Confessione dolorosa
Capitolo 59
- Sì, Alex, hai capito bene - ripetè Chris, mentre camminava avanti e indietro per la sua cameretta. - Io e Jason siamo legati da una specie di profezia che ci impedirebbe di stare insieme in futuro.
Alex era seduto sul bordo del letto a mani conserte tra le gambe sottili. - Però, io credo che tu debba parlare con Jason e capire se anche lui prova le stesse cose.
- Ma è ovvio che prova le stesse cose - sbottò Chris. - Il fatto più grave è che questo legame mi ha confusa fino a farmi allontanare da Darren.
Alex guardò negli occhi la ragazza. - Comunque sia, credo che tu e Jason dovreste parlarne, insieme.
Anche Chris sapeva che avrebbe dovuto parlarne con Jason, ma per ora cercava di evitare le sue chiamate e i suoi messaggi. Non sapeva bene cosa dire, come iniziare un discorso così assurdo. Non era per niente preparata nè alla situazione in cui stavano sprofondando i suoi contorti sentimenti nè alla reazione di Jason dinanzi alla rivelazione. Però, sapeva di non poter temporeggiare all'infinito perchè prima o poi Jason si sarebbe insospettito e presentato a casa sua direttamente di persona e lei non voleva questo.
- Ok, gli parlerò - decretò infine Chris, sospirando. - Devo farlo.
- Lo credo anch'io - concordò Alex. - Bè, adesso vado via, così potrai andare da lui. - Si alzò e si avviò verso la porta.
- Aspetta - disse Chris - non mi hai detto come va con Adam... Il ragazzo sembrò colto leggermente alla sprovvista.
- Oh, bè, direi bene - rispose, infilandosi le mani in tasca con fare timido. - E' una piacevole scoperta. Negli ultimi giorni siamo stati veramente bene insieme e spero che tutto questo non finisca. - Un sorriso sereno aleggiava sulle sue labbra sottili e gli occhi verde smeraldo brillavano intensamente di felicità.
Chris non potè fare a meno di sorridergli, era contenta per il suo migliore amico che aveva trovato una persona disposta a stare con lui senza avere paura di essere giudicati. - Sono davvero felice per te.
Alex rispose con un sorriso pieno d'affetto per la sua più cara amica. - Buona fortuna, Chris.
Chris si era fatta coraggio e aveva chiamato Jason invitandolo a vedersi in un piccolo parco poco lontano da casa sua. Il ragazzo non aveva fatto alcuna domanda. E dal tono di voce Chris percepì una nota fredda nei suoi confronti. Probabilmente era arrabbiato perchè lei non aveva risposto ai suoi messaggi e alle sue chiamate.
Erano le sette di un pomeriggio di fine ottobre e il tramonto era già calato sulla città coprendola di una cupa luce nerastra tappezzata qua e là da milioni di stelle splendenti. L'aria era fredda e pungente e Chris si stringeva nella sua giacca di pelle in preda a brividi di freddo. Seduta non proprio comodamente su una delle panchine di legno del parco osservava le estremità delle strade aspettando l'arrivo di Jason. Il ragazzo era leggermente i ritardo e Chris sperava che non le avesse dato buca per farle pagare le chiamate e i messaggi che lei aveva ignorato tutta la giornata.
Chris, nell'attesa si guardò intorno e capì solo allora di essere sola nel parco. Le panchine di legno scheggiate alle estremità era vuote, gli alberi quasi completamente spogli e il pavimento sterrato coperta da una nuvola di foglie arancioni e marroni. Di solito, quello era un posto molto frequentato nel primo pomeriggio dalle mamme che portavano i bambini vicino al castello all'interno del parco.
Fino a due mesi prima avrebbe avuto paura a stare lì da sola in quella fascia oraria, ma adesso che sapeva padroneggiare la magia discretamente si sentiva più a sicuro. Ovviamente, sperava di non avere bisogno di usare i suoi poteri anche perchè avrebbe infranto una delle più importanti regole del Codice Magico. Inoltre, ogni volta che pensava ai suoi poteri, l'immagine della lastra di ghiaccio apparsa tra lei e Alex e l'elfo oscuro nella Foresta Proibita le tornava in mente tormentandola.
- Chris.
Chris battè le palpebre più volte e solo in quel momento si accorse della figura che incombeva su di lei. Jason stava in piedi con la schiena leggermente piegata verso di lei per farsi riconoscere meglio.
- Oh, ehi, ciao - rispose Chris drizzando la schiena. - Non ti ho visto arrivare.
- Lo vedo - replicò Jason, accomodandosi sulla panchina al suo fianco. Poi si avvicinò alla ragazza e le strappò un bacio a stampo.
Fu talmente veloce e "normale" la cosa che Chris non riuscì nemmeno a respingerlo, restò semplicemente a bocca aperta, senza ricordare più il discorso che si era preparata.
- Perchè non hai risposto alle mie chiamate e ai miei messaggi? - domandò Jason, in tono un pò più serio. - Mi hai fatto preoccupare, lo sai?
Chris chiuse la bocca cercando di riprendersi, si ravviò i capelli e si girò di più per guardarlo meglio. Mise a fuoco il suo viso solo in quel momento con l'aiuto della fioca luce dei lampioni del parco. E ancora una volta quegli blu la attrevano come una calamita facendola sentire al sicuro, a casa. Fu proprio in quell'istante, in cui capì il legame lunare in che modo li univa e che valenza aveva per entrambi. Quelle sensazioni che provava non sarebbero mai cambiate, ma era importante saperle distinguere per quelle che erano realmente: un legame viscerale.
- Allora? - la esortò Jason, spazientito.
Chris deglutì e sospirò prima di rispondere. - Non sapevo come dirtelo? Non ero pronta a questo - cominciò, strascicando.
Jason la interruppe quasi immediatamente. - Hai visto Darren, non è così? - Il tono di voce traspariva delusione mista ad ansia.
Chris corrugò la fronte, confusa. Non si sarebbe mai aspettata quella domanda. Probabilmente Jason pensava che lei pensasse ancora a Darren. D'altronde era così, ma non nel modo in cui credeva lui e comunque sia, non credeva che lo desse a vedere così tanto. Credeva che da fuori le persone a lei più vicine pensassero che tra lei e Darren fosse davvero finita definitivamente.
- No - rispose infine Chris, dopo un pò. - Non è di questo che ti volevo parlare.
Seguì un piccola pausa che sembrò durare un'eternità.
- Parlando con mia nonna di noi due e di quello che provo per te, sentimentalmente parlando, ho capito che non siamo fatti per stare insieme e che questo non è dovuto nè da me nè da te.
Aveva pronunciato quelle parole tutte d'un fiato senza pensarci sopra due volte. Si sentiva molto più libera, adesso. Al contrario, invece, di Jason che sembrava sconvolto. I suoi occhi blu si erano visibilmente spenti come piccole fiamme avvolte da una massa incombente di acqua ghiacciata.
- Ma che cosa stai dicendo? - riuscì a dire Jason.
- Vedi, Jason, quando noi ci baciamo io mi sento bene e mi piace farlo, ma sento che sbaglio in qualche modo a stare con te e così parlando con mia nonna ho capito cosa c'era che non andava.
Jason chiuse gli occhi a due fessure. Era turbato da tutto ciò. E come non esserlo! Stava per essere piantato in asso dalla ragazza che gli piaceva sin dal primo giorno in cui l'aveva vista.
- Tu...tu...mi stai dicendo che praticamente ti faccio schifo... - balbettò, la voce ridotta quasi a un sussurro furioso.
- No! - esclamò Chris. - Niente affatto. Ti sto solo dicendo che io e te non possiamo stare insieme perchè c'è una specie di magia antica che aleggia sulle nostre anime.
- Magia... - mormorò Jason, sbalordito.
- Mi nonna mi ha detto che quello che provo nei tuoi confronti, probabilmente è dovuto a una magia chiamata legame lunare che consiste...
- So cos'è un legame lunare - la interruppe bruscamente Jason. - Io sono nato nella magia a differenza tua che la stai scoprendo soltanto da due mesi a questa parte. Chris si era preparata a spiegare il significato del legame lunare, ma dato che Jason ne era già a conoscenza non sapeva più cosa dire. Vedere il ragazzo così disperato con le mani in faccia e i gomiti poggiati sulle ginocchia la faceva sentire triste e in colpa per non essersi accorta prima che tra loro due non poteva funzionare.
- Ah, è assurdo - sbottò Jason dopo un pò, con lo sguardo fisso sulla strada deserta.
- So che tutto questo può sembrare assurdo, anzi lo è sicuramente, ma non deve farci separare. - Chris provò ad avvicinarglisi, ma il ragazzo si ritrasse, quasi schifato. Jason si alzò senza guardarla neanche in faccia. - Stammi lontana, non chiamarmi e non messaggiarmi.
- Jason, non fare... - provò ad obiettare Chris prima di essere nuovamente interrotta.
- Non dire niente. Fai come ti dico. Ho bisogno di stare da solo per un pò di tempo. E tu dovresti tornare a casa, questo può essere un posto pericoloso. - Detto ciò si girò e se ne andò, lasciando la ragazza da sola nel parco poco illuminato.
Chris ripensò a quei quindici minuti appena trascorsi con Jason, a come avesse trovato il coraggio di dirgli del legame lunare e che questo impediva loro di stare insieme. Il viso distrutto di Jason gli stuzzicava la mente, facendola sentire una persona terribile, sporca. Probabilmente, non si era mai sentita in quel modo in tutta la sua vita. E con tutto quello che aveva passato non era per niente un bel traguardo.
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