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Il patto 🔴

Musica d'ispirazione: La tristesse du diable - MEIMUNA

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35

La biblioteca era molto diversa di notte, nell'ombra sembrava tutto interessante, è più reale di quanto il giorno potrà mai.
I libri multicolori emanavano un alone di polvere visibile anche da lontano, non appena Hermione oltrepassò la soglia si sentì avvolgere dall'ambiente che più di tutti era stata 'casa', 'àncora' e strumento di rivalsa.
<< Dovrebbe essere proprio... >>
Hermione gli afferrò il braccio e lo bloccò, in tacita contemplazione, quasi religiosa.
<< Qua dentro comando io >>
Draco la guardò, stupito.
Con la bocca semi aperta.
Alzò le mani e le sopracciglia.
"Solo qua?", pensò, tristemente, quasi rassegnato, "lasciamoglielo credere".
Chiuse la bocca.
Si piegò in un profondo inchino, non potendo nascondere un accenno di sorriso.
Hermione si diresse senza indugi verso il reparto proibito, mentre la luce della luna e dell'alba imminente la seguivano in un'armonia di toni caldi e freddi, illuminandole i ricci ribelli.
Draco si appoggiò alla sedia nel corridoio principale e la osservò intraprendere una danza fra gli scaffali. Non appena chiuse gli occhi i borbottii sommessi e i passi indecisi si trasformarono presto in una melodia.
Aveva iniziato a tenere il tempo con il piede.
All'inizio era costante, metodico, come la Granger poteva sembrare di primo acchito.
Eppure era una Grifondoro, non una Corvonero, dunque ammetteva l'esistenza dell'imprevisto, anzi, meglio, lo sfruttava, ne confidava.
Il ritmo, difatti, non era perfetto, aveva un'evoluzione con cui il piede di Draco doveva fare i conti.
Non l'avrebbe mai controllato.
E il suo ritmo? Chissà come faceva.

Hermione avrebbe detto fosse sicuramente pieno di pause infinite, a singhiozzi, con climax talmente potenti da desiderare quelle pause per riprendersi.
Le venne il fiato corto a pensarci.
Poi tornò con la mente alla sua missione.
Draco non lo aveva nascosto negli scaffali ai margini delle librerie, non negli angoli alla base.
Forse.
L'aveva nascosto.
Sotto il naso di tutti.
Magari dietro un libro di facile mimetizzazione.
Proprio davanti a lei.

Lucifer

Il mito cristiano
Hermione lo prese in mano, curiosa.
Il vetro della bottiglia brillò allo scoperto non appena lo tolse dallo scaffale impolverato.
Eppure Hermione, come chiamata dallo spirito del luogo, diede priorità al libro.
La copertina rigida le solleticò le mani, ma di quel solletico piacevole che si prova dopo aver fatto una doccia calda, al primo tocco di un'altra persona.
Lo aprì.
Le pagine di pergamena antica erano rigide e pesanti, le resistevano.
<< Je suis l'Art et le Savoir >> Hermione voleva leggere nella mente, ma sembrava più forte di lei il bisogno, o obbligo, di leggere ad alta voce.
Sentì i passi di Draco avvicinarsi, ma voleva continuare a leggere quel piccolo e curioso libro che non aveva mai visto nella sezione.
<< Da quando sai il francese, Granger? >>
Hermione voleva raccontargli delle estati in Provenza con i suoi, ma non riuscì a usare la bocca per altro se non per quelle piccole parole solleticanti che non riusciva a smettere di leggere.
<< Je suis le Jour... >> un raggio di luce timido le illuminò gli occhi nocciola.
<< ...et le Noir >> continuò Draco, che l'aveva raggiunta, ma che era rimasto nell'ombra dello scaffale.
Draco avrebbe tanto voluto raccontarle dell'istruzione poliedrica che aveva ricevuto dai più grandi maestri d'Europa, ma era come se le labbra di Hermione gli suggerissero la battuta successiva di una recita magnetica.
<< Protecteur...>> continuò Hermione, che ora fissava Draco, con una incessante voglia di solleticargli quelle parole in bocca.
Era forse il caso di avere paura?
<<  ... et tentateur >> Draco le si avvicinò, incantato.
<< Celui qui fait battre votre coeur >> Hermione lo sospirò.
Era un giuramento?
Hermione e Draco non lo sapevano, ma percepivano mano a mano i loro corpi come espandersi nello spazio fino a scontrarsi e mischiarsi.
<< Je suis la Lumière qui fait venir l'ombre >> il raggio di luce colpì anche Draco.
Hermione restò incantata da come la luce sembrasse sfidarlo.
<< Gardien des mystères >> Hermione non guardava nemmeno più la pagina, si faceva guidare dalle pulsazioni del cuore di Draco, farsi sempre più vicine
<< Ètoile du matin >> Draco allungò la mano e prese la bottiglia di vetro dietro di lei, i loro respiri si mischiarono in nuvole fredde.
<< Roi des Chérubins >> gli sfilò la cravatta già lenta.
Draco seguì i movimenti della mano di Hermione con lo sguardo e bevve un sorso molto lungo dalla bottiglia, poi baciandola glielo passò.
Come a suggellare un patto o al termine di un rito antico.
Il liquido era caldo, l'alcol era tanto potente da anestetizzarle la bocca, eppure le note di menta fresca si sentivano, le sentì fino al naso, fino agli occhi.
Le iridi le pulsarono per l'alta gradazione e, forse, per l'improvvisa alta tensione, ma ingoiò quel fluido caldo e bruciante.
Ingoiarono all'unisono.
Hermione allungò la mano e tracciò il tragitto interno della bevanda sul corpo di Draco.
Lui che non aveva mai smesso di fissarla da sotto le ciglia semi-chiuse, il suo labbro superiore tremava di più ogni volta che Hermione spostava le dita più verso sud.
Draco appoggiò la fronte sulla sua, gli occhi che quasi neanche sbattevano, iniettati di sangue, la luce del giorno cominciava a bruciare nello scaffale dietro di lui, facendo emergere la sua sagoma come inchiostro gocciato per sbaglio su pergamena nuova.

<< Je suis... >> Draco aveva il fiato corto e irregolare che solleticava l'angolo destro della bocca a Hermione << ... Lucifer >> glielo sussurrò all'orecchio, come un segreto.
Il segreto dell'angelo più bello del paradiso, che con i suoi capelli biondi ingannava il mondo, nascondendosi fra le schiere di pedine, lui solo, erede per scelta.

Per scelta.
Si ripeteva questo Draco, guardandola, si disse che lei sarebbe stata la prima delle sue scelte.
E tutte le sue scelte sarebbero state come lei: potenti, autentiche.
Hermione guardò fuori dalla finestra.
<< È giorno Lucifero, non hai paura della luce? >>
<< Io sono la luce e decido io quando finisce il mio momento >>
Con un gesto veloce della bacchetta chiuse tutte le tende pesanti.
Hermione trasalì al rumore improvviso e Draco sorrise.
<< Fossi in te non sorriderei troppo, quel taglio si è appena rimarginato >> gli passò un dito nel labbro ferito.
<< Non ti disgusterà il sangue di un Sanguepuro, vero Granger? >>
<< Mi preoccupo solo per te >>
<< Granger >> dicendolo la lingua solleticò il dito di Hermione << Non che non apprezzi le tue premure, ma... >> strusciò il naso sul dorso della sua mano a occhi chiusi.
Ma non era abituato.
<< ...Ma, in questo momento, l'unica cosa di cui ti devi preoccupare è portare a termine una missione >>
Le alzò il mento e le adagiò la bottiglia in bocca, facendole aprire le labbra carnose.
Le prime gocce le bagnarono la bocca, con sorpresa di Hermione, che aveva dimenticato quanto fosse alcolico.
A Draco piacque averla presa di sorpresa.
Sorrise e la inclinò di più.
Si aspettava che sputasse tutto.
Invece, una frazione di secondo prima che inclinasse la bottiglia, lei gli intercettò lo sguardo, quasi gli avesse intercettato il pensiero, no anzi l'intenzione, no anzi, il sentimento, l'impulso.
All'inclinarsi della bottiglia Hermione era pronta.
Afferrò la bottiglia.
Trangugiò quella sostanza a lunghi sorsi calcolati, senza mai smettere di fissarlo.
La sua gola danzante era bagnata da poche gocce che tracciavano, come strade in una cartina, tragitti invitanti.
Draco inclinò la testa verso destra per seguire il percorso di uno di questi, alzando le sopracciglia gradualmente, a metà fra il sorpreso e l'incantato.
Gli aveva appena letto nel pensiero? Aveva imparato?
Hermione finì il lungo sorso e trattenne un colpo di tosse per l'alta gradazione appena assunta.
Si mise seduta nello scaffale e lo guardò dall'alto in basso.
<< Draco Malfoy, volevi bagnare me e invece il più bagnato dei due scommetto che sei tu >> Gli lanciò uno sguardo furbo in grado di percorrere ogni particella del suo corpo.
Draco fu scosso da un ghigno, fece un mezzo sorriso e con una mano le aprì lentamente le gambe guardandola fisso negli occhi.
<< Io scommetto di no >>
Sentiva tutto, sentiva il pulsare del sangue di Hermione a velocità accelerata e la pressione del corpo concentrarsi sul basso ventre.
Abbassò lo sguardo senza mai abbassare il mento.
Passò un dito dal ginocchio all'interno coscia.
Riprese a guardarla e afferrò entrambe le sue gambe.
<< Scommetto che entro >> lo disse arricciando il naso e mantenendo il sorriso di sfida.
Hermione ricambiò lo sguardo.
<< Scommetto il tuo incubo che non ci riesci >>
Draco per un attimo restò immobile, i suoi occhi si velarono di malinconia.
<< Scommetto il tuo incubo che ci riesco >>
Hermione restò spiazzata, non pensava che lo sapesse. Non voleva dirglielo, non doveva saperlo prima che potesse avere la certezza che lui non centrasse.
Strinse le ginocchia intorno al suo bacino per invitarlo << Provaci se hai il coraggio >>
Draco alzò le sopracciglia e sorrise.
<< Così lo rendi troppo facile >>
Draco si allontanò di qualche passo e iniziò a slacciarsi la cintura senza riuscire a togliersi quel sorrisetto compiaciuto.
Hermione recitò un incantesimo non verbale senza farsi vedere.
Draco però lo percepì.
Le lanciò uno sguardo di ghiaccio.
Le si avvicinò sospettoso.
<< Un'altra volta a barare, Granger? >>
<< ...Un semplice NO sarebbe bastato >>
<< Nessuno ha parlato dell'abolizione della magia mi sembra e, no, Malfoy... >> Hermione aprì di più le gambe << ... nessuno qua ha detto di NO >> si passò le dita fra i capelli, all'altezza del collo, e li spostò indietro, lasciandolo scoperto.
Draco le sfiorò la coscia con l'indice e... si scottò.
Hermione cercò di trattenere un sorriso mordendosi il labbro.
<< Non hai bisogno di incantesimi per bruciare, Hermione >>
<< E tu non ne hai bisogno per ghiacciare, Principino degli abissi >> lo canzonò Hermione di risposta, si riferiva all'incantesimo non verbale che Draco aveva recitato in contromossa.
<< Come lo sapevi? >> Draco non si capacitava della sua improvvisa capacità nel leggergli la mente.
<< Lo sentivo >> Hermione non aveva detto di averlo letto, aveva proprio usato il termine 'sentire', perché era come se sentisse tutte le sensazioni di Draco.
<< Chissà cos'altro possiamo 'sentire' l'uno dell'altra >> si avvicinò di nuovo, facendosi spazio fra le sue gambe, i punti di contatto fra loro sfrigolavano.
Draco fece una smorfia dietro i capelli.
<< Ti brucerai >>
<< Brucia più il ghiaccio del fuoco, è solo più sottovalutato >>
Draco avanzò ancora.
Hermione percepì il dolore di entrambi, condiviso e opposto diventava quasi piacere.
<< Questo gioco sta diventando pericoloso >> Lo avvertì con gli occhi accesi, accesi come il fuoco che sentiva di essere da sempre.
Draco le rivolse uno sguardo deciso.

È da molto tempo, Granger, che non è più un gioco.

È solo pericoloso

<< Vuoi ritirarti dalla scommessa, Granger? Hai paura di implodere? Di infuocare i libri? O che ti ghiacci il cuore? >>
Era la domanda giusta, anche se, forse, rivolta nel momento sbagliato.
<< Sto solo dicendo che se finisci per urlare, questo farebbe di me il tuo incubo >>
Lo erano.
Erano l'uno l'incubo dell'altra, non lo sapevano, ma in fondo lo sentivano.
Si scambiarono un sorriso d'intesa, poi Draco riprese a parlarle a denti stretti.
<< Se finisce per piacerti... >> e ho il sentore che sarà così
<< ... tappami la bocca e chiudi gli occhi >>
Io faccio sempre così pensò Draco, quando ho paura
Draco la guardò negli occhi e entrò lentamente.
Hermione li serrò e Draco si spaventò, si fermò, allungò una mano verso il suo viso e le alzò il mento, più in alto.
<< Guardami >> Hermione li serrò ancora di più e si liberò dalla sua presa, che già sembrava scioglierla.
<< Se non mi guardi non ha senso >> La voce di Draco si fece tanto sottile da sentirsi appena, appariva più roca di qualche secondo prima.
Hermione gli concedette uno sguardo che non conteneva nemmeno un filo di dolore, era puro godimento.
Era quello che provava lui.
Lo sentiva che saliva ad ogni spinta.
Sentiva il piacere di entrambi alimentarsi a vicenda.
Malfoy abbassò la testa e le lanciò uno sguardo di euforia quasi assatanata, mentre le afferrava le cosce bollenti.

Quasi.
Quasi Lucifero.
Lucifero
Più umano degli umani.
Più fragile fra gli angeli.
Più bello fra gli scelti.
Più puro fra gli ipocriti.

Il loro scambio li annullava e alimentava allo stesso tempo.
Diventarono una nuvola di vapore.

<< Je suis Lucifer >>

Da fuori non era chiaro chi dei due lo avesse urlato per primo, fu chiaro che l'altro si unì in breve tempo.

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