Chapter 30
Il mio ritorno in albergo non fu dei migliori. Ero bagnata, quasi completamente, ed ero con Will. Fu gentile durante tutto il nostro cammino di ritorno.
Arrivati nella hall mi salutò e si diresse verso l'ala al piano terra dedicato a chi lavorava lì.
"Grazie per questa notte." Disse soltanto andando via.
Lo vidi allontanarsi e sparire dietro una grande porta argentata.
Mi avviai agli ascensori e selezionai il piano della mia camera. Ero senza chiavi, perciò, se Shawn stava dormendo, io l'avrei dovuto svegliare.
Ma non ce ne fu bisogno. Appena bussai, lui corse ad aprire. Sorrideva appena aprì la porta, ma il suo sorriso si spense appena mi squadrò dalla testa ai piedi. Mi vide tutta bagnata e senza dire nulla si fece da parte per farmi entrare.
Entrai in camera e con nonchalance mi levai la maglia e la gonna del tutto bagnati. Presi il pigiama, della biancheria pulita e andai verso il bagno per farmi una doccia veloce.
"Ma cosa ti è successo?" Chiese Shawn non appena varcai la porta del bagno.
"Niente." Chiusi la porta e mi infilai sotto la doccia.
Rilassai tutti i muscoli e anche la mente. Dio solo sapeva quanto ero tesa.
Quando uscii dal bagno ero profumata e pulita e mi sdraiai sul letto prendendo in mano il cellulare e passando il tempo a vagare sui social.
"C'è un particolare motivo per cui ostenti questa forma di mutismo con me?" Shawn si mise seduto vicino a me nel letto.
"No." Parlavo quasi a monosillabi, ma non fui sicura di farlo di proposito. Probabilmente avevo solo finito le parole da usare.
"Ti odio quando fai così. Sei irritante all'ennesima potenza, che cazzo." Sbraitò passandosi una mano tra i capelli nervoso. Non si era rilassato abbastanza con Sierra quella sera?
"Non urlare. Sono le sei del mattino." Sbuffai guardando l'orario dal cellulare. "Ma perchè sei ancora sveglio ma sei in camera?"
"Perchè? Perchè ti stavo aspettando preoccupato, principessa." Sbottò sempre più nervoso, alzandosi in piedi. "Perchè dire: sono con uno sconosciuto in giro, stai tranquillo, e poi presentarsi bagnata dalla testa ai piedi non mi tranquillizza per nulla."
"Calmati. Non sei il mio babysitter, non ti devo informare di ogni mio spostamento." Sputai acida con tutta la rabbia che avevo in corpo.
"Sai cosa c'è? Vaffanculo. Tu non hai idea di quanto tempo sono stato a cercarti sulla spiaggia! Nessuno sapeva dove fossi, eri scomparsa. Ho perso dieci anni di vita per scoprire che in realtà eri andata a scopare con qualche estraneo da qualche parte di questi fottuti caraibi del cazzo!" Urlò avvelenato.
"Non permetterti, mai più, a dire certe cose su di me. Sono fatti miei, non tuoi. L'ultima volta che ti ho visto anche tu ti stavi dando da fare con qualcuno, non mi sembra che io mi sia impicciata dei fatti tuoi, non credi?" Mi alzai in piedi e gli puntai il dito contro, trattenendomi dal dargli un ceffone in pieno volto.
La sua espressione cambiò drasticamente. Da arrabbiata divenne confusa. Profondamente confusa. Lo vidi concentrarsi per scavare nella memoria, cercando il ricordo a cui facevo riferimento io.
"Che diamine stai dicendo?"
"Ti ho visto baciarti con Sierra. Ma non ti ho fatto la predica. Sono fatti tuoi, non miei." Risposi riprendendo la calma per un secondo.
"Tu non hai visto tutto vero?" Chiese con un mezzo sorriso in faccia. Rideva anche ora?
"Te l'ho detto che non sono fatti miei. Mi sono girata." Sputai schifata dalla cosa.
"Non capisci mai, vero? Non capisci mai niente tu. Vedi solo ciò che vuoi vedere. Non abbiamo fatto nulla. Sai di cosa le stavo parlando quando ci siamo allontanati? Di te. È stata lei a baciarmi, non io. Tu non hai visto quando la ho allontanata, vero? Tu ti sei fatta un film in testa e te ne sei andata via. Non ti fermi mai a pensare che non esistono solo persone di cui tu non possa fidarti?"
Davvero era andata così?
"Non sono comunque fatti miei. Non sei obbligato a dirmi nulla." Alzai le mani in segno di resa.
Lo vidi scuotere la testa, girare i tacchi e uscire dalla stanza, lasciandomi sola, piena di dubbi.
La prima cosa che decisi di fare fu cambiarmi il pigiama appena messo. Infilai la prima cosa che trovai in valigia e corsi per andarlo a cercare. Ripassavo in testa il discorso appena fatto, l'avrò ripassato più di cento volte, eppure non riuscivo a scindere le cose: non riuscivo a capire chi doveva chiedere scusa a chi. Sapevo solo che avevo bisogno di parlarne ancora meglio con il diretto interessato.
Chiamai l'ascensore, ma ci metteva troppo e presi le scale. Quasi caddi per correre il più velocemente possibile. Raggiunta la hall, non lo vidi da nessuna parte. Chiesi anche alla reception ma il receptionist era appena arrivato e non ci aveva fatto caso.
Non vidi nessuna faccia di mia conoscenza e aspettai un secondo, pensando che forse era proprio lui che occupava l'ascensore. Ma la probabilità che ciò fosse vero era veramente bassa.
Decisi di andare in spiaggia, sperando i trovarlo almeno lì. Con calma, attraversai la strada e, subito dopo, immersi i piedi nella sabbia.
Mi diressi, per prima cosa, verso il bar di Travis. E lo trovai lì, seduto, mentre beveva una coca cola con ghiaccio e limone.
Mi avvicinai piano piano. Senza fiatare, mi misi seduta allo sgabello di fianco al suo e poggiai le mani sotto il mento. Guardai dritto davanti a me, posai gli occhi su ogni singola bottiglia poggiata sugli scaffali del bar. Cercai le giuste parole da usare ma non ne trovai nessuna.
"Ehi! ciao Abigail!" Travis mi risvegliò dal mio stato di trans e alzai lo sguardo verso di lui.
"Buongiorno Travis." Parlai con voce piatta e alla fine mi decisi a girarmi e guardare Shawn.
"Quindi è lui? Lo sconosciuto con cui sei stata stanotte, intendo." Anche Shawn aveva poche parole in bocca per me. Prese un sorso dal suo bicchiere, ma continuò a guardare dritto di fronte a sè.
"Cosa? Che hai combinato con Will?" Travis si girò verso di me con la bocca spalancata.
"Nulla! Non abbiamo fatto niente." Liquidai Travis che di apprestò subito a servire un altro cliente.
"Ma pensa tu! Spuntano come i funghi le tue conoscenze." Sbottò Shawn scuotendo la testa con un mezzo sorriso beffardo in faccia.
"Puoi smetterla di essere così scontroso? Mi dispiace, va bene?" Ribattei con la voce calma.
Nei primi anni della mia adolescenza io ero sempre stata quella con la mano tesa sempre verso l'altro. Ero sempre pronta a riporre la mia fiducia in tutti, credendo che avrei ricevuto anche io amore in cambio. E mai niente era tornato indietro. Restavo solo io male per il tempo sprecato con le persone.
Avevo imparato solo più tardi a non fidarmi di tutti a non farmi in quattro per gli altri perchè l'unica cosa che riuscivo ad ottenere era dispiacere. Ma quella volta i ruoli erano invertiti. La stronza meschina era come se fossi io. O forse lo ero per davvero.
"Ti dispiace? E per cosa?" Si anche divertiva a farmi male.
"Mi dispiace per averti fatto preoccupare. Ero solo... incazzata." Cercai di spiegare. Ma in fondo io non dovevo essere infastidita da niente. Perchè lui e io non eravamo niente.
"E perchè mai?"
"Smettila, ti prego. Non ti reggo così. Ero incazzata perchè ti ho visto con Sierra, va bene? James e Sophie erano insieme, Ryan e mio fratello spariti, e io ero rimasta sola, mentre tu eri con lei. Mi sono sentita... davvero sola. Poi sono venuta qui e ho conosciuto Travis e altri amici e sono andata a fare un giro con loro." Pensai di aver finito di spiegare, ma forse non avevo detto proprio tutto.
"Si ma come mai sei tornata tutta bagnata?" continuò a domandare.
"Perchè mi sono fatta il bagno con loro." Preferii evitare di spiegare tutto il resto della situazione. Travis sembrava abbastanza indaffarato da non prestare attenzione per specificare che in realtà ero da sola con Will a fare il bagno.
Shawn si limitò ad annuire e finire la sua coca cola. "Quindi ora?"
"Quindi ora, cosa?" Forse conveniva chiarire tutto in quel momento.
"Ora è tutto a posto? Tutto come prima?" Si girò per la prima volta a guardarmi negli occhi e nel mare azzurro in cui mi persi notai un'emozione confusa.
"Io... non lo so. Che ne pensi se ci godiamo l'ultima giornata qui e quando torniamo a New York ne riparliamo?" Proposi speranzosa, ma convinta sempre di star sbagliando.
Apeì la bocca per rispondere ma la richiuse appena qualcuno lo chiamò. Era sempre lei, lo stesso motivo per cui stavamo discuntendo in quel momento.
Lo vidi chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo e io mi chiesi cosa ci facesse lei in spiaggia alle sette del mattino.
"Va via Sierra." Le disse contrito.
"Possiamo parlare? Per favore." Lo pregò ma lui non si girò neanche a guardarla.
"Non abbiamo niente da dirci io e te." Sputò acido.
"Posso almeno spiegarti?" Cercò ancora di attirare la sua completa attenzione.
"Non hai niente da spiegarmi. Non dovevi farlo, io non volevo. Basta." Chiuse il discorso definitivamente lui. "Ora, se non ti dispiace, voglio godermi la fine della mia vacanza."
"Mi dispiace eccome. Perchè tra me e te era rimasto tutto sospeso quando sono andata via. Non avevamo chiuso nulla." Sierra lo prese per le spalle e lo costrinse a girarsi nella sua direzione.
"Tra me e te non c'è mai stato nulla. Volevi chiudere qualcosa che non è mai iniziato? Scopare non vuol dire niente. Era puro piacere fisico e se tu sei andata oltre questo mi dispiace, ma non era lo stesso per me. Comprendi?" Gesticolò con le mani mentre parlava lui.
Sierra, in tutta risposta, gli tirò un ceffone in pieno volto, lasciandogli una stampa rossa pulsante. Scoppiai a ridere vendendo l'espressione stupita di Shawn e Sierra che andava via sculettando. Mi piegai in due dalle risate, tanto da non riuscire a guardarlo negli occhi.
Quando alzai di nuovo lo sguardo lo vidi massaggiarsi la guancia e chiamare di nuovo Travis. "E tu ridi?" Mi disse nervoso. Annuii semplicemente. "Un'altra coca cola con ghiaccio e limone, per favore."
"Puoi portarmi una Shwepes Lemon con ghiaccio, per favore, Travis?" Ordinai cercando di sopprimere le risate.
Travis annuì sorridendo e preparò le nostre ordinazioni. Poi la curiosità si fece spazio dentro di me e chiesi ciò che volevo tanto sapere.
"Davvero con lei hai solo giocato?"
Travis posò i nostri due bicchieri davanti a noi e io ne presi un sorso. Nonostante fosse mattina presto, c'era un sacco di gente in spiaggia. Io non avevo mai dormito in tutto quel tempo, perciò per me non era mattina quella.
"Si." Non aggiunse altro ma si girò a guardarmi.
"Come stai facendo con me?" Mi resi conto di aver detto quelle parole solo dopo averle pronunciate.
"Perchè ti paragoni a lei, Abigail? Te lo dico sempre che hai il prosciutto sugli occhi." Alzò gli occhi al cielo e poi andò via. Lo vidi avvicinarsi all'acqua e bagnare i piedi in essa.
"Ti va di farti il bagno?"
"Non ho il costume." Feci spallucce.
Shawn si girò, si avvicinò a me e sbirciò nella scollatura della mia maglia, spostandola. "Ehi fermo!" Sbuffai.
"Non si vede che non è un costume. Dai vieni!" Iniziò a toglierzi la maglia e rimase nel suo costume a pantaloncino blu. Era una statua. Bellissimo. Scolpito. "Se non ti spogli tu lo faccio io. Ma non garantisco di lasciarti solo con le mutande e il reggiseno." Sorrise malizioso.
Sorrisi anche io e iniziai a togliermi la maglia e poi anche gli shorts. Caso volle che avevo messo il completo intimo più semplice che avevo. Era verde acqua.
Lui si avvicinò, mi prese in braccio e mi gettò in acqua, buttandosi anche lui insieme a me.
Appena ripresi fiato me lo ritrovai ad un dito di distanza.
"Posso almeno baciarti?" Fece gli occhi da cucciolo bastonato. Cinsi i suoi fianchi con le mie gambe e lo sentii mettere le mani dove non le avrebbe messe se fossimo stati fuori dall'acqua.
"Non devi chiedermi il permesso." Sussurrai poggiando le mie labbra sulle sue.
Mi investirono di nuovo tutte quelle belle sensazioni che provavo solo con lui. Nessun altro era mai riuscito o riusciva a farmi sentire le stesse emozioni. Era così bello. Non avrei mai voluto rinunciarci, eppure iniziai a pensare di doverlo fare.
"Ti prego andiamo in albergo." Lo pregai. Non resistevo più.
"Pensavo non me lo avresti chiesto mai." Sorrise sulle mie labbra e si alzò non appena sciolsi le mie gambe. Mi prese la mano e uscì fuori dall'acqua tirandomi via.
Acciuffai i vestiti che mi ero appena tolta e corsi con lui verso l'hotel. Nella hall non vidi nessuno che conoscevo, finchè, aspettando l'ascensore, non vidi William uscire dalla stessa porta argentata dietro cui l'avevo visto sparire un'oretta prima. Gli sorrisi debolmente, lo salutai e strinsi ancora di più la mano di Shawn.
Lui mi salutò e sul suo volto apparve il sorriso di chi aveva capito tutto, quando in realtà andava nella direzione sbagliata, nonostante l'idea che in quella situazione potevamo dare. Lo vidi andare via e poi mi sentii tirare dentro l'ascensore.
Shawn non perse tempo e si gettò di nuovo sulle mie labbra. Al "tin" dell'ascensore, corse fuori e prese subito la chiave della camera. La aprì in un secondo ed entrò dentro. Lo seguii in fretta.
Eravamo bagnati dalls testa ai piedi, non potevamo sdraiarci sul letto. Andai subito in bagno e Shawn mi seguì. Mi intrappolò tra di lui e il mobile del lavandino.
"Sono stato una notte sola senza di te e mi sembrava di impazzire." Sussurrò nel mio orecchio e io quasi pensai di aver raggiunto l'apice del piacere.
Slacciò senza pensarci il reggiseno e lo gettò nella vasca vuota. Mi abbassò gli slip e si tolse il costume.
I suoi movimenti non erano lenti e tranquilli come al solito, ma frenetici e desiderosi di arrivare al dunque.
Mi fece sedere sul mobile a cui ero poggiata e si mise tra le mie gambe. Indugiò sul mio collo e mi lasciò una scia di baci fino al seno. Non si soffermò molto su di esso però. Sparì per due secondi e tornò poi con il preservativo in mano.
Mi regalò di nuovo, per l'ennesima volta, quella tanto desiderata sensazione di pienezza.
Mi presi il tempo di assaporare ogni minima emozione, sempre più convinta che quella sarebbe stata la mia ultima occasione di sentirle.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro