20
«Buongiorno stronzi! Sapete che giorno è oggi?!» Spalanco gli occhi e mi metto immediatamente a sedere sul letto. Sento il cuore palpitare in maniera esagerata contro la cassa toracica e mi guardo intorno spaesato. Essere svegliati così bruscamente durante un sonno che così profondo non l'avevo da mesi, è traumatico. Abbasso lo sguardo su Jimin e lo vedo con un solo occhio aperto mentre grugnisce sonoramente.
Poi sposto lo sguardo davanti a me e finalmente metto a fuoco l'immagine del cugino del mio ragazzo con un sorriso enorme e le braccia aperte al soffitto. «Vorrei sapere chi ti ha dato le chiavi di casa» brontolo buttandomi di nuovo sul letto.
Taehyung mi guarda con espressione ovvia. «Uh tu?» Sbuffa una risata ironica mettendosi le mani sui fianchi.
«Tae» mugugna Jimin mettendosi lentamente a sedere. Lo guardo e noto come i capelli stiano iniziando a ricrescere lentamente mostrando ora una leggera peluria scura sul suo cranio.
Il maggiore affloscia le spalle ed alza gli occhi al cielo sotto il nostro sguardo inquisitore. «Hey è normale fare una copia dell'appartamento della casa di tuo cugino malato! Potresti avere bisogno di me in qualsiasi momento». Faccio per aprire bocca ma un rumore di teglie e tazze mi fa zittire completamente ed il sangue mi si gela nelle vene. Taehyung ha lasciato la porta aperta e adesso ci stanno derubando. Alle sette di mattina.
Il cugino di Jimin, con ormai i capelli ad una lunghezza normale, deve aver notato la mia espressione terrorizzata perché mi sorride e scrolla le spalle. «Kookie vi sta preparando la colazione! Ora muovete quel culo floscio e vestitevi, dobbiamo uscire!»
«Dio, ma che hai questa mattina? Sembri un bambino iperattivo. Jungkook, quante tazze di caffè ha bevuto?!» Jimin alza la voce per essere sentito, si strofina le mani sugli occhi e si volta a guardarmi con un sorrisetto divertito ancora impregnato di sonno. Ricambio il sorriso dandogli una leggera gomitata complice non appena sentiamo in risposta un: «Due! Non sono riuscito a fermarlo». Non erano tornati a convivere ma questo significava chiaramente che avessero passato la notte insieme e che erano usciti di casa insieme. Forse il desiderio di Jimin si stava sul serio realizzando.
«Lasciatelo perdere, non mi fanno così effetto due tazzine di caffè, suvvia! Sono solo felice. Sapete che giorno è oggi?!». Mi alzo dal letto nel mio pigiama pesante e sorpasso Taehyung per andare ad aiutare il mio compagno di vita ad alzarsi. In queste due settimane in cui è tornato a casa sembra aver ripreso un tantino di forze ma è ancora troppo presto per recuperarle del tutto.
«No Tae, se non te ne fossi accorto ci siamo appena svegliati e a malapena sappiamo che ora è» Gli risponde il cugino con un sospiro esasperato. Si poggia alle mie spalle e lo aiuto ad issarsi dal letto prima di passargli velocemente le stampelle, grazie alle quali sta riuscendo a tornare a camminare a piccoli passi.
«Oggi è la vigilia di Natale! Yoo stai zitto so che a te non cambia nulla» Mi zittisce non appena mi vede aprire bocca, non lasciando che da essa esca alcun suono.
Sorrido divertito ed accompagno Jimin fuori dalla stanza. «È già arrivato il 24? Da quando sei tornato a casa il tempo sembra volare» Commento guardando Jimin che abbozza un'espressione fiera.
«So di essere meraviglioso, grazie. Gonfiate giorno dopo giorno il mio ego spropositato» scuote la testa lasciando che dalle sue labbra carnose esca una gioiosa risata. Mi unisco a lui e gli pizzico giocosamente un fianco, senza fargli male. Taehyung ci supera come un fulmine e si precipita in cucina dove lo troviamo a braccia aperte e sorridente davanti ad una tavola perfettamente decorata per una colazione a tema natalizio.
«Tadà!» esclamano insieme i nostri migliori amici, agitando le mani. Sul tavolo ci sono tovagliette rosse con dei motivi natalizi davvero carini, i bicchieri sono rossi ̶ e sicuramente non appartengono a casa nostra ̶ e le pietanze ricordano una perfetta colazione francese con qualche contorno inglese.
«Abbiamo pensato di fare colazione tutti insieme e, visto che a Natale si è sempre più buoni, ho cucinato io. E credo di essere stato anche abbastanza silenzioso visto che non avete mosso un muscolo finché Tae non è arrivato urlando» A parlare è Jungkook che, sorridendoci dolcemente, ci invita a sederci a tavola insieme a lui e Taehyung.
Eseguiamo e mi perdo ad ammirare con quale cura i due hanno organizzato il tutto. A volte mi ritrovo a pensare di non meritarli come amici per quanto amore ci donano, ma non lo direi mai ad alta voce poiché Jungkook mi picchierebbe senza pietà. Ha i suoi modi per esprimere il suo dissenso e spronarmi ad avere più fiducia in me. «È stato un pensiero bellissimo, grazie ragazzi. Ma per favore non intrufolatevi come ladri in casa nostra la prossima volta» Guardo Jimin annuendo con forza per sottolineare ciò che lui ha appena detto.
«Volevamo solo sorprendervi» si lamenta Taehyung versando nei quattro bicchieri della spremuta d'arancia rossa. L'unico frutto che amiamo tutti alla follia. È divertente come, da quando eravamo ragazzi, ci ritroviamo a bisticciare su quale sia il frutto migliore di sempre. Non ricordo esattamente come, ma un giorno siamo riusciti a concordare che l'arancia rossa sia al primo posto fra tutti.
«Ti avevo detto che sarebbe stato meglio portarli a fare colazione in un bar. C'è mancato poco che Chen Fu ci scambiasse per rapinatori sul serio» sento borbottare da Jungkook il quale guarda con rimprovero Taehyung.
Io e Jimin ci scambiamo l'ennesima occhiatina d'intesa, poi, dopo qualche secondo di silenzio, mi schiarisco la gola e parlo. «Quindi siete venuti insieme?»
Devo stringere le labbra fino a farle diventare una linea sottile per non scoppiare a ridere fragorosamente: i due hanno alzato di scatto la testa verso di me, sono sbiancati e subito dopo Taehyung è arrossito smisuratamente.
«Mh?» chiede con voce stridula, tracannando un grande sorso di spremuta.
«Dico, siete arrivati qui insieme?» ripeto la domanda cercando di sembrare il più neutro possibile. Noto le spalle di Jungkook rilassarsi e solo quando lo vedo guardare di sottecchi Taehyung e trattenere con difficoltà un sorrisetto, capisco cosa realmente avevano inteso della mia frase.
Spalanco gli occhi e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva mentre Jimin se la ride apertamente, senza riuscire più a trattenersi. «Aish, ventotto anni e ancora si scandalizza a sapere che due persone fanno sesso»
«Non abbiamo fatto sesso!» urla improvvisamente Jungkook, fin troppo sulla difensiva per i nostri gusti.
«Certo, sì, come vi pare» brontola il mio ragazzo mangiando con calma la colazione. Il tutto procede tranquillamente tra risate ed i soliti battibecchi, più violenti tra Jungkook e Jimin ma questo già si sapeva. Dopo tante fatiche siamo venuti a sapere, senza alcuna sorpresa, che i due che giocano a fare gli amiconi hanno dormito insieme. E sì, sono andati a letto insieme. Dettaglio che, con tutta onestà, non volevo sapere al contrario di Jimin.
Hanno voluto precisare fieramente che non stanno insieme, ma a quanto pare passano molto tempo in compagnia l'uno dell'altro quasi come quando erano ancora la coppia di liceali di qualche anno fa. E, ribadisco, sono degli idioti.
Dopo aver ripulito tutto il tavolo con le prelibatezze deliziose cucinate dal nostro migliore amico, siamo andati a vestirci. Successivamente abbiamo portato fuori Jimin sulla sedia a rotelle e lo abbiamo caricato nella macchina di Taehyung. Il viaggio è stato un misto tra karaoke improvvisato e un Jimin impaziente che non capiva dove lo stessimo portando e perché stavamo uscendo dal nostro paese.
Tuttavia, quando siamo arrivati a destinazione un bel po' di tempo dopo, Jimin si è ammutolito per un secondo soltanto. Poi ha iniziato ad agitarsi sembrando un bambino al parco giochi.
L'insegna del bubble tea in cui siamo, quello preferito di Jimin a Seoul, non è molto appariscente: anzi passa del tutto inosservata. L'interno è caldo e davvero accogliente e ci sono numerosi addobbi natalizi che spiccano qua e là. «Non ci credo che mi avete portato qui sul serio! Non ci tornavamo da anni! Da quando ho lasciato gli studi. Assurdo» Jimin si guarda attorno in estasi. Ha gli occhi accesi di una luce che ricorda la gioia pura e sono più che certo che la stessa emozione si riflette sulle nostre iridi nel vedere una delle persone più importanti della nostra vita stare bene.
«Ti avevo promesso che non appena saresti uscito ti ci avremmo portato. Già dimentichi le nostre promesse, Chim? Guarda che ci offendiamo» Scherza Jungkook dandogli una leggera gomitata.
«Non dimentico neanche una sillaba di quel che mi dite. Solo non mi aspettavo che saremmo venuti qui così presto. Posso considerarlo un regalo di Natale?»
«Huh, te lo scordi. Il regalo di Natale lo avrai lo stesso e non vogliamo sentire nessuna protesta. Stai zitto ogni tanto.» Parla Taehyung alzando una mano quando Jimin apre bocca per ribattere animatamente. Sbuffa ma non riesce a trattenere il sorriso tutto denti che comunque gli incornicia il viso pallido e magro.
Ai miei occhi rimane sempre così maledettamente bello come quel primo aprile del 2011.
🎥🎥🎥
Nel tardo pomeriggio torniamo a casa e, dopo una doccia calda, porto Jimin nel nostro luogo speciale. Anche io gli avevo promesso non troppo tempo fa che lo avrei riportato nel luogo del nostro primo vero appuntamento e da noi le promesse non si infrangono mai.
«Mi era mancato stare all'aria aperta con te» mormora l'ex biondino, aggrappandosi al mio braccio per tenersi in equilibrio mentre dà da mangiare alle papere. Annuisco in accordo con lui, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Anche a me. È bello tornare a passare il tempo insieme fuori dall'ospedale» affondo il naso contro il suo cappotto pesante, respirando a pieni polmoni l'odore di ammorbidente che tanto mi era mancato. Ormai nella stanza di ospedale non si distingueva più nessun odore se non quello del disinfettante.
«Ricordi quando siamo venuti qui per il nostro settimo anniversario?» ridacchia sommessamente, probabilmente immerso nei ricordi. Cerco di riordinare i pensieri in fretta, ricercando nella memoria ciò a cui si riferisce Jimin. E pochi istanti dopo ricordo.
«Oh sì! Quella volta non hai parlato attraverso le canzoni come tuo solito, hai proprio cantato! Era Marry you di Bruno Mars, vero?» Gli accarezzo un fianco portando lo sguardo su di lui. Il mio uomo annuisce vivacemente e porta gli occhi scuri nei miei.
«It's a beautiful night; we're looking for something dumb to do. Hey baby, I think I wanna marry you. Is it the look in your eyes or is it this dancing juice?
Who cares, baby, I think I wanna marry you.» inizia a cantare con la sua voce dolce e melodiosa, facendomi venire le lacrime agli occhi. Spesso da ragazzo mi capitava di commuovermi dal nulla quando Jimin apriva la bocca e cantava, ora è capitato di nuovo.
Gli poso un bacio a fior di labbra e lui ridacchia, strizzandomi un fianco. Intorno a noi aleggia il silenzio per un paio di attimi, poi un'idea mi balena in mente. Spalanco gli occhi e mi allontano da lui il poco che basta per vederlo negli occhi. «E se ci sposassimo per davvero?»
Jimin aggrotta la fronte e mi guarda confuso, come se stesse guardando un pazzo. «Yoo, che intendi?»
L'euforia e l'adrenalina mi avvolgono in una vampata. Sorrido come non mai e gli prendo le mani nelle mie. «Sposiamoci! Improvvisiamo una cerimonia, avvisiamo tutti e sposiamoci!»
Ora Jimin è convinto di avere a che fare con un pazzo, ma scorgo un luccichio nei suoi occhi. «Yoongi, sai che in Corea non sono ancora possibili i matrimoni omosessuali?»
«Certo che lo so. Sarà simbolico ma avremo i nostri anelli e sarà come un vero matrimonio!» Mi mordo il labbro inferiore e lo guardo felice più che mani. Mi inginocchio davanti a lui, costringendolo a reggersi alla staccionata. Vedo che anche lui ha gli occhi lucidi e ora sta ridendo con gusto. «Quindi cosa dice, distruttore di telecamere, vuole sposarmi?» E quando il suo sì arrivò flebile dalle risate, lo sollevai da terra travolgendolo in un bacio da togliere il fiato.
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