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Chapter 7

Una settimana dopo mi ritrovai all'aereoporto con Shawn, mio fratello ed Heather pronta per prendere l'aereo e tornare a casa, in Texas. Sapevo che sarebbero stati i tre giorni più brutti della mia vita.

Prima di partire mio fratello mi aveva naturalmente costretta a seguirlo in ogni sua minima scelta, dai colori della sala addobbata per il fidanzamento del secolo, fino ai biglietti per l'aereo.

Mi aveva messa anche a decidere come sistemare i tavoli. Lui naturalmente sarebbe stato seduto con i nostri genitori, i genitori di Heather ed Heather. Io sarei dovuta stare al tavolo con Anderson visto e considerato che lui non conosceva nessuno. Ci aveva messo in un tavolo con tutti i nostri vecchi amici, ciò avrebbe comportato l'avere una falsa bionda al mio stesso tavolo.

Protestai contro queste disposizioni, proposi anche di lasciare Shawn a casa, avrei fatto a meno di lui se fosse servito a non stare vicino a quella, ma Louis fu categorico "È il mio migliore amico e viene con noi." Sentenziò.
Arrivammo ad un accordo, mi promise che se avessi fatto la brava mi avrebbe regalato i biglietti per andare al TD Garden per vedere i Boston Celtics giocare, ma sapevo in cuor mio che i Celtics li avrei visti da molto lontano, direttamente da casa.

Arrivammo in Texas che c'erano mia madre e mio padre ad aspettarci. Il viaggio in aereo non fu tanto tragico. Mi misi vicino a Shawn naturalmente e mi divertii a fargli fotografie mentre dormiva come un bambino. Probabilmente le conservo ancora quelle foto, già pensavo ai diecimila fotomontaggi diversi da farci, ma vidi anche che sembrava così innocente e buono...

Mia madre e mio padre stravedevano per Louis e lo davano a vedere senza riserve, si presentarono educatamente ad Heather come era loro solito fare, e lei di tutta risposta fece la sua sporca figura cacciando fuori tutta la sua eleganza, grazia e gentilezza. Da vomito.
Poi salutarono me, mia madre mi strinse forte e lo stesso mio padre, dissero che gli ero mancata molto. Si presentarono a Shawn, prima mio padre che gli rivolse un'occhiata truce del tipo "torcile solo un capello e ti sparo tra le gambe", mentre mia madre rimase a bocca aperta quando per salutarlo toccò le sue braccia toniche. Si mamma, è un adone, ne siamo tutti consapevoli. Lui fu anche molto gentile, cordiale ed educato. Da voltastomaco anche lui.

Andammo tutti a casa parlando del più e del meno mentre Shawn si guardava intorno incuriosito molto dal Texas.

Il momento da panico sopraggiunse però quando mia madre annunciò le disposizioni delle camere in casa nostra. Heather e Shawn da qualche parte dovevano pur dormire e mio fratello non voleva separarsi dalla sua ragazza e io non volevo lasciare Shawn da solo, come lui non mi aveva lasciata sola a New York.

"Allora, Louis, tu hai il letto matrimoniale in camera tua quindi non ci sono problemi. Per te Abby io direi di aprire il letto tuo, e tu e Shawn potete dormire in camera tua." sentenziò mia madre. Si, avevo il letto sotto il quale ve ne era un'altro con un materasso che poteva tirarsi fuori all'occorrenza.

"Insieme? NELLA STESSA STANZA? DI NOTTE? Tu sei pazza donna. Non esiste." Disse mio padre. Panico. Vergogna.

"Ma caro, non credi che se mai avessero voluto avrebbero già fatto qualcosa a New York? Dove abitano da soli? Anche di notte?" Disse mia madre ovvia.

"Mamma! Ma non è successo mai niente okay? È solo il mio coinquilino, punto. Toglietevi dalla testa qualunque altra cosa e dormirà con me in camera mia nel secondo lettino. Senza che succeda nulla." Asserii seria.

"Si tesoro, capisco che tu non voglia parlare di queste cose con noi, però se mai succede qualcosa usate le protezioni" continuò a girare il coltello nella piaga mia madre.

"MAMMA! Smettila!" Urlai, Shawn intanto se la rideva di gusto, e io non potei far altro se non diventare rossa come un peperone.

"Credo sia meglio non accennare al fatto che in realtà nel tuo letto non ci dormi mai." Sussurò lui al mio orecchio.

"Non ti azzardare." Lo trucidai con lo sguardo ma poi risi di gusto. Eravamo diventati molto amici, eravamo complici in tutto. Nell'ultimo periodo studiavamo persino insieme e all'ultima festa a cui eravamo andati aveva anche deciso che ci saremmo potuti ubriacare insieme visto che poi saremmo rimasti a dormire a casa di James.

Sentii qualcosa poggiarsi sulla mia spalla e i miei capelli che si muovevano. Shawn aveva poggiato la testa sulla mia spalla e cercava di infilarla nel mio collo. I brividi. Il rossore era tornato sulle mie guance ma mi dispiaceva troppo farlo spostare allora feci finta di addormentarmi fino a che non arrivammo a casa mia.

Casa mia era una villetta in un luogo abbastanza isolato. Era suddivisa in due piani, al piano inferiore c'era subito sulla sinistra il salotto, sulla destra la cucina e in fondo c'era un bagno, nascosto dall'alta scala che portava al piano superiore. Al secondo piano c'erano le camere da letto, camera di Louis, camera mia e camera di mamma e papà.

Presi le valigie dal cofano della macchina e feci strada a Shawn in casa mia. Salimmo fino al secondo piano e lo guidai nella mia cameretta.
La porta era pulita e quella di mio fratello in confronto sembrava quella di un pazzo perchè era piena di segnali, "get out" e cose da crisi adolescenziale acuta.

Entrai dentro, profumava tutto di pulito, probabilmente mia madre era entrata e aveva dato una rinfrescata a tutto. Le pareti erano tutte bianche, dicono che il bianco dia un senso di freddezza e solitudine, a me dava solo l'idea di libertà. La scrivania sulla destra era dello stesso legno dell'armadio sulla sinistra. In fondo attaccato alla parete c'era il letto, e a sinistra la porta per il mio bagno. Si, era una casa proprio grande. Sulla parete del letto poi c'erano attaccate ad un filo un mucchio di polaroid. Uno stupido cliché ma che qualche anno prima mi piacevano quindi non le avevo mai tolte. Facevano parte di me.

Ma il mio coinquilino ormai mi conosceva bene infatti per prima cosa disse: "Le polaroid? Sul serio? Proprio tu che odi le cose mainstream hai la camera piena di polaroid!" disse ridendo

"Ma stai zitto! Non la vedi la tumblr girl che c'è in me essere espressa al massimo delle sue pontenzialità in questa stanza?" dissi ovvia

Lui alzò gli occhi al cielo e mise la valigia in un angolo.

"Secondo te tuo padre mi odia?" Chiede ridendo

"No. Stai tranquillo. È solo protettivo nei miei confronti e probabilmente crede che abbiamo fatto sesso quindi mi sembra normale che non ti simpatizzi molto."

"Veramente? Sembro il tipo che si da subito da fare?" Chiese con gli occhi da cucciolo. Dio, mi faceva morire. Come se non lo sapesse che è un dio greco.

"Sembri il tipo che tutte si farebbero e che sarebbe felice di accontentarle." Risposi ridendo e buttandomi sul letto "dobbiamo aprire il tuo letto"

"Dobbiamo per forza? Non posso dormire con te come sempre?" Chiese gettandosi al mio fianco. Come sempre. Già, dormivamo sempre insieme, forse lui pensava che io lo considerassi un fratello, quando ogni notte cercavo di non saltargli addosso perchè si, ognuno ha bisogno di fare "quello" ogni tanto, è rilassante ed è come una scarica di ormoni. I miei di ormoni invece mi invadevano la testa quando lui si avvicinava a me, perchè era attraente, perchè mi fidavo almeno un po' di lui e perchè era veramente un dio.

"Perchè i miei farebbero troppe domande e chi crederebbe a due ragazzi che dormono nello stesso letto senza fare nulla?" Chiesi retorica

"Giusto. Che palle però" poi si girò a pancia in giù e mi mise un braccio intorno alla vita. Si certo, i miei ormoni del cazzo facevano la loro parte però lui non collaborava mica.

"Dobbiamo alzarci a aprire sto coso! Forza, al mio tre. Uno, due, TRE!" Al tre scattammo in piedi. Era una cosa che facevamo tutte le mattina altrimenti nessuno dei due aveva la forza di alzarsi.

Ci alzammo in piedi, aprii i ganci sotto il letto e con l'aiuto di Shawn tirai fuori il secondo lettino, cacciammo il materasso e alzammo la rete, poi rimettemmo a posto il materasso.

"Urgono le lenzuola."
Presi delle lenzuola pulite dal mio armadio e le infilai al letto.

Si era fatta ora di cena mentre facevamo tutte quelle cose e mia madre ci chiamò da giù per andare a cenare tutti insieme.

Scesi le scale seguita da Shawn. Mio fratello e la sua quasi-moglie erano già a tavola. Presi posto tra mia madre e Shawn. Mamma servì il pollo con le patatine e ci assicurò anche il dolce per dopo.

"Allora ragazzi, cosa ci raccontate di New York?" Ruppe il ghiaccio mio padre

"È bellissima pa! È proprio come nei film, tipo quando sono arrivata e sono andata a casa per la prima volta, era tutto buio e poi c'erano le luci dei palazzi! Era come stare in un film." Dissi entusiasta. Mi piaceva veramente New York.

"E tu Heather? Come vi siete conosciuti tu e Louis?" Chiese mia madre

"Oh! Beh, grazie a Shawn. Diciamo che è stato lui a presentarci." Disse lei timidamente

"Colpa mia signori Johnson" disse con un mezzo sorriso il ragazzo seduto vicino a me.

"Oh beh, allora grazie Shawn." Sorrise mia madre.

"Tu invece? Louis ci ha parlato molto di Heather ma Abigail ci ha parlato poco di te" disse mio padre.

"Non c'è molto da dire su di me credo. Abito a New York, vivo con vostra figlia, vado alla sua stessa scuola e frequento quasi tutti i suoi stessi corsi e spero di diventare un dottore un giorno. Tutto qui, non so cosa ci sia più da dire" disse lui.

"Beh, più o meno sono cose che già sapevamo, tranne per fatto del dottore." Rise mia madre.

"Oh beh, è un'ambizione mia che spero di realizzare un giorno." Disse lui.

"Ce la farà, fidatevi. È un genio a scuola. È brillante in tutto ciò che fa. È il capitano dela squadra di basket sapete? Sono sulla buona via per vincere il campionato." dissi io. Era quello con i voti più alti anche se non studiava poi molto, non capivo mai come ci riuscisse. Era il massimo in ogni cosa che faceva. Era il massimo in tutto.

Poi calò il silenzio, alzai lo sguardo dal mio piatto e notai che tutti mi fissavano, il diretto interessato con le sopracciglia alzate.

"Che c'è? È vero." Dissi con la bocca piena e tutti risero. Ma cosa? Ma si erano drogati tutti?

"Quindi ti trovi bene a New York? Io e tuo padre avevamo paura che non ti fossi ambientata o che avessi qualunque tipo di problema! New York è molto diversa da Parigi." Disse mia madre con un sorrisetto sul viso.

"Beh si, è molto diversa. Sembra tutto amplificato. È pur vero però che a Parigi ero completamente sola, a New York ho Louis e Shawn quindi sono tranquilla." Dissi. Mi resi conto forse troppo tardi di come parlavo di Anderson. Era come se fosse quasi l'unica cosa che c'era di bello e interessante a New York. Era diventato veramente importante per me, era il mio punto di riferimento a New York, più di mio fratello che oramai era al college e pensava ad Heather e suo figlio.

"State tranquilli. Si è ambientata molto bene." Disse Shawn quasi come supporto.

A quel punto decisi per me e per Anderson che nonostante la stanchezza del viaggio non mi interessava niente ma io volevo uscire. Non ci volevo rimanere in quella casa a dormire e basta, volevo divertirmi e qualcuno dovevo pur portarmi dietro, sola non volevo rimanere.

"Io e Shawn usciamo dopo cena, voi volete venire?" Chiesi a Louis ed Heather. Non si sa mai di sembrare scortese.

"No grazie, sono molto stanca." Disse Heather e mio fratello fu d'accordo con lei. Quasi ne fui felice perchè volevo divertirmi veramente quella sera e magari mio fratello non sarebbe voluto andare in qualche locale vista la gravidanza di Heather.

"Va bene." Dissi noncurante di Shawn chce mi guardava con fare molto interrogativo.

Dopo cena ci alzammo tutti quanti, aiutai mia madre a lavare i piatti facendo sedere Heather per non farla stancare troppo, poi andai in salotto, i tre uomini presenti in casa commentavano una partita NBA, parlavano di quanto fosse forte Kyrie Irving e io mi intromisi confermando quanto detto. Poi presi Shawn per un braccio e salimmo sopra in camera mia.

"Non credi che dovresti chiedermi il permesso prima di decidere cosa voglio o non voglio fare?" Chiese

"Ma stai zitto! Perchè tu vorresti dirmi che è meglio rimanere chiusi in casa a cercare di dormire inutilmente?" Chiesi ovvia

"Beh, perchè dovremmo provare a dormire invece di impiegare il nostro tempo in cose più interessanti, produttive e appaganti?" Chiese con voce sexy. Lo faceva spesso, mi provocava e io gli rispondevo a tono, ma forse non sapeva che probabilmente un giorno, spinta dalla curiosità, gli avrei ficcato la lingua in bocca senza pensarci due volte.

"Perchè credo che non sarebbe poi così meraviglioso come dici tu. Non si sa mai che tu faccia cilecca e poi io possa prenderti per il culo a vita. Meglio evitare." Dissi con un'alzata di spalle.

"Non dirle queste bestemmie! Non si parla così di un dio del sesso!" Disse vantandosi.

"Si certo, il dio delle stronzate più che altro." Dissi prendendo il cellulare e correndo giù per le scale. Lui mi seguì.

"Mamma! Papà! Noi usciamo ciao!" Urlai sulla porta e uscii seguita da Shawn.

Portai Shawn in un locale non molto distante da casa mia. Innumerevoli erano le sbronze che mi ero procurata li dentro.
Lo trascinai dentro e ci sedemmo al bancone. Ordinai una Caipiroska e lui prese un Mojito.

"Allora? Come ti sembra il Texas?" Chiesi semplicemente per dire qualcosa.

"Per il momento ho visto solo casa tua ma non sembra male." Disse

"Allora, ti avviso: domani arriverà mia cugina. Ricordati che sei off limits per lei. Per favore, è un favore che ti sto chiedendo. Non portartela a letto anche se vorresti, non può sempre avere tutto ciò che vuole." Dissi. Probabilmente gli avrei dovuto raccontare di più ma lui si limitò ad annuire e a me andava bene così.

"Vieni. Andiamo a ballare." Disse

"No! Sei pazzo? Non sono ubriaca quindi non vengo perchè ho la consapevolezza di non saper ballare." Affermai convinta. Io ballavo solo da ubriaca, quando ero abbastanza rincoglionita da non rendermene nemmeno conto.

"Oh ma stai zitta." Disse per tutta risposta lui, mi prese per un braccio e mi trascinò in mezzo alla pista. "Devi solo lasciarti andare e seguirmi"

Mi prese da dietro per i fianchi e iniziò a farmi muovere guidandomi, io poggia una mano sul suo viso e mi lasciai andare. Mi abbandonai a lui, lo seguivo in ogni mossa. Ogni movimento. Era meraviglioso.

Quando poi mi girai però, i miei occhi si persero nei suoi. Quegli occhi azzurri, di un azzurro così chiaro da vedersi nel buio. Mi persi per un momento che sembrò non finire mai, poi per errore posai lo sguardo sulle sue labbra e allora capii di starmi spingendo troppo oltre e che dovevo star ferma al mio posto. Così mi allontanai ma continuai a muovermi e mossi dall'imbarazzo forse, lasciammo correre entrambi, continuando semplicemente a goderci la serata.

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