Chapter 5
Mi risvegliai la mattina, ero ancora nel letto di Shawn. Lui non c'era però, si era alzato prima e si era andato a lavare. In modo molto tranquillo e pacato poi mi rotolai nel letto, inalai il profumo di quel pazzo maniaco che al momento era in qualche luogo oscuro di quell'appartamento e mi alzai.
Appena mi alzai del tutto sentii un disturbo però. Un senso infinito di spossatezza, male alla schiena e la nausea. Qualunque donna facendo due più due saprebbe il problema qual è: il ciclo.
Fottuto bastardo. Come al solito era arrivato senza preavviso, senza mal di pancia prima che arrivasse, senza sbalzi d'umore ma con qualche giorno di anticipo. Quella merda non era mai puntuale, mai una volta che arrivasse nel giorno giusto. Era sempre sballato, saltava settimane o le anticipava, mai una volta preciso.
Mi trascinai a forza in camera mia, mi presi dei vestiti puliti, intimo comodo e pulito e andai in bagno. Ne uscii quindici minuti dopo con un aspetto orrendo, ma sempre meglio di quello da appena sveglia.
Shawn era in cucina, lo capii dal rumore del frigorifero che si apriva e si chiudeva. Andai anche io fin lì, camminando a papera, piegata in due per qualche assurda ragione a me ignota e mi presi un bicchiere d'acqua.
"Beh, di solito si dice buongiorno quando vedi qualcuno di prima mattina." Disse lui continuando a bere il suo succo d'arancia. Che poi non lo capivo mai: beveva il succo appena sveglio, poi andavamo al bar e si prendeva il cappuccino. Era strano, giuro.
"Mi sto trattenendo dall'urlarti in faccia. Accontentati del fatto che io mi stia zitta." Dissi di rimando. Era vero. Stavo per implodere. Odiavo stare male, mi sentivo impedita nel fare tutto, qualunque cosa mi sembrava un'impresa. Anche muovermi era tanto.
"Brutta bestia il ciclo eh?" Disse guardandomi con uno sguardo eloquente. Davvero diceva? Da cosa lo aveva capito?
Alzai un sopracciglio aspettando spiegazioni.
"Non sei l'unica ad avere il ciclo sai? Si capisce quando lo avete, sembrate degli zombie quando siete in perido di fuoco" disse con nonchalance. "Ah, tuo fratello stamattina ti cercava, sembrava ansioso di dirti qualcosa." Mi guardava con uno sguardo attento, quasi fossi un animale da studiare attentamente.
"Bene. Felice che quella merda abbia qualcosa da dirmi." Dissi, così, perchè dovevo aprir bocca.
"Muoviti bambolina, devi fare colazione... con tanto zucchero" disse.
"Tu come diamine fai a sapere tutte queste cose sul ciclo?" Chiesi curiosa. A meno che non lo avesse lui...
"Mia sorella. Quella ragazza esternava ogni sua minima sensazione quando gli arrivava il ciclo. Era assurda. Lo aveva soprannominato Il Signore Oscuro, e ogni mese se ne usciva con 'Il Signore Oscuro è tornato!'" Disse con enfasi. Risi, era buffo.
Buffo in realtà era anche mio fratello che mi cercava la mattina presto per rompermi i coglioni. Ma cosa voleva? Ma gli sembrava orario?
Lo richiamai mentre eravamo in macchina per raggiungere il bar vicino scuola dove tutte le mattine facevamo colazione. Il telefono squillava, uno squillo, due squilli, al terzo squillo il merda rispose.
"Sorellina!" Esordì.
"Louis!" Dissi con abbastanza entusiasmo da far ridere il mio autista "che vuoi di prima mattina? Lo sai che inizio a prendere coscienza di quel che sto facendo dopo almeno le tre del pomeriggio." Continuai con una mano sulla faccia.
"Tesoro mio! Come stai?" Ma perchè ci girava intorno alle cose?
"Louis veloce, che vuoi?"
"Beh, dobbiamo fare il fidanzamento ufficiale con Heather, tutte quelle merde che i nostri genitori si aspettano, con tutti i parenti più prossimi, nostri e di Heather" annunciò.
Ci rimasi un momento. Con tutti i parenti più prossimi si intendeva anche quel mostro che avevo per cugina che non sopportavo nemmeno il minimo sindacale richiesto per stare insieme nella stessa stanza.
