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✨ VALUTAZIONI E VINCITORI ✨


Hola a tutti!

Innanzi tutto, ci tengo a ringraziare ognuno di voi per aver partecipato al mio primo contest, pare una cosa piccola, ma non lo è affatto. Per me è stato davvero un motivo di orgoglio vedere come ciò che ho organizzato vi abbia dato ispirazione. Creare storie, specialmente originali, non è facile, soprattutto se vincolate da delle tracce (i prompt in questo caso) benché studiate appositamente per darvi quello "sprint". E lo avete senz'altro colto!

Vi siete impegnati tantissimo, c'è chi addirittura sta pensando di scrivere un seguito (e voi pensate che me lo perderò? Ptf!) e davvero mi dispiace di non poter far vincere tutti. La cosa che mi ha entusiasmata, in particolar modo, è che avete avuto tutti quanti delle idee completamente diverse, nonostante la base fosse "il Natale". Incredibile la fantasia, vero?

Proprio perché riconosco la vostra bravura, vi invito a leggere le storie degli altri partecipanti: penso che una delle cose più carine di un contest sia proprio quella di potervi guardare intorno e scoprire ciò che hanno escogitato gli altri, con le stesse possibilità a disposizione! Ovviamente vi avviso che con le valutazioni degli altri potrei farvi dei grossi spoiler sulle loro storie, quindi leggetele a vostro rischio e pericolo.

Aggiungo, infine, una considerazione che per me è scontata ma giustamente non lo è per tutti: non sono una professoressa di italiano né una critica letteraria, non ho nessuna intenzione di pormi al di sopra di voi, vi rispetto come autori e tutto quello che scriverò non sarà affatto pensato per essere una critica. Cercherò invece di offrirvi spunti di crescita che vi siano utili, secondo la mia opinione puramente personale! Considerate anche che, per scrivere queste recensioni, ci ho impiegato parecchio tempo ed impegno, quindi spero che apprezziate lo sforzo, come io ho apprezzato il vostro.

Prima di comunicarvi i vincitori, svelo il mistero intorno al bonus segreto: proprio perché mi aspettavo che le storie con un tema festivo potessero avere dei titoli prevedibilmente natalizi, il bonus riguarda proprio questo. L'originalità dei vostri titoli!

(p.s. alla fine di tutte le valutazioni ci sono altre piccole info, andate a leggerle!)


| C L A S S I F I C A |


1° POSTO: Radici di ghiaccio - way down we go di Biancaneva_ale

- Grammatica e stile: conosco il tuo modo di scrivere e mi aspettavo che avresti sfoderato qualcosa di davvero bello, ma non credevo fino a questo punto. Complice di una storia affascinante c'è uno stile davvero squisito ad accompagnarla, dall'inizio alla fine. E' come se tu sapessi esattamente che parole usare, al momento giusto, nella frase giusta.

Hai saputo donare al testo una sorta di energia evocativa, perché l'hai arricchito di talmente tante metafore e similitudini particolari da riuscire precisamente ad evocare immagini e far toccare con mano l'ambientazione e i personaggi. Metafore che definirei quasi poetiche, ma mai cadendo nel ridondante o nell'artificioso. Hanno reso le descrizioni ancora più intense e l'introspezione ancora più sentita.

Per quanto riguarda l'aspetto grammaticale, non c'era proprio nulla fuori posto; con i tempi e la punteggiatura al punto giusto, la storia scorreva davvero liscia come l'olio. L'unica cosa che mi sento di consigliarti (non per trovare il pelo nell'uovo, si sa che non sono una tale rompiscatole, ma è sempre per aiutare, ti tornerà utile per il futuro!) è di stare attenta all'uso della parola paventare, ti cito la frase in questione "[...] disse come se stesse paventando la possibilità di parlarne". Penso che in questo caso volessi dire "come se stesse progettando la possibilità di parlarne", solo che il termine paventare, verbo che è un simpatico umorista, vuol dire "aver paura di fare qualcosa". Ma magari potrei anche aver frainteso e Mackenzie temeva di parlare sul serio del libro!

-Trama e personaggi: "Radici di ghiaccio" è un racconto, diviso in due parti, che vede l'imprenditrice Gwyneth/Sarai viaggiare su un treno panoramico, non certo per godersi la vista di Ronda innevata nel periodo natalizio. Durante il viaggio incrocia personaggi bizzarri e poi "il colpo di scena": avverte, grazie ai suoi poteri, il pericolo.

Ciò la spinge ad uscire dalla finestra e ad arrampicarsi in cima al tetto del treno, per incontrare poi qualcuno di molto particolare... E così si scopre la ragione per cui è salita sul treno, il vaticinio della profetessa e la minaccia che incombe. Realizza che "la minaccia" è qualcuno di molto più vicino a lei di quanto pensasse. Vicino, in un certo senso, perché Gwyneth e Belshazarr sono tutt'altro che vicini. Pur provando in maniera evidentissima qualcosa l'uno per l'altro.

La trama di questa storia è davvero intrigante, per come l'hai posta sembra quasi un film, dove la scena inizia in medias res in una determinata situazione e piano piano scopri ogni tassello, senza aver fretta ti godi i dettagli, il mondo che gira intorno alla protagonista, le comparse divertenti e non solo (il controllore, il tizio che non c'entra col Natale, la vecchietta cinica, Mackenzie).

E' una storia misteriosa ed in continuo cambiamento, perché se la prima parte ti lascia giusto un piccolo assaggio di come sarà la storia, con la seconda prende tutta un'altra svolta. Ho amato il finale in maniera pazzesca. Veramente scenografica. Riesci proprio a vedere nella mente certe immagini: loro che volano giù dal treno e rotolano nella neve e il sorriso sentito di Mackenzie che diventa la sintesi di quell'energia inspiegabile che sa di Natale e amore, come hai descritto tu "il sorriso di un lettore che stava ancora sognando storie di sangue e di amore".

Ma parliamo dei personaggi. Gwyneth/Sarai è una banshee, una creatura vecchissima e difficilissima da uccidere, conosciuta però dalla gente normale come un'imprenditrice. Qualcuno che può prendersi il lusso di guardare il mondo che ha intorno, di soffermarsi a studiarlo... Ha una profondità molto sottile.

Ho adorato questa descrizione: "A guardarla Gwyneth somigliava al caffè. Era fatta di contrasti, come il modo in cui lo bevi e lo senti amaro ma lo ami e lo vorresti sempre. [...] ogni cosa sembrava avvolgere la sua luce di oscurità come chi ha imparato a convivere con il proprio buio perché non aveva altra scelta, ed ora ama la sua esistenza perché drogata della sua malinconia e di tutti i bei quadri che ha visto." Penso che sia la sintesi perfetta di com'è il personaggio.

