Capitolo 14
[Fire pt.2]
Portare Michela a casa fu davvero complicato, non riusciva a camminare, la sua fronte era tanto bollente che appena ci appoggiasti la mano sopra fosti costretta a ritrarla preoccupata della possibilità che avresti potuto bruciarti.
Aveva provato a camminare, insisteva che poteva farlo benissimo da sola ma continuava a cadere sulle sue stesse gambe che non reggevano più il suo stesso peso, allora Jungkook si offrì di portarla in braccio ma lei si ribellò dicendo che avrebbe potuto ammalarsi e che poteva camminare anche con le mani piuttosto, ma non venne molto ascoltata sull'ultimo punto.
Alla fine fu Jimin a prenderla in braccio e portarla fino a casa tua, restasti a bocca aperta nel notare che nonostante fosse piuttosto basso e minuto avesse una forza non indifferente, aveva camminato per circa un isolato con una ragazza a peso morto fra le braccia che si dimenava per essere lasciata e per di più lo aveva fatto facendola sembrare una cosa da nulla.
Appena arrivati a casa assegnasti ad ognuno una stanza e tutti, a turno, chiamarono i loro genitori, o quasi, per informarli dell'accaduto e chiedere loro di portare dei cambi d'abito ma era abbastanza ovvio che la tua amica non fosse nelle condizioni di fare la minima cosa data la sua improvvisa debolezza che quasi stonava con lei, con il suo carattere e con il suo solito modo di fare.
Una volta che tutti si furono sistemati e la bionda fu momentaneamente lasciata sul divano vi riuniste a pochi passi da lei, non potevate lasciarla lì sperando che guarisse, sarebbe stato terribile «Come facciamo? » chiese Veronica preoccupata probabilmente del fatto che, per come stava, Michela non avrebbe collaborato poi molto.
«Dobbiamo farle scendere la temperatura corporea, ci sono, un bagno» dicesti, ti facesti aiutare dal moro a portarla, giusto perché lo aveva già fatto e se c'era qualcuno che si sarebbe preso la febbre sarebbe stato solo lui, un po' brutta come cosa ma dannatamente vera, non potevate certo ammalarvi tutti.
La facesti adagiare nella vasca e notasti come egli avesse fatto molta pressione sui muscoli delle sue braccia per assicurarsi di non farle male, per assicurarsi che ella scivolasse delicatamente contro il freddo bordo della vasca e non che vi fosse gettata dentro, si stava preoccupando per lei e ti faceva piacere, magari non si sarebbero più odiati, o almeno lo speravi.
Dopo che egli fu uscito la svestisti molto lentamente e lasciasti che l'acqua riempisse la vasca giungendo alla giusta temperatura perché il suo corpo si raffreddasse ma non prendesse freddo o peggiorasse il suo stato di salute, l'avevo aiutata a lavarsi perché non riusciva nemmeno a chiudere le dita della mano e poi l'avevi aiutata a rivestirsi, ma c'era un problema di fondo, nessuna delle ragazze in quella casa portava le sue taglie.
Le asciugasti i capelli e la lasciasti appoggiata contro il muro e seduta sul water con indosso l'accapatoio per poi correre al piano di sotto con un problemino da risolvere a cui effettivamente non avevi pensato quando avevi proposto quella soluzione ma almeno sembrava aver funzionato, almeno un minimo.
«Veronica abbiamo un problema e mi servi tu» dicesti un po' imbarazzata «É svenuta?» chiese preoccupato Jimin ma tu facesti cenno di no con il capo tentando di tranquillizzarlo sulla situazione dicendo che, a dirla tutta, stava un po' meglio ma che comunque c'era qualcosa che solo una ragazza poteva fare.
Ma quei ragazzi non capivano, sembravano degli idioti e avevano continuato a chiedere quale potesse essere questo problema, alla fine arrivata al tuo limite avevi urlato nel dettaglio cosa andava fatto e loro erano rimasti abbastanza sorpresi, Jungkook più di tutti ti fissava con la bocca aperta e lo sguardo sbarrato.
