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Capitolo 31

Qualche mese dopo...

[Sofia]

Guardai la felpa e sospirai.

Eravamo arrivati ormai a Maggio e l'idea di indossare una felpa con quel caldo non era poi così allettante.

L'estate si stava avvicinando ma faceva già troppo caldo per i miei gusti. E c'era da considerare che io aveva sbalzi d'umore e il mio corpo cambiava facilmente temperatura facendomi impazzire e diventare più nervosa.

E questa era una situazione che si ripeteva da 4 mesi e mezzo, quasi 5, me la vedevo da sola da allora.

E da 5 mesi Fabio era in ospedale e non dava segno di volersi svegliare in nessun modo.

In quei mesi aveva subito tre interventi: due alla schiena e uno alla testa e in tutto quel tempo era rimasto in coma. I medici avevano anche provato a somministrare i medicinali in dosi più leggere per vedere se erano proprio quelle a creare dei problemi al suo risveglio.
E invece niente, le dosi di antidolorifici diminuite avevano anzi creato dei nuovi problemi: anche se Fabio era in coma soffriva; quando avevano diminuito i farmaci lui aveva cominciato ad agitarsi, a sudare, il suo battito cardiaco era aumentato e il suo respiro era diventato affannoso.

Il dottore aveva detto che quel dolore, Fabio, se lo sarebbe portato avanti per parecchio tempo, non sarebbe passato da un giorno all'altro e speravano solo che almeno, con l'intervento alla spina dorsale sarebbe riuscito a camminare.

Sempre la sua mente si fosse ripresa.

Lasciai perdere la felpa e andai in camera di Fabio, avevamo lasciato tutto in quel modo in quei mesi, nessuno aveva messo mano alle sue cose, solo io ogni tanto mi potevo permettere di curiosare tra le sue cose. Come in quel momento.

Aprii il suo mobile e mi presi una delle sue maglie a maniche corte. Almeno le sue mi sarebbero state larghe e mi servivano a nascondere la pancia che era cominciata ad uscire fuori e a diventare rotonda.

- Che stai combinando? - mi chiese la voce di Lidia facendomi fare un salto degno di nota.

- Prendevo una maglia - dissi stringendomi nelle spalle.

Lidia scosse il capo.
Non le avevo detto nulla, la mia migliore amica non sapeva nulla della gravidanza ma sapevo che sospettava qualcosa.

Non lo avevo detto a nessuno, avevo affrontato le visite dalla ginecologa e ostetrica da sola. Avevo deciso che Fabio era il primo a doverlo sapere e volevo aspettare finché non si fosse svegliato.

Mio padre non sapeva nulla. Ok che era complice la lontananza ma alcune volte era venuto a Roma per vedere come stavo e come stava Fabio ma come avevo già detto avevo imparato a nascondere la gravidanza.

Lidia sospirò.

- Sai che non voglio farti nessuna pressione ma sto aspettando che me lo dici - disse.

- Non ho nulla da dire - risposi.

Non era così facile.
Anche perché stavo uscendo proprio per andare alla visita. Quel giorno avrei scoperto se il bambino era maschio o femmina.

Ormai avevo lasciato l'università e uscivo solo per andare da Fabio o alla visita.

- Sof... - sussurrò.

Scossi il capo e mi strinsi le braccia intorno al corpo.

- Sto bene Lidia - dissi.

- Hai bisogno di aiuto - mi disse.

- No - risposi - Ora devo andare -

E detto questo uscii dalla camera di Fabio per andare a prendere la borsa e uscire.

Ero arrivata alla porta quando sentii il cellulare di Lidia squillare e lei rispondere.

- Cosa? - stava chiedendo con tono sorpreso - Stai scherzando? -

Tornai indietro verso di lei.

- Che succede? - chiesi.

Lidia mi guardò sorridente e con gli occhi lucidi...

                                ***
[Chloe]

Da quattro mesi a quella parte passavo molto tempo in ospedale. Più spesso quando Sofia non c'era.

Non che Fabio restasse mai solo in quel letto. Qualcuno di noi c'era sempre, o noi o il nonno di Fabio. Da qualche settimana però il capo della Szilard Vallalàkot non era più molto presente, c'erano vari problemi con l'azienda perché Peter Szilard, il padre di Fabio, adesso che il figlio era fuori gioco stava pretendendo l'azienda.
Szilard Senior aveva annunciato che sarebbe rimasto a capo finché non fosse morto se serviva per aspettare il risveglio del nipote e il caos che c'era con i media e i vari collaboratori della Szilard Vallalàkot stavano creando non pochi casini.

E di certo la situazione di Fabio non aiutava.

Per il resto quasi tutti avevamo ripreso la nostra vita: Karl e io eravamo ufficialmente insieme e stavamo continuando gli studi, Ewan e Lidia stavano diventando disgustosi oltre ogni immaginazione e anche loro si erano rimessi in pari con l'università e Sofia...Sofia continuava a cercare di nascondere la gravidanza, ma io e Lidia lo sapevamo anche se lei ci ignorava.

Fu mentre pensavo proprio a Sofia e alla vita che le stava crescendo dentro che notai una cosa con la coda dell'occhio.

Era stato un movimento impercettibile ma l'avevo notato perfettamente.

Il movimento delle dita. Continuai a fissare quella mano che avevo visto muoversi per assicurarmi che non era frutto della mia immaginazione e trovai la risposta perché Fabio mosse di nuovo le dita. Alzai lo sguardo e notai che il movimento del petto che si alzava e si abbassava era cambiato, si era fatto più ritmato; mi avvicinai al suo corpo e sentii la gioia esplodermi nel petto quando vidi le sue palpebre tremare e poi aprirsi, rivelando i suoi scuri come l'ossidiana.

- Oh My God! - sussurrai mentre sentivo le lacrime rigarmi il viso.

                               ***

[Fabio]

Mi sentivo confuso.
Ero tutto dolorante.
La testa mi scoppiava.
Non sentivo le gambe.
La schiena mi dava fastidio.
Le luci erano accecanti.
Le voci mi facevano peggiorare il mal di testa.
Il respiratore a cui ero attaccato mi stava facendo venire la nausea.

Ma era solo una la cosa che volevo.

Sofia...

Dovevo chiederle una cosa importante, era urgente.

Non ricordavo molto di quello che era successo, ricordavo di aver salvato Lidia da un auto e poi il nulla...il nulla assoluto tranne il fatto che Sofia aveva parlato di qualcosa d'importante, e aveva spesso parlato al plurale.

E giuro che se non me l'avessero fatta vedere a breve avrei cominciato a maledire tutti quanti.

                               ***

[Lidia]

Li invidiavo e anche tanto.

Quando Chloe aveva chiamato non avevo resistito e mi ero messa a saltellare come una scema. Sofia aveva capito tutto ed era scoppiata in lacrime.
Avevamo chiamato Ewan e Karl ed eravamo andati in ospedale.

Ci avevano fatto aspettare parecchio perché dovevano controllare che Fabio stava bene effettivamente poi lui aveva cominciato ad imprecare in ungherese e a dettare ordini e avevamo capito tutti che lo stronzo era tornato.

Li guardai fuori dalla porta, Fabio era seduto sul letto, Sofia tra le sue braccia e stavano parlando sottovoce mentre lui le accarezzava la schiena e le mani.
Sembravano una coppia di sposi, già marito e moglie.

- Sono una bella e strana coppia - disse Karl - Lui il ricco, stronzo, egoista e lei la classica ragazza della porta accanto -

Scossi il capo.

- Sai Karl?! - chiesi - Vorrei avere quello che hanno loro -

- Già -

E lo pensavo davvero...

Angolo autrice:
Ciaoo a tutti!

Eccoci qua alla fine della storia!

Voglio ringraziare tutti voi per il sostegno, per i voti, per i commenti e per le letture.
Grazie a tutti che mi avete seguita fino alla fine aspettando con pazienza i miei aggiornamenti.

Grazie di cuore 💓💕😘

Ma...ALT!

Prima che dite "ma come? Finisce così?" Vi anticipo io e vi dico che ci saranno, dopo questo TRE CAPITOLI SPECIAL dove vedremo la vita delle nostre tre coppie come si evolve nel tempo e negli anni.
Quindi la storia è finita si ma anche no perché mancano questi capitoli particolari!

Quindi invece di dirvi "alla prossima storia" devo dirvi "al prossimo aggiornamento!"

Tranquilli non vi siete ancora liberati di me...😉

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