Affascinante perché antica, estremamente determinata da riuscire ad arrampicarsi sul tetto del treno anche se non ha capacità sovrannaturali su quel versante, una donna a cui il dolore fisico ha smesso di far male se non è di natura emotiva. "Una regina" la definisce Belshazarr. Una creatura che un tempo faceva parte di un mondo puro, ma che ha dovuto conoscere la violenza e questo l'ha portata a cambiare... E a diventare la donna forte del tempo presente. Che affronta di petto una minaccia senza esitare nemmeno un attimo. Eppure, di fronte a Belshazarr, quasi sente di non poter combattere o difendersi, come se conoscesse il peso dei propri sbagli. Mi ha fatto assaggiare un po' di quella malinconia alla Gwyneth.

Belshazarr l'ho amato ancora di più. E' un personaggio strano, molto strano, ma nella maniera più piacevole del termine. Biondo e vestito d'azzurro può dare un'idea eterea, ma già solo il fatto che sul suo completo ci siano le macchie di Rorschach la dice lunga. O gli occhialetti scuri e tondi che fanno un po' Matt Murdock e che danno soggezione. Ecco, è un personaggio che mette parecchia soggezione, considerato che è la Morte. Un Caronte, che inevitabilmente deve interpretare le parti dell'assassino molte volte.

Lo è da così tanto tempo, che è naturalmente accettata l'idea che quelli come lui siano senza sentimenti. Ma non è detto che lui non li provi... Anzi. Ha proprio questo modo tutto suo di sembrare inquietante e al tempo stesso dolce, un modo che non può non affascinarti. Sembra si comporti in modo aggressivo - e per lui uccidere Gwyneth potrebbe essere addirittura possibile, non sarebbe così assurdo da pensare per una creatura come Belsh - invece a lui importa. Tremendamente. E si vede.
Accidenti se li ho amati!

- Utilizzo prompt: Il primo prompt riguardava l'ambientazione della storia. Hai usato in maniera assolutamente strategica il treno panoramico, ispirandoti ad una tratta già esistente, che è quella su Ronda. E che panorama! Come hai scritto anche tu, è un posto magico che ha ispirato perfino Hemingway e Tolkien... Se vedo poi le foto di com'è Ronda con la neve, penso che sia il posto perfetto per una storia come l'hai descritta tu. Mi è piaciuta anche la descrizione interna, con quell'atmosfera alla Aghata Christie, un po' retrò, proprio da Orient Express. Ma col bonus di avere le canzoni di Mariah Carey, perché a Natale non ci si fa mancare niente!

Il secondo prompt da te scelto era quello a sorpresa: come ti ho comunicato in privato, il tema era "un segreto". A te stava come svilupparlo. Be'... Non mi hai lasciato insoddisfatta. Il punto è che l'intera storia ruota attorno a molti misteri. Il primo, quello che è noto e che poi viene svelato, è il motivo per cui Gwyneth è lì. Il vaticinio della profetessa, che parla di un "uomo invisibile". Un altro mistero: alla fine si comprende che si sta parlando proprio di Belshazarr.

Chissà se lo aveva intuito anche Gwyneth ancora prima di incontrarlo. Eppure ci sono anche altri segreti inespressi. Perché Mackenzie, un'altra creatura sovrannaturale così particolare, era lì? Ma soprattutto, perché c'era Belshazarr, un Caronte? Possibile fosse andato a raccogliere l'anima di qualcuno? O c'è di più? Il fatto che tu abbia voluto lasciare questo dettaglio senza risposta mi dà da pensare... Ma l'ho apprezzato. In fondo, quale segreto migliore c'è di uno che resta, per l'appunto, segreto?

Ultimo prompt: la coppia sull'orlo del collasso. Hai saputo sviluppare questo punto in maniera veramente egregia. La loro è una storia sui generis, una che affonda le radici in un tempo molto, molto passato: "[...] l'unica donna che veramente avesse guardato in un certo modo, perseguitandone l'ombra con lo sguardo da lontano, e danzandoci insieme a tutti gli altri nei gran balli alla corte medievale. [...] Anni di tribolazioni. Di dolore, di ricerca, di assurdità, di colori." Non è mai stata facile fra loro. Penso che, per come sono fatti, forse non lo sarà mai.

Basti pensare che Gwyneth ha letteralmente usato Belshazarr, eppure ha comunque sofferto quando lui, per ripicca, è scomparso del tutto. Ed eccoli lì, che si rivedono. Che pensano se uccidersi o meno. E alla fine, in bilico fra cosa è giusto e cosa no, c'è quel finale. "Da qualche parte due poveri stronzi dovevano essere felici." Mi è piaciuto terribilmente tutto.

- Bonus: chapeau anche per la scelta del titolo. "Radici di ghiaccio" ha una doppia valenza nella tua storia. Da una parte, geografica e descrittiva, a dimostrazione di come l'inverno può arrivare anche in Andalusia; e di come in qualche modo sia minaccioso, tanto che sembrano qualcosa a cui dover sfuggire, rifugiandosi nel treno panoramico sotto Natale. Dall'altra parte c'è quella introspettiva. Il fatto che Belshazarr stesso sia come quelle radici ghiacciate e che Gwyneth/Sarai lo senta: "la banshee sentiva le radici gelide della neve penetrarle dentro, congelandola eppure facendola ribollire, come chi sa tormentarti così bene da distruggere tutte le bugie che ti dici da sola e che ti fanno male". Ma anche "way down we go" è un chiaro riferimento al finale, che è proprio ad effetto!


***


2° POSTO: Sorpresa a Natale per il duca di MessedGirl_ 

- Grammatica e stile: immagino che non sia stata una cosa voluta, ma trovo troppo spassoso il fatto che ad ogni inizio capitolo ci sia una sorta di componimento poetico e, al tempo stesso, la città in cui hai scelto di ambientare la storia si chiami "Limerick". Insomma, sono quei piccoli dettagli carini che ti fanno sorridere! Non che le tue poesie iniziali siano proprio dei limerick, visto che i limerick sono più dei componimenti comici/nonsense, però è comunque una casualità divertente! Parliamo del tuo stile: hai un lessico ricco e variegato, con cui sai destreggiarti in maniera molto abile. Descrizioni, introspettive ma soprattutto fisiche e gestuali, erano veramente ben curate, bisogna dartene atto.

Dal punto di vista grammaticale ho diversi consigli da poterti offrire, sempre in virtù del fatto che tu hai scritto molto più degli altri, quindi è normale che qualcosina ti sia sfuggita, non preoccuparti. Il primo spunto è quello di fare attenzione alle parole composte, che spesso hai troncato, ti cito quelle che ho trovato: "sette mila, per di fiato, di fatti, mal grado, sotto scala" vanno tutte scritte unite, senza spazi! Stessa cosa per "l'ibidine" che invece è libidine. Diversamente è per "mala pena", che a quanto pare è una forma rara di malapena e si può scrivere in entrambi i modi!

