Scelta difficile
Capitolo 41
Il lupo lacerò la carne del mostro con un morso letale. Il mostro sparì in una nuvola di polvere scura e sottile, mentre il lupo balzò all'indietro senza perdere l'equilibrio.
Chris si mise a sedere. Le dolevano le braccia, le gambe e il petto, dove il mostro aveva colpito. Però ora doveva alzarsi prima che quell'enorme lupo decidesse di avventarsi su di lei e strapparle la faccia con un semplice, ma feroce morso.
Adam evidentemente era riuscito a sbarazzarsi dell'altro mostro, perchè se lo ritrovò improvvisamente di fronte a lei, pronto a difenderla dalla nuova minaccia. Alex si era inginocchiato accanto a lei e la aiutò ad alzarsi.
Chris non riusciva a distogliere lo sguardo dal grande lupo dal pelo scuro. Riusciva a malapena a sentire Alex che gli sussurrava qualcosa all'orecchio, ma il suo cervello non elaborò le parole.
Il lupo aveva degli enormi occhi blu, che suscitavano una sorta di magnetismo in Chris. Qualcosa, dentro di sè, suggeriva di avvicinarsi al lupo, accarezzarlo, ma un'altra parte, forse quella più cosciente, glielo impediva. Si sentiva come ovattata, riusciva soltanto a guardare quegli enormi occhi blu.
- Lupo - cominciò Adam, alzando le braccia lentamente in segno di pace - ti ricordo che i nostri popoli sono uniti da un patto. Noi non vogliamo farti del male.
Il lupo restò impassibile a guardare Adam, senza digrignare i denti affilati o spalancare le fauci.
Improvvisamente Alex si mosse in avanti e superò Adam, fermandoglisi davanti. - Jason - disse. Chris aggrottò la fronte. - Jason? Cosa centra adesso?
- Jason sei tu? - Alex riprese a parlare ignorando i suoi commenti.
Ciò che accadde un attimo dopo stupì Chris in una maniera impressionante.
Il lupo compì un balzo verso l'alto, le zampe anteriori in avanti, poi si arrotolò su se stesso effettuando tre capriole e quando tornò a terra il lupo non esisteva più. C'era un ragazzo di bell'aspetto al suo posto, con degli enormi occhi blu cobalto. Indossava una maglia a maniche lunghe nera e dei semplici jeans, i piedi calzati in stivali scuri.
- Jason. - La voce di Chris uscì in un sussurro appena percettibile. - Jason - ripetè incredula.
- Sì, sono proprio io, in carne e ossa e pelliccia. - Sorrise.
Chris corse verso di lui e gli buttò le braccia al collo, facendolo arretrare pericolosamente.
- Ehi, calma, calma - disse Jason, cercando di allentare la presa per non farsi strozzare.
- Sono felice che tu sia qui - sussurrò Chris, contro il petto del ragazzo.
- Mi dispiace interrompere questo momento romantico - esordì Adam, in tono sarcastico - ma dobbiamo andare via da qui.
Chris si staccò da Jason e si girò. - Siamo solo amici - puntualizzò.
Adam alzò le sopracciglia - Certo, certo.
Chris arrossì e vide Alex sferrare una gomitata nelle costole di Adam, che imprecò sottovoce.
Poi Adam si raddrizzò e cercò di reprimere una risata e uno sguardo divertito. - Allora, vogliamo andare?
Darren non si era mai sentito così vuoto in tutta la sua vita. Neanche quando uccise suo padre avvolgendolo tra le fiamme.Adesso non riusciva a pensare ad altro che a Chris. Il suo nome riecheggiava nella sua mente, come il suono più bello che avesse mai udito. Quella ragazzina bassa e da capelli color oro le aveva ridaqto la voglia di vivere. Quando l'aveva incontrata, qualcosa in lui era scattato, come una specie di ingranaggio che aveva iniziato a far battere il suo cuore velocissimo ogni volta che la vedeva. Era una cosa incredibile. Però adesso, il cuore sembrava fermo, inerme. Ovviamente era la sua immaginazione, altrimanti sarebbe già morto.
Camminava dietro i suoi fratelli. Davanti c'era Jacob con la spada in pugno e subito dietro di lui, Paige, che sembrava più seria che mai.
Darren aveva notato che i due non si parlavano da quasi due giorni. Pensò che probabilmente fosse successo qualcosa, mentre lui dormivo a causa della ferita ala gamba.
Quando si era svegliato, Paige gli curò la gamba con la magia in modo da potersi mettere in cammino per cercare Chris, Alex e Adam. Però, purtroppo gli incantesimi di localizzazione nella foresta osucra non funzionano e poi non avevano niente con cui poterli localizzare Praticamente, brancolavano nel buio più totale. Il pensiero di Chris in balia di demoni, eli oscuri e orchi, gli fece male al cuore.
- Hai visto cosa ha fatto Chris, prima che ci dividessimo? - chiese Paige a Darren, avvicinandosi. Il volto sembrava in qualche modo cambiato, più duro, più severo. Jacob ingorò la discussione e continuò a camminare.
- Che intendi? Cosa ha fatto? - rispose Darren, confuso. Lui non aveva notato niente.
- Ha creato una parete di ghiaccio, un attimo prima che l'elfo oscuro la trafiggesse con la su lama - spiegò Paige. - E come se non bastasse, quella parete era anche molto spessa.
- Mi stai dicendo che Chris ha il dono del ghiaccio?! - Darren era incredulo. Non che Chris non fosse una strega in gamba, anzi, aveva imparato in poche settimane pidi ogni altro stregone in tre mesi di adestramento, però non credeva che potesse manifestare un dono così in fretta, anche se l'età era quella giusta. La maggior parte deglim stregoni scoproni i doni nell'età adolescenziale, o addirittura, se messi alle strette come era capitato a lui, anche da bambini.
- Cos'altro, altrimenti? - replicò Paige. -Sai, credo che, dopotutto, sia tra le streghe più in gamba che io abbia mai visto.
- Non è una cosa così positiva avere un dono quando si è inesperti come Chris - puntualizzò Jacob, che a quanto pareva, aveva fatto finta di ignorarli. Si girò e si fermò a guardare i suoi fratelli. - Il suo potere è grande, Darren. Anche io ho visto la parete di ghiaccio e, credimi, era molto spessa. Dobbiamo trovarla in fretta, prima che qualcos'altro possa mettere alla prova i suoi poteri...
- ...e mettere in pericolo se stessa e gli altri che le stanno vicino - concluse Darren, con la voce dura, dal tono amaro. Nella sua mente prese vita un'immagina incandescente: fuoco e fiamme avvolgevano un corpo umani stritolandolo in un abbraccio rovente fino a spegnergli la vita.
Ovviamente, Darren sapeva che anche Jacob pensava la stessa cosa, perchè se non aveva assistito personalmente alla scena, lui e Paige lo sapevano, ne avevano parlato.
Darren amava i suoi fratelli, li considerava un'estensione di se stesso, e si fidava di loro. Quando una notte decise di dirlo ai suoi fratelli, loro lo rincuorarono e lo abbracciarono, dicendoigli che non era stata colpa sua. Illoro legfame era cresciuto e si era rafforzato negli anni e questo li teneva uniti.
- Hai ragione dobbiamo trovarli - proseguì Darren. - Ma se voi continuate a ignorarvi e a non guardarvi le spalle a vicenda, finirete per farci ammazzare, tutti, compresi Chris, Alex e Adam. Loro hanno bisogno del nostro aiuto. Hanno bisogno drella squadra che noi tra siamo sempre stati, per cui adesso, smettetela di fare gli idioti e torniamo a essere una squadra, per il bene di tutti.
- Per me va bene - assentì Paige. - E' lui che è diventato isterico.
Jacob gli lanciò un'occhiata di fuoco.
- Paige, smettila - la rimproverò Darren. - Allora - riprese, girandosi a guardare il suo fratellastro - Jacob, ci stai?
Jacob lanciò un'ultima occhiata bieca, prima di annuire con convinzione.
- Bene, allora riprendiamo a camminare.
- Ma non abbiamo idea di dove siano gli altri - disse Paige, incrociando le braccia al petto.
Aveva rinfoderato la spada e a vederela adesso, sembrava una ragazza normale, pensò Darren, magari indifesa. a classica principessa da i lunghi capelli neri, che aveva bisogno dell'aiuto del principe azzurro per uscire dalla foresta maledetta. D'altronde, in realtà, per chi la conosceva, sapeva che non era affatto così. Paige somigliava più a wonder woman che alla Bella Addormentata nel bosco, feroce quanto Xena, la principessa guerriera, dei gioorni nostri, che grazionsa quanto Cenerentola al ballo. Forse era per quello che non avva avuto molte relazioni, pensò Darren. Magari faceva troppa paura perfino ai ragazzi. Difatti a Evelyne era stimata e rispettata , ma più che altro temuta da tutti.
Però, Darren e Jacob sapevano perfettamente che quella era solo una corazza che si era costruita attorno e che aveva un cuore d'oro, grande quanto la Casa Bianca. Cercava di fare la dura anche con loro, a volte, ma con scarsi risultati.
- Dobbiamo convincere il Consiglio ad aiutarci - disse Darren.
- Sai che ignorano completamente il problema.
Darren sapeva che la sorella aveva ragione. Il Consiglio era spaventato e avrebbe ignorato la faccenda ancora una volta. - Allora dobbiamo andare dai nostri genitori, loro ci aiuteranno.
- Così facendo abbandoneremo gli altri nella foresta Oscura.
- No, non proprio - precisò Darren. - Jacob, io e te continueremo a cercare gli altri. - Poi si rivolse alla sorella. - Paige, tu invece uscirai dalla Foresta Oscura e spiegherai tutto quello che successo ai nostri genitori.
- Assolutamente no! - protestò Paige. - Io non vi lascio soli .
- Ma non siamo soli, saremo io e Jacob.
- E tutto quel discorso sull'essere una squadra è andato a farsi fottere, giusto?
- Paige, devi capire che muovendoci in questo modo potremo avere più possibilità di trovare gli altri.
- E se Ombra si nasconde veramente qui - intervenì Jacob - i nostri genitori potrebbero fare da testimoni davanti al Consiglio Magico.
Gli occhi di Paige era infuocati, pieni di rabbia e di frustrazione. Sapeva che era la cosa giusta da fare, ma lasciarli così, in balia di chissà quali altri presagi oscuri... - Va bene - accettò infine. - Farò come volete.
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