Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Pericolo in autogrill (parte seconda)

Lei forzò un sorriso: "È successo il primo giorno, appena arrivata. Per me è stato bruttissimo vedere i miei capelli a terra. Non sono una ragazza che tiene troppo alla sua immagine, ma in quel momento mi sono sentita morire dentro. Broxen voleva annullare la mia umanità, e quello era solo il primo passo..."

Daniele provò a riparare dopo la sua inopportuna esternazione: "Beh, ci sono delle parrucche bellissime che sembrano dei veri e propri capelli..."

"Andiamo?" esclamò spazientito Mario.

Daniele non si rendeva conto che la situazione stava peggiorando sempre di più. Ilaria forzò un sorriso: aveva capito che quella battuta non era stata pronunciata con malizia.

"Sì. Se siete tutti pronti, possiamo andare!" esclamò Alessio vicino alle sedie a rotelle: "Sedetevi qui e mettete gli zaini sulle gambe. Simona ci aspetta!"

I due ragazzi obbedirono e intanto il commissario lanciò un'occhiata a Daniele, come per dirgli di evitare battute inopportune.

Qualche minuto dopo uscirono dalla camera e oltrepassarono subito la porta per l'uscita dal reparto, che era collocata lì vicino. Alessio e Daniele seguirono le indicazioni dei medici con cui avevano parlato per uscire dall'ospedale inosservati e in poco tempo furono all'esterno. Nel tragitto avevano incontrato solo alcuni infermieri, troppo occupati a scherzare per accorgersi della loro presenza. La strada sul retro era isolata, c'era solo qualche macchina in lontananza. Alessio e Daniele notarono subito la loro auto e si diressero con passo svelto. Ilaria stava guardando intorno a sé e respirò a pieni polmoni: era da tanto che non usciva all'esterno. Doveva raccogliere più aria possibile perché forse nel suo rifugio non le avrebbero permesso di uscire. Il sole era così caldo quel giorno che le sembrava un segno del destino. Era come se anche i raggi volessero tranquillizzarla. Nel suo cuore e nella mente, però, prendeva sempre più consapevolezza di ciò che stava accadendo. Prima aveva finto di non essersi offesa per le parole di Daniele, ma in realtà vedere i suoi pochi capelli ogni giorno era una vera tortura, uno dei pochi elementi visibili, cicatrici di un ricordo da dimenticare. Lei avrebbe testimoniato anche per questo: per evitare che il dolore fosse l'unico compagno di tutti quelli che avrebbero vissuto la sua stessa esperienza. Broxen era un'organizzazione radicata in tutta Europa, ma il suo contributo avrebbe creato di certo una frattura che avrebbe distrutto il castello di omertà di cui i suoi persecutori avevano goduto.

Arrivarono vicino alla loro macchina e Alessio e il poliziotto aiutarono Mario e Ilaria a sedersi in auto. Il commissario diede le ultime raccomandazioni a Simona e a Daniele e poi li lasciò partire, salutando i ragazzi. La ragazza appoggiò la testa sullo schienale: si sforzava di credere che quella fosse solo una vacanza, ma in cuor suo sapeva che la verità era un'altra. Poco dopo dal retro dell'ospedale partì un'altra macchina...

Intanto Pip, Aura e Luke continuavano il loro viaggio verso Akören. Il treno stava viaggiando in una zona florida. In lontananza erano presenti dei campi di cereali e sullo sfondo la zona era circondata da valli. Pip stava guardando il panorama e i suoi occhi si stavano per chiudere. Era stanco di viaggiare in treno e di stare seduto. Prese lo zaino che aveva tra le gambe ed estrasse il flauto. Era da tanto che non lo suonava. Passò la mano sul legno ruvido e sulla V incisa. Ripensò a tutto ciò che aveva scoperto quasi un mese prima sul flauto e gli venne un brivido al pensiero di avere tra le mani la chiave di un caveau.

In quel momento sua madre si sedette vicino a lui: "A cosa stai pensando?"

Pip si spaventò: non si aspettava il suo arrivo. Rispose con un'altra domanda: "Dov'è Luke?"

Lei notò il flauto e intuì i suoi pensieri, ma rispose alla sua domanda: "Sta telefonando ad alcuni poliziotti che conosce ad Aquir. Vuole avere delle informazioni sulla morte di Jülide Özdemir, il commissario che Luke ha aiutato ad Aquir."

Pip rimase sorpreso: "Non sapevo che fosse morto! Com'è successo?"

