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Oggi fa più freddo del solito ma fortunatamente il mio maglione mi riscalda abbastanza da non tremare. Mancano poche settimane a Dicembre e l'aria si sta decisamente preparando all'inizio dell'inverno. Nella stanza del mio ragazzo hanno acceso per fortuna i riscaldamenti altrimenti credo che a quest'ora saremmo diventati mezzi ghiaccioli.

Accanto a me Taehyung e Jungkook guardando Jimin con espressione tesa e se non li conoscessi direi che sono arrabbiati con lui per qualche strano motivo, ma so che quella è la loro espressione da "non piangere proprio adesso". Questa mattina presto ho avvisato tutti dicendo loro tutto quello che i medici mi avevano comunicato. Loro due essendo i più vicini sia fisicamente che emotivamente a Jimin non hanno esitato a raggiungerci non appena era scattato l'orario per le visite.

Sistemo Jimin sulla sedia e lo guardo attraverso lo specchio del bagno. Jungkook si avvicina all'attacco della corrente giocherellando con la spina. «Sei sicuro di questo Jiminie?» domando posando le mani sulle sue spalle esili.

Lui ci regala un radioso sorriso, annuendo con forza. «Oh sì certo! Con la chemio che mi toccherà fare perderò a toppe i capelli quindi meglio se elimino tutto già da adesso».

Sospiro e faccio cenno a Jungkook di attaccare il rasoio. Lui silenziosamente obbedisce e mi passa la macchinetta. Prima di passarla sui bellissimi capelli del mio ragazzo, mi fermo ad osservarlo per imprimermi nella memoria la sua immagine. Poi inizio a rasare e con ogni ciocca che cade, un pezzo del mio cuore si spezza e posso sentire distintamente il rumore dei cuori dei miei amici fare la stessa fine.

«Come palla da bowling non sto affatto male, sapete? Voi che dite?» ride Jimin passandosi una mano sulla testa ormai calva. Ingoio un groppo in gola e sorrido posando un bacio sulla sua testa.

«Sei bellissimo come sempre, amore mio» mormoro dandogli una carezza sulla guancia. Jimin alza la testa per incontrare il mio sguardo, lanciandomene uno ricco di amore. Sforzo un sorriso poi passo la macchinetta a Jungkook strizzandogli l'occhio.

Lui sorride furbo prima di riaccendere la macchinetta e, prima che Jimin possa fermarlo, inizia a tagliarsi i capelli a sua volta. Il mio ragazzo spalanca gli occhi girandosi di scatto verso il suo migliore amico. «Kook ma sei pazzo?! Fermati immediatamente! Che cazzo fai?».

Jungkook fa spallucce continuando indisturbato a tagliarsi i capelli come se niente fosse. «E lasciare l'opera a metà? Neanche per sogno! Avevamo promesso di tingersi assieme i capelli di biondo, non posso di certo essere l'unico deficiente adesso a tenerli. Diventi tu una palla da bowling, lo divento anche io». Da sempre quei due vivono quasi in simbiosi, come due gemelli. Il dolore che ha provato, sta provando e che proverà Jungkook probabilmente non lo proverò mai neanche io che sono il ragazzo di Jimin da dieci anni. Lui e Jungkook sono compagni di vita e sempre lo saranno: non come me e Jimin, il rapporto di fratellanza che li unisce è totalmente diverso. Non oso dire più forte, semplicemente diverso. Neanche loro saprebbero spiegarlo.

«Sei un pazzo» borbotta Jimin e posso intravedere gli occhi lucidi mentre guarda Jungkook che si pulisce la testa ed il collo dai capelli residui. «Ci hai messo tantissimo per curarli! Ti ci è voluto un anno intero senza toccarli per farli crescere in quel modo!».

«Jimin, sono solo capelli. Tu sei più importante, ricresceranno» gli risponde con calma avvicinandosi a lui con un dolce sorriso. Il più grande gli riserva un'occhiata torva e gli pizza il braccio. Sta combattendo per non piangere, lo so. Ma tanto crolleremo tutti da qui a poco.

Con un gesto repentino il rasoio passa nelle mani di Taehyung che si allontana con un salto da suo cugino per evitare che afferrasse il filo. «Taehyung non ti azzardare! Posalo subito».

«Altrimenti che mi fai? Chiami zia? Andiamo Chim, siamo fin troppo cresciuti per queste cose, non credi?» ride avvicinandosi il rasoio ai capelli. Jimin allunga le mani tentando di fare qualcosa per impedirgli di tagliarsi i capelli ma il maggiore è troppo lontano da lui. Gli fa la linguaccia ed inizia a rasarsi a zero a sua volta canticchiando per ignorare le proteste del cugino.

Sento il cuore stringersi ad ogni ciocca che cade a terra formando ormai un tappeto multicolore. Non fa male vederli fare un gesto simile, fa male sapere perché lo stanno facendo, perché sto per farlo anche io. Gli occhi lucidi di Jimin sono un pugno allo stomaco ma è solo quando copiose lacrimoni iniziano a scendere lungo le sue guance che i pugni diventano coltellate. La macchinetta ormai è passata nelle mie mani e, come un gesto meccanico, inizio a rasarmi a mia volta i folti capelli.

Jimin sta piangendo a singhiozzi mentre Jungkook lo stringe tra le sue braccia. Non mi accorgo di star piangendo a mia volta fino a quando non sento il naso colare in modo disgustoso. Mi pulisco in fretta e mi soffio il naso per poi aggiungermi all'abbraccio insieme a Taehyung e Jungkook.

«Siete dei brutti coglioni» piange Jimin stringendoci con tutta la forza che gli rimane, che non è affatto poca! «Come vi salta in mente di fare una cosa del genere. Siete pazzi» singhiozza mentre continuo a posargli baci sulla testa trattenendo a mia volta dei sussulti.

«È tutto okay cugi, non c'è bisogno di piangere» sussurra Taehyung mentre singhiozza rumorosamente insieme a Jungkook. Io sono l'unico a non emettere alcun suono, spero non si siano accorti che anche io sono un fiume di lacrime.

«No?! Vi siete rasati a zero solo per me, solo per...non farmi sentire diverso. Vi odio» parla Jimin con voce impastata dal pianto. Tiro su col naso e mi passo velocemente una mano sul viso prima di allontanarmi dall'abbraccio. I due ragazzi mi imitano ed io ne approfitto per mettermi davanti al mio ragazzo asciugandogli le lacrime.

«Amore, non è successo nulla. Ci ricresceranno, d'accordo? Volevamo fare un gesto di solidarietà» sussurro dandogli un bacio sul naso, accarezzandogli la guance scarne. «Siamo sempre stati una famiglia tutti e quattro e la famiglia si sostiene anche facendo questi gesti».

Jimin singhiozza più forte di prima portandosi le mani sul viso. In tutti questi anni di malattia questa è la prima volta che lo vedo piangere per essa. Fa male al cuore, fa maledettamente male. Serro la mascella prendendo un respiro profondo per non scoppiare a piangere come un bambino insieme a lui. «Vi amo» sussurra poi con la voce soffocata dalle mani.

Sorrido dolcemente accarezzandogli le ginocchia e alzo lo sguardo sui miei due amici che hanno gli occhi rossi e gonfi. «Anche noi, piccolo raggio di sole» rispondo con dolcezza mentre Taehyung e Jungkook gli posano una mano sulla spalla accarezzandola.

«Starò bene, vero? Ho paura ragazzi, io non voglio...» si blocca scuotendo la testa mentre si asciuga le lacrime secche sul viso. Stringo le labbra non volendo neanche pensare a ciò che voleva dire il mio ragazzo. Deve essere arrivato al limite se adesso ci sta rivelando le sue paure, lui che dall'inizio della malattia ci aveva sempre fatto forza. Vederlo in questo stato mi fa capire troppe cose che non volevo capire.

«Hey Jiminie, sei forte come un leone lo sai. Supererai anche questa, d'accordo? Andrai alla grande e tornerai come nuovo. Appena finirai questo ciclo di chemio sai dove andremo?» gli parla Jungkook spostandosi per essere visto dal mio ragazzo. Io mi faccio da parte raggiungendo Taehyung il quale mi passa una mano intorno alla spalle per consolarmi.

Jimin alza piano il viso verso l'ex biondo e noto le labbra stendersi in un minuscolo sorriso. Sembra un bambino. «Nel mio negozio di bubble tea preferito?».

Jungkook sorride ampiamente per poi annuire con energia. «Esattamente! Prenderemo tutti il treno e arriveremo a Seoul per prendere quel benedetto bubble tea! Quindi vedi di non farci scherzi, deficiente» lo rimprovera puntandogli un dito contro.

Vedo Jimin dargli un colpetto al dito accennando una debole risata. «Andremo a quel bubble tea, lo prometto» si passa nuovamente le mani sul viso tirando un'ultima volta su col naso. «E adesso finiamola di fare i sentimentali altrimenti oltre alla leucemia avrò anche il diabete» borbotta prendendo un fazzoletto che Taehyung gli sta porgendo per asciugarsi il naso.

«Allora, quali sono i programmi per oggi?» domando cercando di riprendermi da questo momento di desolazione collettiva. Jimin si volta verso di me, poi guarda gli altri due e assottiglia lo sguardo.

«Voi avreste dovuto essere a lavoro» sibila battendo un piede a terra. Jungkook sorride angelicamente pizzicandogli una guancia.

«Appunto, avremmo dovuto ma siamo qui perché tu hai la precedenza su tutto. Adesso smettila di lamentarti e torniamo in camera a passare l'ultima ora che ci rimane insieme prima che ci caccino» si abbassa avvolgendo la vita del suo migliore amico con un braccio per aiutarlo ad alzarsi e camminare. Li guardo sorridente mentre bisticciano a bassa voce tra di loro come hanno sempre fatto d'altronde.

Faccio per seguirli ma mi blocco non vedendo più al mio fianco Taehyung. Voltandomi lo ritrovo a testa china, con la schiena che trema. Sento il nodo alla gola e mi avvicino silenziosamente per poi abbracciarlo stretto, lasciandolo sfogare sulla mia spalla. «Yoo non ce la faccio» singhiozza stringendomi forte. «Come farò senza di lui...il mio cuginetto...no» farfuglia liberandosi in un pianto disperato.

Gli accarezzo la schiena sistemando il mento sulla sua spalla cercando di non tornare a piangere. Voglio essere la loro ancora, colui che tiene unito il gruppo nonostante tutto e che si mostra forte anche se la notte si rannicchia tra le coperte e piange come non mai.

«Ce la faremo Tae, c'è una piccola possibilità che la terapia funzioni e...ce la faremo, d'accordo? Jimin è ancora qui e ti prenderà a pugni se ti vede piangere così per lui, lo sai» cerco di aggiungere un tono sarcastico riuscendo a strappargli una debole risata.

«Qualsiasi cosa accadrà non saremo soli. L'abbiamo detto prima: siamo una famiglia. Anche gli altri, anche se sono lontani e ormai ci vediamo poche volte ci saranno per noi. È okay piangere, non dobbiamo essere forti sempre, va bene crollare soprattutto in situazioni del genere. Ma ce la faremo, qualsiasi cosa accada» sussurro allontanandomi per vederlo negli occhi.

Taehyung ricambia lo sguardo, le labbra contorte in una smorfia di dolore mentre annuisce. «Vale anche per te, puoi piangere Yoo» sussurra. Annuisco semplicemente accennando un piccolo sorriso. Ha ragione e sono un idiota a non seguire i miei stessi consigli ma non ce la faccio, un giorno imparerò a lasciarmi andare anche davanti agli altri.

