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Capitolo 5

[Look here]

Tu e Jin rimaneste a fissare la porta per un tempo quasi infinito sperando che da un momento a quello successivo questa si fosse riaperta e che la ragazza al suo interno vi comunicasse di avervi presi per i fondelli ma questo non fu quello che accadde.

Nel silenzio quasi inquietante e decisamente imbarazzante che vi circondava il biondo con un tenue rossore sulle gote ti propose di dormire nella sua stanza, senza Jimin avresti avuto un letto vuoto perciò non c'erano particolari problemi e, dopo che pronunciò quelle parole solo il silenzio vi fece da compagno mentre vi dirigevate in quella stanza.

I vostri passi, o meglio il loro suono, per qualche strana ragione ti stava mettendo in corpo un'ansia mai provata prima e quasi sentivi una morsa stringerti lo stomaco che ballava nel tuo addome sebbene non ne afferrasti subito il senso, pensasti infatti che il problema fosse che stavi per ritrovasti sola in una stanza con due maschi eppure presto avresti scoperto che il motivo non era quello.

Jin aprì piano la porta nel notare che questa non era chiusa a chiave come era stata lasciata e nell'entrare vedesti Veronica dormire tranquillamente su un letto, nell'altro Jungkook praticamente svenuto con il cellulare ancora in mano e velocemente realizzasti che c'era solo un letto libero e due persone fuori di esso che ne avevano bisogno.

Tu e lui vi guardasti entrambi purpurei sulle guance con dei problemi nel respirare calmi, perché non lo eravate, nessuno dei due a dire la verità ed entrambi deglutiste nervosamente, in quel momento eravate in simbiosi e nel realizzarlo il tuo cuore parve avere un attimo da ballerino, ancora una volta, nel tuo petto.

«Tu dormi sul letto, io dormirò a terra... » disse lui grattandosi nervosamente il retro del collo per poi puntare lo sguardo scuro sulla moquette al suolo, era in imbarazzo e anche tu lo eri, non era qualcosa di difficile da capire eppure, nonostante questo non potevi chiedergli una cosa del genere, non sarebbe stato giusto e per quanto tu tremasti all'idea dovetti parlare, eri stata ben educata dopotutto.

«Jin io non posso, è la tua stanza... » sussurrasti piano per evitare che i due che parevano dormire tanto pacificamente si svegliassero e notassero quanto entrambi eravate tesi, tu forse molto più di lui.

«Non puoi nemmeno tu dormire a terra quindi credo che... » fece una piccola pausa tentando di guardarti ma nessuno dei due fu capace di tenere quel contatto e tu ti ritrovasti a guardare con insistenza le scarpe nere che calzavi ai piedi, non tue per giunta «... si, insomma, credo che l'unica soluzione sia quella di dormire insieme... » disse con la voce un po' insicura mentre si avvicinava al suo armadio per prendere una vecchia camicia bianca, dato quanto era stropicciata era probabile che quella fossero parte del suo pigiama.

Tu però, esattamente in quel momento ti accorgesti di una piccola ma importante cosa che non ti era passata nemmeno per l'anticamera del cervello la avrebbe dovuto, avresti dovuto almeno tentare di ottenere un cambio di vestiti perché certamente non potevi dormire con quel vestito dannatamente scomodo e poi sarebbe stato molto poco salutare.

«Io ho un problema » bisbigliasti indicando i tuoi abiti, eri già abbastanza colorita in viso, non c'era neppure staro il bisogno per lui di chiedere la causa di cotanto disagio da parte tua e poi nel realizzarlo aveva frugato nel suo armadio fra le varie maglie che ospitava.

«Ti va bene una mia maglia e un paio di pantaloncini, anche se credo ti andranno larghi... » «C-certo » balbettasti maledicendo la tua vita in quel momento, maledicendo il fatto che avessi ceduto alle richieste della mora per andare a quella festa nonostante non amassi tutti quegli ammassi di gente perché, se non fosti andata non ti saresti ritrovata in tale imbarazzo.

Eppure quella notte non aveva portato per te solo negatività, per quanto fossi ancora riluttante nel pensarlo non potevi combattere il tuo subconscio, sincero come tu non lo eri mai, che ti diceva che se quella stessa sera non ti fossi seduta su quel divanetto scuro probabilmente non avresti scoperti che fantastica persona potesse essere Jin e certamente non sareste diventati amici come non avresti potuto aprirti e sentivi che sarebbe stata una perdita perché lui si era rivelato una di quelle poche persone che vale la pena conoscere nella vita.

Egli si era voltato di schiena, stava fissando il muro e si copriva il viso con le mani mentre tu ti cambiavi tenendo lo sguardo su Jungkook, insomma volevi evitare se possibile che egli si svegliasse avendo la piena visuale sul tuo corpo seminudo, sarebbe stato davvero troppo e sospirasti sollevata nel ritrovasti abbracciata dal morbido tessuto bianco di quella maglietta e quei pantaloni.

Era dannatamente grande, era a maniche corte ma queste a te arrivavano fino ai polsi e lo scollo alla coreana ti lasciava scoperte le spalle per quanto era grande e questa terminava sotto alle tue ginocchia, insomma quei pantaloni non ti servivano anche se li avevi indossati tanto in alto da sembrare ridicola, insomma, in confronto a lui sembravi una bambina a causa della differenza d'altezza.

Appoggiasti i tuoi abiti sopra alla sedia girevole davanti alla scrivania ordinata come egli ti aveva suggerito e solo quando il tessuto fu lontano dalle tue mani ti voltasti verso di lui ritrovandoti lui che si cambiava, aveva già cambiato i pantaloni ma la sua schiena pallida era scoperta, muscolosa come mai ne avevi viste, una definizione muscolare così alta che avresti Potito elencate tutti i muscoli che la componevano, se avessi avuto la sua schiena davanti durante il compito di anatomia avresti sicuramente preso un bel dieci.

La pelle era traslucida, probabilmente aveva sudato appena, quanto bastava perché questa riflettesse la luce calda della lampada appoggiato sul comodino che espandeva per la stanza una luce delicata in modo che entrambi aveste potuto vedere quello che accadeva senza però svegliare chi già da un po' si era ritrovato fra le accoglienti braccia di Morfeo.

Ti sentisti avanzare e scuotesti la testa a quei tuoi pensieri, si era bello, era tanto bello che il fiato quasi si era bloccato, che quasi saresti potuta svenire ammaliata da lui, da quel suo fisico tanto perfetto e quel suo sguardo profondo e vivo che pareva attraversare la tua anima obbligando il tuo corpo, ogni volta, a trasalire come fosse dotato di sua propria volontà, diversa evidentemente dalla tua che non volevi avere alcun tipo di relazione.

Non stavi parlando di sentimenti come l'amore ma di amicizia, persino quella poteva essere pericolosa e non ti interessavano quelle persone che ti si avvicinavano, come già successo tuo malgrado, per ottenere qualcosa, magari il tuo aiuto o magari semplicemente volevano che tu facessi qualcosa per loro e poi ti gettavano via come una carta vecchia o una bambola rotta che non si vuole riparare.

Quel pensiero ti aveva portata a quel comportamento strano, a quel tuo tirare un sorriso per non avere problemi ma a quel tuo isolati da quella massa che tanto odiavi, eppure lui pareva diverso eppure sentivi che non potevi fare a meno di fidarti di lui, di quello che diceva e di come ti guardava, pareva che ogni qualvolta posasse i suoi occhi rovere sulla tua figura tu perdevi cognizione di te, ogni volontà nello scacciarlo e ogni potere nell'allontanarlo e la cosa, la cosa ti faceva una paura dannata.

Entrambi vi struccaste velocemente gettando i dischetti nella pattumiera accanto alla scrivania per poi scivolare con tenero imbarazzo nelle gote sotto le coperte, tu ti facesti piccola piccola come una bambina spaventata dalla notte, ma non potevi farci nulla, eri solita dormire in quella strana posa, con la faccia rivolta verso il muro.

Sentisti lui stendersi e gettasti un'occhiata dietro di te per vedere la sua schiena essere rivolta alla tua, eri sollevata che avesse avuto il buon senso di non girarsi verso di te con quello sguardo che avrebbe potuto bruciati la schiena e lo sentisti sussurrare lentamente una buona notte un po' tremolante mentre il tuo piccolo cuore batteva nel tuo petto veloce come la luce.

Eri tesa, certamente lo eri, dopotutto era la prima volta che dormivi nello stesso letto di un ragazzo, in una stanza che non era la tua infrangendo alcune regole di quel dormitorio, era la prima volta che ti sentivi tanto esposta ad uno sguardo che pareva scavare dentro di te per mettere a nudo la tua anima sebbene fosti certa che non ci fosse riuscito, solo chi ti conosceva da anni poteva farlo e temi quello che sarebbe successo al vostro risveglio, i commenti di Veronica anche, ma più quello che avrebbe potuto dire la bionda dalla lingua affilata, sapeva sempre cosa dire per metterti a disagio.

