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Coffee number Four

Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia

☕️☕️☕️

☕️☕️☕️

In genere non sono una di quelle persone che si svegliano allegre la mattina, pronte ad affrontare la giornata. Ho i miei tempi biblici per prepararmi e il mio caffellatte caldo pronto a strapparmi fuori, con forza, dal mio stato confusionario post sonno.

Ma questa mattina, decisamente e indiscutibilmente, non è una bella mattinata... ma proprio per il cazzo.
Penso a questa frase nell'esatto momento in cui i miei occhi si scontrano con quelli di Celia Sharp: appostata davanti a casa mia come se niente fosse.

«Dio ti prego no.» Sussurro rivalutando l'opzione di tornare in casa e fingermi malata.
«Buongiorno Rachel!» Mi saluta lei tutta sorridente.
«Che cazzo ci fai qui?» Le chiedo cortesemente.

«Pensavo di fare la strada per andare a scuola insieme.»
«Ripeto: Che cazzo ci fai qui?»
«Perché devi pensare che ci sia un'altra motivazione?» Fa la finta tonta.
«Tu abiti dall'altra parte della città.» Assottiglio lo sguardo.
«Ehm...oggi mi andava di camminare di più.»

La supero, ho intenzione di ignorarla.
«Ma cammina giù da un dirupo.» Sussurro, neanche tanto, a bassa voce.
«Come scusa?!» Strilla lei oltraggiata.
«So che mi hai sentita.» Dico per poi prendere dalla tasca della giacca il telefono e le AirPods.

Scorro la home di Spotify e faccio riprodurre la prima canzone che mi capita sotto tiro, non mi interessa neanche se non mi piace, l'importante è non parlare con la stalker al mio fianco.

Lei continua a dirmi qualcosa, onestamente vedo solo la sua bocca muoversi visto che ho il volume a palla, e va benissimo così. La musica dei Fall Out Boy pompa nelle mie orecchie annullando -grazie a Dio- la voce della Sharp.

Sembra davvero assorta nel dialogo che sta avendo con se stessa, tanto da leggere qualcosa sul suo blocknotes di tanto in tanto. Non mi stupirei se a momenti tirasse fuori anche un power point con tanto di immagini e video sull'argomento a cui non ho la minima intenzione di prestare attenzione.

Mi fermo ad un incrocio appena vedo il semaforo per noi pedoni diventare rosso, controllo l'ora sul telefono senza un reale motivo, Celia continua a parlare e a camminare non accorgendosi minimamente che io mi sono fermata.

Rimango a fissarla, abbastanza perplessa. Bastava questo per togliersela dai piedi? Fermarsi?

Sfortunatamente il mio buonsenso, e anche il camion che arriva, mi fa protendere il braccio verso di lei, afferrarla per lo zaino e riportarla con forza sul marciapiede.

Fatto curioso: di solito sono io quella con le manie suicide che si butta in mezzo alla strada in assenza di strisce pedonali o quando il semaforo è chiaramente rosso, è Victoria a fermarmi. La cosa si complica quando con noi c'è anche Axel, siamo due pericoli ambulanti.

Celia sembra svegliarsi solo quando il camion ci sfreccia davanti producendo una forte folata di vento. Mi guarda sbigottita processando mentalmente la scena appena avvenuta.
«Tu mi hai...» Cerca di parlare, ma io la interrompo subito.
«Ecco il mio segreto: salvo il culo alle persone che non se lo meritano.» Sistemo i capelli e inizio ad attraversare la strada, sta volta col semaforo verde.

🚦🚦🚦

Grazie al cielo la prima ora risulta buca perché la prof.ssa di letteratura giapponese è a casa ammalata, perciò io e la solita banda di esauriti abbiamo deciso di vederci nel bar vicino alla scuola ed aspettare insieme l'inizio delle lezioni.

Se vi state chiedendo se Celia si è data una calmata dopo il suo quasi incidente, la risposta è: non lo so. Ad una certa sono riuscita a seminarla quindi non è più un mio problema.

Entro nel bar e individuo i ragazzi seduti su degli sgabelli alti intenti a discutere di qualcosa, sul tavolo sono presenti quaderni e fogli. Impallidisco quando l'idea di una qualche verifica, di cui mi sono completamente dimenticata, si fa spazio nella mia testa.

«Se adesso mi dite che abbiamo un compito in classe io me ne vado in marina*.» Dico piombando sul tavolo.
Axel per lo spavento cade dalla sedia, e anche perché l'ho leggermente urtato, ne approfitto per rubargli il posto.

«Buongiorno anche a te.» Mi saluta Jude non staccando gli occhi dal quaderno.
«Ciao!» Si unisce anche Victoria nei saluti, lei a differenza del moscone mi concede uno sguardo con sorriso. Mi limito a rispondere ad entrambi con un cenno della testa.
«Quindi?» Chiedo.

«Quindi io sono ancora a terra e nessuno se ne è curato, tu mi hai perfino preso il posto!» Si lamenta Axel.
«Visto che sei già lì, mi vai a prendere la colazione?» Gli chiedo sorridendogli innocentemente.
«Ma vai a cagare.» Risponde il porcospino per poi alzarsi e andare al bancone ad ordinare.

«È un compito di educazione civica. Ne io, ne Axel, ci capiamo qualcosa di cucina.» Jude, finalmente, si degna di darmi una risposta.
«Ma educazione civica non è facoltativa?» Chiede Victoria.
«Si, ma da crediti.» Risponde il ragazzo.

Axel fa in tempo ad arrivare con un cappuccino e una brioche alla crema, mi passa la colazione, e gli poniamo la stessa domanda.
«Io ho semplicemente seguito Jude, credevo che fosse educazione fisica.» Fa spallucce, io e Victoria invece sospiriamo pesantemente.

Prendo una bustina di zucchero bianco e la rompo rovesciando i granelli nel mio cappuccino.
«Oltre ad Axel che confonde due materie completamente diverse, dove sta il problema che neanche il grande Jude Sharp riesce a risolvere?» Chiedo sarcastica mentre mescolo col cucchiaino.
«Rotolo di Natale.» Risponde lui serissimo.

Lo guardo, lui ricambia il mio sguardo, Victoria lo fa passare da me a lui senza fiatare e Axel molla un rutto. Ci voltiamo a guardarlo schifati.
«Scusate, il caffè mi dà aria allo stomaco.»
«Che notizia priva di interesse.» Commenta una voce estranea che tanto estranea non è.

Alzo gli occhi al cielo.
«Cristo come ci sei arrivata qui?» Chiedo più a me stessa che a lei.
Celia si siede comodamente vicino a suo fratello, sfortunatamente è proprio davanti a me quindi sono costretta a guardarla.

«Me lo ha detto Jude.»
Mi volto a guardarlo male.
«È mia sorella, non potevo non dirglielo.» Si giustifica.
«Il mio benessere mentale batte le tue stupide parentele.» Commento acida.

«Che è successo?» Chiede Axel.
«Questa pazza sclerata si è piazzata davanti casa mia e ha fatto la strada con me non smettendo mai di blaterare cose a cui io non ho prestato la minima attenzione! -Spiego- Per fortuna sono riuscita a seminarla.»
«Certo, omettiamo pure la parte in cui tu mi spingi in un canale di scolo e te la dai a gambe.» Commenta guardandomi male.
«Ci sarei arrivata prima o poi.» Ricambio il suo sguardo ostile.

«Cambiando discorso, prima che queste due si scannino, come facciamo con la questione del rotolo di Natale?» Chiede Axel portando l'attenzione su di se.
«Che passaggio non capite?» Rispondo con un'altra domanda.

Jude mi passa il foglio con scritti sopra gli ingredienti e i procedimenti, alcuni punti sono sottolineati e ai lati del foglio ci sono scritte delle note.
«Ho provato a farlo a casa l'altro giorno, la crema viene nel complesso mangiabile, ma non mi soddisfa. La parte complicata però è quella di arrotolare il pan di spagna, molte volte mi si spezza senza un motivo.» Mi spiega il moscone, io e le altre due ragazze lo ascoltiamo attente, poi ci voltiamo verso il Porcospino per sentire le sue di problematiche.

Lui ci guarda grattandosi il retro della nuca con aria colpevole. «Io non ci ho neanche provato, ma a mia discolpa mi è stato categoricamente vietato di entrare in cucina dopo che ho fatto esplodere il microonde.»
Sospiriamo tutti e quattro. C'era da aspettarselo.

Ricontrollo la ricetta.
«Per il pan di spagna è semplice risolvere il problema: lascialo raffreddare coperto da un panno bagnato, poi quando lo ripieghi su se stesso ti aiuti con quello, vedrai che non si romperà. -Prendo una matita e glielo scrivo sul retro del foglio- Per la crema non saprei che dirti, forse mettere un po' di scorza di limone visto che qui non c'è scritta anche se dovrebbe essere tra gli ingredienti.»

Appena alzo lo sguardo trovo il Porcospino, il Moscone e L'Insopportabile guardarmi sbigottiti. Victoria sorseggia il suo macchiato ridacchiando.
«Che c'è? Ti ho solo corretto gli appunti.» Dico sulla difensiva.

«Da quando tu sai tutte queste cose sui Rotoli di Natale?» Mi chiede Axel.
«Rachel è un portento in cucina!» Risponde Victoria al posto mio.
«Non ci credo neanche se lo vedo.» Commenta Celia.

La guardo male. «Fai a meno allora, ma so fare un così buono Rotolo di Panna montata che può mandarti in paradiso le papille gustative.»
«Dimostralo.» Mi sfida.
«A casa mia, questo pomeriggio. -Sibilo a denti stretti, poi indico anche gli altri- E venite anche voi, per assistere alla scena e imparare come si fa.»

Lei in tutta risposta fa un sorrisetto, prende il suo zaino e se ne va, ma si volta di nuovo.
«Guarda un po', mi hai appena invitato a casa tua. Ci si vede dopo!»
«Stronza!» Le urlo dietro, attirando l'attenzione delle altre persone all'interno del locale.

🥐🥐🥐

Finisco di sistemare l'ultima ciotola sul tavolo della cucina controllando per la duecentesima volta che ci siano tutti gli ingredienti, in questa casa il cibo sparisce in due secondi quando a mia madre vuole fare uno "spuntino".

Il campanello suona e vado ad aprire la porta, non faccio nemmeno in tempo a salutare i ragazzi che una testolina marrone entra in velocità dentro casa mia urlando un "CIAO RACHEL". Guardo perplessa tutti i miei amici e Celia per poi soffermarmi su Axel.

«Scusa, Tidie** oggi ha la giornata libera perché suo figlio si laurea, perciò mi sono dovuto portare dietro Julia.» Mi spiega il porcospino.
«Tranquillo, no problem. Entrate pure.» Mi faccio da parte permettendogli di passare, anche se ho dovuto un attimo reprimere l'impulso di sbattere la porta in faccia alla Stalker.

Quest'ultima si guarda un attimo intorno sussurrando tra sé e sé degli "uhm, interessante".
«Che c'è? Non inizi a fare foto?» Le chiedo alzando un sopracciglio.
Lei si gira di colpo e mi guarda con gli occhi lucidi. «Jude mi ha sequestrato la fotocamera e il telefono.»
Dietro di lei Jude alza entrambi i pollici, io ricambio formando con le mani un cuore e mimando con le labbra un "ti adoro".

Vado in cucina dove gli altri si sono già seduti e guardano gli ingredienti e i vari utensili, Axel cerca di assaggiare un po' di panna che avevo precedentemente montato con la frusta elettrica, ma Julia gli schiaffeggia la mano. Victoria guarda distrattamente il telefono ignorando Celia che la prega di prestarglielo un attimo per fare delle foto.

«Bene, direi di iniziare.» Dico mettendomi davanti a loro sperano che la situazione non degeneri.

