Ricordi
In punta di piedi
silenti
veloci
Passi
dopo
passo
Fra le sabbie
del Sahara
In Jeep
le dune non aspettano
i cammelli
assettati
di the nero
nelle discariche
con i cani
che rincorrono
( Code mozzate )
E il silenzio
Frammenti
di spari.
Sospira
rassegnato
il vento della
storia,
che ripercorre i
passi di un
Dio triste
fra
le fronde
( Di riscatto
- mai tracciati ),
I biglietti
nelle fessure di pianto
( Del muro )
tacciono ( chi ascolta
chissà )
e
Fischia
impetuoso
Fra gli ulivi
dei getsemani
nessuno ascolta più
le preghiere
(Scuse).
Percorri la
Strada fino a
Perdersi
nei labirinti
di minotauri
invisibili, solo
archetipi
storie mai
concluse alla luce
del giorno che mai vide
fondersi
ali di cera.
Nello specchio
limpido
dei sassi
( Tagliano
Forse
mai )
piccole
Onde lente
I cactus
Non chiedono
un po' di arsura
per la sete
di rivincite
sconfitte annegate
in una pinta
di Guinness,
non si trova la
libertà oltre
L'arcobaleno, e nelle
dune della
brughiera
di steppe
bruciate
( Assente )
come le capre
Libera non mai
oltre
un muro, gambe
mozzate, perdute
come i pascoli
di legna
pochi passi, dal
confine
La Berlino
d'Irlanda
chiede ancora
riscatto in un
venerdì mai consumato
( Di sangue,
Non papaveri
rossi ).
Solo ricordi e frammenti di vecchi viaggi fra Berlino, Irlanda, Israele, Grecia e Egitto, negli anni sparsi e non in questo ordine.
Tema ricorrente sono i vari "muri" da quelli fisici ( paragone fra Berlino e Belfast, dell'Irlanda del Nord ), il labirinto del Minotauro a Creta, Il muro del pianto a Gerusalemme - con un piccolo excursus al monte degli Ulivi -;a quelli più "psicologici" come le dune del deserto in Egitto come una sorta di "frontiera" invalicabile, e il deserto come frontiera anche del Connemara Irlandese ( una sorta di brughiera ).
Anche qui niente di cinematografico solo associazioni di ricordi e pensieri notturni.
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