La foresta Mills
Capitolo 35
Chris, Darren, Alex, Jacob e Paige attraversarono il portale uno dopo l'altro. Sbucarono davanti a lago incantato. Un brezza leggere increspava le acque del lago in piccole onde grigio-nere. La luce della luna si rifletteva sulla superficie del lago incantato creando scintille luminosi simili a cristalli.
Chris notò le tre colline alte e maestose che offuscavano l'intenso bagliore che proveniva dalla Città Magica. Le luci creavano uno strano effetto, come se le tre colline fossero sormontate da un'aureola giallognola. Era una vista meravigliosa. - Allora - esordì Paige - quale è la nostra prima mossa?
Chris si guardò intorno. Una distesa di erba verde li circondava e più a sud c'era una fitta linea di alberi grandi e verdi.
- Dovremmo accamparci per questa notte - suggerì Jacob.
- Sì, ma dove? Nella foresta? - chiese Chris.
- Temo di sì - rispose Darren. - La foresta Mills è un luogo poco sicuro, ma di certo non possiamo andare alla Città Magica, ci scoverebbero in un istante.
- Già - convenne Jacob. - A quest'ora avrenno già dato l'allarme.
- Allora muoviamoci - intimò Paige, mentre si incamminava verso la foresta Mills.
I cinque ragazzi si incamminarono sull'erba bassa e verdeggiante. Quando si addentrarono nella foresta scura, Chris notò quà e là alcune lucciole dai mille colori: alcune rosa, altre azzurre, bianche, gialle e verde. Darren gli spiegò che non erano lucciole, ma fate nella forma rimpicciolita.
Dopo qualche minuto si fermaro su uno spazio disteso d'erba e circondato da grandi querce. L'erba serpeggiante si innalzava alta e rigogliosa intorno a loro.
Chris, Alex, Paige e Darren sistemarono alcune coperte a terra, mentre Jacob creava una barriera difensiva intorno al perimetro scelto. Chris e Darren misero le loro copert vicine e si sedettero uno accanto all'altra. Alex affiancò Chris e Paige si posizionò insieme a Jacob, di fronte ai tre. Decisero che il primo turno di guardia lo avrebbe fatto Jacob. Quindi gli altro quattro cercarono di dormire, nonostante gli incessanti suoni striduli emessi dalle fate rimpicciolite.
La temperatura si era abbassata notevolmente e l'aria fredda incombeva nella notte. Alex decise di alzarsi dopo che si era rigirato per la dodicesima volta sulla coperta azzurra che aveva portato da casa. Casa. Gli si stringeva il cuore al pensiero di suo padre solo a casa. Gli aveva lasciato un biglietto con su scritto che non sarebbe ritornato per una settima perchè sarebbe stato da Chris per fargli compagnia. Ovviamente, prima o poi si sarebbe insospettito, ma non poteva non aiutare la sua migliore amica. Magari sarebbero stati solamente due o tre giorni in quella città e quindi, magari suo padre non avrebbe sospettato nulla, si disse.
Quando si fu alzato osservò Jacob che stava di spalle a fare la guardia. Prese la coperta e se la avvolse intorno alle spalle, come zorro faceva con il suo mantello nero. Sorrise e si avvicinò a Jacob. Questi era vestito di nero, come al solito, e aveva i capelli scuri acconciati in una treccia che scendeva sul fondoschiena. Gli occhi neri guardavano in modo inespressivo la vegetazione che si estendeva di fronte a sè. - Posso? - chiese Alex a Jacob, indicando con un dito di volerglisi sedere vicino. Jacob battè le palpebre un paio di volte prima di girarsi a guardarlo, come se si stesse risvegliando da un sogno ad occhi aperti. Poi annuì, una sola volta, debolmente.
Alex si sedette accanto a lui e guardo di fronte a sè. La fitta vegetazione non lasciava intravedere quasi nulla in lontananza, ma riuscì comunque a scorgere il tenue bagliore emanato dalle luci della Città Magica.
- Non senti freddo? - domandò Alex, notando che il ragazzo dalla pelle ramata indossava una semplice maglietta a mezze maniche.
- No - rispose Jacob, la voce piatta e senza sfumature di alcune tipo. Non aveva nemmeno il suo soloito ghigno divertito. - Cosa faremo domani? - chiese Alex non sapendo cosa dire per evitare di rimanere in silenzio.
- Non lo so - tagliò corto Jacob.
Alex aggrottà le sopracciglia scure. Perchè lo trattava in quel modo? Cosa gli aveva fatto? - Ho detto qualcosa che ti ha offeso? - chiese infine.
Finalmente Jacob si voltò e fissò i suoi occhi neri come la notte nei suoi verde smeraldo. - Perchè non mi hai chiamato ieri?
- Perchè avrei dovuto chiamarti, scusa?
Jacob si ritrasse come se avesse visto uno scarafaggio. Poi tornò a guardare le foglie e gli arbusti davanti a sè, con aria crucciata. - Certo! Perchè avresti dovuto.
Alex non capiva nulla. Quella conversazione stava diventando strana, confusa, imbarazzante. - Non capisco...
- Credevo che ti importasse qualcosa di me - disse Jacob a voce bassa per non svegliare gli altri o per non farsi sentire mentre diceva frasi di quel tipo.
- Sì, infatti a me importa - replicò Alex. - E' a te che non importa.
- Perchè dici questo?
- E me lo chiedi?! - rispose Alex, alzando le sopracciglia. - Non sono io quello che un giorno decide di baciare un ragazzo e quello dopo decide di ignorarlo totalmente, fingendo di stare con una biondina carina e stronza.
- Abbassa la voce - intimò Jacob. Poi dopo una pausa silenziosa disse: - Avevo detto a Chris di dirti che avevo bisogno di parlarti.
- Bè, non l'ha fatto.
Jacob battè le palpebre, confuso. - Allora scusami, scusami tanto. Credevo che te l'avesse riferito.
- No, aspetta non cambiare discorso - proseguì Alex. - Tu mi stai prendendo in giro.
Jacob si voltò, un'espressione ferita gli contorceva il volto, le palpebre semichiuse. - Credi davvero che ti stia prendendo in giro?
Alex ci pensò per qualche secondo poi annuì energicamente. - Sì.
Gli occhi di Jacob si incupirono ulteriormente. - Io non ti sto prendendo in giro, non lo avrei mai fatto - dichiarò. - Però ci tengo a Lucy. - Quelle parole fecero male ad Alex, come uno schiaffo in pieno volto. - Lei non è una tipa tosta come vuole far credere - riprese Jacob. - Non posso lasciarla, lei ha bisogno di me.
Alex abbassò lo sguardo sul terreno erboso. Avvolse le dita intorno a un ramoscello e lo tirò con forza fino a sradicarlo. - Allora lasciami in pace - sibilò fra i denti stretti. Gettò a terra il ramoscello morto e si alzò, con la coperta sempre avvolta intorno alle sue esili spalle.
Chris si svegliò con il sole che le trafiggeva gli occhi per l'intensità con cui brillava. Si strofinò gli occhi con i dorsi delle mani e aprì gli occhi. Osservò Darren che parlava con Paige, gesticolando; Alex che guardava in basso e Jacob che teneva gli occhi fissi su una quercia consumata dal tempo.
Si alzò e si avvicinò a Darren e Paige. - Buongiorno - disse.
- Buongiorno, piccola. - Darren si sollevò e le diede un delicato bacio sulle labbra.
- Prendetevi una camera - borbottò Paige. Ma Chris e Darren la ignorarono e si sedettero una accanto all'altra.
- Non possiamo presentarci a casa di Adam, ci scoprirebbero subito - disse Paige. - Fa pur sempre parte del Consiglio Magico e quindi ci denuncerebbe immediatamente al Consiglio degli Stregoni.
- Fidati di me - ribattè Darren con calma.
- Chi è questo Adam? - domandò Chris, curiosa.
- E' il difensore delle fate che presiede nel Consiglio Magico - spiegò Darren, paziente. - E' molto famoso nel mondo magico.
- Soprattutto per le sue strambe abitudini - aggiunse Paige, ridacchiando.
- Quali sarebbero queste abitudini? - domandò Alex, improvvisamente curioso.
- Questo non è importante - disse Darren, liquidando subito il discorso. - La cosa importante è andare da lui e chiedergli di aiutarci.
- E cosa ti fa pensare che voglia aiutarci? - ingiunse Jacob, entrando nel discorso.
Ci fu qualche istante di silenzio di troppo. Tutti guardavano Darren in attes di una delle sue risposte rassicuranti, ma tutto ciò che disse, fu: - Niente. Però dobbiamo provare a convincerlo ad aiutarci, perchè in fondo potremmo anche ritrovare la fata che Ombra ha rapito un mese fa.
- Ancora non credo che sia un buona idea, è troppo rischioso - replicò Paige scuotendo la testa.
- Allora mettiamola ai voti - propose Alex. - Io voto per Darren.
- Anche io - disse Chris.
- Bene - sbottò Paige, alzandosi stizzita. - E' inutile che tu voti Jacob. - Infilò la sua coperta viola nella borsa e se la mise in spalla. Dopodichè, restò a guardare dall'alto i quattro ragazzi seduti selle coperte. - Vi muovete? - li incitò, battendo le mani.
Così, Chris, Darren, Alex e Jacob raccolsero le proprie cose e, zaini in spalla si addentrarono ancor di più nella fitta foresta verde e lussureggiante.
- Dove si trova questo Adam? - domandò Chris, mentre camminava cercando di non inciampare nei rami che si snodavano dal terreno.
- Al centro della foresta - rispose Jacob. - Ti consiglio di non rivolgerti a lui con l'espressione "questo".
- Perchè?
- Perchè - cominciò Paige - altrimenti ti ritroverai trasformata in un albero con gli insetti che ti camminano addosso.
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