Un secondo spunto, questo importante, è quello delle virgole. Ho notato che spesso cadi nel tranello delle pause "nel parlato", mi spiego: a volte, ad alta voce facciamo una pausa fra il soggetto e il verbo. Questa cosa non si può tradurre nella scrittura attraverso una virgola, non va mai diviso il soggetto dal verbo. Ti cito qualche tua frase, per farti capire di cosa sto parlando: "Le unghie curate, ebbero un fremito" oppure "La moglie, osservava" eccetera. Insomma, in questi casi non va mai messa la virgola, a meno che non stia iniziando un inciso, cioè una frase all'interno di un'altra (tipo: "la moglie, mangiando un panino, osservava").

Un discorso diverso vale in questo caso "a debita distanza da quell'uomo che, era rimasto al suo posto" oppure "impassibile a quelle frecciatine che, avrebbero fatto rizzare il pelo" o ancora "da quel finto cotone che, brillava sotto la luce" eccetera. Il "che" ha la funzione di pronome relativo, non va diviso dal verbo, la virgola in tutti questi casi va messa esattamente prima del che. L'esempio giusto sarebbe "da quel finto cotone, che brillava sotto la luce". Invece, la virgola posizionata dopo il che ha senso quando stai per scrivere un inciso. Ad esempio "da quel finto cotone che, brillando sotto la luce, gli ricordava la lana di una pecora". So che le virgole possono sembrare una piccolezza, ma aiutano tantissimo a dare scorrevolezza a quanto si sta leggendo, perciò penso che questi consigli possano esserti preziosi!

Per il resto, ti segnalo giusto un paio di parole: "Dirigendosi al terzo, addebito esclusivamente a biblioteche" in questo caso è adibito (non so se sia un refuso il tuo, ecco perché te lo sto facendo notare); ed anche "Provando un briciolo di umanismo" in questo caso la parola giusta è umanità, mentre l'umanismo è una filosofia.

-Trama e personaggi: la long, divisa in quindici capitoli, parla della storia di un giovane duca ribelle a cui la vita da nobile, con tutte le sue privazioni, sta stretta. Per farlo stare buono, i suoi genitori gli affiancano una guardia. Da qui iniziano una serie di problemi, vista l'inimicizia che il ragazzo prova e che ben presto verrà soffocata dalla curiosità che l'uomo al suo fianco gli suscita. La trama ha buoni presupposti, complici la bella ambientazione irlandese della storia e l'atmosfera natalizia che aleggia come un'ombra intorno a tutte le vicende senza mai diventarne la vera e propria protagonista. Penso che il punto forte della tua storia siano proprio i personaggi che la animano. 

Sei stata veramente eccellente nella loro caratterizzazione, al punto che paiono quasi tridimensionali. A pensarci bene la tua sembra quasi la narrazione di un percorso di formazione. Tutto parte da un Lúaràn Bairrionn, giovane aristocratico che, per quanto abbia un buon cuore (cosa che, se ci si fa caso, è chiara sin da subito), è comunque immaturo e viziato, se vogliamo anche razzista, considerata la reazione che ha avuto sapendo che la sua guardia fosse dell'Irlanda del Nord (e a proposito, ottima cosa aver usato queste piccole chicche storiche). 

Non vuole che la sua libertà venga compromessa ed è disposto a compiere anche stupidaggini pur di riprendersela. Dall'altro lato, è un giovane appassionato in molte cose che fa, ama la sua famiglia, mal sopporta le atmosfere artificiose dell'alta società ed è soprattutto molto curioso di capire e apprezzare ciò che non conosce. Alcuni potrebbero trovarlo quasi antipatico all'inizio, ma poi non si può non entrare in empatia col suo personaggio, che hai descritto molto bene anche fisicamente!

A contrapporsi al nostro duca, c'è Darragh. La guardia è un uomo fatto e finito, integro, serio e ligio al dovere, che riesce a trattare perfino con un tipo come Lúaràn. E poi, colpo di scena che spicca e che diventa tema principale della storia, c'è la sua cecità. Questo non l'ha mai rallentato, non lo fa apparire affatto come una persona debole e, invece, diventa un punto di incontro col duca. Forse, se non fosse stato per la sua cecità, le cose non sarebbero andate come poi sono andate! Darragh è un personaggio estremamente onesto e profondo, mi è piaciuto tanto. 

Sappi che ho adorato i suoi dettagli fisici, sia per gli occhi da orbo ben descritti (una caratteristica che può essere anche un po' inquietante, ma che diventa tratto distintivo del suo fascino) sia per l'aria volutamente trasandata che comunica all'inizio, perché... C'è il perché! E viene sviluppato pure. Penso che il momento in cui Lúaràn gli taglia la barba sia uno dei miei preferiti della storia, veramente molto dolce.

- Utilizzo prompt: il primo da te utilizzato è quello della magione/castello. Mi è piaciuto come l'hai sfruttato, specialmente perché ciò che sei stata in grado di rendere bene era l'atmosfera e le comparse che ruotano attorno ad un'abitazione simile. La servitù, il giardiniere, e poi il paesaggio innevato fuori dalle finestre, le stanze personali, le zone della biblioteca, la sala col pianoforte. Tra l'altro ho trovato molto interessante che tutta la situazione richiamasse volutamente un altro tempo. C'era una commistione funzionante di passato e presente: loro che usano nastri per legarsi capelli, che si coprono con mantelli eleganti o che tirano di spada... E al tempo stesso, un mondo "esterno", con cellulari, macchine e fast food.

Il secondo prompt da te scelto è stato il cenone di Natale con la famiglia e i guai ad esso legati. Mi permetto una digressione. Parliamo un attimo della famiglia di Lúaràn: semplicemente adorabile! Non tanto la sorellina, che compare meno, quanto i suoi genitori. Si vede che cercano di essere duri con lui e di impartirgli a suon di sgridate una sana dose di educazione, etichetta e buona maniere... Ma non riescono ad esserlo fino in fondo. Vogliono solo il suo bene. La mamma, per esempio, capisce - anzi, lo sente - che suo figlio è in pericolo e non può non soffrire per il suo stato, dopo l'aggressione. Suo padre ci tiene che Lúaràn sia felice, altrimenti non gli avrebbe proposto quell'accordo alla fine della storia. Insomma, mi sono piaciuti molto.

Torniamo però al prompt: nel tuo caso si trattava di un banchetto con tantissimi invitati e i "guai" in questione, a mio parere, sono riguardati in particolar modo Ainsley che pretendeva delle risposte dal suo "ragazzo", che però lo lascia. Ammetto che avrei voluto vedere la cena di Natale sviluppata in maniera un po' più consistente, apprezzo però lo stesso il fatto che tu abbia evidenziato lo sfarzo e il prestigio in essa.

