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Capitolo 15

[I'm fine ]

Era ora di pranzo e tu finalmente ti eri decisa a vincere l'imbarazzo, giusto per preparare qualcosa da magiare perché dubitavi che le persone con cui condividevi la casa temporaneamente lo avrebbero fatto e anche se qualcuno come Jungkook si fosse proposto glielo avresti impedito, tenevi alla tua vita.

Scendesti le scale con una lentezza che non ti apparteneva e una asfissiante ansia che si muoveva e cresceva nel tuo petto che si muoveva a ritmo irregolare, con il respiro che ancora era spezzato, con l'imbarazzo che ancora percepivi ma riuscivi a celare, evitando che il tuo viso assumesse sfumature rossastre.

Sentisti però, mentre entravi in salotto, un buon odore invaderti le narici e stuzzicarti l'olfatto, sentisti lo sfrigolare dell'olio sulla pentola segno che qualcuno ai fornelli c'era e che se ciò che ne sarebbe venuto fuori avesse tenuto testa all'odore allora non avevi nulla da tenere per la tua povera cucina, non avresti forse dovuto chiamare i pompieri per spegnere un eventuale incendio.

Camminasti lentamente con passo delicato attraversando il salotto con una grande curiosità che ti invadeva la mente e cercando di non farti notare e ti ritrovasti a spingerti dallo stupide della porta per sbirciare chi sembrava saper quello che faceva nella stanza e notasti una grossa schiena nuda che si muoveva lentamente.

Aveva il collo spinto in avanti concentrato com'era su quello che stava facendo, era a petto nudo con la pelle pallida esposta alla tua vista, con tutti quei suoi muscoli tesi che si vedevano perfettamente datata la posizione, la visuale che ne avesti fu diversa da quella di qualche ora prima poiché in quel momento era contratto, teso e preso in quello che stava accadendo.

Per tua fortuna, per il tuo povero cuore che già aveva ripreso a battere come un matto nel tuo petto, le sue gambe lunghe e snelle erano fasciate da in paio di semplici jeans, ma quello che non ti aiutava era sentire come fischiettava allegramente muovendo di lato il suo fondoschiena lascianodotene una vista perfetta.

Neppure tu sapesti per quanto tempo i tuoi occhi (C/O) rimasero posati sulla sua figura che ormai non erano più capaci di evitare di soffermarsi su si lui, su quel dannatissimo ragazzo, il più bello che tu avesti mai visto nella tua vita e ne rimanervi ogni volta incantata, ogni volta ti era impossibile scappare da quella sia figura mascolina e virile che ti pareva tremendamente affascinante, che lo era davvero.

Però ad un tratto la smettsti di guardarlo di soppiatto come una dannata stalker e lo facesti giusto in tempo per ritrovarti in salotto e sentire un grosso tonfo provenire dalle scale, ti voltasti velocemente un po' spaventata a causa del rumore e quando apristi la porta in legno che dava sugli scalini ti ritrovasti dinnanzi Veronica e Jungkook stesi a terra che ridevano come degli idioti e sembravano davvero degli psicopatici e tu li osservavi confusa.

Ci misero un po' per rialzarsi e nel guardarsi scoppiarono nuovamente nuovamente a ridere divertiti e tu li osservavi curiosa «Che è successo?» chiedesti piegando di lato il viso lasciando fluttuare per qualche istante la tua chioma morbida (C/C) e loro risposero con una risata «Siamo caduti per le scale » dissero come se fosse la cosa più ovvia del mondo e tu inarcasti un sopracciglio, si, quei due erano dannatamente strani.

Poi scese Jimin, lo aveva fatto con una lentezza malinconica, come se non avesse davvero voluto muoversi davvero ed era triste vedere come i suoi occhi scuri fossero sempre puntati verso il basso, di come le sue labbra morbide e rosse fossero sempre tremanti, come se una crisi di pianto fosse sempre in agguato pronta per assalirlo e distruggerlo e camminava come se non ne avesse avuto il diritto.

Vi sedeste tutti sul divano, tutti esclusi Michela e Jin, tutti voi avevate lo sguardo puntato sul moro che però non pareva essere molto propenso nel parlare dei suoi problemi, nel raccontare cos'era che gli vorticava nella testa e che pareva deprimerlo così tanto, come se non avesse voluto annoiare altre pedone con i suoi problemi che però non sarebbero stati certamente fonte di noia oppure di divertimento, volevate solo aiutarlo.

«Non fissatemi, per favore » disse solamente con un basso tono di voce portando il suo sguardo triste sulle sue mani torturate da egli stesso mentre lasciava la testa abbandonata a se stessa, più vicina alle sue ginocchi quasi a chiudersi su se stesso come se il suo vero desiderio fosse stato quello di sparire e non era certamente bello vedere qualcuno in quello stato.

Per quanto fosse qualcosa di molto inaspettato a rompere il silenzio stranamente pesante che aveva invaso quella stanza e voi fu la voce profonda e rauca di Jungkook che stringendo fermamente la mano della sua ragazza aveva deciso finalmente di prendere la parola «Jimin, devi smetterla, lo sai che le cose non cambieranno se continui con questo tuo stupido modo di fare» disse in modo stranamente duro che un po' cozzava con la sua solita personalità fin troppo infantile e estremamente giocoso che aveva sempre.

Fu solo allora che gli occhi profondi e magnetici del ragazzo dai capelli corvini si alzarono, fu solo allora che la sua faccia subì un cambio di espressione e da quella infinita tristezza che pareva avergli solcato il viso per fin troppo tempo passò a una sorpresa comprensibile, forse nemmeno lui aveva mai visto quel ragazzo essere così serio prima ma poteva capirlo, tu potevi farlo, era preoccupato come chiunque altro la suo posto lo sarebbe stato.

Era ovvio che avrebbe voluto dire qualcosa ma un altro rumore sordo proveniente dalla scalinata vi fece voltare, a terra che a malapena aveva gli occhi aperti c'era Michela, aveva addosso una maglietta e dei semplici pantaloncini che però non nascondevano le sue forme affatto, non che anche qualcosa di largo avesse potuto camuffarle davvero.

Si alzò da sola, lentamente, aveva il viso rosso come il fuoco e gli occhi lucidi, il viso era un poco stravolto e per camminare, quello era stato abbastanza divertente da guardare poiché non sembrava affatto nelle condizioni di farlo ed era inciampata com i suoi stessi piedi più di una volta prima di poter raggiungere il divano e sedersi finalmente.

Respirava a fatica e sembrava essersi sforzata fin troppo e tu ti stavi preoccupando seriamente per la sua salite, sapevi che era pigra sa far schifo eppure per qualche ragione incomprensibile a chi era sano di mente lei non voleva assolutamente saperne di starsene calma a letto a riposare.

«Perché mi guardate tutti come se avessi la peste?» chiese accigliata facendo uno sbadiglio enorme che però coprì compostamente con la mano destra sebbene tremasse appena «Hai la febbre non dovresti alzarti» disse Jimin che le era vicino prima si posare la sua piccola mano sulla fronte della ragazza per poi ritrala «Decisamente » disse poi mentre lei lo guardava.

«No » disse stringendo le sue braccia al petto come una bambina capricciosa che si rifiuta di prendere la medicina che non le piace, poi però la sua espressione si fece seria, seria davvero « Non sono io quella che sta male ora » disse semplicemente facendo nuovamente cadere il silenzio che questa volta venne interrotto dal rumore dei passi di Jin che, per tua fortuna, aveva indossato una maglietta seppur bianca prima di farsi vedere e ne eri grata, non avresti retto nuovamente la vista su quel suo fisico scultoreo.

«Perchè fate così?!» quasi urlò Jimin con lo sguardo che tremava «Voi non...» proseguì poi con il viso puntato in baso, gli occhi velati di lacrime e i pugni stretti con il viso abbassato ancora una volta «Lo capisci che vogliamo aiutarti, lo capisci che siamo preoccupati per te e desideriamo solamente che tu la smetta di stare così male, che desideriamo che tu stia finalmente bene, Jimin non è così difficile dannazione » affermò Jin con tono calmo e una certa dolcezza nella voca mentre si sedeva accanto a te compostamente.

Tu intanto lo avevi osservato di sottecchi cercando di evitare di farti notare sebbene un rosso fuoco avesse nuovamente tinto le tue povere gote nell'averlo accanto a te e ti stavi preoccupando davvero, allo stesso tempo, per Michela che invece si era alzata, aveva sospirato e aveva pizzicato il ponte del suo naso prima di raggiungere, barcollando, la parete e appoggiarvicisi contro.

Aveva pressato i palmi delle mani contro la fredda superficie del muro e aveva reso il suo sguardo tagliente e questo era ovviamente rivolto al moro che aveva continuato a tenere lo sguardo puntato sulle sue mani «Voi non potete capire » disse lui sibilando come a voler chiudere in fretta e furia quella conversazione ma se c'era una cosa che avevi imparato era che da una conversazione con lei non si può scappare, non importa quanto tu possa desiderarlo.

«Jimin non credi sia abbastanza, io credo di si, non puoi davvero credere di essere l'unica persona al modo con dei problemi, non sei l'unico che crede di essere solo, che crede di non poter essere capito e certamente non lo sei, io ti ho parlato, ho visto sebbene è stato per breve tempo il vero te, quello che hai tenuto nascosto per molto tempo sotto quella tua insopportabile facciata, quel tuo odioso comportamento ipocrita dannatamente falso e credimi, ti sei una di quelle poche persone che possono davvero guardare il modo dall'alto perché vali e dovresti davvero rendertene conto e si, sto male ma ci vedo ancora abbastanza per dire che è questo quello che ti passa per la mente e non mi sono dovuta impegnare per saperlo » disse mentre le sue gambe avevano definitivamente terminato la loro resistenza.

Jimin aveva finalmente alzato gli occhi a quelle parole, era come se quelle semplici frasi avessero riacceso qualcosa in lui ed era ovvio, ovvio come il sole, ovvio come quel piccolo sorriso che gli si era affacciato sulle labbra, era finalmente felice e tutti ne rimaneste sollevati.

Jungkook anche sembrava piuttosto sollevato e le sue lunghe dita anellate percorse da numerose vene erano affondate nella chioma corvina di Veronica che si godeva beatamente quel tocco delicato e pieno di dolcezza mentre lui aveva indossato il sorriso più luminoso che avesse potuto fare, tanto bello e vero che in confronto quello di Hoseok sarebbe impallidito.

Erano così dannatamente dolci, ma tu non potevi preoccupartene, non quando la bionda ormai era praticamente sdraiata sul pavimento, allora ti alzasti, anche perché sentivi un certo disagio dentro il tuo petto, ero troppo vicino a quel ragazzo bello e affascinante che però aveva visto il tuo corpo privo di vestiti.

Jin sorridendo disse «Wow ma sei magica, sono da anni che glielo diciamo e ci ignora poi arrivi tu e così, come se nulla fosse ti da retta?!» «Beh, lo so di essere fantastica, voglio dire, sono una donna piena di qualità e la mia più grande è la modestia infatti » disse lei ridendo cercando di alzarsi in modo molto più che fallimentare.

Ti dirigesti verso di lei e la aiutati a stare salda sulle sue gambe ma appena si tese fonti che l'avresti risposata al piano superiore, nella sia stanza aveva iniziato a fare la bambina piccola cacciando fuori il labbro inferiore abbastanza da risultare fin troppo adorabile «Non voglio ho fame » si lamentò scuotendo la faccia « Non voglio mangiare da sola » aveva detto lamentandosi come una bambina piccola.

«Dai non possiamo ammalarci anche noi » «Ma...» farfugliò facendo i capricci ma ormai non aveva abbastanza forza per muovere il suo corpo stanco e ribellarsi a te che già ti trovavi davanti alla porta in legno che separava il salotto dalle scale, ma improvvisamente percepisti il peso della ragazza sollevarsi dal tuo corpo e notasti Jimin che la stava facendo appoggiare a se.

«Posso farlo io, tanto in caso sono già bello che contagiato» disse con una risata aiutandola a salire le scale ma prima che protesti tornare a sederti, dagli scalini più in alto sentisti la ragazza urlare «Ah, aspetta Jimin devo dire una cosa prima » poi si sentì nuovamente la sua voce un po' malefica che ti fece preoccupare e lo fece molto, chiunque l'avesse conosciuta lo avrebbe fatto al tuo posto.

«Cerca di non sbavare troppo su Jin (T/N) e tu, tizio biondo vedi non fissarla troppo o me la sciupi » e una volta che lo disse sentisti la risata di Jimin rimbombare per tutto il piano mentre tu sentivi il tuo viso bruciare, diventare viola e ti corpivi la faccia con le mani tentando di nascondere il colore sul tuo viso sebbene eri certa che questo fosse comunque visibile.

Ma notasti come anche Jin non fosse in una situazione migliore, dunque fosti un minimo sollevata nel notare che non eri l'unica divorata dall'imbarazzo e dal dosaggio in quel salotto sebbene nel realizzare che il biondo fosse in quello stato pensasti che forse era vero che lui ti aveva osservato davvero.

A quel pensiero diventasti ancora più violacea in viso chiedendoti come dopo quel tuo pensiero avresti potuto fronteggiare il ragazzo, come avresti potuto combattere con quella voce nella testa che ti diceva che forse una speranza con lui ce l'avevi.

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