🎥🎥🎥

«Sei una spina nel fianco» brontola Jungkook sbuffando sonoramente. Alzo lo sguardo dal computer e soffoco una risata nel vedere i due migliori amici bisticciare come se fossero ancora bambini.

«Kook, non abbiamo più dieci anni, puoi dire che sono una spina nel culo sai?» lo sbeffeggia Jimin inclinando la testa di lato. Jungkook lo guarda malissimo e grugnisce sommessamente.

«B7» annuncia con tono arrabbiato, aggrottando la fronte in un broncio non esattamente adorabile come dieci anni fa. Ma a giudicare da come lo sta guardando Taehyung, ai suoi occhi deve sembrare ancora adorabile e bellissimo. Be' come Jimin per me d'altronde.

Il mio ragazzo fa schioccare la lingua contro il palato, poi sorride a trentadue denti. «Acqua» cantilena. Assottiglia lo sguardo facendolo passare sulla tabella che ha davanti per poi prendere un piccolo chiodo rosso e fissarlo in un punto. «F1».

Jungkook spalanca gli occhi e sbatte la tabella sul letto, alzandosi di scatto in un impeto di ira. «Affondato! Ma com'è possibile?! Non giochiamo a battaglia navale da più di tredici anni!» esclama oltraggiato.

Taehyung ride sonoramente prima di andare a calmare il suo (non) amico. «Andiamo Kookie, è solo un gioco» gli accarezza la schiena sorridendo divertito.

«Non è solo un gioco! Era il gioco in cui andavo forte io! Non è giusto! Ha vinto tutte e cinque le partite!» si lamenta facendoci ridere solo di più quando inizia ad emettere una serie di versi arrabbiati.

«Jungkook, hai ventisei anni...» ride Taehyung passando una mano sul suo braccio tatuato. Il più piccolo lo guarda con un sopracciglio alzato.

«E tu ne hai ventinove. Che c'entra?».

Il cugino del mio ragazzo gli accarezza una guancia e posso chiaramente vedere Jungkook tremare ed arrossire in un nanosecondo. E poi hanno anche il coraggio di dire che non provano niente. «Devi essere un po' meno competitivo. Ormai siamo adulti e maturi quindi la prossima volta che vi sfiderete fatelo come due veri uomini e non come due bambini imbronciati».

«Tae!» esclamo con una risata, spalancando la bocca abbastanza incredulo ma anche estremamente divertito.

Il più grande alza le mani scuotendo la testa. «Ovviamente sto scherzando, non ci sarà una prossima volta perché siamo adulti» poi sussurra qualcosa nell'orecchio di Jungkook che lo fa ridacchiare sommessamente, infine spalanca gli occhi arrossendo ancora di più. Si sposta di colpo da Taehyung e si allontana quasi sconvolto.

«Taehyung?» lo chiama il cugino con tono divertito. L'altro sorride soddisfatto facendo spallucce ma vedo palesemente il suo sguardo abbassarsi sul fondoschiena del mio amico.

Alzo gli occhi al cielo finendo di sistemare delle foto al computer per poi chiudere la finestra e rimanere a guardare il desktop dove sul fondo campeggia una foto di tutti noi sette all'ultimo capodanno passato insieme di qualche anno fa. Non so esattamente quanto tempo sia passato da allora. Mi mordicchio il labbro inferiore e sorrido tornando a guardare gli altri tre. «Ragazzi, manca poco all'orario di chiusura delle visite, vi va di vedere un filmato insieme?».

Lo sguardo di Jimin si illumina ed annuisce senza pensarci una seconda volta. «I filmati che facevi anche da ragazzo?» chiede Taehyung sorridendo.

«Io ci sto! Erano bellissimi» ride Jungkook avvicinandosi alla mia sedia. Così sistemo il PC sul letto d'ospedale e noi ci stringiamo tutti accanto a Jimin in modo tale da riuscire a vedere bene lo schermo.

«Pronti?».

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