Ultimo prompt, la coppia da nemici ad amanti. Non so esattamente se definire Lúaràn e Darragh come nemici, dipende dal punto di vista del personaggio: secondo il "duchessino" lo sono di certo, almeno all'inizio della storia. E tuttavia il loro rapporto prende molto velocemente una piega diversa. Darragh aiuta il duca a maturare, lo fa crescere, gli insegna il rispetto per la diversità e anche a credere alla forza dei propri sentimenti, anche quando bisogna mettere in discussione il prestigio in cui si è sempre vissuti. Sono veramente un bel duo insieme! Il mio momento preferito della storia avviene quando si ritrovano completamente al buio e Lúaràn diventa cieco esattamente come Darragh, conoscendolo attraverso il tatto: era veramente intenso, da leggere!

Quanto al finale di questa storia, è un po' amaro dal punto di vista della loro relazione perché li sappiamo divisi (sebbene ci venga detto che ci sarà un seguito) ma, se lo guardiamo sotto l'aspetto della storia "di formazione" di Lúaràn, non si può non apprezzarlo. Finalmente capisce che è ora di combattere per l'amore!

- Bonus: forse non avrai scelto un titolo originale, ma non ti si può riconoscere il merito di quella copertina, che hai disegnato tu stessa con grande impegno. Insomma, lo so che non siamo in un contest grafico, ma diamine, si premia anche la cura con cui si presenta una storia! E tu l'hai avuta fino all'ultimo.

***

Faccio una premessa per questo terzo posto: non è stato affatto facile decidere, anzi, mi avete posto davanti ad un'impasse senza precedenti!

3° POSTO: Posso Regalarti il Cuore di un'Anima Dannata di -wjnterbear 

- Grammatica e stile: hai un'ottima proprietà di linguaggio, che ha reso la storia scorrevole e facile da leggere, senza intoppi di alcun tipo. Hai descritto molto bene sia l'aspetto dei personaggi e dei luoghi, con assoluta chiarezza, sia l'interiorità della protagonista, Evelyn. Penso che sia una delle cose migliori del tuo stile: che sia cristallino, non si può proprio dire "ok, questo passaggio della storia non l'ho capito, perché scritto in maniera troppo intricata". 

Hai fatto molto bene anche dal punto di vista grammaticale, perciò sono pochi i consigli di crescita che posso darti. Fai attenzione alle virgole quanto usi una "e" che ha funzione di congiunzione, ad esempio: "Si scontrò contro l'aria gelida di quella giornata invernale, e s'incamminò verso la piazza." oppure "[...] chioschetti di cioccolata o frittelle calde, e pattinatori che si muovevano" o ancora "corsero, e corsero [...]" e così via. In tutti questi casi non serve mettere la virgola davanti alla e, perché c'è già quella lettera a fare il suo lavoro! 

Un altro consiglio è quello di non dividere soggetto dal verbo mediante la virgola, benché tu l'abbia fatto in rari casi! "La parete in fondo, era piena" o "Perché le persone, di bugie ne dicono tante" nell'ultimo caso avrei semplicemente creato un inciso aggiungendo una virgola dopo "bugie".

-Trama e Personaggi: anche questa è una long, divisa in dieci capitoli, che racconta la storia di Evelyn, il peso della sua perdita che si fa più sentita con l'arrivo delle vacanze di Natale e i nuovi sentimenti che nascono per una ragazza, Leila. Quest'ultima, anche con i suoi molti misteri, aiuta Evelyn a superare un periodo difficile regalandole qualcosa che ha il potere di risollevarla, nonostante tutto: l'amore. Nel tuo caso, in particolar modo, ero curiosissima di leggere che cosa avresti creato. Se sono rimasta insoddisfatta? Assolutamente no! 

Mi è piaciuto molto come tu ti sia concentrata sul dolore di Evelyn, sul suo senso di colpa che la fa cambiare e diventare un'emarginata. Ci sono molti misteri nella tua storia, la maggior parte dei quali resta taciuta. Cosa è successo al padre di Evelyn? Perché Leila sembra conoscerla e sapere di lei cose molto personali? E quali sono i suoi segreti? Onestamente, ho apprezzato davvero tanto che la tua fosse una storia d'amore con un valore catartico. Capace di guarire, ma non soltanto Evelyn, anche Leila, a mio parere (dalle sue dipendenze, ammesso che le abbia e io non abbia interpretato male la cosa), benché sia un percorso che deve ancora svilupparsi, forse in un sequel, che hai ipotizzato creerai.

Parliamo dei tuoi personaggi. Evelyn è adorabile, morbida e con grandi occhi verdi, così dolce e sensibile, in senso anche negativo, visto quanto forte sia la sofferenza che prova e che scaturisce nel volersi fare del male da sola. Si vede che vuole bene alla sua famiglia e anche quando formula i pensieri peggiori a loro va il suo pensiero. Vorrebbe essere morta lei, al posto di suo padre, per quanto si senta inutile in confronto, all'interno della famiglia. E' molto fragile e le bastano anche segnali taciuti (come quando Leila non fa nulla nella casetta sull'albero, non dà segno di avvicinarsi a lei o di volerla accompagnare a casa) per stare male. Al tempo stesso, le basta poco anche per rifiorire, perché dopo i primi incontri con Leila si nota subito che la sua voglia di sorridere riemerge.

Quanto a Leila, è un personaggio veramente molto ambiguo. Forse è per questo che mi è piaciuta anche di più di Evelyn: non credo che abbia avvicinato la protagonista con l'intenzione di rasserenarla e diventare semplicemente sua amica. Anzi, credo che Leila sia una ragazza piuttosto viziosa, che ha scelto di avvicinarsi ad Evelyn perché, da quella famosa lezione di chimica, si è incuriosita abbastanza da volerla conquistare e, come dice ad un certo punto, "farsela". Solo che ha finito per affezionarsi a lei. O almeno, questa è la mia personalissima impressione.

Perché poi ci sono le molte cose che non dice: i suoi misteri la rendono intrigante. Mi è piaciuta questa parte, perché penso che sia un ottimo modo per descriverla: "Si chiese come sarebbe stata Leila, se fosse stata una farfalla. Di sicuro, sarebbe stata una farfalla da ampie e grandi ali, ali viola e nere che, nonostante i loro colori scuri, avrebbero attirato l'attenzione di tutte le altre farfalle, che avrebbero sempre ammirato quella creatura così affascinante e maestosa." Io nutro ancora seri dubbi sul fatto che quella fiala fosse cianuro... Secondo me era cocaina, invece, ma anche qui sono io che mi faccio mille film. E adoro quando una storia è in grado di suscitarmeli!

Ho apprezzato il finale perché andare in ospedale ha fatto definitivamente riflettere Evelyn e capire che la sua vita ha valore. Forse ti avrei consigliato di creare un momento transitorio per il rapporto fra Leila e Evelyn, proprio perché erano passate dal non parlarsi ed evitarsi a scuola (uno dei motivi per cui la protagonista ha avuto il suo crollo, insieme alla morte della nonna) dal riabbracciarsi quasi come se niente fosse proprio sulla fine.

Che Evelyn abbia capito cos'è importante, dopo essere stata ad un passo dalla morte? Ecco, avrei voluto leggere proprio questa sfumatura, questo piccolo cambiamento, o anche un accenno in Leila di scuse/pentimento per averla evitata senza spiegazioni. Insomma, è come se fosse stato un passaggio troppo veloce, dal niente al tutto. A parte questo, però, ho davvero apprezzato l'umanità che mostra Leila davanti alla possibilità di perdere Evelyn, quando sta per bere la fialetta (okay, forse non era cocaina ma davvero cianuro). E il finale, con la frase ripresa dal titolo, dolcissimo!

- Utilizzo prompt: il primo da te utilizzato è stato il parchetto innevato in città. E' stato ben descritto, con la pista da pattinaggio e tutti i cibi prelibati offerti dai banchetti. Mi è piaciuto perché, sebbene la scena nella piazza in sé durasse poco, trovo che il boschetto con la casa sull'albero fosse in qualche modo il suo prolungamento e un'ambientazione ricorrente. E soprattutto, la piazza ritorna anche nel finale, nella riappacificazione definitiva delle ragazze!

Parliamo invece del secondo prompt, quello sul potere del Natale, che può salvare qualcuno che vuole farla finita. Ho adorato il modo sapiente in cui l'hai utilizzato, facendone il perno attorno a cui ruota tutta la tua storia. Ogni capitolo è stato un climax in cui le sensazioni di Evelyn aumentavano, il suo dolore incompreso e il senso di perdita, lenito però dalla presenza di Leila, una ragazza complicata ma che è comunque riuscita a riportarla a galla. Alla fine, la protagonista ha tentato davvero di uccidersi, decisa perfino a lasciar andare la sua famiglia... Ma è stata Leila a fermarla, a cui Evelyn ha deciso di donare "il cuore di un'anima dannata".

Ultimo prompt, "il primo amore". Mi ha dato da pensare, non lo negherò. Nel senso che ha dato origine a nuove teorie! E se Leila fosse a conoscenza di tutte quelle informazioni su Evelyn perché si conoscevano, quando erano piccole, ed Evelyn era il suo primo amore? Okay, forse è un'altra delle mie teorie campate in aria, visto che si intuiva non si conoscessero a scuola, prima della lezione di chimica... (Ripeto, adoro quando le storie mi danno la possibilità di costruire teorie). Ma torniamo alle cose che sappiamo essere "vere" della storia. Leila è il primo amore di Evelyn, la attrae ma ha anche paura di essere ferita di lei, di essere ferita da sentimenti che non comprende completamente. Insomma, anche questo prompt ti è ben riuscito!

- Bonus: sì, sì e assolutamente sì! Un altro aspetto che spicca in questa storia è proprio il titolo. "[...] io non ho nulla da darti... però se vuoi, posso regalarti il cuore di un'anima dannata. / lo accetterò volentieri; ma sappi che lo farò mio." Ho adorato come tu l'abbia ripreso alla fine! E ho apprezzato molto anche i titoli degli altri capitoli, regalano quel je ne sais quoi a tutto, un senso di completezza.

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Passiamo alle altre valutazioni: le trovate in ordine sparso, non è una classifica! Inoltre, ci tengo a precisare che, anche se non siete fra i vincitori (purtroppo, non si può far vincere tutti, altrimenti non sarebbe un contest... Ma immaginate il mio cuore spezzato), ho apprezzato molto anche le vostre storie. E con lo stesso impegno scrivo le vostre valutazioni, sperando vi siano utili!

What a mess di zula_malody

- Grammatica e stile: hai uno stile di scrittura semplice e conciso. Mi piace il fatto che tu abbia scritto in prima persona diversamente dalla maggior parte dei partecipanti. Inoltre, hai dato un ottimo spazio alle descrizioni fisiche, ho apprezzato la cura certosina che hai avuto nel raccontare di com'è fatto il protagonista, Estes. Un'altra scelta anticonvenzionale e ben riuscita è stata optare per il tempo presente, dando un'idea di immediatezza a tutta la storia.

Ho una serie di consigli che posso offrirti, il primo fra tutti stride con quello che ho detto all'inizio del contest. Ho spiegato che non avrei dato peso agli errori di battitura, cosa infatti vera, ma ti consiglio caldamente di dare una rilettura in più alla storia perché te ne sono sfuggiti parecchi ed è un vero peccato! A volte, un metodo molto utile è quello di rileggerla dopo diversi giorni, così la mente si "ripulisce" dalla memoria di quello che abbiamo precedentemente scritto e notare gli errori diventa molto più facile. (Non ti consiglio un beta reader non perché non siano preziosi, anzi, ma non tutti hanno amici disposti a leggere ciò che scriviamo, ahimè).

Altro consiglio che penso ti sarà utile in futuro: usufruisci dei capoversi. Scrivendo i dialoghi uno dopo l'altro e creando grandi paragrafi, senza specificare chi parla il più delle volte, puoi creare qualche confusione, perciò se scegli di andare a capo ogni volta che cambia la persona che sta parlando, tutto diventa più chiaro!

Proprio sull'onda dei grandi paragrafi, ti suggerisco anche di non creare periodi troppo lunghi e preferire il punto alla virgola o alla congiunzione, perché tirare per le lunghe una frase rischia di far perdere il filo. Ultimi due suggerimenti: cerca di non abbondare di troppi avverbi (naturalmente, certamente, ecc.) nella stessa frase, o in frasi vicine, risultano ridondanti. A volte basta chiedersi: suona bene nella frase? E' necessario? E hai la risposta! Infine, riprendo uno stralcio della tua frase: "il suo carattere un po' vizioso", qui l'aggettivo giusto è viziato, perché viziosa è una persona che ricade nei vizi (il gioco, l'alcol, la droga..) e non credo che sia il caso del personaggio!

-Trama e personaggi: la storia, divisa in due parti, narra dello scambio di regali molto particolare avvenuto la sera di Natale, dentro ad un liceo (magico si presuppone, data la natura del protagonista) fra Estes, un professore ed angelo caduto, e Nephelle. I regali però hanno un'inaspettata svolta soprannaturale, riservando qualche sorpresa al protagonista. L'idea dapprincipio è molto carina, il fatto di finire dentro ad un regalo ed incontrare una buffa versione di Babbo Natale; come anche è carino che Estes finisca all'interno di una palla di Natale, la storia è come una matrioska. Il protagonista finisce in un pacco regalo, a sua volta dentro una palla di neve, senza sapere di essere dentro ad un sogno, da cui si risveglia alla fine.

Devo ammettere però che lo sviluppo del tutto mi lascia un po' perplessa: è come se mancasse effettivamente un pezzo della storia, quella marcia in più, quel qualcosa che avrebbe armonizzato tutto ma che non c'era. Un pacco regalo magico li attira nella casa di Babbo Natale e il vecchio dà ad Estes una palla di neve. Perché, se non ha una funzione utile? Una volta entrato dentro di essa, avresti potuto mettere a frutto innumerevoli idee. Qualcosa che parlasse dei tuoi personaggi, per esempio. Non per forza un risvolto romantico, ma qualcosa che desse un senso a tutta la storia. Invece è come se avessi narrato solo... Un sogno strambo? 

Perché Estes ha una visione riguardante la caduta di Lucifero, che però non viene descritta, sappiamo solo che vede questa cosa e ... fine? Forse volevi narrare qualcosa che c'entrasse col protagonista (essendo un angelo caduto) ma se non ce lo spieghi appare per i lettori un passaggio privo di logica. L'impressione che ho avuto è che ti mancasse l'ispirazione o addirittura la voglia per sviluppare l'idea. Il che è un peccato, perché i presupposti per una buona storia c'erano tutti!

Quanto ai personaggi, penso tu abbia sviluppato meglio Nephelle (per quanto tu non abbia detto il suo nome nemmeno una volta all'interno della storia, si può desumere solo dalla trama, quindi mi raccomando, la prossima volta cerca di dare spicco a questa informazione) per via del fatto che avesse un carattere esuberante e volutamente irritante. Appare come una ragazza viziata e superficiale, a cui importa dell'aspetto esteriore di sé e di quello che la circonda. Mostra però accenni di umanità e segni di quanto ci tenga al protagonista quando lui le fa un regalo: anche solo il fatto che cambi dal chiamarlo "Esty" al normale "Estes". 

Ammetto che avrei voluto mostrassi di più del loro rapporto, invece l'unico barlume di una relazione fra loro è stato lo sbrigativo bacio finale, quando lui si risveglia. Su Estes, invece, sappiamo che sia un angelo caduto con un vero e proprio odio per il Natale: un motivo in più per sviluppare meglio la storia e, magari, cambiare la sua opinione in merito grazie a qualche colpo di scena, magari proprio attraverso la sua storia con Nephelle. Addirittura la definisce "terribile" ad un certo punto, ecco perché mi sarebbe piaciuto vedere di più il loro legame, il motivo per cui lui si è comunque invaghito di lei, che ha un caratteraccio. Penso che avresti potuto fare di più!

- Utilizzo prompt: il primo che hai utilizzato è quello del liceo. Ho apprezzato la sua descrizione in generale, la ricercatezza di dettagli da cui traspare a pieno l'atmosfera natalizia, fra il vischio, la slitta e le varie lucine. Tuttavia, devo ammettere di non aver percepito molto la caratteristica magica in esso, avresti infatti potuto abbondare con elementi fantasiosi, si poteva intuire lontanamente che ci fosse qualcosa di particolare grazie a Nephelle che nomina ad un certo punto "mostri", ma sarebbe potuto essere anche un modo di dire.

Il secondo prompt scelto è stato il regalo di natale che causa svolte imprevedibili. Le sorprese in effetti ci sono state, ma come ho spiegato nel punto della valutazione riguardante la trama, non sono del tutto soddisfatta dalla maniera in cui hai scelto di svilupparlo. Avresti potuto davvero sbizzarrirti, invece.

Ultimo prompt, la storia d'amore. Hai scelto il punto a sorpresa e ci siamo accordate che la coppia di cui avresti scritto sarebbe stata un professore e un'alunna. Ecco, lo sviluppo di questo punto... Manca totalmente. Si capisce ad inizio storia che Estes sia un professore, visto che nomina i suoi colleghi, ma la cosa finisce qui: non viene mai detto che Nephelle sia un'alunna, per quanto ne sa il lettore potrebbe essere veramente chiunque. È un peccato, perché anche in questo caso avresti potuto sfruttare a tuo favore la cosa!

- Bonus: non proprio. "What a mess" come titolo è originale, ma non ha una profonda connessione con la storia, sempre per il fatto che il "casino" in questione non è stato narrato in maniera sciolta. Ho però approvato molto i lavori grafici fatti sui personaggi, che hai inserito nel primo capitolo.

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Babbo Natale Segreto di avocadoxavocado_

- Grammatica e stile: ho molto apprezzato il tuo stile. La tua scrittura è scorrevole, precisa e semplice, ma affatto priva di piattezza per questo, anzi, le tue sono qualità di tutto rispetto, che sai come mettere a frutto. Hai saputo sapientemente comunicare l'atmosfera colma di ottimismo di cui la tua storia è pregna fino all'ultima parola. Non ho molti consigli da poterti dare nel campo grammaticale, sei stato davvero molto corretto e puntuale. 

Uno spunto che posso offrirti - nient'altro che un cavillo, ma non si smette mai di scoprire informazioni, quindi magari ti fa piacere saperlo! - è il modo in cui si scrive "alla buonora" o "alla buon'ora". Quindi non "buon ora", dato che c'è un'elisione serve l'apostrofo, ma è anche accettabile tutto attaccato. Ecco un'altra piccola cosa: "[...] nel momento in cui comprese che; qualcuno avrebbe potuto trovare la lista per scherzo" non serve mettere il punto e virgola, se volevi creare la pausa di suspense bastavano tre puntini! 

Attento invece a mantenere il passato, perché ad un certo punto riporti una frase al presente "Per lei Sophia è stato amore a prima vista, peccato che lei, ingenua come una bambina, non abbia mai notato quando Isabelle penda dalle sue labbra". Capisco che tu abbia voluto riferirti ad una situazione generica, ma stride un po' leggendo il periodo insieme ad un testo che è tutto al passato. Perciò io ti avrei consigliato: "Per lei Sophia era stato amore a prima vista, peccato che lei, ingenua come una bambina, non avesse mai notato quanto Isabelle pendesse dalle sue labbra"

-Trama e personaggi: la tua storia, divisa in quattro capitoli, parla di un gruppo di amici al college, che durante le festività natalizie decide di giocare al Babbo Natale segreto. Oliver, il nostro protagonista, scrive per scherzo una lista regali "finta" dove fa capire chiaramente il suo interesse per l'amico Ben. Una lista che, senza che lo sappia, finisce nelle mani sbagliate... O meglio, nelle mani giuste! A quel punto, il suo rapporto con Ben si evolve inevitabilmente. 

Ho ammirato il modo in cui hai pilotato tutta la narrazione: hai usato l'escamotage di questo gioco fra amici e con questo trucco hai presentato tutta la banda che ruota attorno ad Oliver. Hai messo sin da subito un accento molto marcato sulla caratteristica di questa storia: l'amicizia. Inutile dire che io abbia adorato ognuno di loro: in primis Sophia, sempre dolce e disponibile a dare consigli all'amico. 

Ma anche William, il suo gemello Henry e Isabelle... Non li hai relegati al ruolo di semplici comparse, anzi, sono stati tutti una parte integrante della storia. "[...] credeva veramente che Sophia potesse essere la sua persona, la sua anima gemella. Non in senso romantico, solo la forma di amore più pura e dolce che possa esistere, l'amicizia" ho adorato davvero un sacco questa parte! Sophia è davvero un personaggio adorabile. Belli anche i piccoli dettagli che hai inserito, il portachiavi con il codice spotify di Sweater Weather, ho adorato!

Parliamo dei personaggi principali. Oliver è ben caratterizzato, si capisce che è un tipo spensierato (già solo dal fatto che adora mettere maglioni natalizi tutto l'anno!), è pieno di positività perché è circondato da persone che lo amano, dai suoi amici alla sua famiglia, che non perde occasione per chiedergli di raccontargli di lui o del suo rapporto con Ben (nemmeno avessero già capito tutto). Ma è anche un tipo scherzoso, nonché impulsivo, perché sebbene voglia proteggere la sua amicizia con Ben alla fine si lascia trascinare dalla cosa e, dopo, sempre senza pensarci rovina tutto, quando afferma ai suoi amici che sia solo sesso e nient'altro.

Per me basterebbe descrivere Benjamin con una frase emblematica dalla storia: "Lo spaccacuori Benjamin Wilson con il cuore spezzato". A primo acchito si potrebbe pensare di lui che sia lo stereotipo del bel ragazzo dei licei statunitensi, quello sportivo e muscoloso che può avere chi gli pare e infatti è parecchio libertino. Ma in realtà è un ragazzo insicuro, uno che crede che la reginetta del ballo possa salvarlo dalle incertezze riguardo la propria bisessualità. Uno che ha aiutato il suo amico a fare coming out anche quando lui non ci è riuscito, anzi, ha sempre amato Oliver ma non è in grado di svelarglielo nemmeno quando iniziano a fare sesso. Alla fine, il povero Benjamin si ritrova nuovamente col cuore spezzato... Ma tutto bene quel che finisce bene!

Su di entrambi ti avrei consigliato di soffermarti sul loro aspetto fisico (come hai fatto con gli altri personaggi), ho potuto desumere, soprattutto nel caso di Oliver, che avesse gli occhi verdi e i capelli biondi solo parecchio più in là nella storia. E io adoro visualizzare nella mente i personaggi di una storia, ecco perché lo sto dicendo!

- Utilizzo prompt: il primo prompt da te utilizzato è stato "la scuola". Hai raccontato il Boston College in maniera soddisfacente, non soltanto accennando all'inizio ad una descrizione dell'atmosfera, ma facendo vivere proprio quell'aria collegiale che è tipica degli Stati Uniti. Con amici che decorano il posto con i disegni della mascotte scolastica, persone che si conoscono in caffetteria, che s'incrociano in facoltà. Quel senso di "comitiva" e "confraternita" che è proprio perfetto per il prompt.

Il secondo prompt riguardava la lettera di Babbo Natale finita nelle mani sbagliate. Hai fatto di questa traccia la colonna portante della storia e come ho detto nella voce precedente, mi piace come hai elaborato questo punto attraverso uno scambio di regali fra amici. Si collega al terzo prompt, quello di una coppia di amici che si trasforma in amanti. Hai dato all'amicizia un senso più ampio, ne hai sottolineato l'importanza. Ho trovato incredibilmente carino il background passato fra Oliver e Ben, il modo in cui si sono conosciuti. 

Davvero spassoso il fatto che, essendo stati piantati in asso dalle loro accompagnatrici, alla fine si siano ritrovati. Hai evocato l'immagine di loro due, un po' imbronciati e un po' divertiti, vestiti tutti eleganti a mangiare al McDonald. Lo voglio fare anche io! Scherzi a parte, ho apprezzato molto che William, Sophia e gli altri volessero essere coinvolti nella notizia dell'imminente relazione fra Oliver e Ben, restando delusi dal segreto che hanno mantenuto. D'altro canto, mi è piaciuto che i protagonisti avessero due modi leggermente diversi di viverla: Oliver pensando che la loro amicizia avesse subito un'evoluzione, Ben sentendo i sentimenti per l'amico finalmente andare a parare da qualche parte. Insomma, efficace uso del prompt!

- Bonus: //

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Un desiderio per Natale di Distance_Dream

- Grammatica e stile: hai un lessico vivace e ho apprezzato molto la tua tendenza a creare metafore e similitudini originali, aiutavano a rendere vivide le descrizioni, man mano che si scorreva con la lettura. Inoltre, è stato interessante vedere come il primo capitolo (introduttivo) avesse un osservatore "esterno", in terza persona, mentre gli ultimi due fossero in prima. Da lì lo stile è tramutato, diventando particolarmente divertente e ironico, c'era davvero qualcosa di comico nel leggere tutti i pensieri e le considerazioni del protagonista (specialmente su Simon).

Posso dare qualche consiglio anche a te, cercando di andare in ordine con le cose che mi sono appuntata! "[...] illuminava la sua raggiante aurea. Una strana aurea che gli apparteneva" in questo caso la parola da utilizzare è aura, che appunto si riferisce a ciò che volevi dire, mentre aurea è un aggettivo per descrivere oggetti dorati (ad esempio: la corona aurea) oppure per la sezione aurea. "Che c'è dal dire" qui non è dal, ma da (non che sia sbagliato "dal dire", in esempi tipo... "dal dire tante cose, si ritrovò a stare in silenzio" però appunto è un caso diverso). 

"Non abbiamo buon sangue che ci scorre nelle vene" ecco questa frase può essere travisata, nel senso che per un momento pensavo che per via delle loro nature sovrannaturali avessero qualche problema/malattia nel sangue, poi ho capito che ti riferissi all'inimicizia fra loro. In quel caso sarebbe più corretto dire "Tra me e Simon non corre buon sangue" (o "non scorre" che è uguale, ma essendo un modo di dire metaforico non serve nominare le vene).

Cerca invece di prestare attenzione alle ripetizioni, che creano discontinuità dentro al testo: "Ci fu solamente un poco di distacco una volta solamente finite alle medie" - "l'unica cosa che mi differenziava da quell'altro, era che a differenza sua" - "Io seduto a sedere e in cerca di aria" e così via. In molti casi ti direi di eliminare direttamente il termine che si ripete, ad esempio "Io seduto e in cerca d'aria", in altri ti consiglierei di fare uso dei sinonimi, che personalmente trovo preziosissimi. Per esempio: "l'unica cosa che mi differenziava da quell'altro, era che al contrario suo".

"Qualcosa stava tremando" e "di sicuro tremerebbe qualsiasi cosa pur di vedermi morto" in questi due casi la parola non è tremare ma tramare (ho immaginato non fosse un refuso proprio perché l'avevi usata in due punti diversi della storia), le parole sono così simili che capisco sia facile confondersi! Per il resto, ti consiglierei di fare attenzione ai tempi e sceglierne uno in particolare, perché nel capitolo 2, durante il flashback, narri tutto al passato, mentre nel capitolo 3, oscilli fra presente e passato.

