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Epilogo

Due anni dopo...

È arrivato, dopo tante attese, il grande giorno.
Il nostro matrimonio.

Siamo finalmente felici: abbiamo una famiglia stupenda, pochi mesi fà, infatti, abbiamo adottato la nostra principessina, la piccola Giulia, che ci rende felici ogni giorno di più.

Abbiamo avuto anche alcune liti, ma sono state cose di poco conto e si sono risolte subito, anche perché non riesco a resistere a lui che mi tiene il broncio, è più forte di me, lo voglio vedere sorridere ed essere felice, se grazie a me, ancora meglio.

Questi due anni, sono passati velocemente, sia in ambito calcistico che con Leo, li ho amati e non vedo l'ora di aggiungerne altri.
Ancora più belli di questi.

La proposta e avvenuta in un modo molto bizzarro, ma dolcissimo.
Mi ha fatto sciogliere come neve al sole anche se non lo saprà mai, perché come me era troppo impegnato a piangere e a sorridere.

Flashback
(Circa due mesi prima)

"Amore, dove sei?"
Gli invio il messaggio, sono appena tornato a casa e stranamente lui non c'è.
Ero andato ad una riunione, per parlare del rinnovamento del contratto e pensavo mi aspettasse.
Forse è uscito per una commissione o per qualcosa del genere.
Mentre penso questo, mi arriva un messaggio proprio da lui.

"Ti ricordi dove ci siamo baciati per la prima volta?
Bene, vai lì"
Resto un attimo perplesso dal messaggio, ma comunque mi reco nella via in cui si trovava la mia vecchia casa, vecchia, si, perché è da sei mesi che conviviamo.
E non c'è cosa che possa rendermi più felice.

"Sono arrivato, adesso cosa devo fare?"

"Niente, girati"
Mi giro e mi ritrovo davanti Leo, vestito normalmente che mi guarda sorridendo.

"Perché mi hai fatto venire fino a qui?"
Sono ancora confuso dalla situazione e sento che c'è qualcosa sotto, ma non riesco a capire cosa.

Mi si avvicina continuando a sorridermi.
Mi circonda il collo con le braccia e mi da un piccolo bacio a stampo.
"Ti fidi di me?"

"Certo, che mi fido di te"
Gli rispondo prontamente e sinceramente.

"Bene, allora, verresti con me in un posto?"
Mi domanda, sempre con il sorriso sulle labbra.

"Si, verrei con te ovunque, lo sai"

"Allora, non ti dispiacerà se ti dovessi bendare"

"Non mi dispiace, se è per un buon motivo, ma non capisco il perché"

"Tra poco capirai tutto"

Saliamo sulla sua macchina, ovviamente dopo avermi bendato e partiamo per non so dove.
Non so che aspettarmi, speriamo solamente sia qualcosa di bello.

Dopo circa dieci minuti trascorsi in macchina, arriviamo.

Leo mi fa scendere e ci incamminiamo, io guidato da lui, visto che non vedo assolutamente niente con questa benda sugli occhi.

"Sei pronto?"

"Certo" rispondo.

Mi toglie la benda e guardandomi intorno riconosco il posto in cui mi trovo: non ci ero venuto più dopo quel giorno, da quel momento ho sempre avuto Leo quindi non avevo bisogno di ammirare Barcellona di notte per rilassarmi e stare meglio.

Barcellona di notte è ancora bella come quella volta.
Mi perdo nell'ammirare questo spettacolo che non faccio neanche più caso a cosa mi succede attorno.

"È bellissimo, vero?"

"Si, è bellissimo"
Mi giro a guardarlo e lo trovo inginocchiato di fronte a me.

"Che cosa stai facendo?" chiedo.

"Abbiamo passato momenti magici insieme, abbiamo litigato per delle cavolate, per delle cose importanti e per delle persone orribili che ci volevano separare, ma siamo ancora insieme, io ti amo e vorrei poterlo gridare al mondo con te al mio fianco.
Ney, vuoi sposarmi?"
Finisce il suo discorso tra le lacrime ed estraendo una scatolina con un semplice anello che prontamente mi porge.

"Si, certo che lo voglio"
Gli urlo piangendo e sorridendo, allo stesso tempo, mentre mi infilo l'anello.

Ci abbracciano stretti e ogni tanto ci scambiamo qualche tenero bacio.
"Ti amo"
"Ti amo anch'io" mi risponde.

Fine flashback

Ed ora, eccomi qui, sull'altare con lui di fronte che mi sorride, con le nostre famiglie sedute sulle panche, commosse e felici, con i nostri compagni che compagni hanno sempre sostenuto, vietandoci solamente momenti troppo smielati, per i soliti single accaniti che vedendoci sarebbero andato in depressione.
Con il sindaco di Barcellona che dopo tutti i convenevoli ci dichiara finalmente sposati.

Viene seguito dagli applausi di tutti i presenti e da noi che subito dopo ci scambiamo un leggero bacio sulle labbra e percorriamo il corridoio, fino ad arrivare all'esterno, dove prendiamo una Limousine che ci porterà al luogo della festa.

Dopo esserci divertiti come matti, è ora di andare a riposare, ma non prima di prendere una boccata d'aria sul terrazzo e di riflettere sulla magnificenza di questo giorno.

Ho provato emozioni nuove e sorprendenti, sentirmi suo marito, mi rende al settimo cielo e l'idea che dopo tutti i problemi adesso possiamo vivere felici ed in pace con la nostra Giulia è elettrizzante e non so, strana, perché ancora non riesco a realizzate che questo sia vero e che sia successo proprio a me.

Ma, forse dopo tanta sofferenza nella mia vita, il destino si è accorto di me e così mi ha fatto conoscere Leo, per primo, i miei compagni ed ultimamente la mia principessina.

Mi sento abbracciare da dietro e poi sento sussurrare al mio orecchio.

"Come va, amore?"
Mi chiede dolcemente, mentre mi stringe leggermente di più.

"Benissimo amore, è il giorno più bello della mia vita"
Gli rispondo mentre mi accoccolo a lui e il vento mi sposta piano o capelli.

"Il mio è un altro"

"E sentiamo, quale?"
Ribatto, piccato dalla sua affermazione.

"Oltre a questo, c'è solo quello in cui mi hai sbadatamente dato un bacio all'angolo della bocca, quindi grazie mio piccolo sbadatello"
Mi risponde dolcemente, nascondendo le risate.

"Mi piace come risposta, ma non sono sbadato"
Ribatto nuovamente, mentre mi rigiro tra le sue braccia per poterlo guardare in faccia.

Si avvicina cautamente a me, mi stampa un bacio sulla fronte, successivamente sulla guancia ed infine sulla bocca.

"Il mio piccolo sbadato"
Conclude, baciandomi, finalmente, come si deve.

"Si, il tuo piccolo sbadato"

Fine.


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