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13

La casa era a piano terra, si trattava di una palazzina posta al centro di un prato rettangolare. Dentro delle luci blu a neon rendevano l'atmosfera offuscata. C'erano davvero tante persone e Brianna, una volta entrate, mi lasciò sola per andare a cercare Anson. Il salone era davvero spoglio, niente quadri, pochi mobili ma tante birre. Sui tavolini in metallo in soggiorno oltre ad esse c'erano sparpagliate scatole di pizza vuote. Passai avanti cercando di non prestare attenzione a chi mi guardava con più curiosità di altri.

«Finalmente sei arrivata» disse Calvin toccandomi una spalla. Aveva una maglia a mezze maniche a righini e reggeva in mano una bottiglia di birra.
«Calvin» lo salutai sorridendo.
«Loro sono Josh e Will» disse presentandomi due ragazzi alle sue spalle i quali mi guardarono allegri.
«Non so se ti ricordi di me, ci siamo visti una volta a casa di Brianna» disse uno dei due porgendomi la mano. Lo riconobbi, era il ragazzo sempre incollato a Calvin che quella sera si sedette vicino a lui in silenzio ad osservare.
«Io sono Micol» gli strinsi la mano amichevole.
«Certo lo so, Calvin ci ha parlato di te» aggiunse ridendo. Quel palesamento mi imbarazzò enormemente.
«Ok piantala Josh» disse Calvin facendo in seguito segno ai due di andarsene.
«Ti va una birra?» mi chiese poi.
«No per ora no, magari dopo» gli risposi.
Calvin si avvicinò di più a me «Sei davvero bella» mi disse ed io abbassai lo sguardo sentendomi piccola sotto ad una lente di ingrandimento.
«Grazie» risposi «E si forse mi va una birra» aggiunsi totalmente a disagio.
«Vado a prendertela, aspettami qui!» replicò Calvin andando a recuperarmene una. In realtà non appena si allontanò mi spostai da quel cerchio di maschi e andai girovagando nella stanza principale.

Sorpassai un gruppo di ragazze, ballavano con le loro sigarette consumate alla bocca e le loro birre strette nelle mani dalle unghie lunghe. E finalmente intravidi Brianna, parlava vivacemente con una ragazza bionda, le raggiunsi.
«Megghi voglio presentarti Micol» la ragazza dalla chioma dorata si girò e mi diede due baci per rivolgermi il saluto.
«Ciao cara sono Megghi» disse.
«È la cugina di Anson» mi fece notare Brianna felice.
«Ciao, mi fa davvero piacere conoscerti» le risposi. Ci raggiunse anche Anson che con un braccio strinse per il fianco Brianna, me ne accorgevo sempre che anche nei gesti più comuni era tremendamente protettivo nei suoi confronti.
«Micol tutto bene?» mi chiese.
«Si, grazie Anson...mi piacciono le luci blu, le trovo pazzesche» gli dissi.
«Lo dicevo che erano incredibili» esclamò poi lui rivolgendosi a Brianna e Megghi con indiscussa soddisfazione.

La domanda di Anson era tutt'altro che banale. Mentre tante persone si presentarono mi resi conto di essere assente, guardavo se tra tutti quei ragazzi ce ne fosse uno dagli occhi nocciola e i capelli mossi. E no, non era tutto bene. Ma perché lo stavo cercando come una criminale?

Mi accostai ad un angolino e scrutai la sala convincendomi della sua assenza. Ma poi, ferma all'angolo della porta della cucina, lo sentii... quell'inconfondibile e dannato odore di muschio bianco. Bryan era lì, dovevo soltanto capire dove. Feci girare gli occhi nella stanza ancora una volta finché con un movimento deciso mi voltai e per poco non andai a sbattere contro il suo corpo. Bryan era davanti a me e così vicino da smorzarmi il fiato. Aveva una felpa nera con un leone rosso disegnato sopra.
Scrutò i miei occhi a fondo per poi schiudere le labbra.
«Micol» disse... quasi sorpreso nel vedermi.

Avrei tanto voluto rispondere prontamente ma il mio sguardo andò a spostarsi dritto alla persona che prese la mano di Bryan.
Una ragazza alta con i capelli castani e due occhi più chiari dei diamanti lo strinse ancora più forte avanzando e guardandomi con un sorriso tutto denti e rossetto rosso. Bryan guardò di soppiatto la mossa della ragazza e il suo sguardo divenne glaciale, la bocca invece serrata in una linea retta. Era come se non lo avessi mai incontrato: l'aridità prendeva il suo posto lentamente in un puzzle irresolubile, ogni sapore dolce fu sostituito da un vento freddo e scostante.

Deglutii nervosamente, poi dissi lampante «Ciao ragazzi» prima di superarli velocissima. Dopo aver passato quasi una decina di persone mi voltai a rilento e Bryan stava esattamente guardandomi nel punto in cui l'avevo lasciato. Chiunque fosse quella ragazza stava con lui, ancorata al suo braccio.

Arrivai ad un corridoio buio e vuoto. Appoggiai le spalle al muro e inspirai sentitamente. Ero confusa, avrei voluto cercare Brianna per dirle che me ne sarei andata via. Andavo via per Bryan? Forse. O semplicemente andavo via perché quello non era il mio circolo, in mezzo a così tanta gente mi sentivo trasparente e squadrata nello stesso istante. Io non volevo essere come gli altri volevano che io fossi. Io volevo essere me stessa e non lo sarei mai stata al centro di quel chiasso. Bloccai una lacrima sul nascere. Mi sentii così diversa, così incerta a camminare in quello sciame di vespe. Guardai a terra il pavimento di quel corridoio stretto, un'improvvisa e palpabile scontentezza mi pervase dalla testa ai piedi.

«Ti sto cercando da un sacco, ma dov'eri finita?» mi chiese Calvin riportandomi al presente.
«Ero andata in bagno» mi scusai.
Mi sistemai i capelli tirandoli dietro e gli rivolsi un sorriso mascherando al meglio il mio cattivo umore.
«Tranquilla» mi disse Calvin dandomi una mano e conducendomi fuori da quel cupo corridoio.

Nella mia mente c'era solo l'immagine nitida di Bryan con quella ragazza al suo fianco.
«Ti avevo preso questa» disse infine mostrandomi la bottiglia che serrava in una mano.
«Grazie Calvin» l'afferrai e la bevvi metà in fretta per aiutare la mia bocca totalmente asciutta.

«Hai incontrato gli altri?» gli chiesi poi tentando di riscuotere informazioni.
«Si, ho visto Brianna ed Anson e da poco ci sono anche Bryan e Lara» mi rispose.
«Certo» dissi.

Mi vennero in mente le parole di Brianna "Tra Bryan e Lara non c'è mai stato un rapporto fondato". Ma ora erano lì, insieme. Perché Brianna avrebbe dovuto mentirmi in proposito?

Passai il resto della serata a sentire Calvin parlare del gruppo surfisti e scherzare con i suoi seguaci. Ogni volta che giravo lo sguardo in direzione di Bryan lui faceva lo stesso. Andammo avanti così... a tentare di seguire l'orma dei nostri sguardi.

«Calvin vado a cercare un secondo Brianna» gli dissi. Dovevo decisamente cambiare aria.
«D'accordo» rispose. Gli diedi le spalle e andai a cercarla, le avrei detto che non sarei stata in grado di tollerare un altro solo minuto in quel posto e che sarei tornata a casa.

Brianna era come sparita. Però vidi confusamente Megghi guardarmi in un modo insolito e successivamente cambiare direzione.
«Ehi Megghi dov'è Brianna?» le chiesi inseguendola. Non rispose né si voltò accelerando il passo. Continuai a seguirla finché allungandomi non riuscii a toccarle un braccio bloccandola.
«Parlavo con te» le dissi fissandola «Dov'è Brianna?» le chiesi.
«Lei si è spostata...non si sentiva bene.» rispose Megghi incespicando e cercando di evadere dai miei occhi sospettosi e inquisitori.
Mi preoccupai pensando che forse Brianna aveva bevuto oltre la soglia, dovevo trovarla. Feci girare lo sguardo da una parte all'altra guardando poi verso la porta di casa.
«E dov'è andata?» chiesi a Megghi.
«Micol, ascoltami, non serve tu la cerchi» mi disse e la sua frase mi suonò più che strana. C'era un qualche motivo per il quale Megghi riteneva non dovessi vedere Brianna, lo deducevo dall'espressione indecifrabile che aveva assunto... non ne ero sicura ma era come se quello fosse il suo modo di tutelare qualche ignoto segreto.

Ad un certo punto la mia mente percorse la discussione avuta con Bryan e un'idea si fece strada nella mia testa. Mi spostai da Megghi e sicura andai dritta all'angolo dov'era Bryan.

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