This is war
Fuori la vita non era più quella di una volta.
All'inizio, la notizia della prima vera missione aveva messo un misto di senso di responsabilità e agitazione sia ai ragazzi della Raven Moon, sia a quelli della Veridian Sun, ma quando finalmente avevano messo piede fuori dalle mura che circondavano la base della Distorted Meridian, si era trasformato tutto in disincanto e avvilimento per quello che era diventata Skeiarr: con i suoi grandi campi incontaminati, presto la città era diventata sfondo di scontri sempre più duri e violenti tra FTS e ribelli, tanto da colorare quel grigio sporco con il rosso del sangue e dei roghi che bruciavano senza fretta le case intorno e le poche piante che avevano deciso di non abbandonare la terra intossicata.
- Sono solo effetti collaterali della giustizia che stiamo facendo – aveva commentato a mezza voce Jaeke – Ora andiamo, non perdiamo tempo in lacrime inutili – li aveva convinti ad avanzare.
Eilys, ogni volta che si trovava a guardarlo, lo comprendeva sempre meno: le aveva tutte, buon carisma, grande capacità di combattimento, strategia rapida.
Ma non la sensibilità, solo una statua di marmo che si muoveva con passi decisi tra la desolazione e la città che aveva tanto amato.
- La EyeQ non è molto distante da qui – si era fermato Sylas su una collinetta – Quindi dobbiamo stare attenti, ci saranno molti cecchini intorno – aveva gonfiato il petto Zandr.
- Non cercate di fare gli eroi, ragazzi – si era aggiunta Haylay – Non è più una simulazione, se venite feriti, venite feriti davvero. E se morite...
-...morite davvero – aveva terminato la frase Zandr.
- Non è uno scherzo – li aveva guardati tutti Sylas – Abbiamo una missione precisa, ma pensate prima a salvarvi la pelle che a completarla.
- Meglio una perdita senza perdite che una vittoria senza vittoriosi – Haylay aveva fatto lo stesso – Quindi, ora, ripetiamo il piano – aveva mostrato la mappa – Le porte della EyeQ sono presidiate sia al primo che al secondo piano, da dove parte l'energia che alimenta il reattore principale – aveva alzato gli occhi – Secondo i calcoli di Yos e Iros, strappando l'anima all'interno, dovrebbe fermarsi tutto, ma è possibile che ci sia un alimentatore secondario da qualche parte. Comunque, ad entrare nella struttura vera e propria saranno Yos e Taryn, preceduti da Malakye e Chara al piano basso e Iros e Zandr al piano alto. Gli altri, con noi, restarono giù, nei giardini intorno, in caso arrivassero rinforzi o ci fosse bisogno in altre zone – aveva guardato Galea, Eilys, Rebexi e Jaeke – Quindi tenetevi pronti ad ogni evenienza – un fischio fortissimo aveva segnato l'uscita degli operai – Perfetto, ancora qualche minuto che saranno usciti tutti e partiamo.
- Mi raccomando, non si uccidono innocenti – li aveva minacciati con lo sguardo Sylas – Andiamo!
- Hanno superato il primo piano –Rebexi era tornata dietro l'angolo dell'edificio – Per ora non hanno bisogno.
- Ottimo – le aveva risposto Sylas – Noi avanziamo comunque, in caso servisse la porta sud – si era attaccato al muro – Vai avanti, Jaeke – si era lasciato superare – Quanti sono?
- Uno – si era girato verso il gruppo – Non credo di riuscire a raggiungerlo.
- Eilys? – Haylay aveva chiesto più a Sylas che alla diretta interessata.
- Provo a vedere – aveva percorso il muro e si era messa al fianco di Jaeke, che intanto le aveva lasciato spazio senza dire nulla – Sì, dovei farcela – aveva caricato una scarica e l'aveva lanciata, prendendo in pieno la guardia – Ok, resterà svenuto per abbastanza tempo – aveva urlato a bassa voce rivolta a chi era rimasto indietro.
- Ma uccidilo! – l'aveva guardata dall'alto Jaeke, le dita di Eilys che fremevano ancora dopo la magia.
- Non è necessario – lo aveva guardato a sua volta.
- Ma è più semplice – si era girato completamente verso di lei – Se si sveglia prima del dovuto?
- Non lo farà.
- Come fai a esserne così certa?
- Perché è una magia di sonno profondo, metterebbe fuorigioco anche un cavallo per minimo quattro ore.
- Lo hai provato per saperlo?
- No, vuoi tu? – aveva alzato la mano circondata da un'aurea rossa.
- Forza, andiamo dall'altra parte – gli era passata a fianco Haylay.
– Voi due, prima o poi, insieme, farete qualche danno – li aveva fulminati ancora Sylas.
- Andiamo – Jaeke, senza rispondere alla sfida, aveva smosso Eilys che, in silenzio, lo aveva superato ancora, raggiungendo i due capi.