Mi venne il voltastomaco solo a pensarci, e il mal di pancia. Odiavo con tutta me stessa quella ragazza. Quell'odiosa bionda ossigenata era micidiale quando dovevi far saltare i nervi a qualcuno.
Mi girai con un volto disperato a guardare qualcuno che rideva della mi situazione critica. Così si accese la lampadina.
"Posso portare Shawn con me?" Chiesi fin troppo innocentemente.
"Non è che lo porti tu, viene lui da solo, è ovviamente invitato. Anche perchè mamma e papà vogliono conoscerlo, vogliono sapere con chi abita mia sorella adesso." Disse tutto d'un fiato. A quel punto capii che per me era finita.
"Va bene. Fammi sapere data, luogo e quant'altro poi. Ciao fratellone! Si, ti voglio bene anche io." E salutandolo così riattaccai e diedi la felice notizia all'animale seduto vicino a me.
"Bene, a breve ci sarà la festa di fidanzamento di mio fratello e tu verrai, perchè sei invitato, e non mi lascerai un attimo perchè quella stupida e sporca bionda ossigenata non deve posarti gli occhi addosso altrimenti per te sarà la fine. E perchè i miei genitori vogliono conoscerti. E perchè io non voglio restare da sola neanche per un secondo in quella gabbia di matti. Tutto chiaro?" Dissi di getto e lui rise.
"E cosa ti fa credere che lo farò?" Chiese
"Ti devo un favore, okay?"
"Ottimo." Rispose con uno sguardo strano. "Ma parlami della bionda ossigenata piuttosto." Disse con sguardo malizioso.
"Fanculo. Pensa ad andare a scuola piuttosto" dissi ridendo poi
"Dai, suvvia, qualche piccola anticipazione." Mi pregò
"Allora, è una troia, si è fatta mezza cittadina fino a che ha abitato dove siamo cresciute, poi ha cambiato zona e si è trasferita a New York, più o meno quando io sono partita per andare a Parigi. È mia cugina di primo grado, è bionda ossigenata, con il cemento sulla faccia al posto del trucco, minigonna sempre presente, tacchi a spillo come stile di vita, gambe aperte 24 ore su 24. Cos'altro ti serve sapere?" Sputai schifata
"Nulla. Solo il perchè non dovrebbe posarmi gli occhi addosso."
"Perchè altrimenti inizierà a venire a casa, a romperti i coglioni in continuazione finchè non te la farai. È una sua caratteristica innata l'essere così. E io la odio, il mio primo fidanzato mi fece le corna con lei.... tanto per intenderci."
"Beh, tranquilla bambolina. Non vado a letto così alla buona con tutte." Disse sogghignando "solo quando ne ho particolarmente voglia."
La sua risata risuonò per tutto l'abitacolo e senza pensarci troppo risi anche io. Aveva una risata molto contagiosa.
La scuola però mi tolse tutta la voglia di vivere. La odiavo immensamente. Tutte le ore di studio che mi portavano a perdere il mio tempo, tutte le mattine passate tra quelle quattro mura, e le ore di sonno perse.
Al suono dell'ultima campanella scattai sull'attenti e fuggii fuori, presi una boccata d'aria e poi mi incamminai per raggiungere tutti gli altri miei amici, tra i quali Shawn spiccava più degli altri, quella mattina era particolarmente carino, non sapevo cosa mi portava a pensarlo ma lo pensavo sul serio e persi attimi a guardarlo, era veramente bello.
"Ehi bella addormentata! Muovi il culo e vieni qui!" Mi urlò Sophie, forse nessuno si era accorto che mi ero bloccata a fissare il mio coinquilino... forse.
Quando fui abbastanza vicina mi misi a sedere vicino a Sophie sul muretto basso che circondava la scuola. C'era solo quel muretto alto si e no mezzo metro, poi null'altro, nessuna recinzione.
Da dietro mi sentii stringere, due forti braccia mi trattenevano. Quel profumo ricordai di averlo sentito addosso per molto tempo dopo aver dormito nel letto di... James.
Mi scoccò un bacio sulla guancia, mi respirò sul collo inalando un po' il mio profumo. Ma tutta questa confidenza dove la ha comprata? Al supermercato? E il profumo che uso lo può sentire sul collo di qualunque altra ragazza che usi il Dior. Rimasi allibita, e un po' imbarazzata, le mie guance si tinsero di un rosa acceso e abbassai lo sguardo.
Ma qualcuno aveva lo sguardo posato su di noi... e quel qualcuno era l'unico a sapere che quella mattina io avevo il ciclo.
"Abigail... aspetta, devo chiederti una cosa ma non voglio seriamente doverti chiamare Abigail. Posso chiamarti Ab?" Chiese James da dietro di me, sottovoce.
Ora, io non dico che era odioso quel ragazzo, ma alcune volte aveva degli atteggiamenti che io non sopportavo. Quel giorno fu gentile e gliene diedi merito.
"Va bene, Ab va bene. Cosa devi chiedermi?" Risposi, pensando nel frattempo che Ab era un diminuitivi davvero brutto. Ma Abby mi faceva schifo anche, perciò pensai che il problema fosse proprio il mio nome che non aveva il diminuitivo adatto.
"Ti va di uscire con me?" Chiese piano piano, quasi con timore che rispondessi male.
"Non stasera, nè domani. Un altro giorno va bene, ma oggi e domani no. È ok oppure è un problema?" Chiesi. Se ho il ciclo non riesco a far altro se non stare a casa sotto le coperte con Netflix che contorna tutto.
"Va bene. Già che non hai detto no è molto. Bene, allora un giorno di questi." Disse abbastanza felice, più di quel che serviva.
Sorrisi, mi baciò di nuovo la guancia e poi andò via.
L'unica cosa che notai fu che ora un altro paio di occhi mi fissavano ed erano quelli di Sophie.
Per il resto la giornata passò tranquilla. Tornai a casa, mangiai qualcosa e poi andai a chiudermi in camera per studiare. Questo era più o meno quel che accadeva ogni giorno. Ero all'ultimo anno, era il momento di mettermi sotto e studiare, l'anno dopo sarei dovuta andare al college finalmente.
Il mio coinquilino faceva più o meno la mia stessa vita solo con qualche piccola differenza, del tipo che ogni tanto se ne usciva, andava a farsi un giro e tornava e la sera era costante nell'andare a correre.
Quella sera dopo essere uscito per andare a correre, tornò che io ero ancora nella mia camera rinchiusa e si mise subito sotto la doccia. Se ne uscì tutto fresco e profumato.
Avevo mangiato un panino del McDonald's nel frattempo visto che quella sera era uscito tardi quindi non lo avrei aspettato per mangiare. Mangiò qualche cosa anche lui da solo, nel frattempo mi feci anche io la doccia e dopo aver finito mi sentii chiamare dal salotto.
"Bambolina vieni qui." Disse
"Che vuoi Shawn?" Chiesi mentre andavo da lui.
Arrivai e mi sorpresi. Il ragazzo era seduto sul tappeto al centro della stanza aveva davanti a se due sigarette e una bottiglia di vodka alla pesca, quella che io preferivo.
"Cosa vuol dire tutto ciò?" Chiesi
"Vuol dire che ho voglia di bere qualcosa con te" disse con occhi da cerbiatto.
"Come mai questa scelta?" Chiesi sorridendo, queste cose improvvisate, queste piccole 'attenzioni', non mi dispiacevano per niente.
"Perchè mi va di conoscerti un po'. Lo so che domani dobbiamo andare a scuola, ma è possibile che tu non beva neanche un goccio di vodka." Disse
"Sentiamo cosa hai in mente."
"Nulla, un semplicissimo gioco. Io ti faccio una domanda e tu rispondi. Puoi evitare di rispondere ma devi bere uno shot. Vale la stessa cosa con me. Ci stai?" Chiese sorridendo maliziosamente.
"Ci sto." Non mi tiravo mai indietro per cose del genere.
"Bene." Mi porse una sigaretta, l'accese, si accese la sua e iniziò a farmi domande. "Che intimo indossi?"
Ma che razza di domanda è?
"Non puoi chiedermi una cosa del genere quando ho il ciclo" dissi di rimando "comunque ho un reggiseno bianco semplice e gli slip coordinati. Ci bado a queste cose io." Dissi ridendo.
"Carino. Tocca te." Disse
"Prima volta?" Chiesi
"16 anni. Non sono stato poi tanto precoce come uno si può immaginare." Disse "prima volta?"
"16 anni." Dissi. "Che tipo di ragazza ti piace?"
"Non ho un tipo ideale diciamo." Rispose "come trovi i ragazzi di New York? I francesi sono più carini?" Chiese ridendo
"No, meglio i newyorkesi. Ultima storia seria?" Chiesi e lui qui mi sorprese perchè con un sorriso tirato bevve uno shot.
Mi fece qualche altra domanda, risposi e io gliene feci altrettante.
"Ti piace James?" Chiese poi.
"Non lo conosco nemmeno. Mi stai cercando di far capire che tutto questo era solo per chiedermi di James? Sei caduto in basso." Dissi
"Calmati, non mi interessa di lui. Mi interessa che tu non gli dia troppa corda. È un cazzone, sappilo." Disse
"Non ho bisogno di un babysitter. Cosa ti piace di più nelle ragazze?" Chiesi sviando il discorso. So badare a me stessa da sola, non ho bisogno di nessuno.
"Non mi crederai ma mi piace lo sguardo, gli occhi. Poi certo, il culo e il seno sono importanti, ma lo sguardo lo prediligo." Disse. Non lo facevo così serio. "Dai dimmi, quale letto è più comodo eh? Il mio o quello di James? È una domanda che ho sempre voluto fare a qualcuno."
"Considerando che non è successo nulla nè con lui nè con te, il fatto che stanotte dormirò ancora nel tuo basta?" Dissi retoricamente. Prendiamola a ridere che alcune cose mi toccano il sistema nervoso. Le domande del cazzo mi annoiano.
"Cosa? Non pensarci neanche. Il mio letto è off limits." Disse categorico.
"dai, non farmi ridere. Suvvia. Lo so che muori per me." Dissi di rimando.
"Ma non rompere il cazzo." Disse
"Bene. È deciso. Dormo con te. Basta con questo giochino stupido, mi sono seccata. Ho sonno. Buonanotte fiorellino." Dissi con sicurezza, gli scoccai un bacio sulla fronte e poi andai in camera sua.
Mi faceva freddo perciò gli rubai una felpa, una di quelle enormi e comode e mi infilai nel suo letto a due piazze dove si stava comodissimi.
Arrivò dopo aver chiuso tutte le luci e si sdraiò di fianco a me. Mi guardava.
"Che c'è?" Chiesi.
"Niente. Guardavo l'intrusa nel mio letto." Disse
Mi accucciai vicino al suo petto, mi abbracciò e mi baciò la testa sospirando.
"Lo so che stravedi per me, non mentire." Dissi ridendo.
"Scema." Chiuse gli occhi "buonanotte bambolina." Disse ancora e poi non parlò più. Si era addormentato.
"Buonanotte Shawn." Dissi lanciandogli un ultimo sguardo e addormentandomi abbracciata a lui
-
Nota dell'autore
Scrivo questa nota a notte fonda, in un capitolo non ancora pubblicato, perchè devo spiegarvi un paio di cose:
La prima è che non esiste un anno di ambientazione della storia. Nel senso che potrei scrivere che le vicende narrate sono ambientate nell'anno 2003 e poi parlare della vittoria dell'Italia ai mondiali del 2006. Potrei inserire elementi provenienti da anni diversi, come Call of Duty World War II (un videogame del 2017), descrivendolo come appena uscito, e poi un film del 2020. Quindi non esiste un tempo preciso in cui collocare la storia.
La seconda è che tutto quello che viene descritto va preso con le pinze. Nel senso che, la storia è ambientata a New York, non perchè io conosca a fondo la cultura americana, ma perchè mi piace viaggiare con la fantasia e descrivere posti che non ho mai visitato con essa. Immaginare anche una vita diversa. È tutto un lavoro di immaginazione. Mi piace leggere e scrivere proprio per questo: per allontarmi dalla realtà. Quindi non spaventatevi se un bar vende ad un protagonista uno scotch, per quanto ne sappia può capitare che in America vendano l'alcool ai minori di 21 anni come in Italia lo vendono ai minori di 18 in alcuni casi.
Oppure posso citarvi l'esempio delle feste: sapevate che in america non hanno le discoteche? Non che non esistano, ma si trovano solo negli alberghi di lusso. Oppure sapevate che gli homecoming non sono come vengono rappresentati nei film? Queste ultime informazioni le so perchè le ho apprese da una ragazza che ha fatto lo scambio culturale di un anno in Italia e mi ha spiegato alcune differenze.
Detto questo, spero continuiate a leggere comunque la storia, per viaggiare insieme a me con la fantasia e distogliere l'attenzione dalla realtà per un po'. Spero di riuscire in questo.
Buona continuazione.
07/04/20, 03:02
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro