Sea
"Appena ho visto la foto ho pensato agli Einstein... e a voi piace?"
-Ehi, Marley!
Marlene sussulta. Il cucchiaio le scivola di mano e piomba nel piatto ancora quasi pieno di minestra, facendole arrivare svariati schizzi sul maglioncino. Per fortuna, è verde anche la stoffa e non si noterà che è macchiato.
-Eh? Che c'è, Amy?- chiede distrattamente, mentre riprende in mano la posata e inizia a tormentare e rimestare i pezzetti di verdura che galleggiano nella brodaglia torbida.
La ragazza dagli occhi a mandorla la fissa con aria interrogativa:
-Ehm... guarda che a chiamarti è stata Astra- le fa notare docilmente.
Lei sbuffa:
-Scusate- mormora
- Oggi non ci sono con la testa.
-Lo avevamo capito - sorride suo fratello. Ma Marlene ormai non segue già piú quel che le succede intorno. E non è solo per Niels. No, ha come il presentimento che stia per accadere qualcosa. Lui non mangia piú con loro dal giorno della liberazione di XANA, ed è quasi certa che sia questione di tempo prima che si inventi qualche piano e li convochi in fabbrica.
Astra si alza:
-Vado in biblioteca a prendere un libro per la ricerca di chimica, ne approfitto ora che non dovrebbe esserci nessuno. Torno subito!
Lo sguardo di Marlene corre a Tom. Come immaginava: suo fratello sembra avere una bomba sotto alla sedia. Dopo che la sua amica è uscita, anche lui scatta in piedi.
-Anche tu in biblioteca?- lo provoca.
Il ragazzo la fulmina con lo sguardo:
-Vado... in bagno- borbotta imbarazzato. - Ma anche se andassi là non sarebbero affari tuoi!
La ragazza sorride mentre lo osserva allontanarsi, gli altri che ridacchiano. Astra non è in buoni rapporti con Tom più di quanto lei lo sia con Niels ultimamente, anche se un motivo apparente non c'è, nel loro caso. E nessuno nemmeno sa spiegarselo.
Marlene ricorda di aver visto l'amica in lacrime accanto ad Erik quando ha avvertito gli altri della torre attiva, ma non è certa che sia quello ad aver raffreddato le sue relazioni con suo fratello. Comunque, Tom non avrà molte opportunità come questa: Erik è malato oggi, ed è certa che in un altro giorno lui avrebbe fatto di tutto per non lasciare suo fratello solo con Astra. In amore e in guerra tutto è permesso, dicono. E Marlene è sicura che quei due testoni potrebbero anche arrivare a scatenarne una, di guerra.
*****
-Perché sei qui?
Astra si è appena girata, la mano ancora sullo scaffale e poggiata su un volumetto. Il capo invece è rivolto verso lui, Tom, le sopracciglia sottili aggrottate e le iridi acquamarina che lo scrutano... con un che di irritato.
Il ragazzo prende un sospiro:
-Dovevo parlarti.
Lei alza gli occhi al cielo e afferra il libro. Raggiunge un tavolino, scosta due sedie e ne occupa una, indicandogli l'altra:
-Avanti, parliamo, se ci tieni cosí tanto. Ma abbassa la voce, anche se non c'è quasi nessuno Madame Poitiers potrebbe tornare da un momento all'altro.
Tom si siede a sua volta e cerca le parole giuste:
-Io credo che tu sia arrabbiata con me. Ne sono certo, anzi. E vorrei sapere il perché.
Astra inizia a mordicchiarsi il labbro inferiore, poi gli risponde a tono:
-Per quel che hai detto l'altro giorno. Davvero non mi capacito di come tu possa aver dato ragione a mio padre dopo che mi aveva inserito un codice nel cervello.
Tom tace per qualche istante. Aveva previsto una possibile giustificazione del genere... Quel che non ha previsto e non riesce a controllare è la risposta che fornisce:
-Era quel che pensavo, non puoi farmene una colpa.
Ops. Forse avrebbe dovuto dire altro, perché la ragazza che gli sta di fronte ora è furente.
-Ah, grazie tante. Ma sí, facciamo pure esperimenti sulle neonate, che vuoi che sia!
-Non mi pare che tu sia l'unica a cui è successo, e Niels non ne fa una tragedia. Jeremy ci ha avvantaggiati, Astra, cerca di capirlo!
Tom spera che giocandosi questa carta le cose cambino, che Astra si renda conto di stare esagerando perché, davvero, l'ultima cosa che vuole è litigare... soprattutto con lei.
-Ognuno la prende a modo suo, Tom! Scommetto che anche a te non farebbe piacere una cosa simile.
-Certamente- il ragazzo cerca di restare calmo. - Ma non ne farei un dramma. Guarderei il bicchiere mezzo pieno, come dovresti fare anche tu.
-Mi stai anche venendo a dire quel che devo fare?
Tom ringrazia tutti gli dèi che conosce che la bibliotecaria sia a pranzo e la stanza deserta, o un giro dal preside sarebbe assicurato.
-Non ho bisogno di una balia e so benissimo come comportarmi. Tutto ciò che chiedo, visto che ho scoperto una cosa che probabilmente non è mai capitata a nessuno degli otto miliardi di persone con coi coesisto, eccetto mia madre e Niels, è qualcuno che capisca come ciò mi fa stare! E sembra che solo Erik ne sia in grado qui!
Eccola. La goccia che fa traboccare il vaso, la parola di troppo che lui mai avrebbe voluto sentirle dire: Erik.
Ora no, che non riesce a restare calmo. Sbatte un pugno sul tavolo, ma le parole gli escono di bocca in un tono moderato. Spaventosamente moderato, tanto da aumentare l'impressione che dà di essere furioso:
-Sí? Mi spiace, allora, di non essere all' altezza di questo gran compito. Ma sai, Astra, la gente ha un'opinione, e il diritto di esprimerla, che a te piaccia o no. Naturalmente puoi comportarti di conseguenza, ma se mi stai mettendo il muso perché non condivido la tua, beh, ti dico che questa assenza di maturità non me l'aspettavo. Non da te. Credevo e credo ancora che Jeremy non abbia sbagliato a usare quel codice, anche se sono d'accordo sul fatto che non avrebbe dovuto mentirti per tutta la tua vita. Se però sei alla ricerca di una persona che ti dia ragione sempre e comunque, se cerchi un servo, sbagli ragazzo. Potrò fare lo stupido ventquattro ore al giorno, ma non lo sono. Non credo abbiamo piú nulla da dirci, se sei tanto contenta che Erik annuisca e acconsenta ogni volta che apri bocca, puoi rivolgerti tranquillamente a lui.
Tom si alza e le volta le spalle. Cazzo, non doveva andare cosí, assolutamente no.
Ma almeno si sono chiariti. E se le cose stanno cosí, anche lui dovrà per forza adattarsi.
Però, se con la mente gli sarà possibile, il cuore si sta già rifiutando.
*****
-Lo sapevo...
Marlene muove freneticamente libri e oggetti nello zaino alla ricerca del cellulare. Fortunatamente la professoressa Hertz non è ancora arrivata, o potrebbe dire addio all'oggetto per chissà quanto, e con XANA a piede libero non è consigliabile.
Trova il telefonino e controlla chi la sta chiamando: Niels.
La mano tremante, apre la telefonata:
-Niels? Si può sapere che fine hai fatto? La lezione sta per iniziare!
-Beh, preparati a saltarla allora- risponde lui, la voce atona.- Dovete venire qui, tutti. E subito.
-Che hai scoperto?
-È questo il problema: non credo di saperlo nemmeno io. Ma è difficile da spiegare. Porta qui gli altri, se puoi. Ho bisogno di vederci un attimo chiaro, mio nonno...
Marlene chiude bruscamente la comunicazione dopo aver sentito la professoressa entrare in classe.
Suo nonno. Franz Hopper, Waldo Schaeffer... non saprebbe come identificarlo ormai. Lo ha incontrato parecchie volte da bambina, ma lo ha sempre e solo visto come un affabile signore anziano, che adorava i suoi nipoti e tutti i loro amici. Giocava anche con lei e Tom, con Amy, Erik... a volte anche Steve. Suonava il piano e loro lo ascoltavano rapiti. A volte con Aelita eseguivano un pezzo a quattro mani, Jeremy e Anthea che li osservavano sul divano, lui tutto occhi per la moglie e lei immersa nella lettura di uno dei suoi tanti libri. Beh, in effetti Hopper non ha visto crescere molto le sue figlie, è probabile che cercasse di non commettere lo stesso errore con i loro bambini.
Purtroppo ad impedirglielo è stato il tempo, in quel caso: è morto quando Astra aveva circa otto anni. Non ha nemmeno conosciuto bene Fred, cosí simile a Jeremy e a lui nei modi pragmatici e di un'intelligenza a dir poco portentosa. È curioso, pensa Marlene. Uno scampa alla morte in un mondo virtuale infinite volte, e alla fine se ne va per il semplice peso degli anni, proprio quando ha piú bisogno di restare.
Eppure, lei sente che ha comunque trovato il modo di aiutare. Lo ha sempre fatto del resto, sfidando XANA e la morte.
La prof saluta gli alunni mentre Marlene cerca di far arrivare un bigliettino ad Astra.
Ma perché spegne sempre il telefono a lezione?
In fondo lei è sempre stata essenziale in queste cose.
Fa del foglietto una pallina e lo lancia sul banco dell' amica. Se fossero in classe basterebbe sussurrarglielo, dopotutto sono compagne di banco. Ma nel laboratorio i posti non sono quasi mai gli stessi.
Astra sembra aver notato il biglietto. Apre il pezzo di carta con curiosità, e dopo qualche secondo si volta verso Marlene, annuendo. Amy è due posti dietro la ragazza coi capelli rosa, perciò per avvertirla non ci vuole molto.
Quando è certa che Astra ce l'abbia fatta, la ragazza sa cosa fare. Di colpo, cade riversa per terra, tra lo stupore generale.
-Marlene!- recita la mora correndole accanto assieme all' insegnante, che la scuote delicatamente e le sente il polso. Lei mugugna, poi si giustifica come puó:
-Mh... non è nulla. Sarà perché non ho mangiato molto...
In realtà Marlene ha ancora in bocca il retrogusto della terza porzione di torta al cioccolato che ha ingurgitato a pranzo, e sa che detta lei una bugia del genere creerebbe uno scandalo, ma sul momento non ha pensato a qualcosa di meglio.
Ad ogni modo, la professoressa non sembra farci caso:
-Strano... Ad ogni modo un calo di zuccheri è un rischio a questa età, state ancora crescendo. Amanda, portala in infermeria, per favore.
-Potrei andare anch'io, prof?- chiede Astra.
La donna annuisce rassegnata. Marlene fa finta di alzarsi a fatica e si fa sorreggere dalle amiche finché non sono uscite tutte dalla stanza.
-Bene- dice la bionda, stavolta col suo solito tono. - Ora dobbiamo solo recuperare Tom e Steve.
-Oh, lui è a lezione di italiano- asserisce Amy alludendo al secondo.
-E tu come lo sai?
-L'ho solo visto andare in quella classe l' altro giorno- si schernisce la mora.
-Sarà... comunque, io vado a chiamare mio fratello, tu e Astra pensate a Steve.
Le altre annuiscono e si dividono per la scuola.
*****
Nulla. Di nuovo. Niels stoppa il brano, i lineamenti orientali del volto tesi.
Ma che cavolo aveva in mente suo nonno? Che senso aveva mettere quella roba nella cartella di un supercomputer, nei sotterranei di una fabbrica? Sono cose per svagarsi, i pezzi musicali, e lui non può farlo. E poi, tutto quel complesso elettronico sarebbe dovuto rimanere spento, a che pro inserire delle canzoni?
Magari Astra sa qualcosa. Niels andava piú frequentemente in Giappone, da piccolo: forse Franz Hopper le ha detto delle cose che lui non sa.
No, no: cosa può aver mai riferito ad una bambina che nemmeno amava molto l'informatica?
Beh, pensa, stanno per scoprirlo.
La porta dell' ascensore si apre.
*****
-Ehi, cugino!
Amy trotterella fino a trovarsi dietro la poltrona di Niels e sbircia lo schermo del computer. Lui è davanti ad una cartella contenente solo due file, eppure sembra sul punto di esplodere. Non le rivolge nemmeno un saluto come si deve, ma si limita ad un gemito strozzato.
Poco a poco anche gli altri si riuniscono lí intorno.
-Allora? Cosa dovevi dirci di cosí importante da farmi fare una figura di merda?- sbuffa Steve. La "figura di merda" per lui equivarrebbe ad essere stato costretto a seguire lei, Amy, fuori dalla classe, visto da tutti mentre andava a fare chissà cosa con una ragazza.
Il moro, seduto sulla poltrona, sembra ignorarlo mentre apre bocca per parlare:
-Quasi nulla. O forse tutto. È questo il fatto, in questa cartella ci sono quelle che potrebbero essere cazzate o informazioni cruciali. E io non riesco a capirlo!- esclama frustrato.
-E cosa c'è lí? Codici?- avanza Marlene con un' insolito tremore nella voce. Amy sa che non parla con Niels dall' altro ieri, purtroppo. Sono sempre stati amici, loro due, sarebbe un peccato rovinare un' amicizia a causa di uno stupido malinteso.
-No! È... musica- a queste parole segue una risatina amara.
-Buffo, no? Una persona capace di decifrare il linguaggio dell'informatica, che si blocca davanti a qualche sequenza di note.
-Dai, non prendertela con te stesso- dice Astra. - Piuttosto, possiamo ascoltare? Siamo venuti qui apposta, magari ci capiremo di piú insieme.
-Va bene.
Niels fa partire un brano, il primo. Amy ne vede solo un altro, dopo.
La canzone ha un ritmo cadenzato... ballabile. Potrebbe essere un valzer. La ragazza è certa di averlo già sentito, ma non ne ricorda il titolo, e sul momento non riesce a identificare nemmeno gli strumenti.
A quanto pare però, Astra ha piú memoria:
-È Bel Danubio blu, di Strauss. Anche se non capisco perché sia stata messa qui, mi spiace.
Per un po' tutti tacciono, poi è Steve a parlare:
-Beh, non so voi, ma io mi soffermerei sul titolo. Può darsi che che Hopper volesse indicarci qualcosa da cercare a Lyoko... qualcosa che c'entra con l'acqua visto che il Danubio è un fiume.
-Ma a Lyoko non ci sono fiumi- replica Amy. - Nel settore foresta e nella banchisa so che ci sono delle pozzanghere, ma...
-No, no!- Niels sorride. - Fermi! Amy, Steve ha ragione! Pensateci: le pozze dei settori sono relativamente inutili. Semplici proiezioni. Però su Lyoko c'è dell'altra acqua. Ed è...
-Nel mare digitale- concludono gli altri.
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