle mie spalle.

- Si - confermai.

- Carino si dice ad un animale - ribatté Lidia guardandomi male.

Non era mia intenzione!

Sofia sbuffò e si alzò dal divano.

- Lidia smettila e non torturare Ewan - disse.

- Mi deve aiutare a migliorare la tua autostima non a farla calare -

- Perché? - chiese mia sorella entrando nella stanza.

Da quando passava il suo tempo con Karl stava migliorando molto nell'italiano.
Ed ecco che tornava il mio istinto da fratello protettivo.

- Un professore la guarda con occhi languidi - spiegò Lidia.

- Non è vero! - esclamò Sofia

- Fattyú! Megbocsàtàsnak hívjàk, idiòta - disse Fabio entrando e sbuffando.

- Idiota l'ho capito anche io! - esclamò Lidia incrociando le braccia al petto e guardandolo furiosa.

Quei due erano come il gatto e il cane.
Uno di quei giorni si sarebberò ammazzati a vicenda, ne avevo la certezza.

- Sei appena arrivato e già il mio sistema nervoso è andato in tilt! - esclamò lei.

Fabio scrollò le spalle e la ignorò.
Ci scrutò a lungo, soffermandosi un po' troppo a guardare Sofia.
Poi si voltò e uscì dalla stanza.

Prima di sparire dalla nostra vista, però, si voltò e mi fulminò con lo sguardo.

- Nèzd mit csinàlsz - borbottò.

Mi sentii gelare e tenni bene a mente di non fare più complimenti a Sofia. Mai dire a Sofia che è carina!
Avevo capito da solo, senza bisogno del traduttore, mi bastava guardare i suoi occhi per recepire il messaggio.

- Ma perché non parla la nostra lingua! - esclamò Lidia.

- Non ci vuole un genio - dissi - He wants me Dead -

- Dai non esagerare - disse Karl.

- Karl...Fabio likes Sofia - intervenne Chloe.

- Che cosa? - chiese Lidia scioccata.

- Eeeehhh? - esclamò Sofia guardando mia sorella, scioccata.

                            ***
[Sofia]

Fabio era un ragazzo complicato e difficile da capire. Sapevo di essermi presa un bel impegno cercando di rapportarmi con lui, ma ero anche consapevole che con gli altri non andava d'accordo.
Lidia non poteva vederla, con Karl scambiava qualche parola di tanto in tanto, Chloe sembrava essergli indifferente e a quanto pareva non tollerava nemmeno Ewan.

Dopo l'osservazione di Chloe ero rimasta paralizzata e poi avevo deciso di evaporare per non continuare il discorso.
Inoltre, Fabio mi sembrava più arrabbiato del solito e volevo assicurarmi che non stesse facendo qualche cavolata degna di nota.

Quando bussai alla porta della sua camera e mi aprí capii che si era appena fatto la doccia. Indossava un pantalone della tuta, aveva i capelli bagnati ed era senza maglia.

Mi fece cenno di entrare, andò a poggiarsi al cornicione della finestra e si accese una sigaretta.
Cominciò a borbottare nella sua lingua madre e più di una volta nominò Ewan.
Ed ero piuttosto sicura che lo stesse insultando in malo modo.

- Play boy dei miei stivali! - esclamò ad un tratto.

Sussultai.
Ero talmente abituata al suono della sua lingua che questo cambiamento repentino mi lasciò allibita.

- Ma si può sapere che ti ha fatto? - chiesi.

- Si crede figo - borbottò.

- Brutto non è - mi sentii costretta a rispondere evitando i suoi occhi neri.

Non si poteva negare che Ewan McAllister era bello, accidenti!

Alzai lo sguardo e notai l'occhiataccia che mi stava riservando.

- Lo siete entrambi, Fabio - dissi.

Diciamo che avevo paura che dopo quell'osservazione sarebbe uscito dalla stanza per andare ad ucciderlo.

Ewan era bello ma scontato. Il classico ragazzo da copertina a cui andavano tutte dietro.
Mi affascinava, ma sapevo che aveva già catturato l'attenzione di Lidia e poi non era propriamente il mio tipo.

- E ti piace -

- Che cosa? - chiesi.

- Ewan. Ti piace -

- No - risposi sincera.

- Ok -

Lo guardai confusa e lui distolse lo sguardo.

- Mi sembra il tipo che cambia le fidanzate come la biancheria - disse buttando fuori una bella quantità di fumo, anche dal naso.

Annuii leggermente.
Era un impressione mia, ma comunque lo conoscevo a malapena.
Sapevo che Fabio non era il tipo da cambiare diverse fidanzate perché, bè Fabio era Fabio. Non andava d'accordo con nessuno.

- Personalmente, non penso che dovresti andare dietro ad un tipo come lui - esordí.

- Fabio... - lo chiamai

- Mh? -

- Ewan non è il mio tipo e poi non capisco nulla di quello che dice. Puoi smetterla? - gli dissi - E mettiti una benedetta maglietta -

Lui mi guardò per un attimo, poi si infilò una felpa che aveva su una sedia e si sedette sul letto, buttando quello che restava della sigaretta dalla finestra.

- Invece il professore di cui parlava Lidia? - chiese.

A quanto pareva aveva deciso di farmi un bel interrogatorio.

- Quello che ha dieci anni più di me? - chiesi - Non fare domande stupide -

- Chiedevo -

- Da quando chiedi tutte queste cose? - chiesi.

Eravamo entrati in un tema delicato.
Mi fece cenno di sedermi al suo fianco e lo guardai titubante.

- Si può sapere che ti prende però? - chiesi.

- Non mi prende niente - rispose vago.

- Bene -

Mi voltai e uscii dalla stanza.

- Sofia! - mi richiamò ma lo ignorai alla bel e meglio.


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