Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 12

                                  

James

Sono seduto sulla poltrona del mio salotto con Ben seduto sul divano davanti a me, stiamo bevendo una birra. Ho ignorato le sue chiamate per quasi tutto il pomeriggio, per poi ritrovarmelo alla porta.

"Dai sputa il rospo, idiota" esplica mentre mi guarda curioso.

"Ma smettila e levati dai quattro passi" brontolo

"Neanche per sogno" ribatte diretto.

"Ma cosa vuoi a parte rovinarmi la giornata?" chiedo facendo il finto tonto

"Ma piantala coglione. Sai benissimo che ignorando le mie chiamate sarei corso qui. Ti sei presentato al locale dopo una cena con la sventola che ti ha considerato quella sera, di poche settimane fa. Quindi voglio sapere se per caso ti sei beccato una malattia preoccupante, oppure ti si è scongelato finalmente il cuore. Alla quale delle due?" chiede bevendo un sorso incrociando le gambe che tiene allungate davanti al tavolino

Sospiro a lungo fissandolo per poi strofinarmi la faccia, scacciando l'immagine che ho della rossa seduta sul tavolo come una sirena che finge di chiedere aiuto ipnotizzandoti, quando invece sei tu che stai per morire.

"E daiiii allora?" insiste il mio amico

"Cosa allora?" ribatto serio

"Mi stò chiedendo perché sei così depresso, dopo che eri con una sventola ieri. Anche se devo essere sincero, che rispetto a te, lei è di un livello alto" puntualizza

"Bhè forse lo è" ammetto

"Ohi, ohi, ti ha già dato il benservito?" chiede ironico

"Diciamo più o meno" rispondo scuotendo la testa

So che ieri ho insistito troppo e che sono andato oltre toccandola in quel modo, sapendo che non avrò mai un'altra occasione.

Ma non ho saputo resistere dopo la sua confessione.

In quelle sue poche parole, le ho letto in faccia il suo senso di dolore, tradimento, paura.

E sono più che sicuro che il suo non poter offrire più niente, è dovuto a quel pezzo di merda che l'ha fatta e la fa soffrire.

E io non voglio altro che farla star bene, voglio farle sentire quel qualcosa in più che si merita, o meglio...vorrei.

Principessa o regina, è così che deve essere trattata.

Ben mi guarda serio, rendendosi conto di come mi sento visto che mi conosce alla perfezione.

"Oh cazzo! Ti piace sul serio" esclama diretto

Sogghigno sospirando, scuotendo la testa nella frustrazione che mi perseguita.

"Cristo! Non lo so. C'è qualcosa in lei che mi attira. Non riesco a non pensarla. Ha un bar nella strada dove ho lo studio. Mi sono fermato per caso e l'ho ritrovata. Ho cercato di starle lontano Ben, ma non ci riesco. Sai alla perfezione che non ho tempo per una relazione. Ma... prima di rendermene conto, le ho chiesto di uscire" dichiaro senza remore

"Ieri era un vero appuntamento" declama pensieroso

Annuisco passandomi una mano tra i capelli.

"Allora c'è un seguito?" domanda fissandomi

"No" rispondo diretto, perché nessuno dei due può permetterselo

"Scusa amico, non capisco il tuo no. Si vede lontano un miglio che ti piace. E l'idea di non rivederla ti fa star male. Hai un muso lungo e non ti si addice" dichiara con enfasi

"Non dovresti dirmi questo. Perché sai il perché" sentenzio serio

Anche se di solito sono io quello che vede le cose positive, anche se una parte di me è sepolta nel luogo più buio e recondito dell'anima.

L' occhiataccia di Ben mi trapassa da parte a parte.

"James sono passati tanti anni. Devi smetterla di sentirti in colpa per quel qualcosa che non è stato dipeso da te. Devi voltare pagina e darti l'opportunità di vivere" puntualizza con severità

Rido con durezza esclamando:
"Non è dipeso da me? Bella questa"

Anche se me l'hanno ripetuto tutti all'infinito, anche se hanno sempre sostenuto che ho fatto tutto quello che era in mio possesso, l'impossibile. Il mio cuore e la mia anima, mi hanno sempre convinto che è solo stata colpa mia.

"Commettere errori è umano, James"

"Un errore dove qualcuno è morto, però" esclamo

L'amore della mia vita è morta per quel cazzo d'errore. Perché ero troppo distratto e impegnato e non mi sono resoconto di quello che le stava succedendo.

Il solo pensiero, mischiato al dolore mi attanaglia lo stomaco e il rimorso, che non si affievolirà mai.

E nello stesso momento Ben freme alla mia risposta, attraversato da quel pensiero che lo trapassa da parte a parte.

"Cazzo! Merda!" borbotto in tono di scusa

Riflettendo su quello che ho appena pensato, sono un grande imbecille a buttargli quella frase proprio in faccia.

Due situazioni diverse, ma con qualcosa di colpevole uguale.

Ben aveva mandato a casa a brutto muso la sorella quella notte da sola. Lei non c'è mai arrivata.

Questi rimorsi possono mangiarti vivo per il resto della vita rendendoti insensibile e grezzo.

"Siamo proprio una bella accoppiata noi due, eh?" esclama alzando la testa al soffitto

"In effetti non hai tutti i torti" rispondo con un accenno di risata

Torna a guardarmi con serietà.

"So che l'amavi, e che una parte di te è morta con lei. Ma che mi dici del resto che è vivo? James, non permettere di negarti quello che potresti avere oggi. Cristo! Sei l'uomo più fantastico che io conosca. Sai amare con tutto te stesso. Dai tutto alla carriera, trovi energie da vendere per noi, anche quando dovresti essere stanco. Meriti di vivere la vita sul serio"

Lo guardo basito, perché so che ha ragione ma è proprio quello il problema.

Quando hai delle parti morte è difficile voltare pagina.

E forse non lo voglio nemmeno.

Nel mentre, tra i pensieri mi balena il volto di Casey non capendo di preciso da dove nasca questa fitta di rammarico.

"Non ha importanza comunque. Lei ha i suoi guai" preciso con un groppo alla gola

Ben si alza dopo aver finito l'ultimo sorso di birra e puntandomi un dito davanti al viso mi dice sogghignando:
"Tu sei in grado di tirarla fuori da quei guai, fallo, e visto che ci sei risolvi anche i tuoi"

***

E' lunedì mattina e sono fermo al semaforo, cercando di non guardarmi attorno per non notare dove mi trovo e facendo finta di non sapere che alla mia sinistra si trova il bar di Casey.

Cazzo!

Gli occhi mi cadono proprio sulla lavagna esposta fuori vicino ai tavolini, che danno il benvenuto e supplicano di fermarsi.

"Noi faremo diventare questa bellissima giornata ancora più bella col profumo del caffè appena tostato! Vi aspettiamo col sorriso"

Cazzo! Cazzo!

Dentro di me imperversa una guerra devastante e so che anche lei ne stà combattendo una tutta sua.

Accelero all'incrocio cercando di convincermi a lasciar perdere, facendo l'uomo duro.

Ricordando che lei mi ha dato una sola serata.

Ma quel luogo e quell'insegna è come se mi chiamasse.

"Merda! fanculo!" borbotto parcheggiando la macchina e avviandomi verso il locale sentendomi patetico

Entro stampandomi un sorriso in faccia.

"Al diavolo! Vale la pena fare un tentativo" ammetto a me stesso

Appena entro, dalla cucina se ne esce Molly con il sorriso stampato sulle labbra e un vassoio tra le mani, rimanendo basita appena mi vede.

Mi guardo attorno perplesso.

"Sei in cerca di qualcuno?" chiede trattenendo una risata ironica

La guardo sapendo perfettamente che sa perché sono qui.

"Vorrei un caffè prima di entrare al lavoro" le rispondo cercando di sembrare serio

"Oh! Ma davvero?" ribatte sorridendo

"Non è il miglior caffè del paese?" le chiedo indicando il cartellone fuori

Annuisce sorridendo girandosi verso la macchinetta del caffè, prendendo un bicchiere.

"Caffè nero doppio, media tostatura, giusto?" chiede

"Sì è giusto. Hai una buona memoria anche se, non mi hai mai servito" le faccio presente

"Diciamo che uno come te, non si dimentica" mi risponde sardonica

Rido divertito alla sua impertinenza.

"Meno male, devo ringraziare madre natura" sentenzio diretto

Si volta porgendomi il caffè.

"Oh, e io che pensavo che ti fossi ritoccato" mi prende in giro ironica

"Devo prenderlo come un complimento?" le domando guardandola

"Bisogna vedere da chi te lo dice" sogghigna divertita

"E tu chi saresti?" le chiedo ridendo

"Chissà" ribatte appoggiandosi al bancone

"Da cosa?" le domando pagando il caffè

"Dal perché sei qui" risponde senza esitare

Sospiro girandomi di nuovo attorno e sapendo alla perfezione che lei ha capito, perché sono qui.

"Lei c'è?" domando tornando a guardarla serio

"Mi dispiace per te. Stamattina ha un appuntamento importante" mi risponde seria

La delusione mi avvolge facendomi abbassare le spalle, e rilasciando un soffio di tensione.

Forse dovrebbe essere un avvertimento importante quel sospiro.

"Sappi che per me lei è come una sorella e l'adoro. Quindi, stai in guardia perché se soffre per colpa tua, sono pronta a venirti a cercare e tagliartelo"

La guardo esterrefatto facendole presente l'ovvietà.

"E' stata lei che ha voluto un'unica serata"

"Ne sei proprio sicuro? E' vero che ha una vita complicata e non si piange addosso per questo, anzi... Ma forse quello che ti ha detto voleva essere solo una protezione, e ti stà dicendo di trattarla con i guanti perché la sua paura, è quella di soffrire di nuovo. Non ci hai pensato?" mi fa presente mentre mi rende il resto

"L'ultima cosa che voglio è quella di non farla soffrire" preciso

Sbuffa risentita.

"Lo dite sempre all'inizio. Sarebbe bello invece se lo dimostraste davvero" sentenzia repentina, per poi salutarmi e tornarsene in cucina

La guardo sparire rimanendo basito e scuotendo la testa.

L'unica cosa che tiene in vita la speranza è quella di sapere che Casey parla di me alla sua adorata amica.

Forse Ben ha ragione, è arrivato il momento di andare avanti con la vita e lei ha bisogno di un'aiuto per fare lo stesso.

Flashback

Sala del pronto Soccorso, luci bianche, nell'aria c'è rigidità e freddezza. La disperazione mi scorre nelle vene e nell'anima.

Il sudore mi imperla la fronte e inzuppa la camicia.

Dolore forte alle braccia mentre eseguo il massaggio cardiaco, compressione dopo compressione.

Continuo imperterrito a provare e riprovare mentre quel cazzo di elettrocardiogramma segnala linea piatta.

Fine flashback

Cerco di respirare a pieni polmoni, mentre respingo quell'immagine e quel suono allucinante.

Quella cazzo di linea piatta...

Scuoto la testa liberandola dall'immagine e concentrandomi sulla cartella clinica che stò esaminando sul computer.

Non devo dare di matto solo perché il passato stà di nuovo mettendomi alla prova. Queste sono cose che accadono di continuo, e ho imparato ad accettare casi come quello che stò esaminando.

Ma non per questo riesco ad evitare che mi scuotano l'anima.

Riporto lo sguardo sul computer e sulla cartella clinica di questa piccola creatura di quasi otto anni, di nome Keira, nata con un'anomalia genetica, che le ha richiesto un trapianto di cuore a quattro mesi, dandogli problemi agli occhi, e qualche problema di udito.

E' da tenere sotto controllo perché non le accada niente che le possa danneggiare altri organi.

Al ponto soccorso ho visto di continuo problemi del genere.

Cercando di proteggerli, oppure di inviarli allo specialista più ottimale. Ma purtroppo nei casi peggiori arrivano già compromessi, da non poter fare niente per salvarli.

E in quel caso mi sono sentito sempre al limite di perdere anche me stesso.

Keira è la migliore amica di Sarah, la bambina con problemi di cuore che seguo da anni.

Al solo pensiero, sento di nuovo il timore e cerco di reprimerlo. Mi rendo conto che più penso a Casey, più questa sensazione si fa largo dentro di me.

Lei mi costringe ad affrontare i motivi per cui non riesco a donarmi del tutto.

Non posso per cui correre quel rischio.

Devo restare concentrato sul lavoro a cui ho votato la mia vita.

Ma sapendolo, non fa alcuna differenza visto come sono andato diretto nel suo negozio proprio stamattina.

Visto che continuo a volerla di più.

Merda!

Ben ha ragione, è arrivato il momento di cambiare e questo mi fa accapponare la pelle, l'anima e il cuore.

Mi alzo costringendomi ad avviarmi fuori dall'ufficio dirigendomi nello studio, volendo dare a questa bambina tutto quello di cui ha bisogno, anche se risveglia in me ricordi.

Appena fuori dall'ufficio, l'infermiera di turno mi informa:
"Dottore ho già inserito i parametri. E' tutto pronto per la nuova paziente"

La ringrazio sorridendole.

Mi preparo a livello psicologico aprendo la porta dello studio, pronto ad incontrare per la prima volta la piccola Keira e la sua famiglia.

Ecco che scopriamo chi James ha perso...

Ma di cosa sara' morta? Perché James si sente responsabile della sua morte?

Keira e' una bambina speciale...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro