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Si dice che la prima nevicata sia sempre più speciale rispetto a tutte le altre. Non hanno tutti i torti. Pur nella sua semplicità, la neve ha sempre migliorato la nostra quotidianità ̶ anche se molti potrebbero non pensarla così, a dire il vero. Ricordo che le mie prime nevicate erano sempre state banali per altri ma piuttosto speciali per me. Solo per fare un esempio, al mio ultimo anno di superiori assistei alla mia prima nevicata in classe e mi godetti il primo sorriso sincero della mia insegnante di inglese. Quest'anno la mia prima nevicata è stata in ospedale mentre mi godevo il viso del mio ragazzo spiaccicato contro il vetro e Chen Fu che mandava foto e video ai suoi cugini in Australia per farli rosicare.

Vedere Jimin sereno e spensierato per un'ora della sua immensa giornata mi ha riempito il cuore di gratificazione. Da quando ha iniziato la chemioterapia più forte sta sempre molto male: vomita spesso, è stanco più del solito, ha più crolli emotivi di quanti ne abbia mai avuti in tutti questi anni ̶ anche se pensa che non me ne accorga. Giorno dopo giorno diventa sempre più difficile andare avanti per lui e per me. Non voglio più vederlo in questo stato, vorrei indietro il mio Jimin. Ma so che non c'è rimedio a tutto questo.

Scaccio velocemente via i miei pensieri negativi, che stanno prendendo una brutta piega, e mi volto verso Nives che è appena entrata in stanza. «Hey pelatino, dovreste andarvene fra poco. Jimin, stanno arrivando a portarti la cena, vuoi che ti aiuti a risistemarti?».

Il mio ragazzo la guarda con un dolce broncio sulle labbra che si preoccupa di esagerare per non far notare la sua reale tristezza. Scuote la testa alla sua domanda. «Devono proprio?» mormora come un bambino, tenendosi forte al termosifone per non cadere. Nives annuisce dispiaciuta ripetendo ancora una volta quanto vorrebbe che gli orari delle visite aumentassero, prima di andarsene.

«Verrà Jungkook dopo, va bene?» lo rassicuro andando ad aiutarlo per stendersi sul letto. Jimin sospira pesantemente ed annuisce un po' sconsolato. Chen Fu raccatta le sue cose e si avvicina a lui con un radiante sorriso.

«Vado ad aspettare Yoongi di sotto. Noi ci vediamo presto, è stato bello rivederti!» lo saluta, abbassandosi per abbracciarlo forte. Il mio ragazzo ricambia, sorridendo ampiamente.

«Ha fatto tanto piacere anche a me, ti ringrazio». Chen Fu esce dalla stanza ed io rimbocco le coperte all'ex biondino, prima di riprendere a mia volta le mie cose. Alzo lo sguardo su Jimin quando si schiarisce la gola guardandomi con il suo solito sguardo pieno d'amore. «Yoo, posso parlarti un secondo?». Mi siedo accanto a lui sul letto aspettando che parli. «Mi devi promettere una cosa» parla con voce squillante.

Il mio umore cambia repentinamente, il mio viso diventa una maschera di dolore che ingenuamente provo a nascondere. So perfettamente dove vuole andare a parare ma non glielo permetterò.

«Jimin no», inizio a scuotere la testa, stringendo in un pugno le lenzuola dall'odore nauseante. Potrebbero cambiare ammorbidente ogni tanto, sicuramente non ucciderà nessuno.

Jimin inarca un sopracciglio e abbozza un sorriso divertito. Io di divertente non ci trovo nulla in tutto questo. «Posso parlare?»

«No! Perché so già cosa dirai: riguarda dopo la tua morte e non voglio sentirne parlare. Non voglio». E non importa se in questo momento sembro un bambino piagnucolante e capriccioso: non riesco ad affrontare la realtà dei fatti. Sono un codardo e voglio continuare ad esserlo.

«Yoo, dobbiamo parlarne. Sappiamo che alla fine arriverà comunque per me, siamo sinceri. Non c'è via di scampo, possiamo solo accettarlo. Io l'ho fatto, puoi farlo anche tu?» La sua voce è come un velluto che mi accarezza ovunque sulla pelle. Tuttavia le sue parole accendono una fiamma d'ira in me.

Stringo i denti e corrugo la fronte con gli occhi che iniziano ad inumidirsi. «Chim non dirmi cazzate, per favore. Vorresti davvero farmi credere che l'hai accettato? Hai detto che hai paura!»

Il mio ragazzo non si scompone. Mi prende la mano nella sua e ci posa un delicato bacio mentre la accarezza. Stringo i denti spostando per qualche secondo lo sguardo altrove. «Accettare di morire non significa esserne meno terrorizzati. Ho paura di morire e piango ogni notte al pensiero come so che lo fate anche tutti voi. Ma è la realtà e non possiamo fare altro. Sono un malato terminale Yoo: la terapia non mi farà guarire, semplicemente potrebbe prolungarmi la vita un altro po', ma alla fine me ne andrei lo stesso. E va bene così, l'ho accettato, ma questo non significa che voglio diventare cenere».

Mi asciugo una lacrima che scende solitaria lungo la mia guancia mentre la realtà mi colpisce dritto in faccia. «Tu non hai paura della morte in sé, tu...hai paura di lasciarci» Incredibile come ancora una volta riesca a mettersi al secondo posto, mettendo noi al primo. Ha accettato di dover morire, ma non vuole accettare il fatto di doverci dire addio.

Il suo labbro trema ed alza gli occhi al cielo per trattenere le lacrime. «Non posso non pensare a cosa potrebbe accadervi, a come potreste essere devastati. Ed io non sarei lì a tenervi per mano come ho sempre fatto» sussurra riportando lo sguardo su di me. Lo guardo negli occhi mentre le parole mi si incastrano in gola, non riuscendo ad uscire. Jimin sbuffa e si passa una mano sotto gli occhi prima di riprendere il suo discorso. «Per favore, promettimi una cosa»

Vorrei controbattere ancora una volta e dirgli che non riesco a promettergli assolutamente nulla. Ma non ho le forze per farlo quindi mi trovo a sussurrare un debole: «Cosa?»

Mi regala un dolce sorriso sistemandosi meglio sul letto. Si avvicina maggiormente a me e mi bacia le nocche della mano. «Promettimi che quando non ci sarò più darai una possibilità a te stesso di essere felice e...a Chen Fu»

Spalanco gli occhi. «Jimin...»

«Gli piaci Yoo, e so che lo sai. I suoi occhi parlano più dei suoi gesti» ridacchia accarezzandomi il dorso della mano calda solo grazie ai riscaldamenti. Quella di Jimin è gelata. «Quindi promettimelo. Non ti chiedo di buttarti tra le sue braccia, ma quando sarai pronto, un giorno, potresti farlo entrare come hai fatto entrare me»

«Jimin...» mi lamento con una smorfia di dolore.

«Promettilo, Yoo»

Sospiro pesantemente ed ingoio il groppo in gola. Gli accarezzo il polso con il pollice prendendomi il mio tempo. «Lo prometto» sussurro impercettibilmente alla fine. «Anche se non riuscirò mai a far entrare qualcuno come ho fatto entrare te» mormoro guardandolo negli occhi.

Sulle sue labbra compare un sorrisino furbo. «Se vogliamo dirla tutta tu non mi hai mai fatto entrare

«Jimin! Oh andiamo, dovevi rovinare un momento così intimo?» sbraito lasciandogli immediatamente la mano. Un sorriso divertito mi tradisce ed in pochi secondi scoppiamo a ridere entrambi con le lacrime agli occhi. Lo amo e non amerò mai nessuno come ho amato lui.

🎥🎥🎥

Mi allontano dai fornelli e metto in tavola, apparecchiata a metà, il mio piatto di zuppa fumante. Mi siedo e posiziono il pc davanti a me mentre mi godo lo scoppiettare delle fiamme nel camino. Stasera si sta proprio bene qui. Mando una foto del tutto a Jimin, cercando di inquadrare anche il camino, e sorrido nel leggere il suo istantaneo messaggio. "Mangia anche per me, Yoo!". Gli mando un paio di cuori prima di aprire la cartella dedicata proprio a lui: è da molto che non guardo un suo video e voglio assolutamente vedere qual è quello che mi aspetta questa volta.

Risale al lontano 9 Marzo 2012: il giorno del mio diciannovesimo compleanno. Noto subito che rispetto agli altri dura molto meno, poco più di quaranta secondi.

Siamo nella villa del nostro paese, da come dimostrano i giocattoli e le giostre un po' malandate. Capisco immediatamente che è tardo pomeriggio poiché il me di nove anni fa sta tentando di riprendere il tramonto che si sta manifestando, casualmente, alle spalle di Jimin. Il ragazzo è inondato dalla forte luce del sole calante e per un momento non si vede nulla. La telecamera si muove un po', segno che la sto sistemando, e pochi secondi dopo l'immagine di Jimin torna a campeggiare sullo schermo.

Non sta facendo niente di speciale in realtà: è seduto a gambe incrociate sulla panchina mentre ride a causa di Namjoon e Jin che stanno cercando di scendere insieme dallo scivolo per bambini. La sua risata non viene purtroppo catturata dalla mia videocamera, ma non importa perché conosco a memoria il suo suono.

Improvvisamente nell'inquadratura compare il viso di Jungkook, fin troppo vicino all'obiettivo, di cui il giovane me non si era totalmente accorto. Il video si stoppa bruscamente lasciando a troneggiare sullo schermo gli occhioni vispi del più piccolo.

Oh ricordo perfettamente cos'era successo immediatamente dopo. Una risata genuina mi scappa dalle labbra quando la scena mi si ripresenta in mente.

Subito dopo aver messo da parte la videocamera avevo affrontato Jungkook che, intanto, aveva assunto un'espressione maliziosa. «Da quanto?»

Lo guardai confuso con un sopracciglio inarcato. Non stavo facendo il finto tonto: non avevo davvero capito a cosa si stesse riferendo. Taehyung, al suo canto, rise rocamente come se avessi fatto la domanda più idiota del secolo. «Temo di non capire» dissi a bassa voce.

I due ragazzi si sedettero accanto a me, spostando la mia telecamera sulle mie gambe per non fare danno. «Da quanto ti piace mio cugino? Sveglia Yoo!» Sobbalzai alla domanda di Taehyung e sentii il sangue espandersi in tutto il corpo. Era inutile provare a nasconderlo, per cui mi arresi immediatamente.

«Come lo avete scoperto?» Lanciai uno sguardo a Jimin tornando poi a guardare i miei due amici che stavano ficcanasando nei miei affari di cuore.

Jungkook sbuffò una risata, mi diede una leggera gomitata per poi avvolgere un braccio intorno alle mie spalle. «Io e Tae ti osserviamo da tanto tempo, Yoo. È vero che sei molto timido caratterialmente ma quando sei vicino a Jimin diventi tutto rosso ogni volta che fa qualcosa per te o a te»

«Per non parlare del tempo infinito che passate insieme! Quando torni dall'università la prima settimana uscite solo voi, e non è un rimprovero eh! È solo per farti notare quante cose fate senza rendervene conto.» Prese parola Taehyung, pizzicandomi una guancia. Mi si aprì un sorriso sulle labbra senza che potessi controllarlo. A quel gesto la coppia seduta al mio fianco iniziò a scatenarsi in esclamazioni e versi emozionati, tanto che attirarono l'attenzione anche degli altri. Jimin mi aveva guardato con un sorriso divertito tornando a fare ciò che stava facendo. Ricordo di essere entrato nel panico in quel momento pensando che avesse sentito qualcosa. In futuro scoprii che non aveva sentito nulla ma che in compenso aveva intuito quello che stava succedendo. Taehyung e Jungkook non sapevano fare le cose di nascosto.

«Okay sì, mi piace da morire e con questo? Non posso fare molto. Jimin mi vede come un caro amico con cui condividere bei momenti della sua vita, come tutti gli altri» borbottai abbassando lo sguardo sulle mie scarpe che strisciavano sull'erba umida.

«Ma sei orbo?» Jungkook l'aveva detto con un tale tono serio che mi venne quasi da ridere a crepapelle. Alzai lo sguardo verso di lui e lo trovai a fissarmi con un'espressione disgustata sul viso.

«No Kookie, è solo che-» Provai a spiegarmi, ad esplicitare la mia tesi ma ovviamente non me lo lasciarono fare. Jimin era diverso come Cupido e decisamente migliore. Ma loro erano divertenti.

«È solo che non voglio illudermi perché lui si comporta così con tutti» Jungkook mi fece il verso guardandomi male. Chiaramente non avevo quella voce da troll delle caverne ma sorvolai. Non avevo neanche mai detto quelle parole ma era esattamente ciò che pensavo. Non me ne ero mai accorto ma per i miei amici ero sempre stato un libro aperto. «Conosco Jimin da quando aveva i brufoli in faccia e si ostinava a schiacciarli schifosamente uno ad uno»

«Ed io l'ho tenuto in braccio quando mia zia l'ha partorito» commentò fiero Taehyung. Si leccò le labbra e proseguì il suo discorso. «Ciò che vogliamo dirti è che lo conosciamo meglio di chiunque altro e possiamo dirti che non si comporta così con tutti»

«È sempre stato amorevole con ogni essere umano, questo è vero, ma tu sei il suo essere umano speciale» Jungkook fece spallucce sorridendomi ampiamente. Mi morsi il labbro inferiore quasi facendolo sanguinare. L'ansia mi stava divorando ed avevo fin troppe paranoie che mi vorticavano in testa.

«Quindi mi state dicendo che dovrei farmi avanti?» La mia voce tremava e le mie gambe stavano avendo piccoli spasmi. Non avevo mai pensato neanche lontanamente di potermi dichiarare a qualcuno. Come si faceva? Da dove si iniziava?

«Chiaramente» disse Taehyung in tono ovvio. Mi posò una mano sulla gamba cercando di infondermi tranquillità accarezzandomela. «Non per forza ora, Yoo. Pensaci, ma non troppo altrimenti non avrai mai il coraggio di parlargli

«Vivi senza rimorsi. Cos'avresti da perdere?» Guardai prima Taehyung, poi Jungkook ed infine Jimin che parlottava fittamente con Namjoon e Jin.

Cos'avevo da perdere?

OHAYOO
Non so a voi ma a me i Taekook come Cupido fanno spaccare. E poi Yoongi è davvero tenero nei confronti di Jimin.

Vi avviso, comunque, che i prossimi capitoli saranno incentrati sui ricordi di Yoongi ed il mio cuore è esploso scrivendo quei momenti.

Cosa pensate potrà succedere prossimamente una volta tornati al presente? 👀

Grazie per leggere CVD e per sopportare questa lunga agonia diabetica. Al prossima aggiornamento! ✨💓

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