capitolo otto: and... boom!
ERIC DUNBAR
La mattina successiva mi trovavo in macchina con mio padre e mia sorella maggiore. Ci stava riportando a scuola per le lezioni del venerdì e poi sarebbe tornato a prenderci alle sei in punto, come ogni giorno.
Quella mattina – differentemente da come accadeva ogni giorno – avevo appuntamento con Alexie. La sera prima, dopo cena, ero rimasto sveglio fino a mezzanotte inoltrata per parlare con lei e avevo scoperto delle cose ancor più interessanti.
Alla fine mi aveva proposto di incontrarci alla panchina del giorno prima per andare insieme a lezione. Contento di quella proposta, avevo accettato.
Da quando avevo conosciuto Alexie, mi trovavo proprio bene con lei. Era timida solo all'apparenza, perché quando discutevamo alla fine parlava solo lei. Era una gran chiacchierona, poco meno di Liesel. Ma questo per me non era un problema, visto che adoravo il suo accento inglese mischiato con le parole francesi che uscivano dalla sua bocca.
La macchina di mio padre si fermò. Raccolsi lo zaino e aprii la portiera dell'auto.
«Buona giornata» esclamò mio padre. Gli rivolsi un sorriso, poi scesi dall'auto e mi diressi verso la panchina, dove Alexie mi stava già aspettando. Quel giorno indossava una gonna a vita alta grigia, una camicetta bianca e delle ballerine scure. I suoi capelli erano sciolti.
«Ciao» esclamammo in coro.
Sorrise. «Come stai?» mi chiese, mentre ci dirigevamo verso la classe.
Feci spallucce. «Abbastanza bene, e tu?»
«Sto bene, grazie» replicò, «ho visto arrivare un ragazzo che cercava tua sorella»
Spalancai gli occhi e la fissai per qualche istante. Quale ragazzo cercava mia sorella? Per quanto ne sapevo, tutti i ragazzi della stessa età di Charlotte stravedevano per Jennifer, la sorella maggiore di Michael Pichon.
«Avrà avuto l'età di Charlotte» continuò Alexie, «era tanto alto, con la pelle olivastra e i capelli scuri»
A quel punto capii di chi stava parlando: Damien Belpois, il cugino di secondo grado di Liesel. Per quale motivo cercasse mia sorella era un mistero, ma volevo a tutti i costi scoprirlo.
«Ha detto che doveva chiederle una cosa davvero importante» disse Alexie, entrando nella scuola.
«Probabilmente riguarderà il giornalino scolastico. Mi ha detto che lavorano insieme» replicai, entrando in classe.
Tre paia di occhi furono su me e Alexie: Liesel, Candice ed Edmund ci stavano fissando come qualcuno ci avesse appena lanciato pomodori. Alexie abbassò il capo e si diresse verso il suo posto, delusa dal fatto che nessuno dei miei amici l'aveva salutata.
Lanciai un'occhiataccia ad Edmund, il quale, dopo essersi schiarito la voce, salutò Alexie. La ragazza alzò il capo e lo guardò perplessa.
«Ciao, tutto bene?» domandò Candice, rivolgendole il sorriso più carino che avessi mai visto.
Alexie annuì lentamente. «Sì, sto bene»
La professoressa entrò in classe poco dopo e quindi la conversazione venne interrotta. Ma giurai di aver visto un piccolo sorriso farsi spazio sul volto della mia nuova amica.
***
CHARLOTTE DUNBAR
Alle cinque in punto – dopo il termine dell'orario scolastico – entrai nella sala dedicata alla redazione del giornalino scolastico e mi accomodai al mio posto. Alcuni ragazzi avevano già sistemato le sedie in circolo, così da cominciare immediatamente la riunione.
Quel giorno dovevamo decidere quali articoli pubblicare nel giornalino che sarebbe uscito lunedì mattina, con l'inizio della seconda settimana di scuola. Da quando era cominciata, non avevo avuto un attimo libero per pensare a quali articoli portare, perciò la sera prima avevo ipotizzato di pubblicare qualche fotografia di abiti che le ragazze avrebbero indossato al Ballo di Settembre.
«Charlotte» mi chiamò d'un tratto una ragazza di un anno più piccola, «è arrivata questa lettera per te, da parte del preside»
Le rivolsi un sorriso e la presi fra le mani. Pichon non aveva utilizzato il computer per scrivere, infatti nel foglio bianco era ben visibile la sua calligrafia sghemba.
Sospirando, cominciai a leggere.
Signorina Dunbar, è con tanto dispiacere che comunico questa novità per quanto riguarda il giornalino scolastico. Vorrei che ci fossero istituiti due redattori, un maschio e una femmina, per un'organizzazione e una gestione delle attività migliore di quelle precedenti. Prego i prossimi redattori di comunicare i loro nomi in segreteria entro e non oltre venerdì prossimo. Il preside, Hervé Pichon.
«Qualche problema?» domandò un ragazzino.
Scossi il capo. «Adesso ne parliamo. Ci siamo tutti? Bene, allora sedetevi, devo parlarvi di una cosa molto importante»
Tutti si accomodarono sulle sedie rimaste libere, provocando il minimo rumore. Quando alzai il capo incontrai lo sguardo di Damien Belpois, il ragazzo che stamattina mia aveva inseguito per dieci minuti, sperando di poter parlare con me.
«Allora» esordii, un po' a disagio, «il preside ha chiesto di istituire due redattori per quest'anno. Dovranno essere una maschio ed una femmina, perciò lunedì faremo delle votazioni. Le persone che risulteranno più votate, diventeranno i redattori» tagliai corto.
Damien mi lanciò uno sguardo da furbo, ma lo ignorai.
«Oggi dobbiamo discutere di quanto dobbiamo inserire nel nuovo giornalino» ripresi. Feci per ricominciare, ma il mio telefono vibrò. Mi scusai e lo tirai fuori dalla tasca: un nuovo messaggio di Hugo.
> c'è una torre attiva.
Merda!
«Ehm» mormorai, «purtroppo io devo tornare a casa per un piccolo problema, ma vi lascio il mio materiale»
Mi alzai in piedi e tirai fuori dalla borsa le fotografie e i commenti sui vestiti per il ballo. Una ragazza dai capelli rossi li prese e sorrise.
«Bene, allora ci vediamo lunedì. Buon lavoro, ragazzi!»
«Ciao Charlotte»
Uscii velocemente dalla stanza e mi diressi verso la fabbrica.
***
CANDICE DELLA ROBBIA
«Virtualizzazione!»
Il mio corpo si innalzò e fui costretta a chiudere gli occhi per via della potente luce accecante. Quando li riaprii mi ritrovai in uno strano mondo di color azzurro chiaro: attorno a me c'erano ghiacciai ovunque, il che mi fece supporre che Hugo mi aveva virtualizzata nel settore ghiaccio.
Era la prima volta che atterravo a Lyoko ed ero davvero emozionata. Liesel aveva detto che era stata un'avventura e così da allora avevo sperato che XANA attaccasse.
Diedi uno sguardo veloce al mio costume: portavo una canottiera marrone, abbinata a dei comodissimi pantaloni del medesimo colore; ai piedi delle scarpe che mi permettevano di correre il più veloce possibile. Sulla mia schiena trovai un arco e delle freccie, probabilmente la mia arma. I miei capelli erano più scuri e più lunghi, raccolti in una treccia.
«Wow» commentò Aiko, «abbiamo Katniss Everdeen su Lyoko, Hugo»
Sorrisi imbarazzata. Ad essere sincera non mi ero accorta di sembrare Katniss, il mio idolo più grande, eppure sembravo proprio lei.
«La torre si trova vicino a voi, dovreste addirittura intravederla da lì» mormorò Hugo.
Aiko si guardò attorno e poco dopo indicò un alto cilindro bianco, con una strana polverina rossa che aleggiava attorno all'estremità più alta. Iniziò a correre ed io, insieme a Liesel, Edmund ed Eric la seguii.
I miei amici portavano i costumi dei loro genitori e sembravano molto più coraggiosi e dotati di me. Un arco e delle freccie potevano fermare XANA?
Ad un tratto comparvero davanti a me tre enormi crostacei rossastri e sei creature che potevano essere considerati dei ragni di dimensioni molto più estese. Indietreggiai preoccupata e lanciai un'occhiata ad Aiko.
La sorella di Edmund stava andando in contro ad un crostaceo. Poco prima di travolgerlo, saltò in aria e atterrò sulla sua schiena, dove piantò uno dei suoi ventagli. Il mostro, colpito in pieno, scomparve pochi secondi dopo.
«Devi colpire quella specie di occhio che trovi sulla schiena del mostro» mi spiegò Liesel, poi partì in quarta anche lei e si concentrò sul ragno.
Feci un sospiro, poi afferrai l'arco e una freccia, presi la mira e tirai. Essa si conficcò sul dorso del mostro che, poco dopo, scomparve.
«Ottimo lavoro» esclamò Edmund.
Gli rivolsi un sorriso, poi continuai il mio lavoro. La seconda freccia non colpì nessuno dei mostri restanti, perciò mi avvicinai di più a loro, correndo.
«Disattivo la torre» gridò Liesel, poi superò Eric e raggiunse il tubo bianco.
***
LIESEL BELPOIS
Nel momento in cui mi presi l'incarico di disattivare la torre, un mostro mi colpì alla spalla. Meno dieci punti vita, lo sapevo.
Sospirando, mi concentrai e cercai di eliminarlo. La mia "arma", se così si poteva chiamare, erano i campi energetici, ovvero delle sfere rosastre che se colpivano il mostro veniva eliminato nel giro di qualche istante.
Ne spedii due verso un crostaceo e lo colpii appieno. Purtroppo un altro mostro mi tagliò la strada, perciò fui costretta a fermarmi e a distruggerlo. Decisi di provare un arma nuova: il Congelamento.
Tesi la mano verso il ragno e dopo qualche secondo la creatura venne completamente assorbita dal ghiaccio, quindi venne devirtualizzata.
Ripresi a correre e mi diressi verso la torre.
Una volta entrata, il mio corpo venne trasportato fino alla seconda piattaforma. Aiko aveva spiegato a tutti che era un'emozione incredibile, perché era come se il tuo corpo sapesse già che cosa fare.
Ed effettivamente era così.
Un display apparve a mezz'aria e, come aveva spiegato Aiko, poggiai la mano sul centro.
LIESEL
CODICE LYOKO
Avevo disattivato la prima torre.
Il mio corpo venne trasportato verso la piattaforma precedente e poi uscii dalla torre. Eric non c'era più, probabilmente era stato devirtualizzato, ma Aiko, Edmund e Candice continuavano a lottare.
«Liesel» mormorò mio fratello, «hai disattivato la torre?»
«Sì, qualche secondo fa» risposi.
«Non mi risulta» concluse.
Effettivamente l'avanzamento non era avvenuto: portavo ancora il primo costume di mia madre. Mi voltai verso la torre, ma questa dopo diversi secondi esplose.
Quando riuscii ad aprire gli occhi, attorno a me c'era solo fumo e pezzi di ghiccio. Ero ancora virtualizzata, ciò significava che l'attacco non mi aveva colpita in modo definitivo.
«Liesel» mi chiamò mio fratello.
«Dimmi»
Hugo tirò un sospiro di sollievo. «Purtroppo Aiko ed Edmund sono stati devirtualizzati. Ti mando Leo, va bene? Purtroppo Charlotte è impegnata con il clone»
«D'accordo»
Candice si avvicinò a me e attese che suo fratello Leo fosse virtualizzato su Lyoko. Quando cadde al nostro fianco, chiesi immediatamente a Hugo dove fosse la torre.
«Non ne ho la più pallida idea, Liesel» rispose mio fratello, «pensavo che fosse quella, invece mi sbagliavo»
Sospirando, cominciai a camminare intorno alla zona, sperando di poter notare la torre. Anche Candice e Leo mi stavano aiutando, però era quasi del tutto inutile.
«Potresti sbrigarti? Charlotte è nei guai!» esclamò mio fratello.
«Mi sto impegnando, Hugo» replicai, un po' seccata.
«Non abbiamo molto tempo» s'intromise Aiko, «Lottie ed Eric si stanno aiutando a vicenda, ma quel clone è molto forte»
«Di chi si tratta?» chiese Candice, con la voce tremante.
«Del preside Pichon»
___
nella foto: David Mazouz nel ruolo di Eric Dunbar.
***
spazio autrice:
ciao a tutti, volevo spendere solo due paroline. oggi pomeriggio parto e andrò in montagna per due settimane, dove non prende moltissimo. non porterò il computer, quindi gli aggiornamenti li farò dal cellulare e probabilmente ci saranno alcuni errori di battitura, perché non sono abituata a scrivere i capitoli dal cellulare. spero di poter pubblicare almeno un capitolo al giorno o uno ogni due. passerò dei giorni un po' pesanti perché devo finire di studiare (a settembre avrò un esame), in più domani è il compleanno di mio padre, quindi domani niente capitolo probabilmente, e conoscerò la mia nuova cugina. se ho novità sulla pubblicazione dei capitoli vi farò sapere, comunque.
alla prossima,
MT.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro