Sulla superbia
Lodare sè è da fuggire siccome male per accidente, in quanto lodare non si può, che quella loda non sia maggiormente vituperio: è loda nella punta delle parole, è vituperio chi cerca loro nel ventre. Chè le parole sono fatte per mostrare quello che non si sa. Onde chi loda sè, mostra che non crede essere buono tenuto, che
non gli incontra sanza maliziata coscienza, la quale, sè lodando, discuopre, e discuoprendo si biasima. E ancora la propria loda e il proprio biasimo è da fuggire per una ragione egualmente, siccome falsa testimonianza fare; perocchè non è uomo che sia di sè vero e giusto mi-
suratore, tanto la propria carità ne 'nganna. Onde avviene che ciascuno ha nel suo giudicio le misure del falso mercatante, che vende coll'una, e compera coll'altra;
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