NONNO GAËTAN - @sugar9403
PACCHETTO GHIACCIO
PILOTA: Pierre Gasly
PROMPT: vischio
CARATTERISTICA: il personaggio è il miglior decoratore di alberi di Natale di sempre (una volta ha vinto persino un premio per questo... e ne è fiero in un modo quasi imbarazzante)
NONNO GAËTAN
Fin dalla tenera età il più grande sogno di Pierre era quello di diventare un pilota di macchine e correre nella categoria più prestigiosa in assoluto: la Formula Uno. Ma purtroppo si sa, i sogni hanno bisogno di sacrifici e in quel mondo poi, la cosa più importante erano i soldi. La famiglia Gasly non navigava nell'oro, e tutti membri della famiglia cercavano di aiutare il più piccolo nel realizzare il proprio sogno, soprattutto nonno Gaëtan.
Pierre passava tutte le sue giornate in compagnia del nonno, amava farsi raccontare storie e imparare cose nuove, ma la cosa che più amava era passare la domenica pomeriggio seduto sul divano a osservare, tramite il piccolo e vecchio schermo della televisione presente a casa dei nonni, le vetture di Formula Uno correre su ogni circuito del mondo.
Nonno Gaëtan, amava il nipote più di ogni altra cosa e sapere che era riuscito a trasmettergli una delle sue grandi passioni lo rendeva entusiasta. Il vecchio signore, per cercare di realizzare il sogno del nipote, faceva tantissimi lavori così da avere delle entrate extra da mettere all'interno del grande vaso in cameretta di Pierre. Ma il lavoro che amava fare più di tutti era quello di addobbare gli alberi di Natale del suo piccolo paesino, un'altra piccola passione che aveva e che piano piano stava trasmettendo al nipote.
Pierre, amava il Natale proprio per questo. Amava l'arte del decorare i grandi abeti, e non riusciva a capire come alle persone non piacesse passare il tempo con i propri cari a scegliere quale colore e quali palline usare. Ma c'era una cosa che durante quegli anni aveva fatto appassionare il piccolo Pierre al Natale ed era il regalo che ricevette a sei anni. Il nonno Gaëtan, quell'anno aveva racimolato alcuni soldi extra che servirono a comprare alcuni materiali per realizzare il regalo al nipote: una macchinina interamente di legno fatta con le sue mani.
Quando il bambino vide la macchina fu subito amore, e ringraziò il nonno per anni; i due passavano giorno e notte a giocare con quella piccola automobile, Pierre spingeva la macchinina su una collina, ci saliva sopra e con l'aiuto del nonno, si faceva spingere per affrontare la discesa con il vento tra i capelli. L'unico problema era che, essendo fatta di legno, ogni volta le ruote si staccavano dagli assi e Pierre, insieme al nonno, era costretto ad aggiustarla ogni volta. Il Natale dell'anno dopo però il meccanico del paese, vista la grande passione del bambino verso il mondo dei motori gli regalò quattro cuscinetti di metallo, che avrebbero sostituito le ruote di legno, una piccola ricompensa per il piccolo che quando non era con il nonno passava il tempo in quella piccola e disorganizzata officina a scoprire tutti i segreti che quei pezzi di metallo celavano.
A otto anni Pierre diede inizio al suo sogno, correndo il suo primo campionato sui kart. Ma ovviamente le tradizioni rimanevano le stesse e passò il Natale addobbando gli alberi del paese, assieme al nonno. Quell'anno però, il sindaco della città aveva indetto una gara, chi addobbava l'albero migliore vinceva, così molti abitanti del paese si misero in gioco e agghindarono il loro abete. Il nonno e il bambino si misero subito all'opera e scelsero come colori predominanti il rosso e il bianco, scelsero con cura le palline alternando i due colori, così come i fili, mentre il bianco era il colore scelto per le lucine. Con una precisione disarmante iniziarono a riempire omogeneamente il loro albero. Alla fine, dopo lunghe riflessioni da parte dei giudici, il primo premio andò a Pierre e nonno Gaëtan.
La carriera agonistica di Pierre cresceva anno dopo anno assieme a lui e poco prima del suo approdo in Formula Uno suo nonno morì, non potendo assistere al compimento del sogno del nipote, che seduto in quella monoposto sogna tutt'ora di diventare campione del mondo per lui. Da quel giorno Pierre non tornò più a casa, nemmeno a Natale. Quel piccolo paesino, che l'aveva visto nascere, crescere e ridere scatenava in lui ricordi dolorosi che preferiva evitare piuttosto che dovere affrontare.
Durante il suo ventunesimo Natale, bloccato nell'aeroporto di Abu Dhabi a causa di una tempesta di sabbia che aveva cancellato tutti i voli, incontrò Astrelle, e non possiamo dire che il loro fu l'incontro più romantico del secolo.
Astrelle era una ragazza di diciannove anni che per la prima volta nella sua vita passava il Natale lontano da casa. Il ventitré dicembre infatti, si ritrovò seduta sulle scomode seggioline del gate 2, dove era rimasta bloccata a causa di una bufera che aveva cancellato il suo volo diretto a Rouen, la sua città natale.
<< Scusami, è libero ? >> chiese una voce alludendo al posto accanto alla ragazza, che annuì senza dire niente, troppo impegnata a vedere i vari post su Instagram
Una volta preso posto accanto alla bionda, anche Pierre afferrò il suo cellulare e mandò un messaggio ai suoi amici piloti avvisandoli che il suo volo per Barcellona era stato annullato e che li avrebbe raggiunti il prima possibile. Ad un certo punto una voce, un po' troppo acuta per i loro gusti, fece alzare gli occhi ai due ragazzi.
<< Ma tu sei Pierre! Possiamo fare una foto? >> domandò un ragazzino un po' troppo euforico
Pierre, dal canto suo annuì, non fece in tempo ad alzarsi per fare la foto che il ragazzino, con la delicatezza di un elefante in una cristalleria, tirò una gomitata alla ragazza per scattare una foto con il suo idolo.
<< Che modi >> borbottò la ragazza assistendo alla scena e massaggiandosi il punto colpito
Appena il ragazzino si allontanò Pierre le chiese scusa da parte del fan chiedendole, inoltre, se le aveva fatto male.
<< Nono, grazie sto bene - iniziò - non per sembrare scortese, ma come mai sei così famoso da avere ragazzini che attentano alla vita di povere donzelle indifese? >> domandò Astrelle facendo una piccola smorfia che il numero dieci trovò alquanto carina
<< Ma come, davvero non mi conosci? Sono il primo vincitore della gara "Addobba gli abeti" di un piccolo paesino a Rouen >> proferì tutto convinto il pilota con un sorriso che andava da orecchio a orecchio
In un primo momento la convinzione del ragazzo sconvolse la ragazza per poi farla scoppiare in una fragorosa risata che si disperse all'interno del grande aeroporto.
<< Sono Pierre >> si presentò il biondo porgendole una mano con un sorriso
<< Astrelle! Anch'io sono di Rouen >> rispose la ragazza stringendogliela
Da quel momento i due ragazzi iniziarono a parlare di tutto, ancora non sapevano quanto tempo dovevano attendere prima di salire sul proprio aereo con destinazione diversa ma questo a loro non importava. Iniziarono a parlare dell'aeroporto, per poi passare agli hobby, alla carriera automobilistica del ragazzo, all'università della ragazza per poi scoprire di essere cresciuti nello stesso paesino, e fu proprio in quel momento che Astrelle rimase colpita dalla storia del ragazzo.
<< Sai, questo è il secondo anno che non torno a casa - iniziò a raccontare Pierre - mio nonno è morto l'anno scorso, poco prima del mio approdo in Formula Uno. Eravamo insieme quando il mio manager mi chiamò dicendomi che ero stato scelto per correre le ultime cinque gare del campionato più prestigioso del mondo... purtroppo pochi giorni dopo è morto non potendo assistere al mio debutto. Ogni volta che salgo sulla monoposto penso a lui e la mia voglia di vincere sale. Rouen mi manca, ma non sono pronto ad affrontare tutti i ricordi che ha, soprattutto a Natale. Quando ero piccolo, passavo il Natale ad addobbare gli alberi insieme a nonno Gaëtan, quando avevo otto anni abbiamo persino vinto una gara, la più importante della mia vita, perché a "correre" al mio fianco c'era lui... So che te lo starai chiedendo e si, mi vanto tantissimo di questa vittoria, pensa che il mio migliore amico sulla rubrica mi ha salvato "Albero di Natale" perché ad ogni discorso tiro fuori questo argomento. Pensa che una volta ho perfino litigato con il mio Team Principal, perché volevo fare l'albero e iniziai a urlare per tutta la fabbrica che avevo vinto un premio e che quindi ero in dovere di addobbarlo. >>
<< Quest'ultima cosa è imbarazzante >> esclamò la ragazza interrompendo il discorso del pilota e trattenendo una risata
<< Un pochino >> realizzò il biondo e dopo aver ricevuto un segno di incitamento a continuare da parte della ragazza ricominciò a raccontare la sua storia
<< In poche parole ho sempre amato Dicembre, ho sempre amato le luci, gli alberi, ho amato sempre i bambini felici come lo ero io, i regali, le cioccolate calde, questo mese ha un profumo tutto suo. Ma ho iniziato a odiare Dicembre per la nostalgia che porta, i ricordi delle persone che non ci sono più, che sono quelle che mancano di più in questo mese, odio le persone finte che cercano di essere gentili. Dicembre è un mese di transito, sempre, tra ciò che sono stato, quello che sono e quello che sarò.>> concluse il discorso guardando la bionda negli occhi
<< Guarda amore, il vischio >> sentirono urlare da una ragazza alla loro destra, così ancora seduti i due francesi si voltarono notando una coppia che si stava scambiando un tenero bacio a stampo sotto il vischio
<< Ho sempre odiato il vischio >> proferì la ragazza continuando a guardare la coppia
<< Perché? >> domandò curioso il ragazzo spostando i suoi occhi blu sulla figura alla sua destra
<< Penso sia stupido baciare una persona sotto una pianta! >> dichiarò la ragazza << Conosci la leggenda del vischio ? - domandò il pilota numero dieci, la ragazza in risposta scosse la testa - C'era una volta la dea Frigga, sposa di Odino e la protettrice di tutti gli innamorati e ovviamente dell'amore. Frigga era madre di due figli: Balder e Loki, questo però era invidioso del fratello e voleva uccidere Balder che era amato per la sua grande bontà. La madre venuta a sapere dell'odio del figlio contro il fratello chiese ai quattro elementi, alle piante e agli animali di proteggere Balder e così fecero tutti. Purtroppo il fratello cattivo, Loki, venne a sapere di questa protezione e che in tutto il mondo vegetale una pianta non era stata coinvolta. Una pianta che viveva a metà tra cielo e la terra: il vischio. Con i rami intrecciati costruì una freccia appuntita e uccise il fratello Balder. Tutti si addolorarono, gli elementi in terra e cielo provarono a riportare inutilmente in vita il buono Balder. Ma il grande dolore e la rassegnazione di Frigga sfociarono in un lungo pianto sul corpo del figlio e per magia le lacrime della madre a contatto con la freccia fatta dai rami del vischio divennero bacche di bianco perlato e Balder riprese vita. Si dice che dalla grande felicità la madre ringraziò la pianta con un bacio e da allora volle che chiunque si trovasse sotto la pianta si scambiasse un bacio per avere la protezione della pianta simbolo di amore puro. >>
<< Ma è una storia bellissima>> esclamò la bionda guardando Pierre negli occhi, trovandoli di un blu magnetico
<< Anche nel nostro piccolo paesino cresce il vischio >> continuò il ragazzo iniziando a spiegarle nei minimi dettagli il luogo dove da piccolo andava a raccogliere il vischio assieme a nonno Gaëtan, per poi venderlo e racimolare alcuni soldi da mettere nel grande vaso in camera sua
É passato un'anno da quel loro strano incontro, e durante tutto l'anno si sono tenuti in contatto, parlavano quasi tutti i giorni, tra studio, gare e allenamenti, Astrelle aveva persino assistito al gran premio di Francia, e aveva aiutato il ragazzo a superare il momento della retrocessione nella scuderia Toro Rosso. Tra lei e Pierre c'era un bellissimo rapporto, un rapporto che andava oltre l'amicizia ma che nessuno dei due per paura aveva mai affrontato.
Era il venti Dicembre quando Astrelle consegnò a Pierre il suo regalo di Natale, una piccola busta contenente due biglietti aerei per Rouen.
<< Io non vengo! >> se ne uscì Pierre dopo aver visto il regalo
<< Devi affrontare il tuo passato, e prima lo fai prima ritrovi l'armonia con te stesso, non puoi passare il Natale a scrocco dai tuoi amici... Da quanto tempo non torni nel tuo paesino? Esatto, da quando tuo nonno se ne è andato >>
E così Pierre due giorni dopo si ritrovò seduto su un aereo, con accanto la ragazza bionda che l'aveva conquistato un anno prima proprio nell'aeroporto di Abu Dhabi, in attesa che il loro aereo decolli.
Dopo sei lunghissime ore, passate fra dormite e tanto cibo, i due ragazzi arrivarono finalmente a Rouen. Quando arrivarono nel loro piccolo paese, i due si divisero con l'intenzione di vedersi il giorno seguente.
La prima cosa che fece Pierre, appena arrivato nel paese fu dirigersi verso il cimitero con ancora la valigia appresso. Non ci volle molto ad arrivare, e appena varcò l'entrata del cimitero la tristezza si impossessò di lui. Una volta individuata la foto del nonno mollò malamente la valigia e si mise a sedere davanti la foto sorridente di nonno Gaëtan, facendo scorrere incontrollabilmente lacrime amare sul suo viso.
<< Perdonami se non ho partecipato al tuo funerale, perdonami nonno per non aver dato il meglio di me durante i miei mesi alla Red Bull, spero solo che il secondo posto in Brasile che ti ho dedicato, ti abbia reso felice ovunque tu sia. Perdonami per non essere stato il nipote perfetto, perdonami per essere scappato e per non aver affrontato il dolore che Rouen mi provoca...perdonami per tutto nonno >> si sfogò Pierre chiedendo perdono verso il cielo, sperando che nonno Gaëtan lo avrebbe perdonato ovunque esso fosse
E mentre Pierre guardava il cielo, iniziò a nevicare, come un segno. E appena un fiocco di neve toccò la punta del naso arrossata di Pierre sorrise, nonno Gaëtan lo aveva perdonato.
Il giorno della vigilia di Natale Pierre e Astrelle avevano deciso di uscire e comprare gli ultimi regali mancanti da consegnare ad amici e parenti il giorno seguente. La ragazza si era appena fermata davanti ad un negozio di bigiotteria quando un'insegna fece venire le lacrime agli occhi del pilota numero dieci. La scritta "Addobba gli Abeti" risplendeva sulla trave di legno, posta sopra un cancello, e tutti i ricordi di Pierre presero il sopravvento facendolo tornare a quando ad otto anni vinse la gara insieme al suo adorato nonno.
Astrelle, che aveva programmato tutto in ogni singolo dettaglio, era consapevole della reazione che il ragazzo avrebbe provato una volta ritrovatosi, per puro caso, davanti a quell'insegna.
<< Vuoi andare a vedere? >> domandò la ragazza afferrandogli una mano, il ragazzo senza dire niente fece alcuni passi in avanti, come per dire si ma vai prima tu, e così la ragazza con ancora la sua mano stretta con quella del compaesano si avvicinò al grande parco recintato
Davanti al grande cancello c'era un bambino castano che guardava le persone all'interno del parco addobbare l'albero assieme ad amici e parenti.
<< Ehi piccolo, ti sei perso? >> domandò Pierre accovacciandosi per raggiungere l'altezza del bambino, in un primo momento il piccolo lo guardò spaventato ma quando si rese conto che davanti ai suoi occhi c'era il suo idolo Pierre Gasly gli buttò le braccia al collo.
<< Ciao Pierre >> quasi urlò il piccolo staccandosi dal più grande e facendogli un piccolo sorriso che durò veramente poco
<< Ehi campione, cosa ci fai qui tutto solo? Hai perso la mamma? >> ripeté il biondo dolcemente
<< No, mamma è dentro a fare l'albero assieme ai miei fratelli >> rispose il bambino guardando per terra
<< E come mai tu non sei con loro? >> chiese il pilota
<< Mio nonno mi aveva promesso che quest'anno avremmo partecipato insieme, ma...qualche giorno fa se ne andato senza di me >> rispose il piccolo mentre alcune lacrime cominciarono a scorrergli sul viso
Pierre sapeva cosa si provava a perdere un famigliare, anche lui tre anni prima aveva perso suo nonno, la persona più importante della sua vita e ancora nonostante tutto non era riuscito ad accettare la cosa. Sapeva il che Natale per i bambini voleva dire soltanto una cosa: magia, e Pierre avrebbe fatto di tutto per far vivere al bambino la magia del Natale.
<< Ti fa se lo facciamo insieme? >> domandò il ragazzo tornando alla sua altezza normale e porgendo una mano al bambino castano di fronte a lui, che non esitò un attimo ad afferrarla ed insieme si addentrarono nel grande parco alla ricerca dell'albero perfetto, ma non prima di aver scelto con cura le palline da voler utilizzare
Astrelle, non aveva programmato che Pierre l'avrebbe lasciata da sola per partecipare alla gara, pensava che per lui era ancora presto affrontare un dolore così grande, ma si sa, i bambini hanno il potere di farti cambiare il modo di vedere le cose. E così, decise di lasciare i due uomini da soli, e cercando di ricordare le indicazioni che il biondo le aveva fornito due anni prima, andò alla ricerca del vischio. Quella pianta che aveva tanto odiato da piccola e che adesso, dopo aver udito la leggenda legata ad essa, adorava più che mai, e che era sicura l'avrebbe aiutata a dichiararsi al pilota.
La ragazza ci mise circa una mezz'oretta a trovare il vischio, e una volta raccolto un rametto tornò indietro al grande cancello, nel frattempo che percorreva la strada inversa gettò un'occhiata all'orologio del telefono, decretando che se avresse affrettato il passo sarebbe arrivata a destinazione prima della consegna dei premi.
Entrata nel parco iniziò a cercare Pierre, e quando finalmente lo trovò assistí ad una scena che le scaldò il cuore. Pierre aveva preso in braccio il piccolo per fargli mettere la stella in cima al meraviglioso albero che avevano realizzato. Era un abete di medie dimensioni, ricoperto da palline e fili di colore rosso e blu, i due avevano scelto quei due colori per la Toro Rosso, la scuderia dove correva Pierre. E quando anche la punta fu messa al posto giusto Pierre rimise a terra il piccolo che di scatto lo abbracciò una seconda volta ringraziandolo.
<< É bellissimo! >> esclamò la ragazza con occhi sognanti guardando l'albero
<< Ovvio! Lo abbiamo fatto noi! >> rispose Pierre allungando una mano verso il bambino per fargli battere il cinque
<< Hai dimenticato una cosa >> proferì la ragazza guardandolo negli occhi
<< Cosa? >> domandò il biondo iniziando ad agitarsi pensando di aver dimenticato qualche decorazione che avrebbero reso l'albero perfetto
<< Questo >> disse la ragazza alzando il vischio sopra di loro, Pierre le rivolse uno sguardo curioso non capendo il perché aveva con sé un vischio, o meglio non aveva realizzato che la pianta che teneva in mano la ragazza davanti a lui era un vischio, il simbolo dell'amore puro che da piccolo andava a raccogliere per guadagnare alcuni soldini
Astrelle, leggendo la confusione negli occhi del ragazzo alzò i suoi al cielo, e senza pensarci due volte lo baciò. Un bacio timido, che piano piano diventò più passionale, fino a quando il ragazzo realizzò la cosa e le afferrò il viso con le mani staccandosi di poco da lei. Stettero alcuni secondi a guardarsi negli occhi fino a quando Pierre non appoggiò nuovamente le labbra su quelle della ragazza.
<< Complimenti! - disse una voce seguita da diversi applausi che fecero staccare i due imbarazzati - Avete vinto il premio per la miglior scenografia intitolato "nonno Gaëtan">> concluse un uomo porgendo ai due ragazzi un piccolo trofeo raffigurante un uomo che addobbava l'albero assieme ad un bambino. E quando Pierre afferrò il trofeo, realizzando che i due personaggi raffigurati erano lui e il suo adorato nonno, alzò gli occhi al cielo, augurandogli un felice Natale, dovunque lui fosse.
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