Capitolo 16
James
Non ho pensato in tutto questo tempo che potesse essere così dura e neanche che nell'istante di distendermi nel letto chiudendo gli occhi, non avrei visto altro.
Non ho previsto che il primo pensiero al mio risveglio fosse quello, e che non mi avrebbe abbandonato per tutto il giorno.
Non ho considerato nemmeno quel pensiero infondo alla mente che bisbiglia senza interruzione, che qualcosa mi manca.
Dopotutto ciò, persevero.
Per quasi tre settimane sono passato davanti al suo negozio e tutti quei stramaledetti giorni non l'ho degnato di uno sguardo.
Quando poi la sera ci ripasso schiaccio a tavoletta il pedale dell'acceleratore, sfrecciando via stringendo la mascella e digrignando i denti.
Proibisco a me stesso di chiedermi se lei è al lavoro, se Keira può essere lì con lei.
Quando vado a letto fingo di non pensare se pensa a me mentre è eccitata.
Ed è meglio che sia così.
Perché volerla è troppo stupido.
Non posso darle quel genere di vita di cui ha bisogno, neanche a volerlo.
Non posso fare niente per loro due nonché il medico, solo quello.
Mi è bastato stare con loro nello studio, per ricordare il mio fallimento, quello che fa un cazzo di male.
Il mio istinto mi fa notare che se mi lascio prendere da loro, sono rovinato. Quindi preferisco mettere da parte i miei pensieri, la mia voglia, seppellendoli nei meandri dell'anima.
Anche se l'ansia continua ad accendersi al pensiero in cui si trovano per colpa di quel pezzo di merda del suo ex marito.
Mi trattengo tutti i giorni dal cercarlo su internet, perché so che poi potrei fargli una visita sgradevole.
Cazzo James, non sono affari tuoi...
Giusto?
Giusto!
Ma poi tutto è cambiato, perché stamattina, è arrivata la piccola Bethany.
Una creatura così adorabile da stravolgere tutto il mio essere, un visetto paffutello e una criniera da leoncino. E' la terza volta che la visito, le stò monitorando le vie respiratorie per colpa della tosse che ha, a giorni alterni, non riuscendo ancora a capirne la causa.
E' una bambina che collabora in tutto quello che le chiedo di fare e non fare, sempre col sorriso sulle labbra.
E appena finito di collaborare mi ha guardato con i suoi grandi occhi speranzosi di avere la sua ricompensa, le caramelle.
Appena mi sono reso conto di averle finite ho ceduto.
E adesso mi ritrovo qui davanti al negozio, dandomi dell'idiota mentre mi passo una mano sul viso.
Sospiro senza esitazione aprendo quella fatidica porta.
Dopo che il campanello sopra la mia testa tintinna, la prima a sorridere è Molly. Un sorriso sornione, ma senza dubbi la prima a catturare la mia attenzione non è lei.
Lo sguardo di quegli occhi verdi brillanti incrocia il mio, e le sue labbra sorprese mi catturano del tutto.
Cazzo, Casey!
L'aria attorno a noi sfrivola, ho le vertigini da quanto è bella, è la più affascinante donna che ho mai visto.
Fermo solo di un passo oltre la soglia la osservo pieno di desiderio, ha i capelli legati da un'unica treccia posata su una spalla, indossa un vestito a fiori che mi fa venire l'acquolina in bocca al solo pensiero peccaminoso.
Cristo la voglio da impazzire, facendomi scorrere il sapore sulla lingua.
"James" farfuglia esterrefatta
"Ehilà ciao" le dico avvicinandomi al bancone
Sono accaldato e ansioso, cosa che non è da me.
E' lei che mi fa perdere il senno del poi.
Volto lo sguardo verso il punto dove l'altra volta c'era la scatola delle caramelle, trovandolo vuoto.
"No, non dirmi che sono finite" mormoro guardandola
"Come scusa?" mi chiede confusa
"Me ne servono ancora" balbetto agitato
Lei mi guarda perplessa, accigliandosi preoccupata, come se fosse in pensiero per la mia salute mentale.
Stupendo!
Se Ben mi vedesse in questo momento mi prenderebbe per il culo a vita.
E a quel punto riesco a dirle:
"Le caramelle Casey, ho finito le caramelle"
"Ahh! Ohh!" esclama guardandomi sbattendo le palpebre mettendo a fuoco il perché sono qui.
Dovrei pensare a quello che le ho chiesto, invece in questo momento, riesco solo a immaginare di metterla sopra il bancone iniziando a baciarla, toccarla e entrare in lei facendola mia.
Ma poi nella mente riaffiorano quei motivi per cui non posso farlo e mandano quell'immagine in pezzi.
Quel cazzo di elettrocardiogramma che emette quel suono infernale, del segnale piatto.
Il mio cuore rabbrividisce anche al pensiero del perché potrebbe essere un male anche per lei. Il terrore mi assale sapendo che è terrorizzata da un qualcosa che quel pezzo di merda possa farle.
Quel terrore gliel'ho visto nello sguardo e nell'espressione del viso, mentre me lo spiegava in ambulatorio e sono coerente nel sapere che non posso ben capire cosa stia passando.
E a questo pensiero la rabbia invade l'anima.
L'immenso bisogno di sapere o almeno capire cosa voglia quel deficiente da Casey e Keira, è talmente così forte che continuo a ribattere contro le visioni di come può essere stata la loro vita quando vivevano con quell'essere.
Mi chiedo se in alcuni casi sia stata bella e in altre brutta.
Se le manca o è contenta fino in fondo di non stare più con lui e di non vederlo più.
Ma il pensiero più atroce è quello di sapere se ha fatto loro del male. Ho i nervi a fior di pelle al solo pensiero.
Casey lisciandosi il grembiule mi informa:
"In questo momento ne sono sprovvista. Se puoi ripassare lunedì, te le farò trovare"
Faccio per risponderle quando la porta della cucina si spalanca e Keira ne esce con tutta la sua spensieratezza.
Nell'aria si sprigiona tutta la sua gioia, la vita e la speranza che emana.
Appena si accorge di me spalanca gli occhi aggiustandosi gli occhiali sul naso, come per accertarsi che sia proprio io.
Quella ragazzina è fantastica nel suo aspetto da insettino.
E mentre il sorriso le illumina il viso, io col cuore stretto in una morsa la saluto con la mano.
"Ciao" risponde muovendo solo le labbra
Quello riesco a comprenderlo.
Si gira di scatto rientrando in cucina lasciandomi basito, per poi tornare in un lampo con un block notes e una penna tra le mani, fermandosi vicino a me e appoggiandolo su un ripiano, iniziando a scrivere.
Appena finito mi allunga il blocchetto perché io possa leggere:
Dottor Parker sei venuto a prendere un caffè?
Le rispondo lentamente guardandola:
"No Keira, ho finito le caramelle perché sono buonissime e tutti ne vanno pazzi. Sono venuto per acquistarne altre. Me ne servono tante"
Alzo poi lo sguardo su Casey, la sua espressione mostra quello che non dovrebbe e non vorrebbe mostrare,
Perchè fai questo? Così rendi tutto più difficile!
Vorrei che tutto fosse diverso. Perché sei qui, davvero? Vorrei che restassi.
Mi avvicino a lei con lentezza scrutandola, l'energia tra noi fiammeggia incandescente.
L'attrazione per lei è pazzesca, nel corpo scorrono fiamme, scintille, fuoco. Vorrei toccarla, baciarla, leccarla, scoparla e poi tenerla stretta tra le mie braccia.
Ed è per questi motivi che dovrei uscire da qui nell'immediato, senza voltarmi indietro e invece rivolgo lo sguardo su Keira, che muovendo le labbra mi chiede:
"Davvero?"
Annuisco sorridendole e lei riprende a scrivere:
Wow che bello! Questo fine settimana con la mamma e la zia Molly ne facciamo altre. Vorrà dire che ne faremo di più anche per te, così non ci saranno più bambini malati.
Continuo a guardarla col cuore stretto da non capire cosa mi stia facendo al cuore questa bambina.
"E quante riuscite a farne?" domando con enfasi
Lei ci pensa qualche secondo e scrive:
Perchè non ci dai una mano? Così con un aiuto in più riusciremo a farne un sacco di milioni.
Sono ancora con gli occhi puntati su quella richiesta, quando sento Casey che si schiarisce la voce e toccando sua figlia su una spalla le fa presente:
"Tesoro non credo che riusciremo a stare in quattro in cucina"
Si è avvicinata a lei senza accorgermene e ci guardiamo con intensità
"Non c'è problema. Capisco la difficoltà" le rispondo con tristezza
Molly interrompe il nostro sguardo con la sua voce squillante diretta alla sua amica, tenendo tra le mani il cellulare.
"Mi dispiace Casey ma nonna Adele mi ha scritto poco fa. Ha bisogno questo fine settimana di me, devo accompagnarla alla serata della tombola. E tu sai quanto ci tiene a quella serata. Purtroppo dovrò darvi buca, scusa tesoro"
Lo sguardo di Casey promette vendetta da tutti i pori, facendomi sorridere sornione.
"Tranquilla non c'è problema, io e Keira ce la caveremo anche da sole" sentenzia con tono serio
Con finta innocenza Molly si volta verso di me esclamando:
"Oh! Visto che servono anche a te, perché non le aiuti tu? Casey dovrà portare tutti gli ingredienti a casa, perché non le facciamo qui e sono tanto pesanti. Un bell'uomo forzuto che le dia una mano le servirebbe proprio"
Non può essere più esplicita di così, facendomi poi l'occhiolino in bella vista.
Nel mentre Casey accanto a lei le tira una botta sul fianco, sibilando qualcosa sottovoce.
Sono sicuro che pensa che non le abbia viste, e cerco di non ridere.
Ma all'improvviso Keira inizia a saltellare attorno a loro, annuendo con la testa entusiasta per poi avvicinarsi a me supplicandomi a gesti di accettare, mentre lo sguardo di Casey mi chiede di fare l'opposto.
Mi stò rendendo conto che quella piccola creatura sa più cose e capisce molto più di quello che si aspetta la gente da lei.
Mi passo una mano sul viso senza sapere che fare e dire.
Guardo a fasi alterne quelle tre donne che aspettano una mia semplice risposta.
Cosa che non sembra così difficile.
Non è sbagliato aiutare una mamma single un fine settimana?
Giusto?
D'altronde sono venuto io a chiedere le caramelle, dopo che le ho promesso di starle lontano, e con questa richiesta l'ho messa nei casini.
Sì posso darle una mano.
Un piccolo gesto d'aiuto.
Posso così vedere Keira sorridere felice e una volta finito il compito dare un contributo con un'offerta sostanziosa alla loro beneficenza.
Solo quello, un fine benefico. Solo quello.
Facile, no?
Una forza di volontà senza fini...
E al pensiero di questo aiuto sono su di giri. Convinto nel mio intento.
Sicuro di quello che faccio.
Posso farcela...
Sì, come dice un tossico che cerca di accantonare il vizio.
Molly ha sistemato la situazione 🤣🤣
Che succederà?
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