Sull'obbedienza
La vera obbedienza conviene avere tre cose, sanza le quali essere non può : vuole essere dolce, e non amara, e comandata interamente, e non spontanea; e con misura, e non dismisurata [...] Ciascuna cosa, che da perverso ordine procede, è laboriosa, e per conseguente è amara e non dolce : siccome dormire il dì e vegghiare la notte, e andar indietro e non innanzi.
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