Lentamente a causa un po' di quella birra nel corpo e un po' della stanchezza che ti aveva accompagnato per tutta la serata riuscisti a prendere sonno cullata da quel dolce odore che ti stuzzicava le narici come una soffice carezza che sfiorava il tuo animo con gentilezza e uno strano senso di calma a pervaderti nonostante il tuo cuore ancora corresse come un corridore olimpionico.

Dei flebili raggi solari avevano cominciato ad avanzare nella stanza scivolando proprio contro le tue palpebre chiuse facendoti mugugniare scontenta, eri circondata da un piacevole tepore e stavi bene, percepivi una stranamente bella sensazione di protezioni avvolgere il tuo corpo ancora intorpidito dal sonno e conscia che fosse domenica non avevi neppure pensato di aprire i tuoi occhi (C/O).

Poi però la tua mente, nonostante masse dormire, cominciò a vagare e lavorare facendoti presto destare completamente, stranamente e mentre pensavi tranquillamente a un numero infinito di cose sotto quelle calde e accoglienti coperte un breve lampo di lucidità di attraversò, ma non fu abbastanza per farti tornare completamente sveglia e cosciente del mondo che ti circondava.

Ti sorprese sentire della luce davanti agli occhi, nella stanza che condividevi con le tue amiche c'era una grossa finestra eppure la serranda era perennemente chiusa dato quanto odiava il sole mattutino Michela ma ti dissi che mentre dormivi ancora doveva essersi alzata w averla aperta sebbene fosse una sorta di vampiro, non ti facesti ulteriori domande crogiolandoti in quel caldo tanto rilassante.

Poi però sentisti un soffio d'aria calda sfiorarvi il collo e trasalisti poiché quella era una zona dannatamente delicata per il tuo corpo e sarebbe stato più che probabile che un gemito ti sfuggisse e tentasti di allontanarsi dalla sconosciuta fonte di quel soffio, quando muoverti appena il bacino però notasti qualcosa circondarlo e, nell'avanzare, qualcosa di bollente aveva sfiorato la zona dei tuoi addominali obliqui ancora coperta dai vestiti facendoti rabbrividire.

Quello fu abbastanza perché i tuoi occhi si spalancassero completamente, perché rammentasti che non eri nella tua stanza, che non eri vestita con i tuoi indumenti e che, in quel morbido letto non eri affatto sola e nel realizzare dove ti provasti davvero guardasti in basso per scoprire la causa di quel piacevole tepore.

Vedesti due braccia muscolose cingerti i fianchi e le sue lunghe dita calde appoggiate proprio in quel punto del tuo bacino che ti rendeva tanto sensibile, ruotasti appena il collo un po' timorosa e vedesti come lui, come quel bellissimo biondo dormisse pacificamente stringendo il tuo corpo contro il suo, la tua schiena contro il suo petto tonico e come avesse affondato il suo naso nell'incavo fra il tuo collo e la spalla.

I capelli dorati erano disordinati eppure gli stavano dannatamente bene, la sua fronte era stata scoperta da quelle ciocche che ribelli si erano mosse durante il sonno, le sue guance erano apparentemente morbide e le sue labbra piene, polpose quanto rosee erano piegate in un dolce sorriso non bambinesco come quelli che gli avevi visto già fare a scuola e non seducente come quello che si era stampato sulle labbra alla festa, era più un sorriso genuino, davvero contento.

Poi lo vedesti dischiudere le labbra e lasciare uscire uno sbuffo d'aria mentre stringeva di più la presa sul tuo corpo facendo scivolare le sue gambe fra le tue, insomma stava dormendo beato mentre tu non riuscivi a spostare i tuoi luminosi occhi (C/O) dai suoi lineamenti così belli, così morbidi ma allo stesso tempo così maschili e mentre percepivi lo stomaco contorcersi, il cuore battere nel petto e uno strano calore propagarsi dal tuo cuore ad ogni parte di te.

La mattina, appena sveglia, avevi un pessimo carattere, eppure vedere quanto pacificamente Jin dormisse e nel notare la felicità solcargli il viso rilassato e dormiente il tuo cuore si era quasi completamente sciolto e non te l'eri sentita di svegliarlo.

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