Il tempo scorre
La febbre mi è passata...spero, perché in giro si mormora di una possibile ricaduta ed il ci tengo a stare all' impiedi, era squallida lo so😂😂😂
BUONA BEFANA!
Zafirah ha trovato Secar e il suo istinto primordiale vuole la sua morte.
Buona lettura
I rumori della battaglia giungono lontani alle mie orecchie, la mia attenzione è totalmente su Secar, mentre avanzo stringendo la spada di mio padre.
Lui arretra mentre con gli occhi di Memhed noto come il labbro gli trema, ha paura, ma tra poco finirà tutto è potrà rendere gloria a suo padre nel suo regno dei morti.
"Tu sei un mostro."
"Quello che sono non è affar tuo, se il mio aspetto ti spaventa perché non ti guardi allo specchio?"
Mi metto in posizione di combattimento e prima di scattare...
"Il mostro sei tu che hai UCCISO MIA MADRE!"
Corro e miro alla sua gola, para il colpo appena in tempo, ma velocemente con il braccio libero lo colpisce all' addome, si piega e continuo colpendolo con il ginocchio alla fronte.
Cade e rotola lontana mentre sento un fuoco bruciarmi dentro.
Il braccio duole e quando abbasso lo sguardo vedo che il serpente tatuato è diventato rosso e sta girando intorno al mio polso.
Prova ad attaccarmi nel momento in cui sono distratta, ma paro il fendente alto mantenendo la sua spada lontana dalla mia testa impugnando la mia con entrambe le mani.
"Oggi tu morirai Secar."
"IO COMPIRÒ LE GLORIE DI ROMA!"
Aumenta la sua spinta facendomi piegare un ginocchio al terreno.
Il mio corpo sta per cedere, ma in un attimo le immagini dei morti del mio villaggio, le urla, i pianti e poi gli occhi di mia madre che si spengono passano nella mia mente tanto da farmi urlare e rialzare.
Torno in piedi, con un calcio lo colpisco all' addome ripetutamente fino a che non sento la sua spada più debole contro la mia.
Afferro il suo polso e lo giro facendogli cadere l' arma ed infine lo colpisco con una testata all' indietro prima di puntargli la punta della spada alla gola.
"La gloria di Roma dici? Se mai accadrà tu non potrai vederla di persona."
I suoi occhi sono fissi sulla mia spada, mentre abbandono le forze di Memhed cosicché il bruciore al braccio pian piano diminuisca.
"Aspetta Zafirah io l'ho fatto perché sono stato costretto altrimenti sarei morto."
"Racconta le tue menzogne a qualcun'altro, tanto morirai adesso."
Riporto la spada verso di me prima di caricare il colpo indirizzato al suo petto.
Sto per porre fine ad un capitolo della mia vita quando sento un urlo.
Fermo il colpo ad un centimetro dalla sua armatura e con gli occhi cerco la provenienza, una bambina, una prigioniera, ancora nella sua cella sta urlando mentre una torre di vedetta in fiamme sta per crollare proprio su di lei.
Merda.
"Puoi uccidermi ma a quale prezzo?"
Il bastardo ha capito, alterno il mio sguardo tra la bambina e lui e so già che me ne pentirò.
"Il tempo scorre."
Poso la spada e corro con tutta la forza che ho nelle gambe sento ancora la sua risata alle mie spalle, ma se oggi gli dei l'hanno graziato ben presto morirà.
Arrivo dalla bambina e con la spada rompo il lucchetto.
La prendo tra le braccia ma quando mi giro la torre sta per crollarci addosso.
Urla, mentre la sistemo dietro di me.
"Ti prego non abbandonarmi Memhed."
Sento il bruciore tornare mentre blocco l' impatto con le mani.
Il peso è troppo ma faccio forza anche con le ginocchia e la testa.
"VAI VIA!"
"Ma..."
"VIA!"
La bambina corre lontano mentre io sono in un grosso problema.
Il dolore continua ad aumentare e stavolta sono io ad urlare.
Continuo a tenerla quando una freccia colpisce la mia gamba, trattengo altro dolore.
"Accettalo."
Alzo lo sguardo e vedo Osiride in tutta la sua gloria.
"No."
"Morirai se non lo farai Zafirah."
"Un problema in meno no?"
Sghignazzo mentre perdo aderenza con la gamba colpita dal terreno.
"NON È IL MOMENTO DI ESSERE ORGOGLIOSI!"
"E questo ti sembra il momento per farmi la predica DA PADRE?!"
Sotto ai miei piedi si crea una concentrazione d' aria che diventa un turbine che mi avvolge.
"Zafirah."
Alla sua destra appare mia madre ed è come se il tempo si fermasse per un attimo.
Urlo ancora di più mentre nella mia mente accetto una realtà a cui non riesco a credere.
Mio padre è Osiride.
E qualcosa accade per davvero.
Un bagliore e poi il mio unico ricordo sono gli sguardi di chi mi osserva prima di cadere al suolo.
***
Urla, sangue...Secar.
Scatto in avanti guardandomi intorno, sono nella tenda.
Levo la coperta e quando mi alzo una fitta alla gamba mi fa zoppicare.
È bendata, e solo dopo mi ricordo che durante lo scontro mi avevano colpita.
Esco fuori e noto con piacere che siamo ancora tutti vivi, o almeno così sembra.
In lontananza vedo Hana parlare con i prigionieri che abbiamo liberato e sto per raggiungerla se una mano non mi avesse fermata.
"Razza di incosciente!"
"Ciao Malik è un piacere vederti ancora vivo."
"Questo dovrei dirlo io "
Mi scompiglia in capelli mentre saltellando cerco di allontanarmi.
"Smettila."
"Come va la gamba?"
"Vivrò, ora devo andare da Hana se...aaahh."
Mi prende in braccio ed inizia a camminare nella mia precedente direzione.
"Mettimi giù!"
"Scordatelo, stavolta si fa come dico io."
Lo odio.
Raggiungiamo la tenda di Hana che appena ci vede fa un sorrisino storto, odio anche lei.
"Non è come sembra."
"Non ho parlato."
"Ma stavi pensando."
Scendo da Malik e mi avvicino a lei.
"Hana tra i prigionieri voi..."
Mi guarda e scuote la testa, mio padre non era tra loro.
Respiro lentamente quando la sua voce interrompe gli innumerevoli pensieri negativi che si stavano formando nella mia testa.
"Questi che abbiamo liberato dicono che due giorni fa hanno spedito in carico di schiavi al confine con il Nord tra le montagne dei ghiacci."
Una scintilla di speranza si accende in me.
"E Secar?"
Scuote la testa.
"È scappato, mi dispiace."
Stringo i pugni, quel codardo ha preferito la fuga alla morte.
"Non andrà lontano."
"Lo credo bene, ora cosa vuoi fare tu Zafirah?"
"Ho promesso che vi avrei seguito, quindi fino a che non avrò trovato mio padre o Secar proseguirò."
Sorride e non ha il tempo di dirmi altro che Malik mi riprende in braccio ed esce dalla tenda.
"Che diavolo stai facendo?"
"La paziente ha bisogno di riposo."
"Posso andarci da sola."
"Nella mia tenda? Non credo."
Sento le guance andare a fuoco prima di colrpilo con un pugno sotto al mento sotto lo sguardo di tutti.
Mi rialzo e mi allontano velocemente.
Devo stare da sola, assolutamente.
Malik non è Malik senza fare il cascamorto.😂
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Befana Manu😂😈
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