Zafirah
Voi non potete capire, mi hanno cancellato dei capitoli quelli di wattpad e io sto bestemmiando in egiziano mannaia a loro!!!!
Ora la storia potrebbe subire delle variazioni perché non ricordo con precisione le esatte parole che ho scritto ma spero che possiate perdonarmi.
Buona lettura
Zafirah
Otto anni
"Non c'era più possibilità di vincere, il nemico stava per avere la meglio si di loro, ma all' improvviso uno fra tanti si distinse, al suo cammino la terra tremò, i cieli si oscurarono e il fuoco del dio Amon- Ra lo circondava, il nome di questo guerriero era..."
Sono stufa di ascoltare il cantastorie.
Scendo dall' albero sul quale ero sdraiata e prendo una pietra lanciandogliela contro, colpendolo in piena fronte.
"Per tutti gli dei che dolore."
Già, odio quella storia, perché il protagonista è un fasullo, Bahir, il guerriero di fuoco, mio padre.
"Zafirah! Ancora tu..."
Si alza e viene nella mia direzione, forse dovrei scappare, ma non lo faccio.
"Devi smetterla di comportarti così, altrimenti sarò costretta a non pensare che sei la figlia del capo, e ora vieni con me da tua madre."
Sempre a trattarmi diversamente dagli altri.
Sono stufa.
Appena afferra il mio braccio gli pesto un piede e quando si abbassa lo colpisco con una testata sotto al mento.
"Piccola selvaggia!"
Uno schiaffo mi colpisce sulla guancia, ma non piango, lo guardo storto mentre ad assistere la scena ci sono diversi bambini.
"Io non sono mio padre."
Corro lontano, dai loro sguardi, dalle loro voci, da tutto, nessuno può capirmi.
Evito chiunque ed infine arrivo sulla montagna che circonda il villaggio.
È il mio posto segreto dove nessuno viene ad osservare il villaggio.
Ho il fiatone e sono accaldata, ma alla fine piango, sfogandomi.
"Non è giusto!"
Io volevo essere trattata come gli altri e vedere mio padre orgoglioso di me, ma non tutti sanno come sia in realtà Bahir.
All' inizio perfino io ammiravo le storie sulle sue gesta, volevo imitarlo, ma ogni volta che mi avvicinavo se ne andava, non era mai a casa ed io dovevo pregare con mia madre che facesse sempre ritorno, per cosa? Per non essere nemmeno trattata come sua figlia?
Ma il colpo fatale è stato quando una volta l'ho visto giocare con gli altri bambini, lì ho capito che solo con me aveva quell' atteggiamento distaccato.
"MALEDIZIONE!"
Dò un calcio ad una roccia, facendomi male ed iniziando a saltare sul posto.
"Porco Rah che dolore, ora anche la roccia mi odia?!"
Perfetto, me la prendo anche con le pietre adesso.
Mi butto per terra ed osservo il cielo, vorrei davvero delle risposte o un piccolo segnale per farmi capire cosa devo fare...
Guardo il sole, quando una piccola figura nera appare nella mia visuale.
"Ma cosa..."
Precipita verso di me.
"Oh no!"
Non faccio in tempo ad alzarmi che vengo colpita in pieno nello stomaco.
Per un attimo mi manca il respiro, ma quando mi riprendo vedo un piccolo falchetto stonato.
"Ci mancava questa...ehy stai bene?"
Cerco di prenderlo, ma inizia a muoversi cadendo per terra.
Cerca di volare, ma una sua ala sta piegata verso il basso.
Sto per andarmene, ma dei versi fastidiosi catturano la mia attenzione.
"Avvoltoi, può darsi che hanno ferito loro il falchetto..."
Non ho il tempo di pensare quando lì vedo planare verso il pennuto ferito.
"Accidenti."
Corro velocemente e proprio quando stanno per afferarlo riesco, rotolando, a prenderlo e a far schiantare i due uccellacci al suolo.
Continuo a correre felice mentre mostro la lingua agli avvoltoi.
***
"Ora sta buono, dobbiamo fare silenzio."
Già, di sicuro non posso portarlo a casa come se niente fosse, quindi devo per forza entrare dalla finestra della mia camera.
Mi avvicino ad una siepe e dopo aver visto che in circolazione non c'è nessuno, con le mani trovo la scala che ormai è stata coperta dal verde.
Ogni volta che voglio stare da sola scappo da qui, e per fortuna mia madre non l'ha mai trovata.
Entro dentro e delicatamente adagio il falchetto sul mio letto.
"Ora sta buono che voglio curarti l' ala."
Sembra quasi che mi capisca, meglio così, sarà più facile.
Strappo un pezzo della mia tunica e prendo un pezzo di legno dal mio letto, fasciandogliela.
"Così dovrebbe andare."
Mi giro di spalle, quando inizia ad urlare, e come ad un fulmine gli tappo il becco.
"Ssshh vuoi farci scoprire?!"
Muove la testa, forse ha fame... potrei dargli del pane.
"Sta qui è fai silenzio ok? "
Lentamente vado verso le scale, quando sento la voce di mia madre urlare.
"Zafirah ha di nuovo colpito Ahmed con una pietra!"
"Sta calma Nadja."
Papà, che ci fa a casa?
"Non sto calma Bahir, devi parlarle."
"È solo una bambina lasciala fare."
"NO! Lei è tua figlia."
Ho ascoltato abbastanza, corro di nuovo nella mia stanza e dopo aver preso una sacca e il falchetto esco di nuovo dalla finestra.
***
"È chiedere troppo essere trattata come ad una figlia? Non credo sia tanto difficile no?"
Parlare con un falco ferito mi sembra normale no?
"Uh trovato!"
Prendo il vermetto e glielo avvicino, quando...
"Zafirah"
Salto sul posto e lentamente mi giro.
"Papà..."
"Mi hanno detto quello che hai fatto."
"E sei venuto qui perché dovrei chiedere scusa a Amhed?"
"No."
Cosa? Alzo lo sguardo guardandolo sorpresa.
"Non posso obbligarti sei mia figlia e devi fare le tue scelte."
I suoi soliti discorsi da bravo capo che vigila e aiuta la sua gente...lo odio per questo e alla fine non controllo le mie parole.
"E solo ora ti sei accorto che sono tua figlia?!"
Ho le lacrime agli occhi, ma mi pento subito di ciò che ho detto.
"Scusa, non volevo."
Allunga una mano verso di me e quando credo che stia per colpirmi sento una carezza sulla mia testa.
"Va bene così, un buon capo sa quando scusarsi."
"Capo?"
"Si, non lo vorresti?"
Essere un capo, significherebbe superare mio padre...
"La gara del Cobra serve a questo, e se lo vuoi tu potresti partecipare.".
La gara del Cobra, una competizione che serve per scegliere ogni dieci anni un nuovo capo, mio padre l'ha costituita per non creare scompigli tra i serpenti del sole.
"Ecco io.."
"Tu cosa vuoi Zafirah?"
Cosa voglio?
Superarlo, ma per ora...
"Essere un Serpente del Sole."
Sorride, è la prima volta che lo fa in mia presenza.
"Bene, allora preparati, sarà un percorso duro."
"Non ho paura."
"Domani mattina inizieremo preparati Zafirah."
Annuisco, questa è la mia occasione per poter stare con mio padre.
Non lo deluderò e sarà orgoglioso di me.
Scusate tremila volte, ma vi giuro che io sto sclerando di brutto.
Baci baci
Manu
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