Capitolo 8 - LA NUOVA ALUNNA e DICHIARAZIONI
Alison era contenta del pomeriggio passato con Jim. Molto contenta.
Era avanzato un sandwich dai cinque che aveva comprato la ragazza, e, da qui, le era venuta l'idea per la scusa che avrebbe raccontato ai suoi genitori: avrebbe detto che aveva comprato un sandwich per pranzo, ma, poi, vedendo uno splendido spicchio di pizza dal fornaio, aveva mangiato quello.
E, ovviamente, non avrebbe raccontato né del suo smarrimento per New York, né di Jim.
Alla fine avevano fatto una bellissima presentazione con trenta slide e un mucchio di immagini, che sperò che la professoressa di scienze avrebbe gradito.
Aveva accompagnato Jim a casa e poi si erano salutati. Lui le aveva detto ancora una volta che la sua casa era bellissima e lei aveva sorriso, al settimo cielo.
Adesso rimaneva solo il problema di Summer. Cosa si sarebbe potuta inventare per dirle che lei e Jim avevano fatto la presentazione senza di lei?
Restò a pensarci tutto il pomeriggio, poi le venne improvvisamente un'idea: se le avesse detto che Jim, passando vicino a casa sua per andare al parco o in un qualche altro luogo (si sarebbe poi inventata anche quello), le avesse chiesto di iniziare il lavoro approfittando del fatto che lei si trovava in giardino? Avrebbe detto poi che la presentazione li aveva talmente presi che l'avevano finita.
Fantastico! Non potevo inventarmi scuse migliori!, pensò compiaciuta, mentre avvertiva che sua madre stava rincasando.
Appena si chiuse la porta alle spalle, trovò Alison ad accarezzare Diderot, con un gran sorriso stampato in faccia.
-Ciao!- La salutò sua madre. - Come mai sei così contenta?-
Alison si accorse solo in quel momento che doveva sembrare abbastanza stupida con quel sorriso. Ma non era colpa sua: stava pensando a Jim.
- Oh... ciao!- La salutò a sua volta. - Niente... stavo giusto pensando a com'è stato bello rimanere a casa da sola!-
-Cos'hai fatto oggi mentre non c'eravamo? Ti sei divertita?-
Ma non ottenne risposta.
Alison era già corsa in camera sua per continuare a fantasticare su lei e il ragazzo che le piaceva tantissimo.
***
Il giorno dopo, mentre si dirigeva verso la scuola, Alison vide venire verso di lei l'ultima ragazza che avrebbe voluto vedere.
Summer.
Fantastico!, pensò, sono obbligata a dirle tutto...
- Ciao, Alison!- Esclamò mentre le si avvicinava sempre di più.
E se qualcuno le avesse detto ogni cosa riguardo alla presentazione?
Pensieri cupi cominciarono a farsi strada nella mente della ragazza.
E se Jim le avesse riferito tutto?
- Ehm... ciao, Summer... come va?- Chiese, titubante.
-Molto bene. E tu, come te la passi?- Aveva uno strano sorriso stampato sulla faccia che non prometteva niente di buono.
-Io sto... alla grande...!- Rispose lei, cercando di essere il più convincente possibile.
- Lo sai? Ieri ti ho vista...- Disse la ragazza, facendo un risolino. - Hai un fidanzato di cui non ci hai parlato, evidentemente...- La fissò dritta negli occhi e le parole che seguirono fecero raggelare Alison dalla testa ai piedi. -Da quanto tempo stai insieme a Jim Miller?-
Lei non sapeva cosa rispondere.
Per puro caso, ieri Summer l'aveva vista con Jim mentre andavano a casa. Era la fine. L'aveva scoperta. Le avrebbe fatto un sacco di domande e sarebbe stata costretta a dire tutta la verità. Poi Summer l'avrebbe odiata, avrebbe detto ai professori del suo incontro segreto con Jim e Alison sarebbe stata sospesa.
-Sai, ieri ho accompagnato Jim a casa... - Cercò di inventarsi una scusa lì per lì.
- La casa di Jim non è da quella parte. - La interruppe l'altra. - E non vedo perché proprio tu dovresti accompagnarla a casa. A proposito... chi era quel bel gattino in braccio a te?-
Alison prese un respiro profondo. - Un gattino che... avevo trovato in un cassonetto dell'immondizia e che stavamo portando...-
- Che strano, ne ho visto uno identico nel tuo giardino. - I suoi occhi seguitavano a guardarla, fissa. -Sai, passo spesso in bicicletta davanti a casa tua. Ormai li conosco tutti i tuoi gatti adorabili. Dai, sputa il rospo, dimmi che ci facevi ieri fuori con Jim.-
Le avrebbe rivelato tutto. Ormai non poteva più tornare indietro.
Stava per iniziare a parlare, quando vide Jim dirigersi verso di loro.
-Ciao, Alison! Ehi, Summer, non stai più male!-
Cosa?
Oh, no, è vero che avevo detto a Jim che Summer era malata per inventare la scusa che non sarebbe potuta venire!
E adesso faccio la figuraccia anche davanti a Jim...
Summer si girò di colpo e guardò il ragazzo. Dal modo in cui lo scrutava, Alison poteva capire che piaceva molto anche a lei. - Oh, ciao, Jim! Scusa, ma non so cosa vuoi intendere nel: "non stai più male"!-
- Ma... non eri malata ieri? Io ho saputo così...- Fece lui inarcando un sopracciglio e guardando Alison di sottecchi.
Lei disse la prima cosa che le passava per la testa. -A me l'aveva detto Kyle! Si, lui aveva detto che avevi mal di testa!-
Adesso sapeva cosa sarebbe successo: Summer si sarebbe arrabbiata con Kyle, un loro compagno di classe, il quale si sarebbe di certo arrabbiato con Alison. In realtà, non è che la cosa la interessasse molto, dato che non le stava simpatico comunque.
Jim guardò Alison, poi Summer, poi ancora Alison.
Aveva capito cosa stava pensando: "qui qualcuno non la sta dicendo giusta..."
- Cosa?- Sbottò Summer. -Kyle è andato a spifferare questo alla classe? Che impertinente!- Sibilò. I suoi lunghissimi capelli neri le coprirono gli occhi mentre scuoteva la testa. -Gli spetta una bella lezioncina!-
Fece per allontanarsi, ma Alison la afferrò per una manica della maglietta. -Aspetta! A me l'aveva detto Kyle, ma non so se prima glielo avesse detto... qualcun altro.-
Summer la guardò un attimo, poi si giro dall'altra parte e si liberò dalla sua stretta. - Lasciami fare.-
Cominciò a correre verso l'ingresso della scuola dove c'erano già alcuni alunni, tra cui Kyle.
Alison tentò nuovamente di afferrarla per il vestito, ma non ci riuscì.
Non voleva provare a seguirla, perché sapeva che l'altra l'avrebbe di sicuro cacciata via di nuovo, e non voleva lasciare Jim da solo.
Appena scopriranno che sono stata io a fare tutta questa messa in scena... si arrabbieranno tutti un sacco...
Di fianco a lei, Jim stava impietrito a fissare la ragazza, che svoltava l'angolo e scompariva alla vista.
Alison provava un certo disagio a stare sola con lui.
-Com'è stramba!- Lui scosse la testa. - Arrabbiarsi così solo perché qualcuno ha messo in giro la voce di un suo mal di testa. Non capisco poi perché Kyle si diverte così tanto a combinare queste cose stupide. Quindi, a te l'ha detto lui?- Il ragazzo voltò la testa verso di lei, aspettando una risposta.
Alison si morse il labbro. Annuí, anche se avrebbe preferito di gran lunga raccontargli su come fossero andate veramente le cose. In quel momento, approfittando del fatto che erano solo loro due, avrebbe solo voluto sfogarsi e dirgli ogni cosa; non capiva cosa la stava bloccando a farlo...
-È strano...- Disse lui all'improvviso.
- Perché strano?-
Si girò a guardarlo. I suoi bellissimi occhi erano fissi per terra.
-Secondo me, Kyle non è il tipo che va in giro a dire fesserie, e perlopiù stupide come queste. Comunque, se lo dici tu...- Le sorrise.
-Oh, grazie...- Alison arrossì. - Sì, me l'ha detto lui, ma come ho detto prima, forse potrebbe averglielo detto qualcun altro, che forse non frequenta neanche la nostra classe...-
Jim ridacchiò. - E chi sarebbe una persona che c'è l'ha con Summer per un qualsiasi motivo e mette in giro la voce che ha un male che non ha? Uno stupido, pensò io. Gente che non ha niente da fare tutto il giorno se non inventarsi storielle sciocche.-
Già... come me, pensò lei. Se Jim avesse scoperto che era lei l'artefice di tutto, non sarebbe stato per niente contento.
E se poi avesse scoperto anche la motivazione per cui l'aveva fatto?
Scosse la testa. Meglio non pensarci.
Proprio in quel momento vide, distanti di pochi metri, due figure che si dirigevano verso di loro.
Una era Summer e l'altra era Kyle.
Fantastico. Ci mancava giusto che Summer lo portasse qua.
Alison si sentì mancare quando vide Kyle rivolgersi a lei, furioso: - Ascolta, gattara maleducata e bugiarda, perché mi accusi per una colpa che non ho commesso? Su, avanti, parla!-
La ragazza guardò Summer e Jim in cerca di aiuto, ma nessuno dei due si rivelò utile. Summer si limitò a scuotere la testa e dire: - Kyle dice di non avere diffuso nessuna voce. Non so niente.-
E adesso, come se la sarebbe cavata? Avrebbe dovuto dire loro tutta la storia (incluso anche che le piaceva Jim, che era la motivazione che l'aveva spinta a mentire), oppure doveva trovare alla svelta una giustificazione.
Ma era stanca lei stessa di tutte quelle bugie.
Vide Charlotte comparire lungo la strada. Finalmente un viso amico che non le era ostile!
L'amica le si avvicinò sorridendo, mentre lei era ancora lì impietrita a fissare Kyle senza sapere cosa rispondere.
Stavano litigando per un motivo talmente stupido!
-Allora...- Cominciò Kyle, -... non vorrei fare notte, se possibile.- Incrociò le braccia sul petto, in attesa.
Proprio in quel momento, Charlotte proruppe nel discorso: - Ehm... scusate, non vorrei essere di troppo, ma mi potreste spiegare cosa è successo?-
Nessuno aveva voglia di rispondere, così ci pensò Jim dopo un lungo minuto.
-Oh, capisco...- Fece lei con noncuranza appena l'altro ebbe finito di parlare. Poi, all'improvviso si rianimò e scattò su come una molla. - Farò il giudice! Summer, spiegami la tua opinione!-
Kyle alzò gli occhi al cielo.
Summer si schiarì la voce, come se qualcuno le avesse appena chiesto di essere intervistata in televisione. -Secondo me, uno dei due mente. O Alison o Kyle. Sinceramente non saprei scegliere tra loro due, perché non voglio che uno si arrabbi se non ho scelto l'altro o viceversa...-
Alison guardò di sottecchi Jim. Stava scuotendo la testa. Era ovvio che non approvava quella stupida situazione.
Kyle si intromise nel discorso improvvisamente, interrompendo Summer. - Ascolta, fa' come vuoi, tanto io sono già arrabbiato e non vedo perché dovremmo stare qui a discutere per una stupida cosa, nella quale io non centro assolutamente nien...-
- Silenzio!- Esclamò Charlotte. - Summer stava parlando!-
Lui la fulminò con gli occhi.
Summer stava per iniziare a parlare, quando Jim fece un passo avanti e disse tranquillamente: - Scusate se intervengo, ma non mi sembra giusto che litighiate per un motivo così stupido, solo perché qualcuno ha messo in giro questa voce. Dovreste informarvi su chi è stato e a iniziare a chiedere in giro, evitando così tutti questi sciocchi battibecchi, oppure fate la scelta più saggia, cioè lasciare perdere semplicemente tutto.-
-No, io non lo trovo corretto!- Fece Summer. -Comunque, se dovessi proprio scegliere, preferisco Alison per due motivi: il primo perché è una femmina e secondo, perché mi sta più simpatica di te-, si rivolse a Kyle, - e non si inventerebbe mai sciocchezze simili.- Sorrise. -E poi, perché dovrebbe farlo?-
Kyle si infuriò: - Adesso spiegami che motivazioni sono queste! È normale per te? Non sai niente e mi accusi...-
-Basta, silenzio!- Gridò Charlotte. - Il giudice sono io! Possiamo continuare l'intervista?-
-Qui stiamo solo perdendo tempo. Sono le otto e dieci. Siamo in ritardo, le lezioni sono cominciate da dieci minuti.- Fece Jim.
-Ma basta! - Esclamò Charlotte.
-Ehi! Silenzio!- Gridò Summer all'improvviso.
Quando si guadagnò l'attenzione di tutti, guardò Alison. -Tu sei l'unica che non ha ancora parlato. Sai qualcos'altro di questa faccenda?-
Ma Alison non voleva rispondere. Non se la sentiva proprio.
Lo sguardo di Summer si posò su Jim. -Tu?-
Lui scrollò le spalle. -E va bene, ma è l'ultima volta che parlo: pensavo di aver già fatto capire che non ne so niente, Alison mi ha soltanto detto che avevi mal di testa, e basta.-
- Ma perché l'ha detto proprio a te?- Si intromise Kyle.
-Sì, infatti. Vorrei saperlo anch'io.- Summer lo assecondò.
-Ragazzi, per favore! - Sbottò Charlotte. -Possiamo far parlare Alison senza che tutti voi la assilliate?-
Summer bofonchiò una risposta che però nessuno udì.
Charlotte voltò la testa verso Alison per incitarla a parlare.
Alison voleva tanto dirlo, ma non sapeva cosa la stava bloccando, cosa la stava trattenendo.
Sentì venire le prime lacrime.
No... non devo piangere...
Perché non ci possono arrivare da soli? È una cosa così ovvia...
In realtà era ben consapevole di avere già rivelato a Jim un dettaglio fondamentale per fargli capire chi era stato.
Qualcosa di essenziale per capire chi era il vero colpevole.
Ricordava bene le parole che gli aveva detto il giorno prima, fuori dalla scuola: "Summer mi aveva detto che non si sentiva tanto bene..."
Mi aveva detto...
Quel "mi" stava a significare tutto.
Ma, allora, perché Jim non lo aveva ancora detto a Summer? Si era dimenticato o...
Forse mi sta... difendendo?
-Uhm... Alison?- Charlotte la incalzò di nuovo.
Kyle, dal canto suo, sbuffò e fece per voltarsi e andare via, ma Summer lo trattenne.
Jim ora stava guardando Alison, con un magnifico sorriso stampato sul volto.
Charlotte la esortò nuovamente, con maggior convinzione: - Avanti, Alison, non devi vergognarti, dicci esattamente chi è stato, se lo sai...-
Forse anche Charlotte sta cominciando a sospettare di me... la sciocca autrice di questa scandalosa messa in scena...
Kyle fece un passo avanti. - Non credete che il suo silenzio stia a significare qualcosa?- Indicò Alison con la mano. -Io me ne vado...-
-No! Aspetta ancora un attimo! Sono sicura... che parlerà...- Summer rivolse un sorriso pieno di speranze a Alison.
Lo dirò, se non aspettate altro. Ma questo vorrà significare un prezzo molto alto... perderò Jim... tutta la fiducia che provava nei miei confronti verrà spazzata via... ma lo dirò... non è giusto nei confronti degli altri... e Summer deve sapere...
Kyle si schiarì la voce. -Va bene, dato che nessuno parla, dirò la mia opinione al riguardo... e dopo me ne andrò.-
Charlotte stava per perdere la pazienza. Lanciò un ultimo sguardo disperato a Alison, la quale aveva alzato la testa.
E va bene... dovrò soltanto parlare con loro e lasciarli sfogare un po'... e poi rifarmi dei nuovi amici...
Prese un lungo respiro. E poi, tutto d'un fiato, parlò: - Mi sono inventata tutto io.-
Quelle parole lasciarono un attimo interdetti tutti.
Charlotte fu la prima a parlare: -Come?-
Una voce nella sua testa la esortò a continuare: - Non è stato per cattiveria, Summer, credimi.-
La ragazza, davanti a lei, era sconvolta. Ma i suoi occhi verdi erano limpidi e rassicuranti, come sempre: questo risollevò un po' Alison.
Kyle sgranò tanto d'occhi, poi gridò: - Lo sapevo che eri stata tu, sciocca gattara che se ne va in giro a dire sciocchezze per essere considerata! E poi ditemi che cosa centro io in tutta questa scemenza!-
-Kyle! Calmati! Ci sarà pure un motivo per cui l'ha fatto!- Summer intervenne in difesa della ragazza, prontamente.
Lui provò ad obbiettare, ma si guadagnò solo un'occhiataccia da parte di Summer.
Charlotte provò a farle dire qualcos'altro: - Alison... perché l'hai fatto?-
Lei non se lo aspettava... nessuno se lo aspettava...ho deluso tutti...
Non osava immaginare come si stesse sentendo Jim in quel momento. Sicuramente avrebbe cambiato opinione su di lei.
Jim richiamò l'attenzione del gruppo. -Sono sicuro che Alison ha un motivo più che valido. Lasciamole prendere... il tempo che le serve.-
La ragazza sentiva il suo sguardo puntato su di lei, speranzoso.
Mi dispiace. Per tutto.
-Alison...- Jim emise un debole sussurro. - Penso che tu ce l'abbia un motivo, giusto? O mi sbaglio?-
Scusami, Jim, per essere stata così cattiva. Così ingenua. Così gelosa delle attenzioni che le altre ti rivolgevano.
Scusami per essermi subito dimostrata quello che sono, cioè una ragazza sciocca, invidiosa e bugiarda. Scusami infinitamente per tutto.
E grazie per essere stato così... fiducioso nei miei confronti: forse questa dote la riservi a poche persone.
Grazie. Grazie di tutto. Non sai quanto sono contenta di esserti stata amica per un giorno. Un giorno appena, Jim, ma mi è bastato.
-Sì, ti sbagli.- Alison parlò con un filo di voce.
Il sorriso di Jim scomparve.
-Io non ho... non ho mai avuto... un valido motivo...- Continuò, con la voce rotta dal pianto. -È solo uno stupido motivo!-
Si decise a guardare avanti e a correre verso la scuola, senza badare agli sguardi sgomenti dei suoi compagni.
Voleva dimenticare tutto.
Voleva che non le rimanesse più niente.
Non pensava a nulla, aveva la mente libera.
Semplicemente, andata avanti, senza curarsi neanche di guardare dove andava, finché a un certo punto non andò a sbattere contro qualcosa... o, meglio, qualcuno...
-Ciao, bimba dei gatti... e così ci rivediamo di nuovo...-
Edward. Fantastico, proprio quello che mi ci voleva.
Quando alzò la testa e lo vide, ebbe modo di constatare che purtroppo era proprio lui.
-Dov'è finito il tuo Jim? Non c'è?- Chiese, malizioso.
Le afferrò la testa e la costrinse a guardarlo negli occhi. Il suo sguardo blu ghiaccio la fissava intensamente. -Finalmente siamo solo noi due...-
Quelle parole non le suonavano per niente bene.
-Dimmi cosa sai di quel maledetto gat...- Non finí la frase, perché all'improvviso da dietro l'angolo sbucarono Jim, Summer, Kyle e Charlotte.
Era ovvio che stava dicendo "gatto", si disse.
Edward li vide e sbuffò. -A quanto pare a questo mondo non c'è modo di parlare con qualcuno senza avere almeno una rottura di scatole...- Sussurrò, frustrato.
Charlotte si fermò a praticamente tre metri da loro. -Edward! Lascia subito andare Alison!-
-Ma perché siete così guastafeste?- Si lamentò lui.
Fece per andarsene, infuriato, ma prima sibilò, irritato, all'orecchio di Alison: - Attenta, perché ci rivedremo e a quel punto dovrai dirmi tutto quello che sai al riguardo di ogni cosa che ti chiederò.-
Che cosa voleva intendere? Aveva parlato di un gatto di certo. Ma c'erano un migliaio di gatti a New York.
Scosse la testa per liberarsi da questi pensieri.
Tutto quello che so è che vuole stare da solo a parlare con me. Come se non fossero già abbastanza i miei problemi.
Il ragazzo si girò e si diresse verso l'ingresso della scuola, mentre Charlotte e gli altri raggiungevano Alison.
-Stai bene?- Le chiese, preoccupata, l'amica. -Ti ha fatto male? -
Alison cercò di rassicurarla: - Tranquilla, Charlotte, mi ha solo detto...-
Non sapeva se era il caso di dirlo: magari Charlotte e gli altri si sarebbero fatti idee strane su Edward e cosa ci fosse di tanto importante che lui volesse chiederle.
L'amica inclinò la testa da un lato. -Allora?-
-Insomma... io gli sono andata a sbattere contro e lui mi ha chiesto se potevo chiedergli scusa... tutto qui.-
In un certo senso, era vero che si erano scontrati.
Charlotte la guardò un attimo confusa, poi annuí. - Capisco. Sono cose che capitano. -
Si incamminarono tutti insieme verso la scuola.
Le sembrava strano che nessuno accennasse al discorso di prima.
Avranno lasciato perdere... era una cosa talmente stupida... quello che mi chiedo è se Jim mi rivolgerà di nuovo la parola...
Summer si stacco dal gruppo, dirigendosi da sola verso l'ingresso della scuola.
Non vuole parlare con me...
Quanto a Kyle, non le rivolgeva neanche una parola, ma la guardava in cagnesco, segno che sicuramente ce l'aveva ancora con lei e non l'avrebbe perdonata facilmente.
Charlotte le chiese ancora una volta se stava bene, poi, dopo un'altra risposta positiva, si affiancò a lei e salirono le scale della scuola, in silenzio.
Jim era dietro di loro, più silenzioso che mai.
Il suo silenzio vuole dire tutto. L'ho deluso come nessun altro avesse mai fatto. E purtroppo non c'è niente che io possa fare.
***
La professoressa di francese stava spiegando per l'ennesima volta la rivoluzione francese (come se Alison e tutti gli altri non la sapessero già a menadito).
Aveva tenuto d'occhio Edward tutto il tempo, ma lui non si era neanche girato a guardarla.
All'improvviso qualcuno bussò la porta e l'insegnante non ebbe neanche il tempo di esclamare un: "avanti!", che entrò la preside.
Dietro di lei, comparve quasi subito una ragazzina non molto alta, snella e con la pelle bianchissima e dei bellissimi capelli neri corvini. Aveva degli stupendi occhi azzurro mare che scrutavano la classe in ogni direzione.
Nuovi arrivi nella nostra classe, capì Alison.
-Questa è Penny. Penny Gray. Sarà con voi per questo anno scolastico. È molto timida, ma si abituerà. Vi saluto.-
La preside si voltò e lasciò sola la ragazza. La porta si richiuse dietro di lei.
-Ben arrivata.- Esordí la professoressa. -Siediti lì, c'è un posto vuoto vicino a Alison, quella ragazza con i capelli lunghi biondi.-
Proprio vicino a lei!
Non sono brava con le presentazioni.
Alison guardò Penny che si sedeva vicino a lei. Osservandola più da vicino, si accorse che era di una bellezza sorprendente.
Visto che l'altra non si decideva a parlare, fu Alison a fare il primo passo: -Ehi, ciao!-
Doveva essere sembrata proprio simpatica. Aveva cercato di avere una faccia felice e socievole, non quella che faceva di solito, cioè quella di una ragazzina timida e asociale con quelli che non conosceva.
Adesso spettava all'altra parlare.
Penny la guardò di sottecchi e bisbigliò pianissimo: -Ciao.-
-Tranquilla-, continuò Alison, - ti abituerai in un batter d'occhio a questa scuola, certo, ci sono persone simpatiche ma anche antipatiche, infatti dovrai stare bene attente a certi tizi...-, guardò di nascosto Edward, -... se vuoi essere mia amica non c'è problema!- Disse sorridendole.
Si stava stupendo di sé stessa. Mai era riuscita ad essere così spontanea con le altre persone.
-Hai detto amica? Proprio amica? Dalla scuola dove vengo io, nessuno mi chiedeva di essere sua amica e nessuno... mi trattava bene. Ecco perché mia madre mi ha spostato qui. Avevo paura che questo posto fosse identico all'altro, insomma, mi ero rassegnata all'idea di avere degli amici, poi però...-, guardò Alison negli occhi, -... ho incontrato te. Se vuoi essere mia amica, io non ho nulla in contrario.-
Alison quasi si commosse. -Beh... come avrai già capito... io mi chiamo Alison.-
-È un bellissimo nome!-
-Grazie! Anche il tuo mi piace molto. -
-Ascolta...- Fece Penny distrattamente, voltandosi e indicando il banco a trenta centimetri da lei, -... chi è quel ragazzo lì?-
Alison trasalì nel vedere che stava indicando Jim. -Oh! Ehm... si chiama Jim. Jim Miller. Perché me lo chiedi? Lo trovi simpatico?-
-Ancora non lo conosco, però...- Penny si voltò verso di lei e le sorrise, -... lo trovo piuttosto carino!-
Fantastico. Ci mancava solo questo. Ma che cos'è quel ragazzo? Una calamita per tutte le ragazze?
A dirla tutta, Penny non le stava più tanto simpatica. Ma cercò di mantenere la calma e di mostrarsi felice per lei.
- Davvero ti piace? Wow! Sono convinta... che gli piaci anche tu!-
Ovviamente l'ultima frase l'aveva detta per far felice Penny, ma non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se Jim si fosse messo insieme alla nuova arrivata.
-Ti prego, non dirlo a nessuno! Sarà un segreto... tra noi due!- Sussurrò Penny con una faccia molto seria.
-Oh, tranquilla, non lo dirò neanche a Polly e Charlotte, le mie due amiche... sono molto brava a mantenere i segreti!- Mentì, anche se dentro ribolliva di rabbia alla sola idea che la ragazza avrebbe potuto portarle via il ragazzo che le piaceva da matti, ma era felice che qualcuno avesse rivelato un segreto solo a lei.
Anche perché, se l'avesse detto a qualcuno, ci avrebbe tratto solo degli svantaggi. Si sarebbe conquistata tutto l'odio di Penny per averla tradita, Jim avrebbe voluto sprofondare dall'imbarazzo e tutti avrebbero cominciato a mettere insieme come coppia Penny e Jim, il che irritava leggermente Alison.
