Capitolo 7
[Go Go]
Dopo quella buffa mattinata avevate deciso di fare colazione tutti assieme, giusto per parlare un po' fra di voi, conoscervi meglio e scoprire dettagli sconosciuti della serata passata, sebbene la bionda non fosse stata molto collaborativa dato il malumore che le si leggeva in faccia, tutta colpa di quel brutto risveglio anche se dubitavi le fosse davvero dispiaciuto dato quanto poco era stato fatto a Jimin, eppure non dicesti nulla a riguardo.
Poi al vostro tavolo comparvero due ragazzi anch'essi dai tratti asiatici, uno era molto carino e il suo volto era tanto radioso da essere battuto solo dal sorriso che lo ospitava mentre l'altro sembrava una persona comune e se proprio avresti dovuto inserirlo in una categoria, sebbene odiassi dannatamente farlo, lo avresti messo nei topi da biblioteca dato quei libri che teneva dotto braccio, tutti con temi molto complessi.
Non li conoscevi e nemmeno le tue amiche dato che nessuno lo salutò, eppure il più alto, quello con i libri, si sedeste proprio a fianco di Michela che lo aveva guardato infastidita, sembrava un gatto a cui era stata toccata la coda, beh, magari una tigre...
«Ciao, come va con quel libro? » «Finito e riconsegnato, non sono lenta a leggere come te "spaccatutto" » disse lei con una sfumatura di divertimento nell'udire il soprannome con cui ella stessa aveva chiamato colui che le era seduto accanto, lui sbuffò con un grande sorriso sulle labbra e non ti sfuggirono quelle tenere fossette ai lati della bocca, eppure per qualche strana ragione pensasti che non era affatto paragonabile al sorriso di Jin.
Quando ti rendesti conto di ciò che avevi appena sussurrato a te medesima nella tua mente sbiancasti, scuotesti la testa a destra e a sinistra facendo volteggiare per qualche istante in aria qualche ciocca dei tuoi capelli (Tipo capelli) (C/C) per poi guardare il tavolo come fosse stato interessante.
Non ti piaceva Jin, non era il ragazzo giusto per te, non era il tuo tipo, ti ripetevi queste parole lentamente divenisti che era carino, bello e dannatamente affascinante ma che però non aveva quella sensualità maschile che rendeva appetibile un ragazzo, dicesti a te medesima che era un tipo troppo innocente per te eppure non avevi neppure la minima idea di quanto fosti in errore.
«Vi conoscete? » chiese Jimin fissando l'amico più alto che, nel frattempo, aveva circondato il collo della ragazza con un braccio e aveva parlato con lei facendole tornare velocemente il buon umore, lui sorrise con un po' di imbarazzo allontanandosi poco da lei, quasi avesse realizzato in quel momento che c'erano altre persone a quel tavolo, alcune delle quali non le aveva mia viste.
«Oh, scusate sono stato scortese a non presentarmi, io mi chiamo Kim Namjoon e lui è Jeong Hoseok, anche noi siamo all'ultimo anno » sorrise in modo gentile porgendo prima la mano verso la mora, a lui più vicina e poi a te chinandosi come di consueto nella cultura coreana, diverso approccio ebbe l'altro ragazzo dai capelli ramati.
«Oh potete chiamarmi J-hope, I'm your angel and your hope my name is J-hope » ripeté allegramente facendo sorridere tutti quelli che avevano visto la scena, insomma avevi già capito chi era il ragazzo divertente in quel gruppo di amici maschi che, per qualche stana coincidenza voluta dal destino si erano ritrovati tutti in quella scuola sebbene fossero coreani, era proprio vero quel detto: piccolo il mondo.
Suonò la prima campanella e ti dirigesti nella classe di tedesco insieme a Jin, entrambi camminavate piuttosto lentamente non volendo raggiungere la stanza con troppa velocità e vi perdeste, in quel piccolo tragitto, in un breve discorso.
«Quella ragazza è spaventosa » disse lui fingendo paura «Nah, io sono peggio quando mi svegliano, dico sul serio » ridesti e lui ti guardò strabbuzzando gli occhi facendoti ridere ancora di più e tu non lo facevi spesso; sicuramente era un bene essergli amica perché era uno di quei rari esemplari di razza umana che riuscivi a non odiare, eri un po' troppo come Min Yoongi e ancora ridesti.
«Pensi che Taehyung andrà in giro con quella manata sul viso per un bel po'! » disse poi mentre iniziavate ad intravedere la porta dell'aula aperta «Potrebbe durare un mese, un mese e mezzo dato che l'ha proprio preso cin il palmo, ho provato dolore per lui » rispondesti ridacchiando massaggiando la tua guancia per dare più enfasi alle parole appena pronunciate.
E per quanto avreste preferito continuare a parlare di qualsiasi cosa doveste tacere ed entrare nella stanza, vi sistemaste in modo di essere compagni di banco e nell'attesa del professore cominciaste a parlare a bassa voce e lui di tanto in tanto faceva delle battute tanto squallide che avevi percepito una ventata carica di neve addosso sebbene foste circa a metà dell'anno, insomma facevano davvero schifo le sue barzellette eppure non potevi fare altro che ridere.
Quella bella atmosfera gioviale fu interrotta dall'arrivo del professore che velocemente, dopo aver fatto l'appello, iniziò la lezione in modo severo controllando sempre i suoi studenti, assicurandosi la massima attenzione e nessuno aveva provato a parlare dato quel professore, o meglio dire psicopatico, quando sentiva il più piccolo dei rumori cominciava a sbraitare come se qualcuno si fosse messo a urlare interrompendo la sua spiegazione.
Quando la lezione si concluse tu e il biondo correste fuori dall'aula e urlaste all'unisono «Libertà » per poi riprendere a camminare normalmente fra tutta la folla di studenti svogliati che si dirigevano nelle altre aule e, proprio nel bel mezzi di quel caotico spostamento quasi cadesti a causa di un idiota che ti aveva spinta.
Eppure non toccarti il suolo perché una presa mascolina e forte ti tirò per il polso, infatti l'unica cosa che il tuo corpo sfiorò fu il petto dannatamente muscoloso del ragazzo parzialmente celato da quella camicia un po' larga, lui aveva chinato il capo verso il basso, verso di te e ti aveva sorriso sollevato dicendo «Forse è meglio se vado avanti io ».
La sua voce calda era stata una carezza verso di te, con quel suo tono dolce e premuroso aveva viaggiato con le dita lunghe e calde lungo il tuo polso freddo, aveva sfiorato delicatamente la tua pelle per poi far scivolare la sua mano nella tua così da avere una forte press su di essa sebbene non troppo stretta da fare male, poi aveva preso a camminare lentamente gettando di quando in quanto uno sguardo sulla tua figura per assicurarsi che andasse tutto bene.
Eri rimasta piuttosto colpita dalla sua galante, galanteria che pensavi essere scomparsa molto tempo fa e dovetti essergli grata perché aveva evitato un altro paio di volte che tu facessi una figura caprina sbattendo a terra a causa di qualche ragazza scema o qualche idiota ancora assonnato e sempre grazie a lui arrivasti sana e salva all'ora di scienze avanzate.
Ti sedesti accanto a Jin e ignorati completamente la presenza di Veronica, insomma era ovvio che si sarebbe voluta sedere accanto al moro per parlarci e provare ad avvicinarsi ulteriormente, era ovvio quanto lei gli morisse dietro eppure lui non sembrava essersene mai reso conto, poi con lo sguardo cercasti l'altra e fu una pessima idea.
Seduta in ultima fila c'era lei, aveva la mascella contratta e lo sguardo oscurato, i suoi morbidi capelli dorati le ricadevano ai lati del volto mentre ti guardava duramente, inizialmente non capisti il motivo dato che era seduta da sola anche se sapevi quanto odisse starsene per conto suo mentre gli altri parlavano con i loro amici, ma poi capisti che che il suo sguardo era dovuto alle parole dell'anziana donna.
«Park perché sei senza compagno? » chiese la donna confusa notando che nel registro non mancava nessuno poi con un piccolo sorriso guardò Michela che invece guardava te con un serio desiderio di porre fine alla tua esistenza «Perchè sei laggiù da sola tu, mica sono cieca ti vedo, siediti accanto a Park » lei sbuffò lasciandoti una pessima occhiata mentre allontanò la sedia dal banco producendo un rumore stridulo che ti fece fischiare le orecchie, simile a quello del grattare sulla lavagna.
«Ops, mi scusi... » «Con quello sguardo non sei molto convincente » «Mi dispiace che siano ancora tutti vivi qui dentro, non interpreti male le mie parole professoressa » disse acidamente sedendosi accanto a Jimin e la scena fu quasi comica...
Lui era seduto normalmente che la guardava e lei aveva prima portato le sue cose sul banco, poi aveva preso la sedia e l'aveva allontanata il più possibile da lui e ringraziò che i banchi, o meglio tavoli da lavoro, nel laboratorio di scienze fossero tanto grandi perché poteva mantenere le distanze da quel ragazzo e, a dirla tutta, non capivi perché fosse così avversa a lui.
Lavoraste a coppie e l'esperimento riuscì quasi a tutti meno che a due coppie, una era quella formata da una delle cheerleader e uno della squadra di calcio della scuola mentre l'altra era quella formata da Michela e Jimin e proprio quello dell'ultima coppia ebbe l'esito più disastroso.
Il miscuglio infatti provocò una piccola esplosione nell'ampolla che fece schizzare il liquido addosso alla ragazza mentre alcuni ridevano e tu invece osservavi la scena in silenzio tentando di calcolare il numero di cadaveri che darebbero stati lasciati dalla sua furia, persino Jimin stesso se la rideva e dalle parole che disse parve averlo fatto di proposito.
Non disse nulla, schioccò la lingua sul palato e uscì dalla classe per andarsi probabilmente a cambiare e la donna la lasciò fare anche perché quando aveva provato a fermarla l'aveva guardata negli occhi e pareva essersi spaventata, poi la professoressa aveva portato lo sguardo sul moro che continuava a ridacchiare.
«Park Jimin oggi avrai un periodo di detenzione, poteva essere davvero pericoloso! » disse arrabbiata mentre la campanella suonava e ti toccò nuovamente cambiare aula ma almeno la lezione che seguiva sarebbe stata piuttosto leggera darò che si trattava di educazione fisica e il vostro professore svogliato vi lasciava fare quello che volevate, diceva che non lo pagavano abbastanza per discutere con dei govami in preda agli ormoni e per sopportare le ragazze isteriche in preda al ciclo.
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