- Trama e personaggi: eccoci alla trama, il punto forte di questa storia. La vicenda narrata in due parti (più un'introduzione) parla di un mondo magico dove vivono due ragazzi, Maderik e Simon, che sin da piccoli sono legati da un'intensa inimicizia. La loro rivalità scaturisce in una serie di dispetti perfidi perpetrati ai danni dell'uno o dell'altro e le cose sembrano andare sempre peggio, finché ad un certo punto Simon decide che è tempo di una tregua. 

Maderik, interpretando il suo "gesto di pace" come l'ennesimo colpo basso, viene assalito dal desiderio di vedere il suo "nemico" scomparso. Senza sapere che, il giorno dopo, Simon è scomparso veramente... Accorgendosi all'improvviso dell'importanza del ragazzo nella sua vita, sceglie di pagare un prezzo salato pur di revocare quanto desiderato e finalmente si lascia andare a quello che prova veramente per lui. 

Sicuramente nell'introduzione e nella fine della storia vediamo un amore che è già maturato e profondo, mentre alla conclusione del loro flashback quell'amore è appena sbocciato, devono ancora scoprire bene che cosa provano l'uno per l'altro ma è evidente che, dopo essersi punzecchiati per anni, qualcosa già dovevano provare l'uno per l'altro, altrimenti avrebbero lasciato perdere da un bel po'! 

La tua storia mi è piaciuta per varie ragioni: a cominciare dagli scherzi perfidi e magici che si scagliavano l'uno contro l'altro. Ho adorato il fatto che tu abbia infarcito tutto di dettagli comici (ad esempio, la specifica sull'intimo Gucci di Simon mentre veniva abbassato e lui lasciato col gingillo al vento, voglio dire, mondo magico sì, ma chi ha detto che non possono avere capi Gucci? E bravo Simon che ha gusto per la moda! Sì, ho riso tantissimo). Oppure, per i tanti modi in cui si chiamavano a vicenda. Simon "il troll" o Maderik "il racchio". 

Questa frase mi ha fatto sghignazzare: "masticando la gomma che aveva in bocca come una capra che mangiava erba". Mi è piaciuto anche il colpo di scena finale, devo ammettere che mi aspettavo Maderik pagasse un prezzo più di tipo magico per far tornare indietro Simon, invece il fatto che regolasse i conti con un rene è stata un'altra sorpresa, piacevole però, se si tiene in conto che ha dovuto dare letteralmente un pezzo di sé per riavere l'amico.

Parliamo dei personaggi. Maderik è un AntilipusBlack, una sorta di ibrido lupo in grado di fare incantesimi, con la chioma scura, gli occhi chiari e un caratterino pepato e dispettoso, non diversamente dalla sua controparte Simon, un tipo che si atteggia a bullo ma che in realtà ha pur sempre un cuore, altrimenti non avrebbe mai regalato al protagonista una copia della palla di neve, appartenente alla defunta nonna, che gli aveva rotto. Maderik è il più orgoglioso dei due, decisamente non intenzionato a cedere, sospettoso, ma anche furbo. Eppure sia lui che Simon dimostrano una grande tenerezza quando cedono ai sentimenti, ho trovato molto dolci le parti che narrano il loro presente e la loro relazione ormai avviata.

- Utilizzo prompt: partiamo dal primo prompt da te utilizzato, la casa. Devo ammettere che, se avessi scelto dal pacchetto il mondo surreale/fantastico, saresti stata ancora più azzeccata in questo punto. Infatti, mi è piaciuto molto il tuo worldbuilding, sia le origini che ci hai costruito dietro, sia le descrizioni e i dettagli che la infarcivano. Gli skate volanti, per esempio, oppure le bacchette magiche luminose, o ancora le razze e sottorazze di Wicthuman... Molto interessante!

Senza nulla togliere però al prompt della casa: forse ci sono meno descrizioni in merito, ma è stata cuore pulsante di molte vicende. Le cene di famiglia, tanto per dirne una, quelle passate (dove il tacchino ripieno si è sostituito ai topi morti, anche quello da ridere...) e quella del presente, dove Simon ha firmato il trattato di pace con Maderik con quel regalo, senza sapere poi quali casini avrebbe generato. Bella anche la scena in cantina per andare a prendere i vini, il protagonista ha iniziato a rendersi conto dell'attrazione per Simon.

Il secondo prompt è quello che ha spiccato in questa storia. Decisamente il regalo ha generato qualcosa di imprevedibile! Mi sono già espressa in merito quando ho parlato della trama, ma aggiungo che l'ho trovata un'idea originale e l'ho adorata. Di certo è stata la spinta necessaria che serviva a Maderik per capire che Simon fosse di più di un semplice ragazzo fastidioso (per quanto attraente).

Ultimo prompt, anche qui devo ammettere che avrei trovato più azzeccata la scelta degli Enemy to Lovers, praticamente sprizzano rivalità da tutti i pori! Del resto, quella del Soulmate è comunque una carta jolly, nel senso che qualsiasi tipo di coppia si può adattare a questa idea, se si pensa che sia destino che debbano stare insieme. In effetti, Simon e Maderik si sono conosciuti sin da piccoli e, nonostante il fastidio reciproco, se ci si riflette e si capisce che i loro dispetti fossero un sintomo di qualcosa che provavano, allora si arriva alla soluzione. Ovvero, che era destino che, alla fine, si mettessero insieme.

Mi sarebbe piaciuto sapere perché Simon sceglie di proporre una tregua e fa quel regalo a Maderik, dopo averlo minacciato di stare attento. Forse, dopo, ha capito che avessero definitivamente toccato il fondo, vista l'umiliazione gigantesca subita? Proprio perché, magari, Simon è sempre stato innamorato di lui e quel dispetto gli ha dato un bello scossone? Chissà, mie teorie! In ogni caso, sono un duo molto divertente e ben riuscito!

Bonus: //

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Per i vincitori: mi occuperò quanto prima dei vostri premi, intanto avrete già ricevuto la notifica del follow. Riceverete le aesthetic moodboard in posta privata appena le avrò pronte. Per le recensioni all'autrice arrivata al primo posto mi accorderò in privato, mentre per la recensione destinata all'autrice del secondo, ci rifletterò e al più presto la riceverai sulla storia che avrò scelto.

Per tutti: ditemi esplicitamente se volete che pubblichi le valutazioni (in quanto si tratta di vere e proprie recensioni) in forma di commento nelle vostre storie. Se avete qualche perplessità o domanda sulla vostra valutazione, ditemi pure. Ognuno di voi mi ha davvero entusiasmata, sappiatelo!

GRAZIE A TUTTI PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST "CHRISTMAS IN LOVE" ♥

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