«Allora, non credo che vogliate entrare in un negozio di intimo» dicesti esasperata mandando Veronica a fare compere per la bionda ma a quanto pare non dovette uscire di casa poiché arrivò apprensiva la madre di Michela che si era portata dietro un bel po' di cose di abiti e suoi oggetti pedonali e sembrava davvero preoccupata.
«Scusate, vorrei restare ma sono dovuta correre dal lavoro, non posso restare ora» disse di fretta lasciando le cose lì con un biglietto probabilmente indirizzato alla figlia per poi correre via come un fulmine, conoscendola, dato quanto somigliava alla figlia si sentiva davvero in colpa e preoccupata da morire, ma non poteva fare altrimenti.
Tra tutti quei vestiti però molti le stavano fin troppo stretti poiché ella viveva nel dormitorio da anni ormai ed era cresciuta molto, fu un impresa riuscire a trovare dell'intimo che le stesse bene e per i vestiti fu peggio, tutte le magliette le stavano strette, non le entravano da sopra mentre per le gambe le stava bene quasi tutto, sebbene fossero diventati un po' corti i capi.
Fu un miracolo trovare in quella pila di roba troppo piccola una maglia, ma ci eravate riuscite e sempre sfruttando quel povero ragazzo facente in modo che ella raggiungesse il letto, era un po' più lucida di prima eppure le sue palpebre stentavano a stare aperte ed era molto calda.
Le desti una medicina, poco dopo ella si addormentò sotto alle coperte pesanti e voi per evitare di fare troppo rumore vi spostaste al piano inferire decisi a capire quelli che era successo, decisi a fare tante domande al modo.
«Che è successo?» chiese Jin, probabilmente anche lui aveva notato quel grosso livido che lei presentava «Stavamo parlando quando è scoppiato l'incendio, abbiamo buttato giù la porta a fatica e stavamo scendendo quando alcune travi hanno cominciato a cadere, io non stavo reagendo come avrei dovuto e lei mi ga spostato finendo con l'essere colpita, mi ha praticamente salvato la vita, poi è svenuta, è tutta colpa mia» disse con la testa bassa e lo sguardo lucido puntato sulle sue dita che stava torturando nervosamente.
«Non dire così, è colpa sua che stando male andava in giro come se nulla fosse » disse Veronica cercando di tirarlo su di morale mentre il suo ragazzo le accarezzava la gamba gentilmente, probabilmente non lo aveva neppure fatto consciamente però era davvero un colpo al cuore osservare quei due, così spontanei.
Dato che ormai si era fatta sera cenaste velocemente, preparate anche qualcosa per la malata che però non dava segni di volersi destare dal suo sonno, dunque metteste tutto nel frigorifero e andaste a dormire, troppo stanchi per fare qualsiasi altra cosa, era stata una giornata dannatamente stressante.
La mattina dopo ti eri svegliata presto, ti eri spogliata del pigiama ed eri rimasta in mutande con il reggiseno aperto sul seno, te lo stavi rimettendo poiché odiavi dormirci quando la porta della stanza si aprì e tu ti ritrovasti davanti Jin praticamente nudo con solo un asciugamano a circondargli la vita.
Aveva la chioma bionda ancora umida tirata indietro così che le piccole gocce d'acqua che vi scivolavano non gli dessero fastidio nella visone, la pelle pallida come il latte e perfetta era percorsa da numerose gocce trasparenti che ad ogni suo respiro, ad ogni suo movimento del petto scivolavano dai suoi pettorali scolpiti lungo le linee ben definite del suo fisico perfetto.
La sua pelle era esposta completamente a te eccetto per la sua intimità appena coperta dall'asciugamano che aveva stretto in vita, che però non copriva affatto il solco perfetto dei suoi addominali obliqui, tenuto al suo posto dalle sue braccia muscolose e anch'esse umide che nell'essere contratte mettevano più in risalto la muscolatura e quelle numerose vene che le solcavano.