La giornata passò in fretta e quando suonò la campanella di fine lezioni, Alison corse via veloce come un lampo, impaurita sia di Kyle, di Summer e di Edward.
Non voglio che mi pedinino. Una volta nella vita voglio arrivare a casa in orario.
Aveva già imboccato la strada per tornare a casa, quando sentì una voce dietro di lei che gridava: -Aspetta!-
Penny! Me ne ero quasi dimenticata! Che stupida che sono, non l'ho neanche salutata!
Si girò verso di lei sorridendo e stava già per andarle incontro, quando si accorse che il richiamo non era rivolto a lei, ma a Jim.
Cosa stava combinando Penny con lui? Cosa voleva? Voleva fare conoscenza... o dichiararsi?
No... non mi sembra quel genere di persona...
Jim, che camminava col suo solito passo spedito dall'altro lato della strada, si voltò a guardare Penny, stupito.
-Ehi, ciao!- Esclamò la ragazza, guardandolo con un sorriso che andava da un orecchio dall'altro.
Jim la fissò con uno sguardo interrogativo.
-Oh, forse non ti ricordi il mio nome...- Continuò Penny, ancora col suo strano sorriso.
Ma dov'era finita la Penny che Alison aveva conosciuto poco fa? Questa era ben lontana dalla timidissima ragazza solitaria arrivata da poco nella loro scuola...
Per quale motivo si stava comportando così? Erano tutte finte, le sue? Aveva fatto finta di essere timida apposta? Ma perché? Era ovvio che voleva fare conoscenza con Jim per starle simpatica, dato che le piaceva, ma a maggior ragione avrebbe dovuto essere molto più timida con lui...
O forse con i ragazzi aveva tutto un altro modo di esprimersi.
Sicuramente ha fatto finta di essere timida con gli altri per poi andare a dichiararsi da Jim... proprio come immaginavo!
Alison decise di restare a guardare, ma non poteva farlo lì, imbambolata come un lampione a fissarli, perciò decise di mettersi dietro un bidone della spazzatura (non c'era purtroppo posto migliore nei paraggi) che si trovava a pochi passi da lì, grande abbastanza da nasconderla.
Intanto la conversazione stava andando avanti.
-Come ti chiami? Dato che sono nuova, ho pensato di fare conoscenza con tutti, compreso te. - Penny non abbandonava il suo sorriso, che forse a lei poteva sembrare seducente, ma a Alison pareva semplicemente ridicolo.
Che impertinente maleducata! Io gliel'avevo già detto come si chiamava Jim!
Ma dai, è elementare, Alison..., si disse, Penny si interessa a lui e vuole iniziare la loro prima conversazione per le righe...
-Sono Jim. - Rispose il ragazzo, rimanendo impassibile. - E certo che mi ricordo il tuo nome: Penny, se non sbaglio.- Concluse, poi si voltò per tornare sui suoi passi, ma l'altra lo bloccò prendendolo per un braccio.
-Esatto.- Penny gli strinse forte il braccio.
Le parole che seguirono fecero sbiancare Alison.
-Vieni con me. - La ragazza sussurrò questa frase quasi impercettibilmente.
Tuttavia, Jim rimaneva sempre impassibile. -No, grazie. Dove devi andare da trascinarti dietro anche me?-
Sei fantastico, Jim, fatti valere. Alison esultava da dietro il suo nascondiglio. Non la seguirà di certo.
Il sorriso di Penny cominciò a dileguarsi, ma guardò il ragazzo con uno sguardo supplichevole.
Alison la guardò in cagnesco dal suo rifugio. Non era affatto questo il modo per conquistare un ragazzo! Penny voleva dargli una bella impressione... imbroccandolo?
Poi, come se già non bastasse tutto questo, Penny si avventò su di lui e l'abbracciò.
Quello che provò Alison in quel momento fu indescrivibile.
Come... come osa? Non... ma... come può comportarsi in quel modo?!
A quanto pareva Jim non pareva più allibito di lei.
L'espressione di Penny ora era diventata quasi crudele, malevole. Il suo sorriso era definitivamente scomparso. -Ti prego... vieni con me...-
Jim la allontanò da lui con una violenta spinta.
Le avrà per caso fatto male?, si chiese Alison quando vide che la ragazza era rimasta scioccata.
-Sei impazzita?- Esclamò il ragazzo. - Sei appena arrivata e abbracci la prima persona che ti capita? E... la inviti anche a... seguirti in un qualsiasi posto? -
Dalla sua espressione, Alison poté capire che era molto arrabbiato ma anche sgomento da un simile comportamento.
Jim continuò il suo discorso, non curandosi dell'espressione allibita di Penny. -Se hai intenzione di corrompermi, hai scelto la persona sbagliata. E adesso, lasciami tornare a casa in pace.-
Detto questo, il ragazzo si voltò e proseguì a camminare, lasciando la ragazza sola in mezzo al marciapiede, con una espressione tristissima e a dir poco confusa.
Fantastico! Lo sapevo che Jim non si sarebbe fatto persuadere!
Ma i suoi pensieri non vennero confermati, perché poco dopo Jim sembrò tornare sui suoi passi e si voltò verso Penny, ancora ferma lì.
Il ragazzo le parlò di nuovo, più tranquillo: - E va bene, sono stato un po' cattivo prima, ma perché vuoi che venga con te? E dove, soprattutto?-
No! Non può! Perché gliel'ha chiesto?!
Tutti i pensieri esultanti di Alison andarono a rotoli.
Voleva proprio vedere cosa gli avrebbe risposto Penny.
-Sai...- Penny abbandonò l'espressione triste di poco prima, per ritornare a sfoggiare un altro dei suoi sorrisetti ridicoli. Continuò: -Questa è la prima volta che torno a casa da sola e, quindi, ti volevo chiedere se saresti così gentile da accompagnarmi...- Lo guardò dritto negli occhi. -Ovviamente solo se ti va. E se puoi.-
Ci fu un silenzio imbarazzante.
Alison era a dir poco sconcertata. Non riusciva proprio a credere a quello che aveva appena sentito.
Jim era un ragazzo che lei conosceva solo da poche ore e l'aveva invitato ad accompagnarla a casa? Certamente se lui avesse accettato, per Penny sarebbe stato bellissimo ma non stava capendo che così si stava solo mostrando tremendamente ridicola.
E poi, non che Jim fosse un cattivo ragazzo, ma se Alison fosse stata in lei, non si sarebbe fidata ad andare in giro con la prima persona che incrociava lungo la strada.
Jim le rispose, sempre mantenendo il suo tono tranquillo: -Ascolta, ho fretta, non...- Non aveva neanche finito la frase che Penny lo prese per una mano e cominciò a correre.