🍰🍰🍰

Nathan pov's

«Fidati Mark , questo posto è fantastico! Il caffè è buonissimo e la roba da mangiare ancora meglio!» Dico al mio amico mentre apro la porta del Maid Cafè dove lavora Camelia.

La campanella produce il solito tintinnio per segnalare il nostro ingresso e subito una ragazza dai capelli castano-rossi, legati in una coda bassa, e con gli occhi di un rosso intenso, si palesa davanti a noi facendo un piccolo inchino. «Benvenuti!»

Le sorrido timidamente, non abituato a questo genere di attenzioni, con la coda dell'occhio noto che Mark la guarda con bocca e occhi spalancati, sembra quasi in uno stato di trans.

Io e la ragazza ci guardiamo abbastanza perplessi, Mark ha ancora l'espressione da pesce lesso in faccia.
«Ehm... vi accompagno al vostro tavolo.» Dice un po' confusa.
«Si, meglio, grazie...» Rispondo.

Ci fa accomodare in un tavolo a lato della vetrata, appoggia sulla superficie di legno due menù e due bicchieri d'acqua naturale.
«Appena avete deciso chiamatemi pure.» E se ne va abbastanza velocemente, molto probabilmente perché il mio amico sta iniziando ad essere inquietante.

Sbuffo e inizio a schioccargli le dita davanti alla faccia, per fortuna si riprende scrollando leggermente la testa.
«Questo posto è magnifico!» Urla di getto attirando l'attenzione di tutti, ma non badandoci, ridacchio sapendo già chi è la causa di questa sentenza così energica.

Mentre il castano si sistema meglio la fascia arancione, che porta sulla fronte, mentre legge con attenzione la lista di dolci e bevande che ha davanti, io inizio a bere e mi guardo attorno, cercando qualcosa, o meglio: qualcuno.

«È inutile che la cerchi, oggi è il suo giorno libero.» Mi dice una voce femminile alle mie spalle, per poco non mi strozzo con l'acqua.
Mi volto e una ragazza dalla pelle olivastra e con i capelli turchesi mi sorride furbetta.

«Come scusa?» Mi asciugo le labbra con un tovagliolo.
«Stavi cercando Rachel con lo sguardo, no? Mi dispiace per te, ma oggi non ha nessun turno.» Ripete.
Arrossisco leggermente per essere stato colto in flagrante. «N-no, non stavo cercando lei... mi guardavo intorno, tutto qui...» Cerco di trovare qualche scusa.
«Certo ragazzo, ti credo eccome.» Mi prende in giro, poi inizia a scarabocchiare su un foglio e quando ha finito me lo passa.

"Ig: rachel_walker.22"

«Prego.» Dice notando il mio sguardo perplesso.
«Perché mi hai dato il suo Instagram?» Le chiedo.
«Darti il numero di telefono senza il suo permesso mi sembrava da stronza. Poi mi diverto a fare un po' il cupido.» Risponde facendomi l'occhiolino.

«Io posso avere l'instagram di quella cameriera carina laggiù?» Chiede Mark indicando la ragazza dai capelli castano-rossi.
Lei in tutta risposta lo sguarda da capo a piedi. «Te lo dico sinceramente: lascia perdere.» Dice per poi andarsene.

🌟🌟🌟

Rachel pov's

La situazione è degenerata in tempo due minuti, ma se proprio devo essere onesta la colpa è in parte mia. Stavo spiegando ai due ragazzi come montare a neve gli albumi e ho avuto la geniale idea di far provare ad Axel mentre Jude settava il forno alla temperatura e modalità che gli avevo indicato.

«Allora Axel, non è poi così difficile: immergi le fruste nel composto ancora da montare e azioni a velocità media, poi, se ti senti sicuro, passi a quella più veloce. Okay?»
«Ma si quanto mai sarà difficile?» Aveva detto il Porcospino prima di azionare l'elettrodomestico alla velocità massima e facendo partire schizzi di albume ovunque nella mia cucina.

Guardo Axel sbigottita. «Ma sei deficiente?! Ti avevo detto di non farlo partire subito!»
«Non è colpa mia! Questo coso è impazzito!» Urla Axel mentre la ciotola gli cade dalle mani per tenere meglio lo sbattitore elettrico che nel mentre sembra essere stato posseduto guidando Axel in giro per la cucina dimenandosi.

Mi sbatto una mano sulla fronte mentre qualcuno mi picchietta la spalla destra. Mi giro verso Jude.
«Io non sarò un esperto di forni, ma non credo che sia normale che stia fumando.»

Volto la testa causandomi per poco un colpo di frusta al collo vedendo che dal forno sta uscendo del fumo nero.
«Jude ma che hai fatto?!»
«A me lo chiedi? Non l'ho mai usato in vita mia!» Si giustifica alquanto banalmente.

Mi precipito a spegnere il forno, che a quanto pare era stato settato con la temperatura più alta nella modalità sbagliata.
«Sul serio, che problemi avete? Perché dovete strafare?!» Gli sgrido.
«Perché lo facciamo sempre!» Mi urlano di rimando mentre Axel inciampa sul filo della frusta cadendo a terra e staccandola dalla corrente prima di cavarsi un occhio.

La voglia di buttarmi dalla finestra è tanta, mi giro verso le altre due ragazza e la bambina.
«Vic, potevi anche darmi una mano.» Mi lamento con lei.
«Hey! Io ero impegnata a non farmi rubare il telefono da queste due!« Si giustifica tenendo il suo cellulare nella mano destra mentre con la sinistra tenta di tenere a distanza le altre due. Mi ricorda vagamente il meme di Chris Pratt con i velociraptor di Jurassic Park.

«Hai giochi nel telefono?» Chiede Julia con gli occhioni dolci.
«Dai Victoria, devo documentare ogni angolo di questa casa! Fallo per i gossip!» Implora esasperante Celia.

Sospiro pesantemente, vado verso il frigo, afferro la bottiglia di vino rosso di mia madre e me la tracanno. Nemmeno il caffè in questo momento può aiutare.

🍷🍷🍷

Con tutta la grazia e l'eleganza che posseggo sbatto sul tavolo il benedettissimo Rotolo di Natale decorato con una glassa al cioccolato.

I ragazzi hanno dovuto fermarmi dal bere tutta la bottiglia prima che Celia scrivesse che ho un problema di alcolismo. Perciò con un atteggiamento più allegro -dettato appunto dal vino- mi sono messa a preparare il dolce proibendo categoricamente ai due ragazzi di toccare qualsiasi cosa, rimanendo fermi a guardare.

«Ecco come si fa, scassamaroni.» Mi riferisco in particolare al Porcospino, al Moscone e alla Stalker.
«Linguaggio, c'è mia sorella qui!» Mi riprende Axel.
«Ma se tutte le parolacce che sai le hai imparate da me.» Interviene Julia.

Rimaniamo in silenzio semplicemente non sapendo commentare quella strana dinamica famigliare, perciò senza pensarci troppo inizio a tagliare il dessert in fette e a passare i piattini.

I ragazzi assaggiano tutti una fetta e in tempo due secondi i loro piatti sono vuoti, Celia sembra che stia avendo un flashback come nel film "Ratatouille".

«Allora, è buono?» Chiedo soddisfatta ricevendo solamente versi di approvazione visto che i ragazzi hanno iniziato ad ingozzarsi. A stento riesco a salvare una fetta per mia madre da mangiare questa sera dopo cena. 

In genere stravede per tutto quello che cucino, ma non è molto contenta all'idea che lo faccia: per lei non devo cadere nei soliti stereotipi della donna sempre in cucina a preparare da mangiare.

Mentre chiudo il frigo il rumore di una notifica porta la mia concentrazione sul telefono, lo estraggo dalla tasca posteriore dei pantaloni e guardo l'anteprima della notifica sullo schermo:

INSTAGRAM
nathanswift.02 ha iniziato a seguirti.


*marina = da me si usa questo termine per dire "saltare" scuola e andare a fare un giro in centro.

**Tidie = la domestica di casa Blaze, è comparsa in qualche episodio della terza stagione se non sbaglio

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