Stava cercando di prendere tempo perché da una parte voleva parlarle del flauto, ma dall'altra non sapeva come cominciare. Aura spiegò ciò che le aveva raccontato Luke e disse anche di essere riuscita a convincerlo a non andare ad Aquir per indagare sulla sua morte. Pip restò sorpreso per il gesto della madre, ma lo comprese: si era comportata così anche per lui, per non metterlo di nuovo in pericolo.

Aura notò che Pip stava rigirando il flauto tra le mani e gli accarezzò una guancia: "A cosa stai pensando?"

Lui sostenne il suo sguardo: "Sei stata sincera con me?"

Lei annuì convinta: "Certo, ne abbiamo già parlato."

"Fino in fondo?" chiese lui calcando le parole.

Lei tolse della polvere dalla sua gonna: "Ti ho già detto che non voglio rivelarti dove si trova il caveau. È per il tuo bene, Pip. Forse adesso non lo capisci, ma ti voglio solo proteggere. Quel caveau è stato creato con il sudore di chi l'ha costruito, ma anche con il sangue delle persone che sono state uccise da tuo nonno. I gioielli e i soldi custoditi lì dentro sono sporchi di sangue!"

"Non sto parlando di questo!" esclamò lui spazientito: "Ho capito le tue ragioni e voglio crederti. Il mio dubbio è un altro..."

Pip chinò la testa perché non sapeva come affrontare l'argomento.

Lei lo rassicurò: "A parte questo, sono stata sincera nei tuoi confronti. Quando Nick ha ricevuto il flauto da Nathan, abbiamo deciso di comune accordo che non ti avremmo detto niente..."

"Mamma" la interruppe lui: "Cos'è davvero il flauto? È lo stesso strumento della leggenda «Il Canto del Richiamo» o è la chiave del caveau? Com'è possibile che, suonandolo, gli animali nelle vicinanze obbediscano ai miei ordini? Non credi sia una contraddizione? Da una parte è un oggetto animato e da un'altra inanimato, perché?"

Lei non seppe dargli una risposta precisa: "Non lo so, mi dispiace. So che sembra una contraddizione, ma cosa c'è di normale in un flauto che richiama gli animali? Niente!"

"Poco prima di morire, Louis, uno dei capi della banda Olao, mi ha detto che Nathan ha affidato lo strumento agli Dei e ha pregato affinché il flauto potesse essere uno strumento di salvezza per noi. Io..." esclamò Pip, ma subito dopo abbassò la testa: "Non so se credergli. A me e a Caroline aveva detto che il caveau si trovava nelle miniere vicino Anamur, ma non era vero. E se avesse mentito anche sul ruolo del flauto? La storia della preghiera non mi convince. Credo negli Dei, però..."

Aura ascoltò con attenzione le sue parole e allargò un braccio. Lui si coricò appoggiando la testa sulla sua spalla e lei lo coccolò in modo amorevole: "Non ti preoccupare, Pip. Non so che cosa si nasconda dietro la doppia natura del flauto, noi dobbiamo solo andare a Londra e prendere i soldi della ricompensa."

"E se non ci spettassero di diritto? Se il nostro flauto non fosse quello della leggenda?" ipotizzò Pip, sempre più confuso.

Lei guardò lo strumento e gli indicò la V incisa: "Questo flauto è stato suonato anche da Vera, la protagonista della leggenda. Certo, lo strumento potrebbe essere anche una copia, ma se fosse quello reale?"

Lui si allontanò da lei: "Secondo la leggenda il flauto è stato tramandato di generazione in generazione. Com'è possibile allora che sia stato costruito da mio nonno per creare una delle due chiavi del caveau?"

Lei rifletté: "Beh, magari lui ne è entrato in possesso e l'ha usato come chiave."

"Ma allora perché Louis mi ha detto che è stato Nathan a costruirlo? E come lui e il fratello hanno saputo del flauto?"

Aura ipotizzò: "I casi sono due: o Louis ha mentito a te e a Caroline oppure qualcuno ha mentito a loro."

Pip la guardò: era d'accordo con lei. Rigirò il flauto tra le mani: "L'unica persona che può chiarire questo dubbio è mio nonno. So che gli è stato dato l'ergastolo. Voglio vederlo! Sai dove sta scontando la sua pena?"

Lei si morse un labbro: "Voglio essere sincera con te. So dove si trova il caveau e dove è rinchiuso tuo nonno, ma preferisco gettarmi tutta questa faccenda alle spalle. C'è un motivo se non hai mai conosciuto Nathan, e non è solo per l'ergastolo. È un uomo crudele. Se è diventato un ladro ed è riuscito a costruire un caveau, c'è un motivo!"