- Hanno superato il secondo piano – aveva spento il trasmettitore Galea.
- Questione di minuti e partirà il segnale di stop dell'energia – le era andata dietro Rebexi.
- Non è meglio andare all'entrata principale? – aveva chiesto senza domanda Jaeke – Blocchiamo il cancello qui, dovranno entrare per forza da quello principale e noi saremo pronti.
- Buona idea, Jaeke! – si era allontanata Haylay e, dopo pochi minuti, era tornata con un tubo tra le mani – E' avanzato, ma lo tengo, può sempre servire se i proiettili finiscono – se l'era messo sulla schiena.
- Brava – aveva riso Sylas – Torniamo al cancello.
Non erano passati nemmeno due minuti e la sirena che segnava una tentata manomissione aveva dato l'allarme fino oltre la collina dove erano partiti.
- Ci sono ancora guardie al tuo piano, Malakye? – si era collegata un secondo Rebexi, sotto consiglio di Sylas.
- No, è libero.
- Mettiti a una finestra e metti KO chi arriva dal cancello.
- Ok, grande capo – aveva staccato – Uuuh, prima battaglia! – si era scrollata.
- Buona, Rebexi, rimani concentrata – le aveva fatto un cenno Sylas.
- Certo, certo.
Il primo proiettile aveva colpito la gamba di un uomo che si stava approssimando al cancello, forse un tentativo di avanscoperta per vedere quanto la Distorted Meridian fosse organizzata.
- Va bene, va bene – l'uomo, con la gamba appena ferita, si era trascinato fino oltre il cancello, per poi alzarsi con le braccia alzate – Siete organizzati bene – vedendo il viso e il 6 tatuato sul polso, i ragazzi lo avevano identificato come Bitar, il responsabile della sezione Ricerca e scoperta.
Sì, era del picchetto.
- Mi pare bruttino attaccare un nemico disarmato – aveva inclinato la testa con fare quasi tenero.
- "Disarmato" – aveva sputato Haylay – Come la scorsa volta, Bitar?
- No, avete i ragazzi, saremo più buoni.
- Oh, ma che carino – Sylas si era messo una mano sul petto – E quando hai intenzione di smettere di parlare?
- Tra...- aveva guardato tutta la struttura alle spalle dei ragazzi -...Ora!
Un intero plotone di soldati aveva buttato giù la cancellata cominciando a sparare contro i ragazzi, che si erano subito nascosti dietro il muretto davanti all'ingresso.
- Quanti sono? – aveva domandato Rebexi.
- Pochi – si era alzato un poco Jaeke – Una ventina.
- Pochi?! – era scattata Eilys – Noi siamo solo in sei!
- Se chiamiamo gli altri, no.
- E chi difende Yos e Taryn?!
- La finite voi due! – Galea aveva rotto la discussione – Stiamo per morire...
- Non stiamo per morire, Galea, stai tranquilla – l'aveva interrotta Jaeke con tono quasi gentile.
-...chiamiamo gli altri! – non lo aveva nemmeno ascoltato – L'edificio è libero e Yos è abbastanza bravo per sparare a chiunque si avvicini a Taryn.
- E' vero – le aveva dato manforte Haylay – Abbiamo più bisogno noi – aveva inviato l'avviso sul trasmettitore – Speriamo siano rapidi.
- Intanto – si era alzata un poco Rebexi – Liberiamo un po' il campo.
- Rebexi! – avevano urlato Eilys e Jaeke vedendola uscire dal riparo come un turbine.
- Coprila, Eilys.
- Non serve che me lo dici, Jaeke! – era uscita anche lei con una mano avanti per il campo di forza e l'altra inforcata nella pistola – Non farlo mai più! – l'aveva accostata.
- Che divertimento c'è, se no? – un fischio nell'orecchio destro di Eilys quasi le aveva reso impossibile sentire la frase dell'amica, ma vedendo che l'oggetto che l'aveva prodotto aveva preso in pieno uno della FTS, la ragazza aveva perdonato il colpevole.
- Ottimo colpo, Zandr!
- Meno parole, Inyke! – le era passato a fianco Jaeke rapido con la spranga di ferro che si alzava minacciosa sulla sua testa. Lei lo aveva guardato con un sorriso di sfida e gli aveva risposto dando un colpo secco con la mano del campo di forza: tre o quattro soldati della FTS erano stati colpiti e scaraventati contro le mura.
- Cazzo! – aveva ringhiato una donna che per poco non era stata colpita – Non mi avevi detto che avevano una Cinque, Bitar!
- Non lo sapevo, Ratyl – le aveva risposto il capo della sezione Ricerca da sopra la cinta, da dove continuava a sparare all'impazzata nella speranza di prendere Malakye, appostato ancora dietro le finestre. Nulla, ogni volta che lo perdeva di vista, il Sette colpiva un soldato e lo lasciava rantolare a terra.
Il giardino della EyeQ aveva cominciato a riempirsi del suono della guerra, dell'odore del sangue misto a sudore e polvere, che ora copriva buona parte della visibilità di tutti.
- Aaah – un urlo si era alzato sugli spari.
- Chara è stata colpita! – un secondo urlo, quello di Zandr, aveva fatto lo stesso mentre il ragazzo aveva cominciato a coprire con il suo corpo l'amica, che ora si teneva una spalla – Galea!
- Portala dentro – non aveva fatto nemmeno in tempo a rispondere Jaeke che ogni ragazza aveva fatto il suo dovere: Chara si era catapultata oltre la porta, Galea aveva cominciato a correre per il "campo di battaglia" e Rebexi l'aveva coperta sparando.
- Giù le pistole – aveva urlato Ratyl – Andategli addosso!
- Merda – aveva sibilato Eilys consapevole che da lì a poco si sarebbe ritrovata in difficoltà.
- Toh – le aveva lanciato una pistola Jaeke; beh, non la voleva morta, ma non era momento per ragionarci: la sacerdotessa aveva cominciato a puntare alle mani dei nemici in avvicinamento.
Anche se non poteva fare molto nel corpo a corpo, doveva essere utile per i suoi compagni. Cosa in cui parevano d'accordo Malakye e Yos, sbucato come una presenza sul tetto dell'edificio, perché entrambi avevano cominciato a far saltare le dita degli avversari.
Sarebbero andati avanti all'infinito in quel tira e molla in cui nessuno sembrava prevalere: se un ragazzo della Distorted Meridian veniva atterrato, dall'altra parte un soldato della FTS veniva ferito, entrambi curati prontamente da Galea o un Quattro; ma con un colpo sordo il reattore della EyeQ si era bloccato, facendo spegnere tutte le luci che circondavano l'edificio e illuminavano oltre la collina.
- Taryn ha strappato l'anima! – aveva gridato Rebexi vedendo comparire l'amica sul tetto, proprio a fianco di Yos.
- Ritirata! – le aveva quasi risposto Bitar.
- Ritirata?! – lo aveva guardato male Ratyl mentre tentava di evitare i colpi di proiettile che le piovevano addosso - Cosa stai dicendo?
- Preferisci farti ammazzare? – si era buttato giù l'uomo – Hanno l'anima, è inutile continuare a difendere un avamposto ormai perso – aveva alzato di più la voce – Ho detto ritirata!
Sembrava che qualcuno avesse messo in pausa l'universo: i soldati della FTS avevano cessato i colpi ed erano battuti in ritirata, chi zoppicando, chi brancolando e chi correndo a perdifiato.
- Ce l'abbiamo fatta? – era uscita Galea dalla sua "infermeria"
- Pare di sì – gli aveva risposto Zandr riponendo i tirapugni nelle tasche.
Il rumore era cessato, quasi gli uccellini avevano ricominciato a cinguettare e l'aria a soffiare sui visi feriti dei ragazzi. Qualcuno si poggiava le mani sul viso alla ricerca di qualche ferita o si toccava qualche osso per vedere che nulla fosse rotto, altri raggiungevano la persona più vicina per abbracciarla dalla felicità, lasciando che la polvere si alzasse di nuovo e i sassolini scricchiolassero sotto i piedi.
Tutto era in pace, in silenzio.
Tutto, tranne per un rumore che arrivava basso e continuo da vicino al muro.
- C'è una persona là! – era corsa Haylay fino a un uomo sdraiato.
Dall'uniforme, era un soldato del reparto Attacco della FTS.
- Sta bene? – l'aveva raggiunta Sylas.
Era evidente che la risposta fosse no con un buco sul fianco, più o meno all'altezza del fegato, e uno squarcio che percorreva dall'alto al basso il petto. Eppure, l'Otto aveva tentato lo stesso di sentire il battito, mentre Sylas guardava verso i ragazzi, che pian piano avevano cominciato a raggiungerli.
- E' morto? – aveva domandato Galea.
- Adesso – Haylay aveva levato la mano e gli aveva chiuso gli occhi – Inyc dy vam zayes.
- Dobbiamo fare la Cerimonia dell'Addio – si era inginocchiata sul corpo Eilys.
- E' un nemico, Inyke...
- E' una persona! – lo aveva fulminato – Le sue scelte non sono influenzano il suo diritto di entrare nel Plade – aveva catturato l'attenzione di tutti – Cosa vuoi fare, privare una persona dei diritti per cui stiamo lottando tutti? – lo aveva zittito completamente.
- Va bene – le aveva dato una voce Chara ancora dolorante – Cosa hai bisogno?
La sacerdotessa aveva afferrato il polso del cadavere: - Un Nove.
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