Alison sgranò tanto d'occhi.
Ma... è pazza? Non devo perdere tempo...
Li avrebbe seguiti. Non aspettò altro. Schizzò fuori dal suo rifugio e li inseguí più veloce che poté.
Penny non era una brava ragazza, e non era timida neanche un po'.
E cominciava a intuire che avesse qualcosa di molto, molto, strano.
Davanti a lei, un po' più distanti, Penny si trascinava dietro Jim.
-Hey, che diamine stai facendo? - Esclamò il ragazzo, ma l'altra non lo ascoltò e, anzi, accelerò il passo.
Jim insistette: - Potrei avere il diritto di una risposta?-
Finalmente la ragazza si voltò verso di lui e disse con calma: - Sto facendo quello che ti ho detto prima, cioè che oggi tu vieni a casa con me.-
-Non mi sembrava di averti dato una risposta positiva.- Ribatté lui.
Penny lo guardò dritto negli occhi con uno sguardo che mandava lampi. - Che tu lo voglia o no, oggi verrai a casa con me!- Sibilò.
-Fermati un attimo!- Jim tirò la mano della ragazza, ancora intrecciata alla sua.
Penny fu costretta a voltarsi verso di lui.
Anche Alison interruppe il suo inseguimento.
E adesso... che cosa faranno?
Jim stava guardando la ragazza con uno sguardo di fuoco. -Adesso tu dimmi il vero motivo per cui vuoi che io venga a casa con te.- La sua voce era diventata più profonda mentre scandiva le parole e costringeva Penny a guardarlo negli occhi magnetici.
Penny non si scompose, ma l'espressione malevole che aveva poco prima si trasformò in superba e un sorriso malizioso le attraversò il volto. Avanzò di qualche passo fino ad arrivare vicinissima a Jim. Le mani della ragazza, da immobili, si spostarono sui polsi dell'altro.
Alison tratteneva il respiro.
Penny si alzò in punta di piedi, quel tanto che le bastava per raggiungere l'altezza degli occhi del ragazzo e accostare il viso al suo, per poi sussurrargli all'orecchio: - Vuoi sapere il vero motivo?-
Alison si chiese come facesse Jim a rimanere fermo in un momento del genere.
Penny seguitava a tenergli i polsi. Poi, con una voce calda e suadente, continuò: - La verità... è che tu mi piaci tantissimo e... farei di tutto... per averti vicino a me...-
Alison ebbe voglia di correre da lei e ammazzarla con le sue stesse mani.
L'aveva conosciuto da poche ore e già si dichiarava così? Non era di certo questo il modo per conquistare qualcuno!
Gli occhi di Penny brillarono e balzò sull'autobus, che, tutti i giorni in quell'orario esatto, si fermava lì. Tirò Jim per la mano e lo condusse sopra con lei.
Di lì a poco l'autobus sarebbe partito e lei aveva solo pochi secondi per salire.
Riuscì a saltare dentro solo all'ultimo momento.
Vide Jim lanciare un ultimo sguardo pieno di odio a Penny, prima di venire spinto accidentalmente dalla ragazza sul sedile in fondo.
A Alison, Jim faceva pena. Il suo sguardo, vacuo e rassegnato, guardava con tristezza la porta dell'autobus che si richiudeva.
Avrebbe tanto voluto poterlo aiutare. Capiva perfettamente come lui si stesse sentendo in quel momento: triste e nelle grinfie della ragazza più stupida del mondo, che lo maneggiava come un burattino.
Penny si sedette vicino a lui e gli sussurrò: -Ovviamente due persone che si piacciono si siedono in fondo...-
Un bambino seduto più avanti si girò a guardarli, ma dovette rigirarsi subito perché Penny lo guardò malissimo.
Alison li osservava di nascosto, dal suo posto tre file più avanti. Poteva vedere che Jim era profondamente abbacchiato.
Il ragazzo alzò la testa. -Non capisci che io sarò sempre un tuo compagno di classe. Non avevo nessunissima intenzione di accompagnarti a casa.-
Penny lo guardò mantenendo la sua espressione maliziosa. -No, tu non sei un mio normale compagno di classe. Sei il mio fidanzato, il mio ragazzo, e solo mio. Non permetterò a nessuno di portarti via da me.-
È pazza. Totalmente pazza, si disse Alison mentre continuava a osservarli, sgomenta.
Jim a quel punto sembrò rianimarsi, anche se la sua espressione era disperata. -Devi capire che quello che stai facendo non è un gioco, ma una cosa seria e non puoi convincere a forza la prima persona che ti capita a mettersi insieme a te, soprattutto se a questa persona non piaci! E con questo abbiamo chiuso. Me ne torno a casa alla prossima fermata e non azzardarti a fermarmi. - Disse tutto d'un fiato. -E, comunque, ai tuoi genitori potrebbe non andare bene che tu porti uno sconosciuto in casa tua.-
-Sicuramente a mia madre andrà bene, vedrai. -
-Tuo padre? -
Il sorriso beffardo di Penny scomparve lasciando il posto a uno sguardo velato di tristezza. -Oh, sai, mio padre non ha di certo un ruolo rilevante nella mia famiglia... è morto molti anni fa.- Mormorò.
Jim sgranò gli occhi d'un tratto.
Lui e Penny hanno... una cosa in comune!
Anche Alison era molto stupita.
-Mi dispiace...- Sussurrò Jim, piano. -Com'è morto?-
Lo sguardo triste dell'altra si dileguò, e Penny ritornò ad avere il sorriso di poco prima.- Questo non te lo posso dire, a meno che tu non decida di tornare a casa con me!-
-Penny!- Jim la guardò dritta negli occhi. -Ti ho detto che non è un gioco! -
Ma la ragazza, sorprendentemente, seppe sostenere il suo sguardo, con grande sorpresa di Alison. Nessuno ci era mai riuscito per più di un secondo.
Avvicinò il suo viso a quello dell'altro. -Io non voglio giocare. Sono sempre seria.-
In quel momento la porta dell'autobus si aprì, segno che il veicolo era arrivato alla prima fermata.
-Su, alzati.- Disse lei freddamente. -La mia casa non dista molto da qui.-
-E se io non volessi venire?- Ribatté Jim, irritato.
La ragazza fu irremovibile. -Che cosa ti ho detto? Vieni con me.-
Lo prese per un braccio e lo portò vicino a sé, per poi sussurrargli all'orecchio con un tono più dolce: -Fidati che, anche restando qui... non risolverai nulla. Quindi, ti conviene venire a casa con me.-
Alison era allibita.
All'improvviso, sentì qualcosa muoversi nel suo zaino.
-Cos...?-
Rimase stupefatta quando vide chi si era insinuata di nascosto nella borsa. -Ribes! Ma...-
-Miao.- Fece la gatta mentre la guardava.
Doveva essersi infilata lì dentro per dormire, e ci doveva essere rimasta tutta la mattina.
Ma è possibile che non mi sono neanche accorta che avevo tre chili in più nello zaino?
È tutta fortuna che non abbia iniziato a muoversi prima.
Vide con orrore che le porte stavano iniziando a chiudersi e, se non si fosse sbrigata, non avrebbe potuto seguire Penny e scoprire cosa stava tramando e, soprattutto, non avrebbe saputo se sarebbe stata in grado di ritrovare la strada di casa, e si sarebbe persa un'altra volta.
Non c'era tempo da perdere. Cacciò Ribes nello zaino e balzò fuori dell'autobus proprio un attimo prima che le porte si chiudessero.
Mentre tirava un sospiro di sollievo, notò che Jim e Penny erano già lontani. Sicuramente la ragazza aveva fretta di tornare a casa e presentarlo a sua madre.
Vide con stupore e compassione che lui non opponeva resistenza e, anzi, si lasciava trascinare da Penny e la seguiva dovunque andasse.
Qualche volta lei si si girava a guardarlo, ma, vedendo che lui non cercava di allontanarsi, non ci fece più caso.
Corsero per circa un minuto in avanti, poi svoltarono a sinistra e si immisero in una stretta via, che, a detto di Alison, doveva essere quella dove abitava Penny.
Infatti, la ragazza si fermò dopo una trentina di metri davanti a una piccola casa bianca sulla destra, abbastanza brutta.
Alison si nascose dietro alla curva di uno steccato in legno, che faceva da confine a una casa rossa molto carina, che non assomigliava per niente a quella orrenda di Penny.
-Bene, eccoci arrivati.- Fece la ragazza dai capelli corvini.
Rivolse un sorriso dolce a Jim, mentre armeggiava nella sua tasca per trovare la chiave.
Alison si sporse un po' dal suo nascondiglio per poter osservare meglio la situazione, ma, all'improvviso, Ribes saltò fuori dal suo zaino e atterrò proprio in mezzo al marciapiede, dove dritto dritto poco più avanti, stavano i due ragazzi.
La gattina si trovava in bella vista.
E se Penny l'avrebbe vista, cosa avrebbe fatto? L'avrebbe portata con sé? Le avrebbe fatto qualcosa di male?
O, forse, Jim l'avrebbe riconosciuta e l'avrebbe riconsegnata ad Alison... ma no, era troppo difficile credere che Ribes si fosse allontanata così tanto da casa sua e di certo di gatti rossi se ne vedevano tutti i giorni in città.
Oh, se gli animali potessero capirci non sarebbe tutto così difficile...
Spostò la sua attenzione su Jim. Vide che il ragazzo aveva fatto due passi indietro.
Esultò quando vide che Penny non riusciva a trovare la chiave di casa... e Jim approfittò della sua distrazione per svignarsela.
Peccato che svoltò proprio nell'angolo che aveva scelto Alison come nascondiglio.
Quasi si scontrarono.
Jim sgranò tanto d'occhi appena la riconobbe. -Ma... cosa ci fa qui?-
Alison fece un enorme sorriso senza neanche accorgersene. -Ehm... vedi... strano da credere, ma vi ho seguito. Stavo tornando a casa e ho visto Penny che si dichiarava, poi ho capito che ti aveva costretto a conoscere sua madre, eccetera eccetera... la storia mi insospettiva, così vi ho seguito ed eccomi qui! Lo so, sono un po' ficcanaso...-
Devo essere sembrata molto scema.
Jim rimase interdetto per qualche attimo, poi però le sorrise e si voltò per controllare Penny, ma lei era ancora intenta a cercare la chiave.
-Su, dai, andiamo!- La esortò. -Appena Penny si girerà, sarà arrabbiata nera!-
Guardò dritto e iniziò a correre.
Non si è neanche accorto di Ribes.
Alison si alzò da dov'era acquattata e lo seguì, ricacciando per la seconda volta la gatta nella borsa.
Penny si accorse proprio in quel momento dell'inganno e gridò, infuriata: -Hey, traditore! Alison! Che ci fai tu qui?-
Ad Alison venne un colpo al cuore.
Fantastico. Mi aspetta il secondo litigio della giornata.
Si voltò verso di lei. L'altra ragazza la stava guardando in cagnesco.
-E una come te si considera mia amica?- Esclamò Penny, più indignata che mai. -Cosa stai complottando con lui? Vuoi per caso portarmelo via?- I suoi occhi si ridussero a due fessure mente i suoi occhi mandavano lampi di odio.
Come si permetteva di parlarle così?
Pertanto, non sapeva cosa risponderle: aveva sempre avuto difficoltà a difendersi.
Incapace di parlare, si fermò lì in mezzo al marciapiede dove un attimo prima stava correndo.
Fortunatamente, fu Jim ad accorrere in suo aiuto.
-Stai insinuando Alison di complottare qualcosa con me?- Le disse, profondamente risentito. -Senti chi parla! Non sei tu, forse, quella che ha cercato di portarmi a casa sua? E poi vorresti anche che mi fidanzassi con te?-
Penny fece una faccia triste. -Ma...-
Alison sentì che era il momento giusto per intervenire. -Non mi fai tenerezza. E lascialo in pace.-
Penny guardò il ragazzo, con uno sguardo infuocato. - Sei un traditore, solo un traditore... ti odio.- Gridò. -È mai possibile... che in questo mondo nessuno mi voglia? Non sapete quanto ho sofferto l'anno scorso e anche adesso... nessuno ancora mi capisce. Che cosa ho fatto di male?-
Jim la stava guardando con un'espressione sdegnata.
Alison fece un passo avanti. -Penny... ascoltami. So che l'anno scorso hai sofferto molto, ma dovresti cercare di fare amicizia in un modo diverso. E anche se ti piace un ragazzo, non devi mai ottenere l'amore con la forza. Non è questo il modo...-
Si stupì del proprio comportamento: un attimo fa la odiava e adesso le stava dando dei consigli?
Doveva proprio esserle andato di volta il cervello.
Sapeva che Penny avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna, ma se non altro, se lo meritava.
-Allora...- La ragazza aveva uno sguardo profondamente turbato, -.... hai visto tutto.-
Alison annuí. Non le avrebbe mai dato una soddisfazione. -Sì, mi sono anche nascosta nell'autobus con voi, se lo vuoi sapere.-
Penny restò per un attimo con lo sguardo perso nel vuoto, poi sollevò gli occhi e guardò fisso Alison. -Tu non avresti neanche diritto ad essere qui...-
-Perché, io sì?- Ironizzò Jim, irritato.
Ma Penny lo ignorò e continuò nel suo discorso: -... sei maleducata, stupida e... pensavo che almeno tu mi capissi.-
-Come vedi mi sono dovuta ricredere.- Rispose subito Alison. -Scusami, ma adesso devo proprio andare, non voglio sprecare tempo a discutere con te.-
Le parole le erano uscite di bocca tutte in un colpo solo. Pensò di non avere mai avuto così tanto coraggio in vita sua.
Stava per voltarsi, quando intravide Jim con la coda dell'occhio che faceva un passo avanti.
Questa volta fu lui a prendere la parola. -Penny, chiedi scusa a Alison. Ti stava dicendo delle cose giuste e non devi trattare così le persone, e, soprattutto, non devi usarle...-
-... come hai fatto con lui.- Ci tenne a precisare Alison.
Jim la ringraziò con un sorriso e continuò: -... E riguardo alle cose che mi hai detto prima... il fidanzamento è una cosa seria e non va preso così alla leggera. Sono sicuro che a quest'età nessuno potrebbe capire il vero significato dell'amore. E adesso... chiedi scusa a Alison. -
Alison cercò di leggere i suoi occhi. Notò una piccola scintilla di dubbio, e capì che Jim non era pienamente d'accordo con quello che aveva detto.
-Perché?- Chiese Penny, infastidita.
-Fallo.- Il ragazzo era irremovibile.
Penny la guardò con odio e si scusò, anche se Alison sapeva benissimo che non aveva preso la cosa seriamente.
Sicuramente non le avrebbe mai più rivolto la parola per il resto della sua vita, me era decisamente meglio così.
Comunque, era felicissima di aver mostrato un po' di coraggio sopratutto davanti a quella impertinente ragazza incompresa ed era al settimo cielo che Jim avesse preso le proprie difese.
Jim le parlò, calmo. -Torna a casa, Penny.-
Lei non si mosse.
-Su, vai.- Lui puntò il dito verso la casa di Penny.
-Va bene, va bene.- Sbuffò lei.
La ragazza si voltò, poi, inaspettatamente, si rigirò a guardarli, con un volto triste e afflitto. -Però, almeno voi avete una famiglia, qualcuno che vi vuole bene... ma, io... mio padre... se n'è andato. Voi non vi rendete conto di quello che provo io...-
Jim assunse uno sguardo comprensivo e il suo volto si velò di tristezza e malinconia. -No, ti sbagli. -
Gli occhi di Penny acquistarono stupore e sollievo.
Lui continuò: - Non tutti hanno qualcuno che si prende cura di loro. Non sei l'unica a trovarti mezza orfana. Sai, esiste qualcuno che vive anche peggio di te.-
Jim non risollevò lo sguardo e, con una voce bassa e afflitta, le ripeté: -Adesso torna a casa.- Si voltò verso Alison.
-Andiamo.- Un sorriso mezzo accennato comparve sul suo volto.
Alison cominciò a camminare di fianco a lui.
Poveretto...
-No, aspetta!- Gridò loro dietro Penny. - Che intendi dire? Conosci qualcuno che è orfano come me?-
Ma le sue parole si persero nel vento che cominciava a frusciare tra gli alberi, che trasportava le foglie lontano come i pensieri di Alison.
E ancora una volta si ritrovava a scappare con lui.
Jim correva, senza guardarsi indietro, con Alison appena dietro.
E lei poteva vedere chiaramente le lacrime che gli attraversavano il viso.
ANGOLO DI ~ D. BLOND ~ ❤️❣️♥️💕😺😸
Hey, guys!
Hello everyone! 💖❣️💕💜
Quanto mi siete mancati!😫😫😫
Finalmente, dopo questa snervante e lunghissiiiiiiiiiiiiima attesa (mammamia 😶😶) sono tornata! Scusate tantissimo ma in questi giorni sono stata veramente molto impegnata!
Ma ecco a voi questo ottavo capitolo pieno di litigi, suspense, nuove cotte per Jim (per la gioia di Alison, vero? 😒 Lei non sta proprio scalpitando...)... e di una new entry!
Eh, già! Abbiamo fatto la conoscenza di Penny, una ragazzina che a prima vista può sembrare timida e riservata, ma che poi si è rivelata tutto l'opposto... chissà quali segreti nasconde quella ragazza misteriosa e bellissima! Mi piacerebbe molto avere le vostre opinioni su di lei ❤️💕❣️
Che ne dite del litigio iniziale tra Alison, Jim (beh, lui non ha espresso tante opinioni... stava perlopiù a guardare 🤣), Kyle e Summer? Quando sono andata a rileggere questa cosa nei miei appunti, mi sono detta: ma sul serio ho scritto una cosa così stupida? Veramente ho scritto di un litigio per un mal di testa? 🤢🤢🤢
Poi però ho deciso di metterlo... sennò non avremmo potuto neanche conoscere meglio Charlotte, una delle migliori amiche di Alison, una ragazza molto ficcanaso (voi che ne dite? Scrivetemelo nei commenti!) ma anche simpatica, no?
E invece che cosa ne pensate di Summer? Non trovate magnifiche le sue deduzioni, soprattutto quella che si riferisce al fatto che Jim e Alison hanno una storia d'amore? (Scusate ma io amo quella ragazza, non so perché 😊😊😊😁)
Scrivetemi tutto questo nei commenti... e io mi impegnerò a pubblicare il nono capitolo il prima possibile! (Ancora scusate per l'attesa e spero che mi perdoniate 🙏)
Un grosso bacio ❣️♥️💖💕💜❤️
Bye bye 😘😘😘😘😘
💖~ D.BLOND ~ ❤️
P.S. E preparatevi perché nel prossimo capitolo avremo il punto di vista di Jim!!
Una piccola aggiunta...
Lui è uno dei miei undici gatti e si chiama Diderot, proprio come quello di Alison (infatti è da lui che ho preso spunto 😁😺). Oggi era entrato nella mia stanza e non mi lasciava scrivere... 🤣😂🤣😽😽😽 queste sono le foto mentre mi stava stressando...😸😸😸😸😸
È molto curioso...
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Dato che siamo sull'argomento gatti, per chi avesse letto il capitolo 6 (intitolato "Incontri Spiacevoli"), ha avuto modo di fare la conoscenza anche di Chopin, il fratellastro di Diderot nonché un altro dei numerosi gatti di Alison... per crearlo mi sono ispirata a un altro dei miei gatti (che porta lo stesso nome)... lo potete vedere qui sotto!
Questi sono Chopin e Diderot insieme...
😘😘😘😘❤️💜A PRESTO!!!!! ❤️💕❣️
~ D. BLOND ~
😘☺️😙❤️♥️💜💕💗💞💖
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