t r e d i c i
Una sfida.
F
lug si svegliò di colpo, quasi cadendo dal letto. Si sentiva male. Non credeva che il suo corpo potesse sopportare così tanto. Dopo essersi nuovamente sdraiato, ed aver passato un minuto buono ad ascoltare il suo corpo, che pulsava dal dolore; lo scienziato decise di alzarsi. Maglietta e jeans erano stati distrutti, mentre il suo camice si era semplicemente dissolto nel vuoto... una felpa sarebbe andata benissimo! La indossò con estrema cautela; pochi attimi dopo, si calò la busta di carta in volto, fissandola con gli occhiali.
Appena uscito dalla stanza, ancora confuso e dolorante, il dottore vennr accolto dal silenzio più totale. Strano; nessun grido da parte di Dementia; nessun movimento di 5.0.5; nessun tipo di litigio o lotta greco-romana... niente. Forse era il caso di trovare Black Hat; il suo ufficio non era poi tanto distinte.
Mentre Flug camminava, tracciando il percorso della carta da parati con la mano; tornò a pensare al suo adorato laboratorio: non poteva ancora accedervi... era forse una sorta di ossessione malata? Beh... sì; senza dubbio lo era.
Ecco, la porta dell'ufficio del demone. Quando, dopo un paio di bussate, era tornato il silenzio; lo scienziato si decise ad entrare. "Black Hat, posso?" La stanza era vuota... ed esattamente uguale, a quando l'amplesso era finito. Quel dettaglio fece arrossire il dottore, e contribuì a ricordargli delle discretissime ferite, che l'esperienza gli aveva lasciato.
Avrebbe passato ore, a ricordare; ma l'idea di non aver visto anima viva, lo inquietava parecchio.
Ma l'intera casa, sembrava deserta: nessuno in salotto; nessuno in bagno; nella camera di Dementia; in quella di 5.0.5; in quella di... Black Hat.
L'intera casa, immersa in un silenzio innaturale, sembrava il doppio piùgrande, ed il doppio più vuota.
Ma doveva esserci qualcuno!
Quando infatti Flug, iniziò ad avvicinarsi alla cucina, sentì qualcuno mormorare; più precisamente, sentì Dementia e 5.0.5, accompagnati dal piccolo Bleb.
La ragazza si guardò attorno; non notò lo scienziato, e disse:"Quei due diventano più strani ogni giorno che passa... qui sta succedendo qualcosa di grosso".
L'orso emise uno strano verso; probabilmente era d'accordo con Dementia. Ci fu qualche attimo du silenzio; Flug pensò di farsi avanti, ma...
"Ho un'idea!" Continuò lei. "Facciamo una sfida: vediamo chi riesce a scoprire tutto per primo!".
Di nuovo, 5.0.5 acconsentì con un mugugno; ma entrambi saltarono dallo spavento, quando Flug, silenzioso come un'ombra, si fece avanti nella stanza dicendo:"Avete per caso visto il capo?".
Dementia, fingendo di non aver proferito parola, scrollò le spalle; mentre l'orso, scosse semplicemente la testa.
Lo scienziato fece finta di nulla; afferrò il piccolo slime, e nel corridoio, gli disse:"Dovremmo trovare Black Hat e parlargli di questa cosa della sfid-"
Si bloccò; era davanti alla porta del laboratorio.
Non doveva entrare... eppure lo voleva così tanto! Negli ultimi giorni, non aveva praticamente pensato ad altro... più o meno; ma non sarebbe riuscito ad entrare... eppure...
sicuramente c'era un qualche tipo di difesa... sì, però... lo scienziato allungò la mano verso la porta... magari... e...
e...
E riuscì tranquillamente ad aprirla. "Oh..." era sorpreso; davvero non se l'aspettava. Il laboratorio era uguale a come l'aveva lasciato: lattine di red bull vuote e maleodoranti; progetti sparsi; scatole di materiale polveroso a terra...
"Come sospettavo!" Una voce familiare ruppe il silenzio; facendo voltare lo scienziato con un balzo.
Inutile dire che accanto alla porta, c'era Black Hat; appostato come una pantera pronta al balzo, ed armato di quel suo sguardo inquisitorio e preoccupato.
"Perché. sei. qui dentro... dottore?" Scandì il demone, avvicinandosi passo per passo all'umano.
Questo, pur conoscendo ormai piuttosto bene, il suo capo, non potè fare a meno di balbettare:"E-ecco... la po-porta era... era... era socchiusa, ecco! E sì, insomma! Ero curio...so e quindi sono... sono..."
Continuò a blaterare ancora qualche secondo; Black Hat intanto, nel vedere Flug così impacciato, quasi impaurito, si sentì quasi in colpa. Finito infatti, quel banale monologo di sole scuse; egli prese il mento del dottore, e con tutta la calma di questo mondo, chiese:"Allora... come ti senti?"
"Dolorante..." fu la risposta sincera e schietta dello scienziato; che miracolosamente, non era arrossito al tocco del demone.
Black Hat, si sentì in colpa per un millesimo di secondo; ma poi... ridacchiò qualche istante, e da preoccupato, divenne compiaciuto dall'ottimo lavoro che aveva svolto: una perfetta sottomissione; in più Flug era riuscito a sopravvivere... quell'esperienza l'aveva reso più determinato? Forse più sicuro? Il demone sapeva solo, che tutto ciò, iniziava ad andargli a genio, in una maniera quasi... malsana...
"5.0.5 e Dementia hanno fatto una scommessa"
Black Hat sentì appena quelle parole; limitandosi ad alzare la busta del dottore, e ad avvicinarsi particolarmente alla sua guancia... non stava arrossendo nemmeno in quel momento. "Ah sì?" Si forzò a dire "Di che si tratta?" Iniziò a mordicchiare la guancia del ragazzo, spostandosi lentamente verso la bocca... niente, nemmeno un sussulto.
"Vogliono scoprire che sta succedendo tra noi due" La voce di Flug si ridusse ad un soffio.
"Lasciali a me..." anche la voce di Black Hat divenne quasi un sospiro. "È una cosuccia da niente, non ci pensare..." finalmente le due bocche vennero a contatto.
Allo scienziato piaceva, tutto ciò; portò una mano sulla guancia del demone, mentre con l'altra reggeva il secchio di Bleb.
Stare così, accanto al suo capo, sapendo di poter esprimere i suoi sentimenti senza problemi, lo faceva sentire
Sicuro.
Gggggggggggggg
Dico solo che Bleb è onnipresente.
Io odio Bleb.
Però dovrei andare a scuola...
Quindi mi conviene dormire...
Buonanotteh
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