Avevi i suoi occhi scuri e allungati puntati addosso, ti osservava in silenzio quasi non avesse realizzato quello che stava facendo, quanto non fosse una cosa da fare e non capisti davvero quello che gli stava passando per la testa in quel momento, la sua espressione era troppo neutrale perché tu potesti leggerla.
Ti scopristi velocemente strappando dal materasso il candido lenzuolo che ti aveva sorretta quella notte mentre sentivi un fuoco intenso espandersi sulle tue gote, rese fin troppo spesso rosse da quel ragazzo che da quanto era entrato nella tua vita ti aveva messo a soqquadro il cuore che, in quel momento, sembrava andare a fuoco a causa del mortale imbarazzo che avevi addosso.
Lui parve destarsi da una sorta di trance nella quale era inspiegabilmente caduto nell'osservare il tuo corpo nudo, non disse nulla oltre ad un paio di scuse appena abbozzate e sparì velocemente dalla tua stanza lasciandoti lì con il respiro mozzato, lo stomaco che faceva i capricci nel tuo ventre ed il cuore, quello batteva tanto veloce da superare la luce, da superare mc2.
Indossasti velocemente i tuoi indumenti con le mani che ancora ti tremavano, con il fiato corto e il terrore di fronteggiarlo, insomma quella era stata una pessima situazione, una situazione pessima ed imbarazzante, davvero tanto eppure non potevi fare a meno di pensare all'unico lato positivo che avresti mai potuto trovare in quel che ti era appena capitato.
Avevi visto il corpo perfetto di quel ragazzo nella quasi totale interezza ed eri rimasta ancora più stregato dalla sua bellezza che ai tuoi occhi risultava senza fine, avevi avuto davanti agli occhi per una manciata di secondi che ti erano parsi eterni, una visone che per quanto fosse imbarazzante ammetterlo non ti era affatto dispiaciuta, e come avrebbe potuto.
Come avrebbe poi Potito dispiaceri la visone completa sulla sua schiena completamente nuda e bagnata, percorse da quelle malefiche gocce che scivolavano in quei punti perfetti per farti notare la delineazione dei suoi muscoli, di come fosse evidente la loro divisone, di come fosse imponente quell'ammasso di muscoli larghi e ben allenati.
Di come ogni centimetro di quella larga schiena tanto bella fosse stato illuminato grazie alla luce mattutina che si frammentava all'interno delle gocce trasparenti e grazie anche al candore di quella pelle liscia e perfetta che ti si era mostrata in quel momento in tutta la sua magnificenza.
L'imbarazzo sul tuo viso si fece più vistoso, più bollente nel renderti conto di quali pensieri ti erano velocemente sovvenuti, non eri il tipo di ragazza che si concentra su quel tipo di cose, non eri mai stata tanto superficiale e non lo eri di certo, eppure lui ti piaceva, ti piaceva tantissimi e non potevi certamente negarlo, come non potevi negare che quei pensieri fossero comini a chi era in balia di sentimenti come quelli che ti attanagliavano.
Ma che tipo di sentimenti privavi verso di lui?
Non ti eri mai davvero soffermata a pensarci, non ti eri mai davvero chiesta cosa provasti esattamente, ti eri sempre detta che ti piaceva ma nulla di più, non avevi mai neppure pensato di considerare la loro reale portata, come se ne avesti avuto paura ed effettivamente, forse, era davvero così, ma in quel momento, da sola nella tua stanza con un assurdo batticuore ti eri pista quella domanda.
Ti stavi dunque chiedendo se, alla fine sei conti, quello che tu privavi nei co fronti di Kim SeokJin fosse una semplice cotta o se in verità si trattasse di qualcosa di ben diverso, di ben più profondo e anche pericolo, se alla fine dei conti tu non fosti finita con l'esserti innamorata di lui.
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