Capitolo 12
[Fabio]
Afferrai Sofia per le coscie e la presi in braccio. Lei, istintivamente, mi allacció le gambe alla vita.
Continuammo a baciarci senza staccarci l'uno dall'altra. Premetti il mio corpo contro il suo e la sentii fremere.
Mi infilò la lingua in bocca e mi scappò un gemito.
A quel punto la staccai dal muro e mi girai verso il letto. La poggiai sul materasso e mi misi sopra di lei.
Mi staccai dalle sue labbra e mi spostai sul suo collo cominciando a succhiare su un punto preciso.
Sofia si lasciò sfuggire uno strano verso e continuai.
Mi staccai dalla sua pelle candida e notai che la sua pelle stava già diventato violacea.
- F... Fabio - sussurrò lei mordendosi il labbro.
- Ho mai detto che odio Lidia? - chiesi stringendo diverse ciocche dei capelli di Sofia nel pugno della mia mano.
Lei annuì completamente rossa in volto e mi sfuggí una risata.
Odiavo Lidia perché mi spingeva a fare cose che in un altra occasione o in un altro momento non avrei mai fatto.
Le sue frecciatine stupide mi spingevano a correre dietro a Sofia per paura di averla ferita o di aver fatto qualcosa di male.
Mi spingevo al limite e mi ritrovavo be'...in quella situazione.
Sia chiaro...non che mi dispiacesse essere in quella posizione: con Sofia allungata sotto di me, accomodato tra le sue gambe.
Lei be'...mi piaceva dannazione! E anche tanto. Con Sofia stavo bene, mi faceva sentire bene e sopportava i miei sbalzi d'umore senza arrabbiarsi.
Era una bella ragazze ed era dolce. Mi dava sempre l'impressione che dovevo proteggerla ad ogni costo.
La guardai.
Quei pensieri mi avevano fatto spegnere i bollori ma non avevo intenzione di spostarmi da lei e, anzi, avevo proprio l'intenzione di prendere e baciarla di nuovo!
E lo feci. Al diavolo il mio modo di pensare e tenermi le cose dentro.
Sofia era lì ed era mia.
Mi piegai in avanti e tornai a catturare le sue labbra tra le mie. Non mi rifiutò e si aggrappò alle mie spalle, infilando le unghie nella mia pelle.
Quel leggero dolore invece di farmi cambiare idea mi eccitò di nuovo e affondai la lingua nella bocca di Sofia, spingendomi in avanti con il corpo per toccare il suo.
Dio se mi piaceva!
E da come reagiva lei capivo che la pensava come me.
Sarei andato oltre me lo sentivo, ne ero sicuro. Io non avevo intenzione di fermarmi e Sofia mi assecondava.
Detestavo il fatto che Lidia aveva ragione con la storia dei preservativi.
Fu proprio in quel momento che la porta della camera di Sofia si aprì di colpo.
Mi staccai di malavoglia e fulminai chi ci aveva interrotto mentre la ragazza sotto di me diventava viola dalla vergogna.
- Oh...ah... be'...ops? - fece Lidia.
Avevo un insulto sulla punta della lingua e stava proprio per uscire.
Ma dal petto mi uscì una specie di ringhio strano.
Tra l'eccitazione e i nervi non ero molto lucido in quel momento!
Sofia e Lidia mi guardarono in modo strano.
- Esci cazzo! - esclamai frustrato e Lidia uscì ridendo come una iena.
- È stato...imbarazzante - disse Sofia rannicchiandosi sotto di me.
Sbuffai dal naso e feci forza sulle braccia per alzarmi la lei si aggrappò alla mia maglia tenendomi su di sé.
- Ma... - feci confuso.
- Il tuo peso...non mi dispiace... - disse arrossendo, mordendosi il labbro con forza.
Sorrisi. La sua timidezza mi sfiancava.
Mi poggiai sul suo corpo con delicatezza e affondai il viso nell'incavo del suo collo.
- Sei comoda in effetti - dichiarai sorridendo a contatto con la sua pelle.
Lei ridacchiò ma mi strinse a sé, circondandomi le schiena con le braccia.
- Non per disturbarvi...ma ero entrata per dirvi che c'è una persona che cerca Sofia - disse Lidia rientrando e beccandosi un'altra occhiata velenosa da parte mia.
Sofia sospirò.
- Chi è? - chiese lei mettendo il broncio.
- Un professore amico di tuo padre - disse la mora.
La rossa annuì.
- Arrivo - disse semplicemente e Lidia decise di evaporare di nuovo.
- Devo alzarmi? - chiesi scocciato.
- Puoi restare qui e aspettare che torni - mi disse maliziosa.
Alzai la testa per guardarla negli occhi.
- Per quanto mi piacerebbe ho la sensazione che questo professore ti prenderà parecchio tempo - risposi alzandomi.
Questa volta non mi trattenne e mi fece spostare, alzandosi a sua volta.
Si sistemò i capelli per quanto possibile e si diede una sistemata alla maglia che si era stropicciata tutta.
Mi sorrise e uscì dalla stanza.
Sbuffai.
Tutto questo era frustrante.
***
[Sofia]
Volevo bene al professor Schlafen, era un uomo importante per me, aveva fatto molto per mio padre e la mia famiglia ma, davvero...aveva scelto il giorno peggiore per venirmi a trovare.
Andai in salotto dove il prof mi stava aspettando, mentre Lidia mi seguiva ridendosela sotto i baffi.
- Sofia! Che bello vederti! - esclamò il prof appena mi vide.
Nonostante avesse interrotto un momento particolare non potei fare a meno di fiondarmi tra le sue braccia.
Il professor George Schlafen era un insegnante di antropologia, di origini tedesche; aveva intorno ai 60 anni e se li portava bene. Sembrava venire da un altro secolo, sempre con quell'aria e quei vestiti da signore dell'Ottocento.
Be' a dirla tutta era un misto tra un tizio del secolo scorso e lo stereotipo dello scienziato pazzo.
Ed era lui che dovevo andare secondo il desiderio di mio padre.
- Ti trovo bene e la tua coinquilina è simpatica - disse quando si staccò dal mio abbraccio - Anche se è sempre valido l'invito a stare da me -
- Lo so prof ma qui sto bene, davvero - dissi stringendomi nelle spalle.
- Sei sicura? Questa villa è molto antica e non penso ci siano sistemi di sicurezza - disse guardandosi intorno e fissando Lidia.
Mi stupiva che non fosse ancora venuto ad assicurarsi di persona se ero al sicuro.
Probabilmente aveva avuto da fare con l'insegnamento e ne aveva approfittato adesso che eravamo in vacanza.
- No non ci sono signore - rispose Lidia.
- E voi due ragazze siete qui tutte sole, senza nessuna sicurezza! - esclamò quasi scioccato.
Scossi il capo e mi affrettai a spiegare.
- Siamo in 6 - dissi - Tre maschi e tre femmine, gli altri non ci sono perché sono tornati alle rispettive case, tranne... -
Mi fermai quando mi afferrò le spalle.
- Quindi siete da sole! Non va bene per niente lo sai? - disse - Dovreste venire a stare da me per sicurezza, almeno fino a che non torneranno gli altri coinquilini -
Sospirai rassegnata.
Il professore non era mai stato così paranoico ma mio padre gli aveva messo il pallino del dubbio sulla mia sicurezza.
Lo sapevo che c'era il suo zampino.
- Stavo dicendo tranne Fabio - dissi - C'è uno dei ragazzi con noi due e non andrà a casa per Natale -
- Ah... - fece - E questo Fabio chi... -
- Sono io signore - disse la voce di Fabio interrompendolo.
Il moro si avvicinò e allungò una mano verso il prof.
- Sofia...mi ha parlato di lei - disse - E comunque può stare tranquillo, qui è al sicuro -
Il prof gli strinse la mano mentre lo scrutava.
Fabio non era grosso e tutto muscoli, aveva il suo fisico be' fatto, insomma, ma nel suo volto e nei suoi c'era una fermezza incredibile e poi...non avevo dubbi sul fatto che non si sarebbe tirato indietro davanti ad una rissa.
Con lui mi sentivo al sicuro e no, non solo perché avevo un enorme cotta per il ragazzo.
Lidia a quel punto ridacchiò.
- Può stare tranquillo signore - disse - Quando si tratta di Sofia, Fabio è impeccabile. Non a caso è il suo ragazzo -
Spalancai la bocca e mi cadderò le braccia lungo i fianchi, mentre Fabio fulminava la mia migliore amica.
Se le occhiatacce di Fabio avrebbero avuto un qualche tipo di potere, lei a quest'ora sarebbe ridotta ad un cumulo di cenere.
- Ah... - disse il prof - Questa non me l'aspettavo -
Nemmeno io, Prof, nemmeno io.
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