Pip si oppose: "Però ha dato due chiavi per proteggere il caveau, una a mio papà e una a Helen. Ciò significa che voleva condividere la sua ricchezza con le persone a lui care..."

"Pip, fidati di me!"

"Di cosa state parlando?" chiese Luke, che era appena giunto nel vagone.

Pip sobbalzò: non l'aveva sentito entrare. Aura si schiarì la voce e sfiorò la guancia del figlio con un dito: "Niente, lui ha paura..."

"Di cosa?" chiese Luke avvicinandosi preoccupato.

Aura tentò con voce tremante: "Beh, siamo partiti da Veen due mesi fa e siamo solo a metà del viaggio. È preoccupato perché... ha paura che possa capitare qualcosa di spiacevole che rallenti di nuovo il nostro viaggio!"

Pip guardò la madre: era confuso. Perché non voleva raccontare a Luke della loro conversazione? Il commissario non sapeva nulla del caveau. Forse quello sarebbe stato il momento giusto per informarlo, ma decise di rispettare la volontà della madre.

"Sì..." biascicò il ragazzo un po' imbarazzato.

Portò la testa vicino alla spalla della madre e si lasciò coccolare.

Luke sorrise e si appoggiò al sedile posteriore: "Non ti devi preoccupare. Con me sei al sicuro!"

Pip annuì con il capo e spostò lo sguardo in basso, verso lo strumento: in cuor suo sapeva che fino a quando non fosse riuscito a svelare i segreti del flauto, non sarebbe stato tranquillo.

Intanto in Italia Damiano stava guardando delle foto tra lui ed Elisabetta sul suo cellulare. Quel giorno non era andato a lavoro. Dopo essersi svegliato e aver consumato la colazione, si era disteso sul divano e aveva guardato di continuo le foto tra lui ed Elisabetta. Aveva provato a distrarsi e a guardare la televisione, ma senza risultati. La sua mente era sempre rivolta lì, alla sua dolce metà. Non riusciva a staccarsi dal suo sguardo, dal suo sorriso capace di emozionarlo. Ripensava alla sera prima, alle parole di Edoardo. Come poteva aspettare che Elisabetta fosse ritrovata? Come avrebbe vissuto nell'attesa? Era troppo stanco per lavorare e per compiere qualsiasi sforzo che non comportasse vedere quelle immagini. Rivedere ogni secondo i suoi occhi gli provocava un senso di inquietudine nel cuore, ma non poteva distogliere lo sguardo. Continuava a darsi la colpa per quella situazione: se lui non avesse rubato quel documento, Elisabetta sarebbe lì, con lui, e sarebbero abbracciati su quello stesso divano. Desiderava tutto ciò a costo di qualunque cosa. Si alzò dal divano: voleva intervenire, ma sapeva che avrebbe peggiorato la situazione. Cominciò a girare per la stanza: non poteva continuare a vivere così, nella costante incertezza e nella speranza di una telefonata.

Sentì un rumore provenire dall'entrata: qualcuno aveva suonato al citofono. Sbuffò: forse era il solito postino o il solito addetto che distribuiva la pubblicità. Decise di non rispondere, tanto se ne sarebbe presto andato. E invece no. Il suono era sempre più insistente, a intermittenza. Ogni rumore lo infastidiva sempre di più. Raggiunse con grandi falcate il citofono e afferrò la cornetta.

"Chi è?" chiese con voce tonante.

Una voce femminile rispose davanti all'androne: "Ciao Damiano, sono Cherifa! Posso entrare?"

Lui si appoggiò alla parete: "Guarda, oggi non mi sento bene. Ti spiace tornare un altro giorno?"

Aspettò una risposta e sentì che dall'altro capo si era accavallata un'altra voce.

Dopo qualche secondo la ragazza continuò: "Non ce n'è bisogno, mi hanno appena aperto!"

Spazio Sly

Come promesso, ecco la seconda parte del quattordicesimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto: vi invito a votare e soprattutto a commentare, la vostra opinione è molto importante per me!

Ilaria e Mario sono finalmente partiti verso la località segreta. Andrà tutto come previsto? Pip e Aura hanno discusso sul flauto: a quanto pare ci sono ancora dei misteri che aleggiano sullo strumento. In tutto ciò è centrale la figura di Nathan, il nonno di Pip. Riuscirà il ragazzo a scoprire tutta la verità sul flauto? Alla fine del capitolo Cherifa è andata a casa di Damiano: cosa vuole da lui?

Appuntamento al prossimo sabato per avere la risposta a quest'ultima domanda!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro