Il passato di Darren
Capitolo 27
Chris fece una smorfia di dispiacere. Desiderava continuare a baciarlo, ma in quel momento capiva che lui stava sforzandosi di trovare la calma necessaria per raccontare il suo passato. Darren indietreggiò e si mi se a sedere sul letto, i piedi scalzi che penzolavano sul pavimento. La stanza era poco illuminata. La luce era spenta e l'unica fonte di luce biancastra proveniva dalla finestra alle spalle del ragazzo.
Chris si mise a sedere sul letto a gambe incrociate. Darren guardava il pavimento di legno scuro sotto i suoi piedi. I suoi capelli biondi, già scompigliati, adesso apparivano come un groviglio di fili biondi. Le mani erano chiuse a pugni sulle ginocchia, le nocche bianche. Chris gli mise una mano sull'avambraccio per infondergli coraggio. Il ragazzo si girò e sembrò che parte della tensione l'avesse abbandonato.
- Ci sono diverse cose che non sai di me - iniziò, la voce tesa e bassa.
- Ti ascolto - incalzò Chris.
Passò qualche istante, prima che Darren riprendesse a parlare. - Sai, Jacob e Paige non sono proprio miei fratelli - disse. - Sono i miei fratellastri.
Chris aveva sempre notato una minima somiglianza fra Darren e i due gemelli, però non avrebbe mai immaginato che fossero fratellastri.
- Abbiamo la stessa madre - spiegò con un sorriso malinconico - ma non lo stesso padre.
- I vostri genitori sono vivi? Perchè vivete qui? - chiese Chris senza riuscire a fermarsi.
- Mia madre è viva, e anche il padre di Jacob e Paige lo è - riprese Darren. - Viviamo qui perchè Evelyne istruisce le streghe e gli stregoni. Li aiuta a controllare i propri poteri, e nessuno più di me ne ha mai avuto tanto bisogno.
Chris voleva fare domande, ma temeva che il ragazzo si spaventasse o non riuscisse più a parlare, quindi restò in silenzio.
- Io ho il dono del fuoco - disse con voce roca Darren, le spalle leggermente sollevate per la tensione. - Anche se io in realtà, la considero una maledizione. - Si interruppe, le mani stringevano la coperta bianca. Fissò gli occhi in quelli di Chris. - Ho ucciso mio padre.
Chris spalancò gli occhi, mentre Darren abbassava lo sguardo. Quando il ragazzo alzò il viso, le lacrime gli rigavano copiosamente il viso. Il cuore di Chris fece una capriola. Voleva gettargli le braccia al collo e abbracciarlo fin quando non si fosse calmato e avesse smesso di piangere. Ma qualcosa nella postura di Darren glielo impediva. Era proteso in avanti, come se volesse continuare a parlare. Forse,c'era dell'altro. Chris non riusciva a immaginare il dolore che provava Darren in quel momento.
Darren si raddrizzò, tirando su col naso. Si passò il dorso delle mani sugli occhi e si asciugò le lacrime. Poi respiro profondamente per riprendere il controllo. - Mio padre, Nicholas, era uno stregone molto potente, e soprattutto violento. Invece, mia madre, Jessica, non è mai stata dotata di enormi poteri. Lei era terrorizzata da lui...e anch'io. Ci picchiava. - Si fermò e fece un altro lungo respiro. - Nel frattempo, mia mamma conobbe il padre di Jacob e Paige, Jonathan, e rimase incinta. Io avevo soltanto un anno. Mia mamma, però riuscì a tenere nascosta la gravidanza grazie all'aiuto di sua mamma, cioè mia nonna. Disse a mio padre che sarebbe stata da sua madre perchè era gravemente ammalata. Portò anche me con lei. Mio padre non poteva raggiungerci perchè faceva parte del Consiglio degli Stregoni, e in quel periodo il consiglio stava rimettendo in sesto la Città Magica, dopo la Guerra Ombra. Così mia madre partorì Jacob e Paige, tranquillamente. Sei mesi dopo, mia madre lasciò i bambini a mia nonna e a Jonathan e portò me con se a casa. Mio padre non sembrava sospettare nulla. Mia mamma e io andammo, per quasi tre anni, sù e giù per la Città Magica. Ma il padre di Jacob e Paige voleva che mia madre lasciasse mio padre e che venisse a vivere con lui. Mia madre cercava sempre di calmarlo. Fino a che, un giorno, Jonathan venne a casa nostra e raccontò la verità a mio padre e gli ordinò di lasciare andare mia madre e me, con lui. Nicholas, decise di risolvere la faccendo con uno scontro all'ultimo sangue. Jonathan accettò e combattè valorosamente. Ma mio padre era troppo potente anche per lui, così lo ferì gravemente. E quando mio padre si apprestò a dare il colpo di grazia a Jonathan, mia madre si intromise, cercando di togliergli la spada. Nicholas la spinse via e la schiaffeggiò pesantemente. Io avevo poco più di cinque anni ed ero terrorizzato. Avevo visto innumerevoli mio padre picchiare violentemente mia madre. Ma quel giorno voleva andare oltre. Voleva ucciderla.
Chris represse l'istinto di sbarrare gli occhi per l'orrore. Invece, posò una mano sul braccio di Darren.
- Così...m-mio padre, dopo averla picchiata - riprese il ragazzo con la voce rotta dal pianto - alzò la spada e tentò di trafiggergli il petto. Però, qualcosa mi bruciò nel petto. Era il fuoco, che dormiva dentro di me in attesa di essere sprigionato. Quella scena, mi fece ardere dalla rabbia e...e...
La stanza era ancora più buia. La notte avanzava e la pioggia aveva cessato di cadere.
- Improvvisamente il fuoco uscì dalle mie mani e circondò mio padre - disse piangendo. - Le fiamme lo avvilupparono mentre lui urlava a squarciagola in modo inumano e dimenandosi avanti e indietro, finchè non si accasciò al suolo.
Chris stavolta non riuscì a impedirsi di portare una mano sulla bocca per ricacciare un grido stridulo che le saliva in gola.
Darren si coprì la faccia con entrambe le mani bianche affusolate e pianse, singhiozzando. Chris si riscosse dal torpore, si protese in avanti e lo circondò con le braccia. Lei aveva sempre pensato, che non avere i genitori fosse la cosa più terribile del modo. Ma dovette ricredersi. Uccidere un padre...quello sì, che era davvero terrificante.
Quando Darren cessò di piangere disse: - E' colpa mia, soltanto colpa mia.
- No, hai fatto la cosa giusta. Hai salvato tua mamma - lo rassicurò Chris, passandogli una mano fra i capelli biondi.
Erano stesi sul letto, la testa di lui posata sul petto di lei.
- Ma ho ucciso Nicholas. Mio padre biologico, capisci?
- Non potevi fare altrimenti. Avrebbe ucciso tua mamma. - Poi una domanda le frullò nella mente. - Cosa ti successo dopo che...dopo l'accaduto.
Gli occhi azzurri di Darren erano ancora umidi per le lacrime versate. - Il Consiglio degli Stregoni archiviò la cosa come legittima difesa. Non li turbo granchè la morte di mio padre. Sembrava che avesse molti nemici anche nel Consiglio degli Stregoni. Tuttavia, erano stupiti della potenza sprigionata da me, un bambino di soli cinque anni. Solitamente, i poteri si manifestano dopo i dodici anni, e raramente si manifesta un dono. Così decisero di studiarmi, di analizzarmi. Ma non avevo niente di anomalo per un bambino stregone della mia età.
Chris ascoltava in silenzio, continuando ad accarezzargli i capelli e sfiorargli le guance.
- Credo che, quando qualcuno come noi, uno stregone, si sente alle strette, è capace di utilizzare ogni singola molecola di energia che ha nel corpo, pur di aiutare le persone che ama.
Continuarono a coccolarsi in silenzio. La stanza era buia. Dalla finestra proveniva solamente un fascio di luce lunare, che illuminò un cerchio di pavimentazione.
- Posso chiederti una cosa? - domandò Chris, umettandosi le labbra. - Perchè mi hai attaccata durante il Torneo Magico. Volevi semplicemente vincere?
Darren si mise a sedere, poi si girl inginocchiandosi sul letto, di fronte a Chris, che stava appoggiata con la testa sul cuscino. - Davvero pensi questo? - disse, infine.
- Scarlett mi ha detto che il Torneo Magico è l'evento dell'anno per gli stregoni di Evelyne, tipo i Grammy Awards per i cantanti, oppure i...
- No, Chris - la interruppe Darren. - Non ti avrei mai fatto del male. Mi sarei ritirato, piuttosto.
- Allora, perchè l'hai fatto?
Darren sospirò profondamente. - Perchè se ti avessi lasciato vincere, avresti dovuto affrontare Paige. E io non potevo permetterlo.
- Lei mi odia, lo vedo.
- Non credo che ti odi. Ma ha visto che ero triste, quando sono tornato dalla cena.
- Quindi, stai dicendo che mi detesta ancora di più, adesso?
- No. Il fatto è che lei è sempre protettiva nei miei confronti, tanto quanto lo è con Jacob. Quindi, se mi fossi ritirato, credo che ti avrebbe umiliato davanti a tutti gli studenti di Evelyne.
- Okay. Adesso però baciami.
Alex aveva fatto i compiti e preparato la cena. Suo padre era tornato qualche ora prima del solito, dal lavoro. Così potevano passare un pò di tempo in più insieme. Ultimamente, suo padre, Rick, tornava tardi dal lavoro, così, i due non avevano molto tempo per parlare. Molte volte Alex cenava da Chris.
- Cosa hai preparato, Alex? - chiese Rick scendendo le scale che portavano in salone. Era in accappatoio bianco.
- Pollo con patate - rispose Alex, sorridendo.
- Ah, buono. Vado a mettermi qualcosa addosso. - Rick salì nuovamente le scale e andò in camera sua.
Il campanello suonò. Alex andò ad aprirla e... - Jacob?!
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