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Nel cuore della città

Scusateeeeeeeeee per il ritardo!!!
Ma sto mettendo a punto la prossima storia e richiede un pò di tempo, ma eccomi qui!😂😂😂
Zafirah si è ripresa ancora una volta e ora dopo l' Alleanza con i vichinghi si preparano per raggiungere la loro nuova meta Armuk, la città ai confini delle montagne e delle dune del deserto.
Buona lettura

La coltre di neve va man mano diminuendo mentre all' orrizonte rivedo il mio amato deserto.

"Ci siamo!"

Finalmente, non per qualcosa, ma il freddo non fa proprio per me.
Dopo che Al mi ha illustrato gli ultimi sviluppi degli avanzamenti degli invasori e della loro prossima meta dove stanno portando gli schiavi presi alle montagne e nel deserto, ci siamo messi subito e m viaggio.
Man mano che continuiamo le nostre fila aumentano sempre di più il numero di combattenti.
I vichinghi alla fine hanno ceduto dopo il bel discorso di Al e hanno preparato i loro carri.

Appena Rabi tocca la sabbia mi levo la pelliccia e aumento la sua andatura passando avanti a tutti.
Sento anche il grido di Furia, deve essere felice quanto me.

Scendo un attimo dal dromedario e quando vengo colpita dalla luce del sole prendo un bel respiro e urlo, prima di ridere da sola.

"Il freddo ti ha dato alla testa Zafirah?"

"Forse si, ultimamente sto prendendo solo botte alla testa Malik."

Rido e per un attimo vedo il suo sguardo perdersi.

"Che c' è?"

"Niente, e solo, che sono poche le volte in cui ti vedo ridere, sono più abituato a vederti sguaiare la spada con il volto coperto di sangue."

Sorrido ancora.

"Beh che posso dirti, nascondo diversi aspetti del mio carattere."

Gli faccio l' occhiolino prima di salire in groppa a Rabi e a lasciarlo indietro.

Da quando mi sono ripresa ho notato che Malik tende a starmi più vicino e cerca di farmi ridere, anche se mi diverto di più quando fallisce e assume un espressione delusa.

Ritorno nel resto del gruppo vicino ad Hana e dopo pochi scatti di sole raggiungiamo la collina che circonda la valle dove si erige Armuk, la città dell' acqua.
Qualsiasi viaggiatore si ferma per rifornirsi di scorte, Armuk è ricca di torrenti provenienti dalla sua parte Nord e il via vai di persone ha favorito il suo sviluppo rendendola potente quasi quanto Tebe.

Hana controlla la situazione con il suo binocolo e poi si avvicina a parlare all' orecchio di Al che annuisce con la testa.

Si gira verso di noi e prende parola.

"Preparatevi, al calar del sole agiremo, nel frattempo ci rifugeremo qui, che il Dio Rah vi accompagni."

Non credo che sia il più adatto per me, dato che in passato fece una guerra contro i serpenti uccidendoli... E ora che so che gli dei non sono più immaginari, beh, preferirei evitarlo se posso.

***

"Ehy"

Sussulto mentre vedo Malik avvicinarsi a me.
Mi sono un pò allontanata per esercitarmi con qualsiasi cosa si attivi quando uso il calore dentro di me.

"Ehy."

"Manca poco eh?"

"Chi può dirlo, il mio compito finirà quando avrò salvato mio padre e ucciso Secar, il tuo?"

"Quando avrai fatto ciò."

Si posiziona di fianco a me e sono indecisa se fare o meno una domanda, ma alla fine mi butto.

"Malik? Cosa...Cosa farai una volta finito qui?"

"Non saprei, potrei tornare a girovagare nel deserto e rubare a degli sciocchi."

"Potresti?"

Lo guardo dal basso della mia altezza mentre mi prende le spalle girandomi verso di lui.

"Cosa devo fare Zafirah?"

"E io che ne voglio sapere."

Cerco di allontanarmi, ma Malik mi spinge contro di me stringendomi tra le sue braccia.
Tento di staccarmi, ma è inutile e non voglio fargli male.

"Quante volte devo ripeterti che..."

"La tua vita è nelle mie mani  lo so, ma non so cosa farmene. Non posso importi di seguirmi andando incontro alla morte o..."

"Venire via con te finito tutto? Lo farei anche adesso se questo fosse il tuo desiderio."

Sento le guance andare a fuoco e mentre tento di guardare da un' altra parte, Malik sposta una sua mano per metterla sotto al mio mento e fa combaciare le sue labbra alle mie.
Non mi sposto, e chiudi gli occhi, mentre la luna prende il posto del sole.

***

Una volta buio indossiamo tutti quanti degli abiti neri e avanziamo silenziosamente tra i diversi edifici, eliminando man mano i romani di spalle.
Arriviamo nel cuore della città vicino agli accampamenti e prima di fare qualsiasi mossa azzardate come mio solito, scavalco facilmente il muro usando come appoggio la parete di fronte e salto nel recinto, individuando le celle.

Qualcosa però non quadra, c' è troppo silenzio e poche guardie per essere la città più popolata.
Aumento le precauzioni aggirando le celle per poterle raggiungere da dietro.

Quando in lontananza, più o meno di fronte all' entrata, avviene un esplosione.
In quel momento da dietro i cespugli iniziano a scattare diversi legionari.

Merda.
Mi abbasso velocemente nella speranza di non essere vista, ma a quanto pare sono fortunata.

Una volta accertata che non ci sia più nessuno inizio a correre per raggiungere le celle e mentre le apro osservo il volto degli schiavi.

"Chi sei?"

"Un' ombra."

Apro la prima e i prigionieri escono velocemente. Passo alla successiva, ma ancora niente.
Quella dopo, non vedo lo sguardo che interessa a me e infine nell' ultima prima di girare le spalle lo vedo.
Con le mani vicino al muro e lo sguardo basso con il corpo sporco di terra e polvere.

Abbasso la mia sciarpa dal capo e dal viso mentre avanzo verso di lui.

"Io non esco."

"Perché? "

"Devo attendere la punizione per aver fallito nel proteggere la mia famiglia."

È ancora di spalle, quando afferro la sua spada e gliela pianto per terra di fronte ai suoi occhi.
La fissa prima di spalancare gli occhi.

"Tu non hai fallito papà."

Appena mi vede sfiora il mio viso per vedere se sono reale prima di stringermi a sé.
Ricambio e le lacrime iniziano a premere per uscire.

Quando sento un' altra esplosione.

"Papà ora devo andare, tu prendi gli schiavi e portarli oltre le colline, ci sono degli amici ad attendervi, ti raggiungerò lì è dopo, parleremo."

Risollevo la sciarpa e prima di lasciare la cella mi volto verso di lui.

"Papà? "

I nostri sguardi s' incontrano e in quel momento non c' è bisogno di usare parole.
Vorrei parlare con lui, spiegargli tutto e non lasciarlo, ma, più avanti delle celle c' è una guerra in corso e non ho alcuna intenzione di perderla.

Gli invasori devono sparire.

Bene, ci siamo, quasi...😢😢😢 ma pensiamo positivo, non vedo l'ora che mi diamo uno stacco dalle interrogazioni per poter scrivere qualcosa in più.
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Manu

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